Videogiochi > Ib
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    08/02/2016    2 recensioni
Ib è cresciuta. Non è più una bambina ingenua che segue gli sconosciuti nelle mostre d'arte; adesso è una adulta, con dei sogni sul proprio futuro e delle passioni che la fanno sentire viva, ma anche tormentata da incubi e sensi di colpa.
Dopo la fuga dal Mondo di Guertena, la bambina ha trovato nell'arte del vecchio Maestro qualcosa di più di un passatempo: l'arte è diventata parte integrale della sua vita e con questa è cresciuta, vedendo in Weiss Guertena un modello da imitare e a cui ispirarsi.
Al suo fedele amico Garry, Ib chiederà un regalo molto particolare per il suo diciottesimo compleanno... E conoscerà una persona speciale...
Genere: Horror, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Garry era ancora confuso. Non capiva come fosse finito nella stanza dove era ora: sembrava che camminando non si fosse reso conto del cambiamento del colore delle pareti e delle luci che facevano da cornice alle sale, mentre i quadri che vedeva gli sembravano sempre gli stessi. Si sentiva in trappola, come se stesse girando in tondo, senza mai raggiungere un traguardo significativo. Guardò l’orologio al polso automaticamente per capire che ora fosse, ma lo trovò fermo.
<< Maledizione! >> Sbottò dando un pugno alla parete alla sua destra. << Dove diavolo sono finito, e dov’è Ib? >> Rimase in silenzio guardando un punto fisso del pavimento.
Dal fondo del corridoio Garry sentì provenire un cigolio. Sbiancò in viso e si voltò verso il rumore; sapeva cos’era: una statua Morte dell’Individuo lo stava seguendo. Trattenne un’imprecazione quando sentì il cigolio farsi più insistente e si gettò in una strada laterale, stretta e riparata; sembrava fare un giro su sé stessa prima di rientrare nel corridoio centrale, ma prima di quello, c’era un piccolo spazio che permetteva a qualcuno di nascondersi; forse avrebbe potuto ingannare Morte dell’Individuo, in quel modo, e poi sarebbe potuto tornare sulla sua strada alla ricerca di Ib.
Il ragazzo aspettò tutto il tempo che fu necessario: il cigolio, da basso e lontano, si fece più vicino e marcato, quasi come se la statua avesse accelerato il passo; Garry la sentì passare nella stradina in cui si era infilato lui, ma invece di raggiungere il nascondiglio dove si era rintanato, quella passò dritta, uscendo e continuando per la sua strada. Quando il suono si fu allontanato di nuovo, il ragazzo poté tirare un sospiro di sollievo e uscire dal nascondiglio.
Tirò un lungo sospiro di sollievo e si piegò sulle ginocchia, sperando di potersi rilassare qualche secondo. A un tratto sentì una voce stridula entrargli in testa. Ehi, Garry! Sobbalzò terrorizzato e si guardò intorno con furia, preoccupato che ci fosse qualche altro mostro. Ma non vide niente di strano attorno a sé. Sono qui!
Abbassò lo sguardo rendendosi conto che la vocina provenisse da sotto, e vide a pochi centimetri dai suoi piedi una piccola bambola di pezza blu dagli occhi rossi, abbigliata con un leggero vestitino rosa; aveva i capelli neri spettinati e rivolti in tutte le direzioni, e in viso c’era stampato un sorriso inquietante. << Ah! >> Strillò schifato quando la vide, e saltò indietro per evitare che quella cosa lo toccasse. Non gli erano mai piaciute quelle bambole.
La bambola si mosse e sembrò mimare una risatina, coprendosi la bocca. Sei davvero buffo! Disse tornando a guardarlo con quel suo sorriso inquietante.
Garry ansimò per alcuni secondi, prima di riprendere il proprio contegno. << Ma… Ma che diavolo vuoi da me! >> Urlò infuriato cercando di sembrare minaccioso. Si ricordava quella bambola, se le ricordava tutte.
La bambola però non sembrò volergli fare del male, né provò a spiegare cosa ci facesse lì, ma semplicemente si limitò a stendere le braccia verso di lui e mormorare con vocina amichevole: Portami con te!
Dopo un primo istante di confusione in cui Garry cercò di connettere le parole del coso con il suo gesto e la loro situazione corrente, il ragazzo piegò indietro la schiena, come per stiracchiarsi, prendendo aria per poi buttarsi in avanti con il peso, verso la bambola, riversando su di essa tutto il suo odio. << Scordatelo! Non mi porterei mai a spasso una mostruosità come te! >>
La bambola sembrò non sentirlo e si alzò in piedi, continuando a tendere le braccia verso la sua faccia. Dai! Disse sempre con voce gioiosa. Si molleggiò sulle gambe paffute come per raggiungerlo.
<< No! >> Fece infastidito Garry girandosi e incrociando le braccia con decisione. Un “no” era un “no”, aveva troppi problemi a cui pensare. E poi quella cosa lo stava facendo spaventare non poco!
Si girò per andarsene, e così fece, ignorando la presenza della bambolina blu ferma a pochi metri dalla sua schiena, ma sentendola saltellare allegramente al suo seguito pochi istanti dopo. Quella cadde goffamente dopo pochi metri e si lamentò con un verso di sorpresa. Lo chiamò di nuovo, con più forza. Garry!
Garry si bloccò e si girò di scatto. << CHE C’E’?! >> Le gridò contro assumendo un’espressione furiosa, sperando di far intendere alla bambola il suo stato d’animo.
Quella allungò di nuovo le piccole braccia paffute e prive di dita. In braccio! Disse gioiosamente, sperando nel ritorno del ragazzo. Garry rispose sbuffando con forza su quel ciuffo di capelli sempre lì a coprirgli un occhio. Conosco un sacco di amici! Se vieni ci divertiremo tutti insieme!
Garry sorrise isterico e allungò una mano alzando un dito. << Oh, no no no, mia cara! Non cadrò più nello stesso stupido trucchetto del cavolo! >> Fece scuotendo la testa compulsivamente, riferendosi a quando fu attirato in una stanza piena di quelle piccole atrocità. << Ho chiuso con le cose piccole e inquietanti come te, non mi farò più trarre in inganno! >>
La bambola sembrava guardarlo con sufficienza; non aveva notato quella cosa, ma adesso il suo viso si era imbronciato. Quella piccola bambola alzò un braccio puntandolo ai piedi di Garry. Attento. Disse con tono seccato, come se stesse facendo qualcosa controvoglia.
Garry strinse le spalle e sorrise furbamente, come per dire che qualunque cosa volesse dirgli, non gli interessava. Si girò e all’improvviso sentì il terreno mancargli sotto ai piedi. Sbatté con la faccia contro un pavimento estremamente duro e rimase bloccato in una posizione ridicola per alcuni istanti prima di rendersi conto di quello che era successo. Dopo un po’ cominciò a rotolarsi a terra, contorcendosi dal dolore e lamentandosi per la botta.
Io ci ho provato… Disse delusa la bambola, assumendo una posa di resa, ma trattenendo una risatina.
Garry si girò sulla schiena e si strinse con forza il naso, ringhiando infuriato. << Lo trovi divertente? >> Chiese con tono minaccioso. La bambola non sembrò per niente intimidita, e rispose sollevandosi su un braccio e rimanendo in equilibrio a testa in giù sul bordo del pavimento, dove si apriva la fossa in cui era caduto Garry.
Sì! Cinguettò divertita quella prima di scansare un tentativo di afferrarla da parte di Garry. Il ragazzo si alzò in piedi velocemente e fece guizzare la mano destra per prendere quell'odioso pupazzetto. Purtroppo non riuscì nemmeno a sfiorarla e si ritrovò a dare un colpo all’aria, mentre il suo obiettivo saltellava indietro, allontanandosi dal buco nel pavimento.
<< Sei così fastidiosa… >> Ringhiò Garry lasciando incompleta la frase. Se fosse riuscito a prendere quel piccolo diavolo l’avrebbe fatto a pezzi fino a non vedere più quel suo ghignetto irritante.
Dei passi attirarono la sua attenzione. Erano dei passi metallici e trascinati, pesanti tanto da far tremare Garry a ogni colpo, accompagnati da quel fastidioso e stridulo cigolio che aveva sentito pochi minuti prima. Stava tornando quella statua che aveva seminato; doveva essersi accorta del trucco. Era in trappola!
Garry cominciò ad agitarsi avanti e indietro, sbattendo alle pareti lisce di quella fossa per cercare di arrampicarsi e uscire di lì, ma fu tutto inutile. Che stai facendo? Chiese la bambola girando intorno al bordo del fosso. Garry avrebbe preferito ignorare le inutili domande della bambola e continuare a tentare di arrampicarsi. Ora mi ignori di nuovo? Chiese dispiaciuta piegandosi verso di lui. Peccato, potevo aiutarti a uscire da qui…
Garry sentì cosa gli disse, ma non volle credere alle sue parole; non doveva fidarsi di niente in quel posto, sapeva già come finiva a prestare fiducia agli sconosciuti là dentro… << Come no… >> Mormorò sarcastico senza voltarsi, mentre continuava a tentare di arrampicarsi; i passi si facevano sempre più forti, ormai non c’era molto tempo.
Dico sul serio! Io voglio aiutarti. Ribatté la bambola sedendosi a terra e poi mettendosi una manina paffuta sul petto, come per giurare.
Garry ringhiò arrendendosi a quella parete impossibile da scalare. << Oh, certo! Vuoi aiutarmi, così puoi portarmi a casa tua, nel tuo meraviglioso mondo immaginario, dove circondato da disgustose bamboline di pezza potrai farmi a pezzi! >> Esclamò fuori di sé voltandosi verso la bambola. Quella sembrò contrariata e scosse la testa più volte, sperando che Garry le credesse. << Sai cosa ho imparato, in questo maledetto inferno? Non fidarsi di niente e nessuno, per qualunque ragione! Questo mondo crea illusioni in modo da far perdere la strada a chi cerca di uscire; ci è mancato poco la prima volta, non mi farò raggirare da qualche altra mostruosità anche ora! >>
La bambola sembrò dispiaciuta dalle parole di Garry; indietreggiò abbassando piano la mano dal petto e il suo viso si intristì lentamente, ma un attimo dopo comparve un ghigno furbo sul suo visino, e sembrò pregustare in anticipo la sua vittoria. Neanche di Ib? Chiese con voce maliziosa, sapendo che non appena avrebbe sentito quel nome, Garry avrebbe cambiato atteggiamento.
<< Che cosa? >> Chiese Garry mascherando la sua inquietudine. Dopo essersi bloccato si voltò lentamente verso la bambola di pezza. << Che vuoi dire con questo? >> Adesso voleva sapere tutto, era lui a cercare il contatto con lei.
La bambolina si mise a camminare rasente al bordo, alzando lo sguardo furbamente e agitando una mano. Sorrise a Garry con malizia e disse: Ciao! Cominciando ad allontanarsi da lui.
Garry non avrebbe voluto rimanere da solo, anche se era quello che aveva cercato fino a quel momento, ma ora che quella bambola lo aveva lasciato in sospeso con quella frase lui non poteva non desiderare una risposta. << Aspetta! >> Esclamò correndo dall’altro lato della fossa. Cercò di arrampicarsi, ma non ci riuscì e chiamò di nuovo la bambola. Quella però sembrava essere sparita, e probabilmente aveva deciso di lasciare il ragazzo al suo destino; sicuramente tutta quella messinscena era stato solo un modo per prendersi gioco di lui e farsi qualche risata alle sue spalle, per poi abbandonarlo al suo destino. Quel mostriciattolo non aveva mai voluto aiutarlo per davvero!
<< Maledizione! >> Urlò Garry sbattendo un pugno a terra dopo essersi accasciato lungo il muro. Era finito, non c’era nessuna via di uscita. Quel cigolio odioso si faceva sempre più insistente, segno che Morte dell’Individuo si era accorta di lui, e quando sarebbe arrivato là davanti la statua si sarebbe buttata in quel buco, attaccando Garry e uccidendolo in pochi istanti. Come avrebbe potuto difendersi da quella mostruosità, in fondo? Era impotente di fronte a quella statua così pesante; era abbastanza forte da spostarne una ferma, ma non poteva certo affrontarne una animata a quel modo; se avesse avuto una qualche arma, forse…
Imprecò di nuovo sbattendo il pugno con più forza, questa volta contro il muro alle sue spalle. << Mi dispiace, Ib… >> Mormorò sconfortato. << Sono stato uno sciocco… >>
Ormai Garry si era rassegnato a dover morire per mano di una statua priva della testa, vestita con un abito rosso, o blu, o verde… Chissà… In fondo non l’aveva ancora vista; poteva essere la stessa statua che lo aveva inseguito prima, oppure poteva essere un’altra statua, totalmente differente da quella di prima… Stava solo aspettando di poterla vedere. Sentì un brivido lungo la colonna vertebrale non appena sentì i passi strascicati della statua farsi chiari. Era ormai arrivata.
Sentì un movimento alle sue spalle, qualcosa lo toccò piano, come se qualcuno stesse spingendo il muro dietro la sua schiena. Garry si guardò intorno confuso. Psss… Fece una vocina dietro di sé, attutita, come se fosse coperta da qualcosa. Garry pensò che stesse cominciando a vedere cose che non esistevano, ma un’altra volta ci fu la stessa voce, più forte di prima e visibilmente infastidita, che lo fece sobbalzare e convincersi del fatto che non fosse un sogno.
Spostati, idiota! Esclamò quella da dietro il muro. Garry saltò da seduto non appena sentì la voce e si voltò verso la parete, di cui vide una piccola sezione rettangolare sollevarsi e mostrare uno stretto cunicolo buio, dalla quale sbucava una bambolina sorridente che sembrava riuscire a sollevarla senza problemi. Garry rimase allibito per un istante, fissando confuso la bambola, incapace di connettere quello che stava succedendo. Vedendo che il ragazzo non si dava una mossa, la bambola gli fece segno di seguirlo e disse: Sbrigati! Vieni con me.
Garry la vide girarsi e gattonare lentamente verso l’interno di quel cunicolo. Rimase a fissare quel buco rettangolare per alcuni istanti, chiedendosi cosa volesse da lui quella strana bambola blu. Non sarebbe mai passato da lì, era troppo stretto! << Ehi…! >> Cercò di chiamare quella per farglielo notare. La bambola smise di avanzare e si girò, tornando all’uscita del tunnel.
Cosa c’è ora? Chiese infastidita.
<< Non posso passarci! >> Fece Garry cercando di trattenere la voce. Sentì quel cigolio dei piedi della statua che si faceva sempre più vicino. Ormai era lì davanti, e forse il salto l’avrebbe rallentata un po’.
Sì che puoi! Fece la bambola con tono fiducioso, facendo intendere di non avere tempo da perdere.
<< No, non posso! >> Ribatté Garry con un’espressione decisa e infastidita.
E allora vuoi morire qui? Fece la bambola alzando un braccio in direzione della statua, che cominciava a fare capolino da sopra la voragine. Garry si girò un istante, ma si pentì subito dopo di quel gesto, decidendo di tornare a rivolgere lo sguardo alla bambola, che sembrava davvero intenzionata ad aiutarlo. Forza, puoi farcela! Lo incitò la bambola, che dopo un gesto di incoraggiamento riprese a inoltrarsi in quel cunicolo. Garry ringhiò combattuto prima di fare la sua scelta – non che ne avesse molta…
<< E va bene! >> Sbottò il ragazzo schiacciandosi a terra e cominciando a strisciare dentro al buco. Proprio nel momento in cui Morte dell’Individuo era scesa nella fossa, Garry era riuscito a infilare la testa nel buco. Sentì poi tirarsi dai piedi, e a quel punto cominciò a gridare e ad agitarsi istericamente. << AH! MI HA PRESO! AIUTO! AH!!! >> Urlò come se lo stessero uccidendo. In realtà, la statua alle sue spalle riusciva a malapena ad afferrargli una caviglia, ma essendo un fifone la paura aveva ingigantito tutto.
Quando lo sentì gridare, la bambola si voltò di nuovo alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa delusa. Sospirò bofonchiando qualcosa mentre tornava indietro per la seconda volta e mise le mani sulla faccia di Garry. Lo spinse con forza, riuscendo a farlo indietreggiare. Prima le braccia, idiota! Esclamò infuriata facendolo uscire allo scoperto.
A quel punto Garry si ritrovò di nuovo fuori dal cunicolo, con alle spalle una statua dal vestito rosso che si sbracciava per afferrarlo. Lanciò un gridolino non appena la vide e si rituffò dentro al buco nel muro, questa volta infilando prima le braccia per poter strisciare in avanti con più facilità. In breve tempo, avanzando furiosamente come se fosse ancora inseguito, Garry si rese conto che il cunicolo in cui la bambola lo aveva portato non era stretto come pensava: sembrava essere stato disegnato per esseri minuscoli, proprio come quella bambola, ma lui riusciva a passare senza troppi problemi, trattenendo il fiato e respirando poco. Ovviamente, se avesse voluto girarsi per controllare la situazione dietro di sé avrebbe avuto qualche problema, come anche se avesse voluto sdraiarsi sulla schiena per riprendere fiato: a malapena riusciva a muovere le spalle per avanzare; quella sensazione gli dava fastidio e non vedeva l’ora di uscire da lì.
Sei stato bravo, soldato! Scherzò con tono divertito la bambolina. Quando sentì la sua voce, Garry sussultò per un attimo, ricordandosi subito dopo di quella maligna bambola di pezza che gli aveva salvato la vita. Non avrebbe mai creduto che fosse stato un gesto disinteressato, e presto quella cosa gli avrebbe portato guai, ma al momento era salvo… Doveva essere grato a quella bambola di pezza, per il momento

<< Non… Non infierire… >> Supplicò Garry esausto lasciandosi andare a un sospiro che sembrò portargli via anche l’anima. << Dammi solo… Un momento. >> Si mise una mano sul cuore e respirò a fondo, finendo per assumere una posizione ridicola. Adesso che aveva potuto respirare, voleva sapere che stava succedendo. << Che hai detto, prima? >> Chiese ansimando e alzando lo sguardo verso la bambola, che ora si era girata per metà verso di lui.
Cosa? Chiese quella senza capire di cosa parlasse.
Lo sguardo di Garry si inasprì. << Hai fatto il nome di Ib. Che cosa volevi dire con quella cosa? >> Prima che lo lasciasse da solo, la bambola aveva nominato Ib, ma il ragazzo, per il nervosismo non aveva capito bene cosa volesse dire.
La bambola sembrò non ricordare, si mise una manina sulla guancia e girò lo sguardo dall’altra parte prima di rispondere con tono pensieroso. Oh, sì, ora mi ricordo!
<< Bene. >> Fece Garry riprendendo fiato, sollevato dal fatto che la bambola non lo avesse preso in giro. << Quindi? >> Chiese spazientito, sperando di non dover aspettare oltre.
La bambola lo guardò con quei suoi occhi rossi inquietanti e il suo sorrisetto fisso, strinse le spalle e disse: Non lo so. Quella risposta non soddisfò per niente Garry, che si lasciò andare allo sconforto facendo cadere di colpo la testa sul pavimento.
<< Che vuol dire “non lo so”?! >> Esclamò infuriato e con la fronte pulsante, stufo di tutti quei giochetti con la bambola.
Quella allungò le braccia per farlo calmare e disse: Ehi, calmati, sto solo scherzando!
Garry si sentì sollevato quando disse quella cosa. << Bene. >> Ripeté ansimando. << Allora? >> Non ce la faceva più, se avesse ricevuto un’altra risposta insoddisfacente avrebbe potuto distruggere quella bambolina dalla rabbia. Ma questa volta rispose in modo serio.
Bé, quando hai detto di non volerti fidare di me, hai affermato che non ti saresti fidato di niente in questo posto. Garry stava ad ascoltare con attenzione, sperando che si trattasse di qualcosa importante; ricordava quella parte. E allora ho pensato: “se dice di non volersi fidare di niente e nessuno, non si fiderà nemmeno di Ib se dovesse incontrarla”!
Adesso Garry capiva cosa intendeva quella bambola quando gli aveva fatto quella domanda, e adesso capiva di aver detto una cosa stupida. Abbassò lo sguardo deluso mentre la bambola continuava a parlare.
In fondo è una mossa astuta: è vero che questo mondo crea delle illusioni per impedire agli ospiti di andarsene, e una di queste potrebbe assumere le sembianze della tua amica… Abbassò lo sguardo verso il ragazzo, vedendo che era completamente schiacciato a terra dalla delusione. Ehi! Sbottò pensando che non la stesse ascoltando.
<< Scusa… >> Mormorò Garry rialzando la testa da terra. << Scusami, Ib… >>
Ma mi stai ascoltando? Chiese la bambola confusa quando sentì i discorsi del ragazzo rivolti a nessuno che fosse presente. A un certo punto Garry sembrò riprendersi da quella sua strana depressione e alzò la testa con sguardo indagatore.
<< Come sai di Ib? >> Chiese con tono inquisitorio. << Come fai a conoscerla? >>
La bambola sembrò colta di sorpresa. Cosa vuoi dire? La conosco e basta! Rispose indietreggiando un poco. Garry scosse la testa non convinto.
<< Quando venimmo qui la prima volta, Ib non incontrò mai qualcuna di voi bambole: non ebbe il tempo di vedervi per quello che eravate davvero. >> Avanzò piano, come se fosse un animale selvaggio, pronto a balzare sulla sua preda.
Ehm… La bambola non riuscì a rispondere in nessun modo alla domanda di Garry; aveva una bella parlantina, ma quando esauriva le idee era molto facile da ingabbiare.
<< Non puoi aver saputo niente dalle altre bambole, né da statue come Morte dell’Individuo o dipinti come La Donna in Rosso… >> Garry continuava ad avanzare con una strana luce negli occhi, mentre la bambola, in risposta, continuava a muoversi a retromarcia.
Come fai a dirlo? Chiese spaventata guardandosi intorno, sentendosi improvvisamente in trappola. Potrebbero avermelo detto…!
<< Non credo proprio, visto che l’unico obiettivo di quegli abomini sembri essere strappare tutti i petali delle nostre rose; dubito che vadano in giro a raccontare le storie delle loro prede ad altre opere! >> Adesso Garry era sicuro di aver preso la bambola per il verso giusto; l’aveva colta di sorpresa e con una mossa abbastanza rapida avrebbe anche potuto bloccarla. << Voi bamboline invece siete più complesse, maligne… >>
La bambola era visibilmente in difficoltà, e non solo nella retorica. Ehm… Va bene, me ne ha parlato qualcuno, ma…
<< Ma…? >> La incitò Garry con un sorriso eccitato. Alzò piano una mano per afferrare quella perfida e soffice bambolina, sperando che non se ne sarebbe accorta.
Con uno scatto rapido come un fulmine, la bambolina si voltò e cominciò a correre, approfittando del vantaggio di avere più spazio per muoversi del grosso umano. Addio! Disse con poca convinzione prima di mettersi a correre a gambe levate. In risposta, Garry allungò di colpo il braccio, afferrando il vestitino rosa della bambola e lanciando un gemito di soddisfazione; la bambola però lo colpì in faccia con una delle sue paffute braccia, e si liberò dalla presa, togliendogli così la possibilità di far luce sulla faccenda. Ma subito dopo aver perso il bersaglio, il ragazzo allungò l’altro braccio per mettersi all’inseguimento della bambola.
Il cunicolo in cui era finito non era troppo lungo, e nonostante il poco spazio, il ragazzo riusciva a strisciare abbastanza rapidamente; vide alla fine della strada, la bambola che spingeva un pannello come quello che aveva aperto dall'altro lato. << Ti vedo! >> Esclamò determinato a raggiungere di nuovo la preda per tirarle fuori tutte le risposte che voleva.
La bambola lanciò un urletto quando si accorse di avere Garry alle spalle e cominciò a spingere con tutte le sue forze, facendo scivolare i piedini di pezza sul pavimento liscio. Riuscì a fuggire da quel cunicolo sollevando il pannello un attimo prima che Garry la afferrasse, ma il ragazzo non si arrese ed infilò il braccio attraverso la porta che aveva aperto lei stessa, e riuscì ad afferrare la bambola e a bloccare la sua fuga. Quando strinse il corpicino della bambola tra le sue dita, quella lasciò andare un gemito di paura, seguito da un’esultanza del ragazzo, dall’altra parte del muro.
<< Ti ho presa! Questa volta non mi scappi! >> Dichiarò stringendo con forza la bambola nella mano. Quella cercava di liberarsi facendo forza sulle dita del ragazzo, ma non era tanto forte da poterlo smuovere così facilmente. Con un po’ di fatica, Garry riuscì a sgusciare fuori dal tunnel, senza mai allentare la stretta sulla bambolina. Quando si fu rimesso in piedi, il ragazzo tirò due rapidi respiri e guardò con soddisfazione la sua preda, che tremava terrorizzata.
<< Ora… >> Sussurrò affaticato. << Mi dirai tutto quello che sai. >>
Ti prego… Lo supplicò quella cercando di dimenarsi nel frattempo. Garry rise e scosse un dito proprio davanti al viso della bambola.
<< No no no no no! Ti ho presa e ora mi rispondi! >> Fece con tono simpatico, nascondendo una certa antipatia, con la quale però non avrebbe ottenuto nulla.
La bambola singhiozzò con voce infantile. Mi fai male… Mormorò cercando ancora di liberarsi dalla stretta del ragazzo. Gli occhi di Garry erano fissi sul viso minuscolo della bambola, che ora cercava di intenerirlo con i suoi occhi rossi. Erano inquietanti, ma in qualche modo riuscivano a turbarlo in modo diverso dal solito.
Dannazione… Pensò cercando di non mostrare il suo dispiacere nell’aspetto esteriore; si sforzò di mantenere una faccia impassibile, ma si sentì male per trattare così quel piccolo esserino. E perché? In fondo quel “piccolo esserino” lo avrebbe ucciso in un attimo senza pensarci! Non doveva farsi prendere dalla compassione. Però quel “piccolo esserino” gli aveva anche salvato la vita, poco prima…
Mentre gli occhioni rossi della bambola cercavano di smuovere la coscienza di Garry, il ragazzo non riuscì più a trattenersi dall’assumere una faccia dispiaciuta, e alla fine cedette. << Ah! E va bene! >> Esclamò allentando la presa. << Non ti farò niente, ma ti prego, dimmi chi ti ha mandato da me! >> Supplicò con tono debole. Era troppo buono, non riusciva a fare il duro, e in più non aveva la forza per esigere qualcosa. Ib sarebbe scoppiata dal ridere se lo avesse visto in quel momento…
La bambola sembrò sollevata dall’improvvisa scomparsa della forza che le stringeva il corpo un attimo prima e assunse un’espressione gioiosa. Grazie. Disse con voce acuta e raggiante, mostrando un piccolo e tenero sorrisetto.
<< Smettila e sbrigati a rispondermi! >> Disse stringendo i denti per evitare che quelle sue moine facessero altri effetti su di lui.
Va bene… Mormorò la bambola ridacchiando un po’ per la reazione del ragazzo. Si guardò intorno e pensò un po’ alla risposta. Facciamo che ti ci porto?
Garry fissò perplesso la bambolina mentre scrutava i dintorni e attese alcuni istanti prima di poter rispondere; non che avesse scelta, avrebbe detto di sì, ovviamente, ma voleva valutare con attenzione quella proposta: avrebbe potuto essere una trappola. << E va bene. >> Disse sospirando e lasciando andare completamente la presa sul corpo della bambola.
La bambola sembrò felice di essere di nuovo libera e di essere scampata a quella situazione; lanciò un piccolo urletto di gioia alzando le braccia con enfasi e saltellando in cerchio, ma poco dopo si tornò a guardare intorno persa, rimanendo in piedi sulla mano del ragazzo. Però… Mormorò pensierosa facendo preoccupare Garry. Il modo in cui mi tenevi prima era comodo… Non è che potresti portarmi così?
A quella richiesta il ragazzo di lasciò andare a un lungo sospiro sollevato; per un attimo aveva temuto che la bambola ci avesse ripensato e che sarebbe scappata via in un istante come prima. Per fortuna sembrava essere non solo spiritosa, ma anche onesta. E chissà perché, a Garry diede l’impressione di una bambina piccola che voleva solo giocare e scoprire il mondo…
Così i due si avventurarono nel labirinto del Mondo di Guertena, guidati dalle indicazioni della bambola portata in mano da Garry; durante la loro camminata scambiarono qualche parola di tanto in tanto, l’uno conoscendo così alcuni piccoli aspetti della vita dell’altro. Garry scoprì che nel Mondo di Guertena il tempo non passava: un umano che vi rimaneva intrappolato smetteva di invecchiare; era per questo che il suo orologio si era fermato tutte e due le volte che vi era entrato. Le opere di Guertena non vivevano tutte assieme e non sempre andavano d’accordo tra di loro: i quadri di donne, per esempio, erano sempre in competizione con le statue senza volto, che a loro volta invidiavano le teste di manichino per avere un viso, ma essendo inespressive e incapaci di spostarsi come loro, queste ultime piangevano sempre.
I quadri che non possono staccarsi dal muro possono sempre spostarsi nei loro paesaggi e tra una cornice e l’altra. Diceva a voce alta la piccola bambolina. Non sembrava essere per niente turbata dall’atmosfera cupa della galleria, che invece stava facendo andare fuori di testa Garry. Ci sono delle siepi, alcune di loro pungono! I fiori sono colorati ma non profumano; non possono neanche muoversi: sono così tristi… Mormorò tristemente abbassando lo sguardo. Solo le rose dei visitatori hanno un bell’odore! Disse subito dopo illuminandosi.
Parlando di fiori, a Garry venne in mente la rosa che portava sulla giacca; si ricordò di come funzionassero le cose in quel posto, la rosa che portava con sé una persona era la sua vita, e andava protetta ad ogni costo. Se quella rosa fosse stata la sua rosa, allora avrebbe potuto considerarsi fortunato per avere con sé la propria vita.
<< Ehi. >> Chiamò piano Garry per attirare l’attenzione della bambola. Quella si girò verso di lui, mentre il ragazzo continuava ad avanzare nella direzione che gli aveva indicato. << Questa rosa ha un buon odore? >> Chiese mostrandole la rosa blu che staccò dal cappotto.
La bambola fissò la rosa con confusione per un attimo, poi assunse un largo sorriso e disse: Sì… Quella sì… Con un tono di voce quasi inquietante. A Garry sembrò quasi che la bambolina fosse attratta dalla sua rosa in modo ossessivo; lo capì dallo sguardo che comparve sul suo volto, nonostante fosse un viso di pezza, e i suoi occhi fossero dei semplici pallini rossi; non sapeva se fosse un buon segno o no…
Garry sentì il bisogno di mettere la propria rosa al sicuro, prima che a quella strana bambola venisse in mente qualche idea folle, e lo avrebbe fatto subito, ma il richiamo di quella lo bloccò. Puoi… Farmela annusare un po’…? Chiese timidamente, come se temesse la reazione del proprietario del fiore.
Garry fu sconvolto. Non riusciva a credere che quella bambola malefica gli avesse chiesto una cosa del genere, e non credette più di essere in sé quando, lentamente, avvicinò il fiore alla mano dove stava seduta la bambola; stringendo delicatamente lo stelo, Garry piegò il fiore per farlo avvicinare al viso della bambola. Quella allungò le mani come una bambina a cui si donava un giocattolo e la tirò delicatamente da due petali, affondando il viso tra di essi e inspirando con forza. La sua espressione gioiosa diede uno strano effetto a Garry, che provò tenerezza per quel piccolo esserino. E perché, poi? Lui odiava quei mostriciattoli, avrebbe preferito vederli bruciare tutti! Ma quello era diverso, in qualche modo…
<< Immagino che tu non sia abituata a questa sensazione… >> Mormorò lui dopo che la bambolina ebbe lasciato andare i petali della rosa. Gli sembrò dispiaciuta quando si vide il fiore allontanarsi dal proprio viso, come se rimpiangesse di non averlo più vicino.
La bambola mosse piano la testa a destra e a sinistra, guardando sconsolata il cappotto di Garry. Già… Qui sotto è tutto così triste e silenzioso, non c’è aria fresca e noi non possiamo certo bere l’acqua per dissetarci… Spiegò con rammarico la bambola, che alzò una manina per mostrare al ragazzo dove si trovassero: una stanza vuota. L’unico piacere che abbiamo è sentire un buon odore, ogni tanto, ma non c’è nulla a emanare un simile profumo, qua sotto! Si tese in avanti per annusare un’altra volta la rosa che teneva in mano Garry. Vedendola così disperata, il ragazzo decise di abbassare un’altra volta il fiore per farglielo annusare di nuovo. La bambola sembrò sorpresa e lo ringraziò con lo sguardo tornando ad annusare, assaporando ogni istante di quel momento.
Questo profumo… Disse con voce sognante. E’ un dono. Conservalo con cura…
Garry non comprese appieno le parole della bambola, ma pensò che avesse ragione: in quel luogo non c’era nulla di piacevole, e l’arte non poteva essere considerata tale, in quel caso. Per qualcuno dotato di una coscienza, quel posto era un inferno, era triste e solitario, e più lui pensava a quella cosa, più gli veniva in mente la ragazzina accasciata a terra, con le spalle al muro e la testa bassa, in preda alla disperazione e allo sconforto, che aspettava il suo ritorno. Doveva andare da Ib!
<< Ib… >> Mormorò spaesato dopo che l’immagine della ragazza gli fu comparsa nella mente. La bambola alzò lo sguardo interrogativa ed emise un verso di domanda. Garry tornò a guardare la bambola e tornò a pensare obiettivamente:<< Dobbiamo muoverci! >> Esclamò attaccando la rosa al cappotto ed alzando lo sguardo per guardare avanti a sé. << Ib potrebbe essere in pericolo, e la persona che ti ha mandata da me potrebbe aiutarci! >>
La bambola si girò un po’ riluttante dovendo dire addio a quella bella rosa, ma il suo sguardo divenne deciso una volta che fu rivolta verso la strada. Sì! Disse annuendo. Alzò un braccio paffuto e lo puntò davanti a sé, scegliendo una strada tra le tre che si aprivano di fronte a loro. Andiamo! Disse incitando Garry a partire.
Il ragazzo stava per scattare rapido lungo il corridoio, ma lo sconcerto immediato della bambola lo frenò. Quella si guardò intorno confusa e fece una voce preoccupata: Ma dove siamo? Chiese a voce troppo alta per non volersi far sentire.
Garry non riusciva a credere alle sue orecchie. << Che?! >> Esclamò sentendo la pressione tornare a farlo ansimare. Si erano davvero persi? << Ma non dicevi di conoscere la strada?! >> Gridò alla bambola, che data la forza della sua voce si mise le mani alle orecchie.
Oh, no: mi sono distratta mentre parlavamo e tu sei andato avanti senza pensare! Si lamentò preoccupata la bambolina guardandosi intorno e schiacciandosi le mani alla testa. Dopo un attimo di panico, la bambola sembrò ritrovare la sicurezza che aveva sempre mostrato e puntò il dito contro il ragazzo che la trasportava. E’ colpa tua!
<< Che cosa? >> Fece Garry incredulo. << Pensavo che la strada fosse giusta perché tu non mi hai dato altre indicazioni! >> Esclamò puntando il proprio dito, molto più grande del corpicino della bambola, su di lei.
La bambola tornò a preoccuparsi. Accidenti, è vero! Si lamentò girandosi di nuovo verso la strada. Il paesaggio era cambiato decisamente: le pareti erano arancioni e di tanto in tanto spuntavano delle strane lampade da esse, che però rimanevano spente; in fondo ad ogni corridoio c’era un’oscurità inquietante e uno strano disegno sul pavimento sembrava prendersi beffe dei due viandanti, con l’unico intento di confonderli.
L’immagine rappresentava un viso pallido distorto che rideva mostrando i denti e la lingua: aveva addosso un trucco inquietante, con gli occhi colorati di nero e delle lacrime dello stesso colore che scendevano da essi. Aveva uno strano copricapo che a Garry ricordò un altro quadro che aveva visto nella galleria: Frutto Amaro.
<< Stupido pagliaccio…! >> Ringhiò Garry guardando a terra. La bambola fu attirata dall’esclamazione del ragazzo e posò lo sguardo sul disegno.
Non fa niente! So perfettamente dove andare! Esclamò alzandosi in piedi e puntando un braccio sulla strada a sinistra. Sei in ottime mani, Garry! Non ci succederà niente! Detto questo incitò il ragazzo a partire.
<< Se lo dici tu… >> Mormorò lui mettendosi in marcia. Così il ragazzo si avventurò nel corridoio a sinistra, dopo aver lasciato la stanza del pagliaccio, e il suo sguardo inquietante.
La bambola sembrava sicura di quello che faceva, ma dopo pochi passi sembrò già perdere la sicurezza che aveva mostrato un attimo prima; nonostante Garry le ebbe chiesto se fosse sicura che quella fosse la strada giusta, la bambola reagì in modo scontroso, dicendogli di fidarsi di lei. A quella reazione, Garry fece roteare gli occhi; in fondo non sapeva nemmeno perché si stesse lasciando guidare da una bambola di pezza per quei corridoi: magari avrebbe anche potuto scegliere la strada sbagliata di proposito, per farlo perdere…
Camminando, i due si trovarono davanti agli occhi, una pallina colorata posta in mezzo alla strada. Garry si fermò a guardarla da lontano, incerto se raccoglierla o no, mentre la bambola fu lieta di vederla e cominciò a saltare sulla mano del ragazzo piena di eccitazione. Te l’ho detto che è la strada giusta! Te l’ho detto! Ripeteva contenta, ma sollevata per non aver preso un vicolo cieco; in fondo si poteva vedere benissimo che non aveva la più minima idea di dove andare.
Il ragazzo si avvicinò con diffidenza mentre la bambolina non riusciva a contenere l’emozione per quel ritrovamento; in realtà Garry non si spiegava tutta quella eccitazione, la pallina colorata avrebbe potuto significare qualcosa di buono, oppure l’esatto contrario… Tuttavia la bambola continuava a ripetere di raccoglierla, facendo pensare a Garry che non ci fosse nessun pericolo.
La pallina era di un bel colore verde scuro che a Garry ricordò l’erba di campo; era lucida e uniforme, sembrava avere una consistenza molle, ma rimaneva perfettamente immobile e solida sul posto. Il ragazzo sentì il desiderio di raccoglierla quando si rese conto di quanto fosse particolare quella sfera, ma non appena la ebbe afferrata e sollevata in alto, la sfera scomparve tra le sue dita.
Non sembrava avere peso, nonostante al tocco fosse solida, e la sentì svanire gradualmente: le sue dita si strinsero sempre di più finché quella pallina non fu sparita, lasciandolo a mani vuote. Garry aprì piano la bocca, perplesso, mentre invece la bambola, che si era arrampicata sulla sua spalla, sembrava su di giri. << Che cosa è successo? >> Chiese con semplicità, ricevendo in risposta nient’altro che silenzio. La sua domanda risuonò priva di spessore nel corridoio vuoto.
Andiamo avanti! Cinguettò felice la bambola, facendo muovere Garry, che non chiese altro. Data la sua eccitazione, Garry immaginò che si trattasse di qualcosa di buono

Tornarono a camminare. Presto si ritrovarono in una sala ampia, con alcuni pilastri alla quale stavano attaccati alcuni quadri; c’era anche una scultura, una lampada da tavolo grigia con una lampadina spenta attaccata di sopra, più alta di Garry. Metteva in soggezione, ma la bambola gli disse di ignorarla; il ragazzo non sapeva se sarebbe riuscito a ignorare una cosa tanto grande, sapendo che in quel posto tutto poteva prendere vita.
La bambola guidò il ragazzo in quella sala, facendo da guida turistica e descrivendo le varie opere appese ai muri: c’era un quadro che ritraeva uno strano strumento musicale a corda, dall’aspetto simile a una chitarra, ma più snello e lungo, e munito di alcuni accessori di cui Garry non comprese l’utilità; era poggiato accanto a uno sgabello vuoto e a un leggio in uno sfondo viola, e il titolo era “Nota Sorda”. Al ragazzo trasmise una strana malinconia, e preferì allontanarsene e continuare a seguire la lezione della bambola: gli mostrò Filo Divino, che rappresentava un semplice filo pendere dall’alto, su uno sfondo bianco su cui erano proiettate delle strane ombre; a Garry piaceva quel quadro, nonostante non ne capisse molto di arte: la definizione delle ombre era l’elemento che lo attirava di più.
E qui invece c’è il Pescatore. Disse con orgoglio la bambola, mostrando con un braccio il quadro di un omino in piedi sopra una scogliera, intento a fissare lo spettatore.
Garry esaminò il quadro come se stesse cercando qualche elemento mancante. << Ma… Non sta pescando… >> Mormorò incerto.
La bambola si schiaffò una mano sulla fronte. Quello sbadatone lo perde sempre! Disse stringendo le spalle, come per dire che non ci fosse nulla da fare. Che cosa perdeva sempre?
Le onde del mare nel quadro si infragevano sulle rocce, la figura del pescatore si muoveva impercettibilmente, il quadro sembrava vivo, e probabilmente lo era; quando una voce provenne da esso, Garry ne fu convinto. Non è colpa mia! Disse stanco il pescatore del quadro. Garry si spaventò un po’ quando sentì la voce dell’omino, ma si ricompose pensando che in fondo non ci fosse niente di strano in quello… La voce del pescatore era profonda e roca, come se appartenesse a un vecchio. Quello alzò un braccio; nonostante fosse poco caratterizzato, poteva almeno muovere gli arti e andare avanti e indietro nel suo quadro. E’ l’amo che se ne va via ogni volta! A me serve per pescare, ma senza non posso fare niente!
Giusto. Annuì la bambola comprensiva, mettendosi una mano al mento. In tutto quello, Garry si chiese come fosse finito a fare simili conversazioni con dei quadri.
Ragazzo, sembri un tipo sincero; per favore, se dovessi trovare il mio amo, lo riporteresti indietro? Lo supplicò l’omino muovendo su e giù le braccia. Garry si sentì chiamato in causa, nonostante se ne sentisse completamente estraneo. Nonostante ciò, pensò che non fosse un grosso problema riportare il suo amo a un vecchio pescatore…
<< Se lo troverò, non sarà un disturbo riportarglielo. >> Rispose sorridendo leggermente, facendo saltare il pescatore dalla gioia.
Sul serio? Grazie mille, ragazzo! Cominciò a ringraziarlo lui chinando la testa più volte. Garry non capì perché fosse così importante per quel pescatore, ma si sentì lusingato nel ricevere tutti quei ringraziamenti.
Quando si furono allontanati, i due tornarono a parlare. Vuoi davvero trovare l’amo del Pescatore? Chiese la bambola sdraiandosi sulla spalla di Garry.
Il ragazzo rispose con sicurezza:<< Se dovessi trovarlo da qualche parte, perché non riportarlo al proprietario? In fondo potrei riuscire a guadagnare qualche alleato in questo labirinto… >> Mormorò stringendo le spalle. Un attimo dopo, non riuscì a credere a quello che avesse detto: pensava davvero di fidarsi di altre opere della galleria? Era forse impazzito? Scosse la testa mettendosi una mano sulla bocca, come per rimangiarsi le parole appena pronunciate, ma fu troppo tardi: la bambola lo squadrava già con occhietti furbi. Il ragazzo ricambiò con uno sguardo minaccioso e alzò un dito:<< Non una parola! >> Disse a denti stretti, facendo ridacchiare la bambola, che annuì complice.
La bambola gli mostrò qualche altro quadro mentre andavano avanti, poi Garry notò qualcosa di luccicante in un angolo e si avvicinò curioso: era un’altra pallina colorata come quella che avevano trovato prima, ma questa era blu. Il ragazzo la raccolse sotto le incitazioni della bambola e la guardò svanire tra le proprie dita come prima; ancora non capiva di cosa si trattasse, ma se la bambola era così eccitata nel trovare tutte quelle palline, allora significava che erano importanti…
Garry capì presto di essere finito in una stanza senza via di uscita, ma date le insistenze della bambola, pensò che dovessero rimanere lì ancora un po’, quindi riprese a camminare, cercando con attenzione nella sala qualcosa che avrebbe potuto mancare. Dovettero passare di nuovo vicino alla lampada gigante, e mentre Garry affrettava il passo nervosamente, la bambola continuava a dirgli di ignorarla. Vicino all’entrata della stanza, al lato della porta da cui erano entrati, Garry trovò un’altra pallina colorata: brillava di un giallo luminoso e intenso. La raccolse come le altre, e come le altre due, la vide sparire nell’aria. Senza spiegarsi il motivo di quella reazione, Garry tornò indietro, continuando a cercare.
Quando passarono vicino alla statua della lampada, Garry poté vedere una targhetta su cui stava scritto il titolo dell’opera.
“Solitario”. Perché una lampada da tavolo avrebbe dovuto prendere un nome così altisonante? E perché era così esageratamente grossa e inquietante? In fondo, cosa aveva di anormale, quella lampada?
<< Solitario…? >> Mormorò pensieroso il ragazzo fermandosi a fissare per qualche istante la stauta.
Ti ho detto che non devi guardarla! Esclamò la bambola arrabbiandosi con Garry e tirandolo dalle guance per fargli distogliere lo sguardo. Il ragazzo si lamentò dicendo di aver capito e se ne andò, ma per la bambola lui non aveva ancora capito…
Sulla destra della sala, poco prima di raggiungere il muro che segnava la fine di quella piccola mostra, Garry trovò una porta che non aveva notato prima: era grigia e sentì stranamente l’urgenza di spingerla. La bambola non si oppose – doveva avere la sua approvazione per fare qualcosa, apparentemente – quindi decise di entrare a testa alta nella prossima stanza.
<< Come ho fatto a mancare questa porta… >> Si chiese incredulo, girando lo sguardo a destra e a sinistra per osservare la stanza: c’era un piccolo spazio dove poteva camminare, e poi c’era un vuoto insuperabile che spaventò Garry a prima vista. Non pensava che fosse tutto lì, le pareti della stanza andavano avanti, nonostante non potesse vedere nell’oscurità che avvolgeva l’altra parte della stanza, e al centro della stanza partiva uno strano ponte colorato, sottile e incredibile.
Il ponte aveva i colori delle palline che aveva raccolto il ragazzo e la bambola sorrise a vederlo. Questo ci porterà dall’altra parte, ma non è ancora pronto… Spiegò con calma, facendo intendere di non poterlo ancora attraversare.
<< Perché non è pronto? >> Chiese Garry facendo un passo verso di esso. La bambola reagì di scatto e si mise a urlare, agitando le braccia davanti al viso del ragazzo.
Mancano ancora dei colori! Attualmente è instabile! Disse velocemente per fermare immediatamente Garry dall’avvicinarsi ancora. Il ragazzo alzò le mani in segno di scusa e si girò verso la porta, dicendo che allora sarebbe stato meglio trovare quelle palline mancanti. Una volta raggiunta la porta grigia, il ragazzo tirò con leggerezza e attraversò la soglia, scoprendo di non poter passare.
Alzò lo sguardo e vide che qualcosa di grosso bloccava la strada; qualcosa di grosso e minaccioso.
Era Solitario, la sua lampadina si era accesa e sembrava scrutare il ragazzo con curiosità. La bambola si congelò sulla spalla del ragazzo, mentre lui fissava stupefatto la gigantesca lampada di fronte a sé. Non ti muovere! Scandì la bambola, facendo intendere che non sarebbe stato saggio farlo.
La lampada continuava a fissare Garry in modo sempre più insistente, finendo addirittura per annusarlo, in qualche strano modo. Purtroppo, quella non fu una buona notizia per il ragazzo, che imprecò un attimo prima di potersene rendere conto: Solitario avvertì l’odore della sua rosa e istantaneamente alzò la “testa” per emettere un ruggito gutturale e inquietante che scosse il soffitto e fece cadere indietro il ragazzo, che perse la bambola dalla spalla.
La bambola urlò. Garry urlò molto di più e cercò di rialzarsi, girandosi verso il ponte, la sua unica via di fuga. La lampada si avvicinava a salti goffi e lenti, ma la strada di ritorno era bloccata dalla sua mole enorme ed era fuori discussione come via di uscita. La bambola però non sembrò condividere il suo piano di scappare usando il ponte; alzò un braccio verso Garry mentre tentava di rialzarsi e gli urlò di non andare. Non reggerà il tuo peso!
Garry rispose rapidamente, sentendo l’adrenalina scorrere nelle sue vene e dargli una spinta incredibile. << Lo so! >> Rispose girando la testa indietro per un secondo. << Ma è la mia unica opportunità! >> Urlò buttandosi a capofitto sul ponte colorato. Le tre strisce colorate sembrarono diventare ancora più sottili una volta che lui vi ebbe messo i piedi sopra; sembrava vetro. Dovette fare attenzione a non perdere l’equilibrio per avanzare, guardando ogni istante i propri piedi e il ponte su cui li poggiava. Nonostante tutto, non sembrava tanto male; forse si sarebbe salvato senza rischi. Ma la bambola continuava a seguirlo con lo sguardo, preoccupata e spaventata, immobile per non attirare l’attenzione di Solitario, che l’avrebbe frantumata se l’avesse notata.
La gigantesca lampada, da parte sua, sembrò riluttante a salire sul ponte fatto di colori, forse rendendosi conto di non poter essere sostenuta da quello, e rimase a guardare a terra, alzando poi lo sguardo verso il ragazzo che si affrettava ad allontanarsi dal bordo.
Una volta che Garry si fu reso conto della situazione, girò lo sguardo verso la lampada e ghignò infervorato. << AH! Te l’ho fatta! >> Urlò girandosi velocemente per un momento, mantenendo il suo equilibrio precario. Sembrava sicuro di sé, ma quello fu il suo errore.
Appena dopo che ebbe urlato quella frase, le tre lastre di colore che formavano il ponte produssero un suono raccapricciante, come un vetro che andava in frantumi, e il ragazzo sentì il terreno mancare sotto ai propri piedi. Si sentì precipitare e cercò inutilmente di aggrapparsi a qualcosa per fermare la caduta. Poté vedere i frammenti del ponte liberarsi nell’aria attorno e sé e cadere con lui.
Nella sua caduta nel vuoto, Garry riconobbe solo due suoni: il primo era il ruggito di Solitario, frustrato per aver perso la sua preda; il secondo era l’urlo della bambolina di pezza, che disperata chiamava il suo nome.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ib / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio