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Autore: Em_    08/02/2016    10 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter two - Back home





Felicity
Erano trascorsi circa dieci minuti dal momento in cui avevo visto il telegiornale e non avevo ancora spiaccicato parola. Me ne stavo seduta sul divano incredula e immobile, Barry e Caitlin cercavano di farmi parlare in qualche modo ma io non li stavo nemmeno ascoltando. Ero come paralizzata, avevo paura di non poter reggere un altro colpo del genere e probabilmente avevo ragione, insomma, mi ero ripresa da poco, avevo una bella vita e all’improvviso mi arrivava un’altra batosta da sopportare. Era davvero troppo, sia mentalmente sia fisicamente.
«Torno a lavorare.» dissi dopo un lasso di tempo indefinito.
«Felicity, aspetta, cosa stai dicendo? Non hai sentito il telegiornale?» mi chiese Barry mettendosi di fronte a me.
«L’ho sentito. E adesso me ne torno nel mio ufficio.» risposi scansandolo.
«Non fare così… Fel, ehi.» sentii Caitlin chiamarmi, ma non ci feci caso e li lasciai lì.
Non riuscivo a metabolizzare la cosa, mi ci erano voluti anni solo per accettare la sua morte e adesso mi venivano a dire che era vivo? No, era inconcepibile. Magari era solamente uno stupido scherzo organizzato dai media e tra qualche ora sarebbe tornato tutto alla normalità. Doveva essere per forza così. Ritornai nel mio ufficio notando che Ray non c’era, meglio, in questo momento volevo rimanere da sola e concentrarmi sul lavoro che mi aveva assegnato. Provai in mille modi a far funzionare quel maledetto microchip, ma ogni santa volta sbagliavo qualcosa. Era palese che fossi distratta e questo m’innervosiva ancora di più, perché non potevo avere una vita normale senza troppi drammi? Non riuscivo a togliermi dalla testa quella fottuta frase. “Oliver Queen è vivo” rimbombava nel mio cervello come una cassa da discoteca, avrei dovuto dire addio alla mia concentrazione almeno per oggi. Stavo per uscire dall’ufficio quando sentii bussare, ecco, immaginavo sarebbero arrivati tutti in mio soccorso! Avevano persino chiamato Sara!
«Ragazzi, non mi servono tre babysitter.» esclamai incrociando le braccia al petto.
«Siamo preoccupati.» ribatté Sara mettendosi nella mia stessa posizione.
«Sto bene.» dissi con un tono veramente poco convincente.
«Sì, certo, ti crediamo sulla parola.» rispose la mia amica scuotendo la testa.
«Felicity, siamo sconvolti noi, figuriamoci tu!» intervenne Barry provando a farmi ragionare.
«Non voglio parlarne, per favore.» affermai.
«Okay, come vuoi. Ma non puoi comportarti come nulla fosse di fronte ad una cosa del genere.» aggiunse Caitlin.
«Lui è morto. Sono passati quattro anni. Sarà un errore dei giornalisti.» dissi cercando di auto convincere me stessa.
«Lo sai anche tu che non è così. Se hai bisogno di tempo, di spazio o di un gelato noi siamo qui. Solo, ti prego, non chiuderti in te stessa, non vogliamo che tu soffra ancora.» rispose Sara dolcemente.
«Ho bisogno di… Metabolizzare. Andrò a casa e vi chiamerò stasera per farvi sapere che non mi sono suicidata, d’accordo?» 
«Va bene, si può fare. Che dite?» chiese Barry alle amiche.
Loro annuirono e dopo avermi abbracciato per un tempo infinito mi lasciarono finalmente tornare a casa. Era inutile che rimanessi a lavorare quando avrei fatto più danni che altro, mi sarei data alla pazza gioia con una vaschetta di gelato. 
La cosa che più mi spaventava di tutta questa storia era il segreto che mi portavo dietro. Ero sicura che se Oliver fosse realmente tornato sarebbe venuto a cercarmi anche in capo al mondo e non ero sicura di come avrebbe reagito all’idea di avere due figli. A parte questo mi spaventava il fatto di dover stravolgere la vita di Elizabeth e Lucas, gli avevo sempre detto che il loro papà era un angelo e che si trovava in cielo, come avrei spiegato loro che improvvisamente era tornato? Avevano solo tre anni e mezzo non volevo di certo che sapessero cos’era la morte e la sofferenza.
Verso le quattro del pomeriggio guidai fino all’asilo dei miei figli e come ogni giorno mi corsero incontro urlando “mamma!”. Non mi sarei mai abituata all’idea di avere due bambini così splendidi. Avevo promesso loro che per merenda gli avrei preparato una torta come quelle della nonna, ma ovviamente non essendo in grado di cucinare me l’ero fatta fare da Sara. Lei gestiva un bar da quando c’eravamo trasferiti qui a Central City quindi con cibi e bevande ci sapeva fare molto più della sottoscritta.
«Mamma, perché sei triste?» mi chiese mia figlia lasciandomi senza parole.
«Non sono triste, tesoro.» risposi rivolgendole un sorriso.
«Sì che lo sei.» esclamò riempiendosi la bocca con la torta.
«È solo che mi mancavate tanto.» dissi provando a deviare un po’ il discorso.
«Ma mamma, siamo andati solo all’asilo!» intervenne Lucas dopo aver ripulito il piatto.
«Lo so, hai ragione.» affermai portando i due piatti nel lavandino.
«Mamma devi accompagnarci dallo zio Barry.» mi ricordò Elizabeth.
«Non dovevate andarci giovedì?» domandai confusa.
«Ma oggi è giovedì.» ripose Liz mettendosi a ridere.
«Giusto. Allora tra dieci minuti andiamo, okay?»
«Sii.» urlarono in coro correndo in camera loro a prendere i rispettivi giocattoli.
Barry aveva promesso a Lucas di insegnargli qualche tiro o mossa di baseball, mentre Elizabeth avrebbe cucinato insieme Caitlin visto che continuava a ripetere che io non ero capace. Entrambi erano molto golosi, cosa che avevano preso sia da me che da Oliver ma siccome io non ero in grado di preparare niente dovevamo affidarci a Cait o Sara.
«Ehi piccoli!» li accolse il mio amico prendendoli entrambi in braccio.
«Hai preparato il campo zio Barry?» chiese subito Luke.
«Ma certo che sì. E tu sei pronto?»
«Sì!» esultò il bambino.
I gemelli corsero in casa mentre io fui bloccata da Barry «Stai meglio?» mi domandò serio.
«Non lo so. Persino i bambini si sono accorti che c’è qualcosa che non va.»
«Pensi di dirglielo?»
«Dirgli cosa, Barry? Che il loro padre è improvvisamente resuscitato?»
«I-Io… Non lo so, Felicity…» balbettò.
«Scusami, non volevo risponderti male. È solo che per adesso non voglio pensarci, voglio che loro siano felici.» risposi.
«Sai che prima o poi verrà qui, vero?»
«Sì, lo so bene. E non voglio che sappia di Liz e Luke, almeno non subito.» dissi.
«Vuoi tenerglieli nascosti?» mi chiese stupito.
«Per adesso sì. Sono passati quattro anni, Barry, non credo che sia tornato lo stesso Oliver che abbiamo lasciato.» gli spiegai.
«Probabilmente no, hai ragione. Ma sai che su di me puoi contare sempre.» mi sorrise.
«Lo so. Grazie.» risposi.

Oliver
Dopo quattro anni ero tornato a casa. Dopo quattro anni dal quel terribile incidente in barca ero di nuovo a casa. Mi sembrava ancora surreale aver riabbracciato mia madre e mia sorella. Thea era cresciuta tantissimo, era praticamente una donna adulta. Mia madre invece era rimasta pressoché la stessa. Mi avevano subito chiesto se con me ci fosse anche mio padre, ma purtroppo lui non ce l’aveva fatta e non sarebbe più tornato. Subito dopo la visita in ospedale mi ero guardato in giro in cerca di Felicity ma lei non c’era, avevo pensato subito al peggio, ovvero che anche lei non ci fosse più ma fortunatamente mia madre mi aveva rassicurato dicendomi che si era solo trasferita. Mi ero chiesto se sapesse del mio ritorno, mi ero chiesto se stesse bene, se fosse felice, avevo bisogno di vederla, anche solamente da lontano. In questi quattro anni non avevo mai smesso di pensare a mia moglie, ero riuscito a sopravvivere grazie a lei, il solo pensiero che un giorno l’avrei rivista era riuscito a farmi andare avanti, a farmi superare ogni avversità. 
«Ollie, posso?» mi chiese Thea sulla soglia della mia camera.
«Sì, certo.» confermai.
«Come ti senti?» domandò sedendosi accanto a me vicino alla finestra.
«Bene, sto bene. Non serve che tu e la mamma me lo chiediate ogni mezz’ora.» risposi.
«Sei appena tornato dal mondo dei morti, Oliver.» esclamò mia sorella alzando le spalle.
«Posso chiederti una cosa?»
«Sì, dimmi.» annuì.
«Felicity dov’è? Sai se sta bene?» chiesi.
«So che si è trasferita a Central City un mese dopo la tua scomparsa insieme a Barry, Caitlin e Sara, credo lavori ai Laboratori Star. Però è da un bel pezzo che non la sento, mi spiace.» 
«Credi che ora come ora accetterebbe di vedermi?»
«Ollie! Sei suo marito! Come puoi chiedermi una cosa del genere? Quando mi hanno detto che eri vivo ho pianto per due giorni finché non sei arrivato, lei non sarà da meno!»
«Hai il suo indirizzo?» chiesi speranzoso.
«No, non ha mai specificato dove abitasse… Dovresti provare a chiedere a Barry.»
«Lo farò, grazie Speedy, e… Mi dispiace tanto avervi fatto soffrire.» ammisi abbracciandola.
«Non è stata colpa tua, è già un miracolo che tu sia sopravvissuto.» mi disse stringendomi la mano.
Ed era vero, che fossi vivo era un miracolo. Ma ora come ora ciò che mi importava era vedere Felicity, avevo bisogno di lei e sapere che era così vicina mi faceva andare il cuore in fibrillazione. Non sapevo se lei mi avesse dimenticato, non sapevo se fosse andata avanti con la sua vita ed anche se fosse stato così certamente non gliene avrei fatto una colpa. Io ero morto e non sarei dovuto tornare mai più quindi se lei si fosse rifatta una vita non sarebbe stata una cosa strana.
«Oliver, cosa vuoi mangiare stasera? Puoi chiedere qualsiasi cosa.» mi disse mia madre vedendomi scendere.
«Non mi fermo stasera, ma grazie.» risposi dandole un leggero bacio sulla guancia.
«Come? Sei tornato da meno di ventiquattro ore e già te ne vai?» mi domandò allarmata.
«Mamma, non sto scappando. Voglio solo andare a Central City da Felicity.» 
«Tesoro, lo so che vuoi vederla ma non cambierà niente se aspetti domani mattina.»
«È mia moglie ed ho aspettato quattro anni. Ho bisogno di vederla, ti prego di capirmi.» provai a spiegarle.
«Va bene, ma fai attenzione per strada okay?» si raccomandò.
«Certamente.» affermai sorridendo.
Mi recai nel garage di famiglia notando che la mia vecchia auto era ancora parcheggiata lì, accesi il motore e partii in direzione di Central City. Speravo in qualche modo di poter parlare con lei e che non fosse uno shock troppo grande vedermi comparire così dopo anni e anni. Felicity era stata la mia salvezza, ma io per lei cos’ero stato? Probabilmente ero solo colui che le aveva distrutto la vita. Mi faceva male immaginare quanto avesse sofferto a causa mia, dal giorno dell’incidente avrei voluto solo chiamarla e dirle che stavo bene e che sarei tornato prima o poi, ma sapevo bene che se l’avessi fatto l’avrei messa nel mirino di persone molto pericolose.










Angolo autrice
Buon lunedì a tutti! Sono sopravvissuta all'esame di stamattina e come premio vi pubblico il capitolo xD
Allora, Felicity non ha preso molto bene l'idea che Oliver sia vivo... Ovviamente è felice, però, ha molta paura, soprattutto per via dei gemelli. Non sa come spiegar loro del padre e ha paura di non rivedere lo stesso Oliver di 4 anni prima... Infatti decide di tenerglieli nascosti, almeno per ora.
Oliver invece sente la necessità di vedere sua moglie, ed ha paura che lei non lo voglia vedere... Fortuna che è arrivata Thea e l'ha convinto! :) Ho anche aggiunto una mini parte in cui Oliver dice di non essere tornato perchè avrebbe solo messo in pericolo Fel... Cosa mai avrà combinato?

Vi posso dire che le cose tra loro non saranno semplici, entrambi hanno dei segreti e sarà difficile affrontarli se o quando verranno a galla...
Non saranno tutti favorevoli a rivderli insieme, qualcuno farà pressione ad entrambi di lasciar perdere... Chi è per voi?

Okay, basta anticipazioni lol. Grazie infinite per le bellissime 11 recensioni dello scorso capitolo, ne aspetto altrettante eh ;)
Credo di pubblicare per ora il lunedì e il giovedì, poi appena conclusa l'altra forse riuscirò ad aggiornare anche più spesso!

Quindi a giovedì miei cari,
Anna
   
 
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