22)Welcome to the family.
Leah
p.o.v
Dopo
il viaggio a Londra mi ci vuole almeno una settimana trascorsa in
spiaggia a
cazzeggiare per dimenticarmi dell’atmosfera soffocante della
capitale britannica. Di per sé
Londra è una bella città, ma è
diventata il simbolo di un incubo e lì ci vivono i
miei oppressivi genitori. Nella tenuta che hanno nel Kent almeno posso
farmi un
giro nella brughiera se mi fanno girare gli zebedei, a Londra no.
Sono
giusto di ritorno da una delle mie passeggiate dalla spiaggia quando
trovo Mike
seduto nella mia cucina a bere birra e a leggere l’articolo
che ho scritto
durante il tour.
Sì,
l’hanno pubblicato e l’editore mi è
sembrato soddisfatto.
“Buonasera.”
Gli dico appoggiando la borsa a una sedia.
“Bella
la parte sui contraccettivi e sui riflessi pronti, ispirata ad Asia e
Jacky?”
“Ah ah.”
“Quella della forza fisica chi l’ha
ispirata?”
“Un certo Mike Fuentes.”
Lui sorride e riprende a leggere, orai è normale trovarmelo
per casa, lui ha le
chiavi della villetta e io della villa.
Finito,
mi sorride.
“Un buon
lavoro, ma non ci sarebbe aspettato null’altro da una
perfezionista come te.”
Rimane un attimo in silenzio.
“Ti
va una birra?”
Senza aspettare la mia risposta apre il frigo e ne tira fuori una per
me.
“Ho
detto a mia madre che usciamo insieme.”
Qualcosa mi si incastra in gola, ma è impazzito?
“Co-cosa?”
“Beh, ha saputo che mi sono mollato con Alysha, non che lei
le piacesse, e
siccome mi ha visto strano ha chiesto con chi mi vedessi e io le ho
detto che
eri tu.”
Inizio a sentirmi male.
“Vorrebbe
che tu venissi a cena a casa sua stasera, ci saranno anche Vic e
Liz.”
Io bevo un bel sorso di birra.
“Ma
sei scemo??
Non
ho preso nulla per lei e poi devo sistemarmi! Non faccio nemmeno in
tempo a
cucinare nulla, non potevi dirle domani?”
“Scusa, non ci ho pensato!”
“Si vede!”
Afferro
la borsa e mi fiondo fuori casa, vicino c’è un
fioraio che è miracolosamente
ancora aperto.
-Calma,
Leah.-
Ordino
un bouquet di fiori di campo e poi corro a casa mia, ascolto a malapena
Mike e
mi faccio una doccia, mi rado, mi metto quelle stupide creme di
bellezza e poi
mi trascino davanti al mio armadio, imprecando.
“Che
cazzo mi metto?”
Urlo, Mike non ha il coraggio né di entrare né di
rispondere.
Faccio
passare freneticamente i miei abiti alla ricerca di qualcosa di
elegante e non
troppo eccentrico. Alla decido di mettere quello che ho messo per
l’appuntamento con Mike: tutto nero, con un cameo e pieno di
ruches, pizzo e
perline.
Mi
trucco e mi pettino
i capelli in una
coda alta, bestemmio un altro po’ alla ricerca delle scarpe
giuste.
“Non
capisco perché scleri così, mia madre la conosci
ed è sempre stata gentile con
te.”
“È
stata gentile con me perché ero la vostra dottoressa, non
è detto che le
piaccia come tua ragazza.”
“Secondo me ti fai troppe paranoie.”
Io
lo fulmino.
“Certo,
se qualcuno si fosse consultato con me prima di prendere una decisione
così
importante non saremmo in questo casino.”
“Non
pensavo fosse così…terribile. Io giuro che non
capisco voi ragazze, fate una
tragedia per niente.”
“Non è una tragedia per niente! Se non piaccio a
tua madre, lei potrebbe
parlarti male di me e convincerti che non sono la ragazza adatta per te.
Non
sarebbe bello, interferirei nei rapporti con la tua famiglia e non
voglio.”
Lui mi appoggia una mano sulla spalla.
“Non
succederà, stai tranquilla.
E
porteremo del gelato, piace a tutti.”
“Non che abbiamo molta scelta.”
Mugugno tetra io.
Alla
fine sono pronta, anche se i miei livelli di ansia sono altissimi e sto
per
sclerare di brutto. Mike mi abbraccia e mi dà un bacio sulla
fronte, come se
potesse calmarmi…
Saliamo
nella sua macchina e lui guida fischiettando verso la villetta dei suoi
genitori, fuori c’è già parcheggiata la
macchina di Vic.
“Oh,
sono già arrivati.”
“Come ha reagito a Liz?”
“Cosa? Ah!
Sì,
ha reagito bene. Le piace, dice che lui non poteva scegliere una
ragazza
migliore, persino migliore di Danielle.”
“Uhm.”
“Dai!”
Mi
stringe una mano e poi scendiamo, io ho in mano il mio misero mazzo di
fiori e
lui la scatola di gelato che ci siamo fermati a prendere lungo la
strada.
Mike
apre il cancello e poi suona il campanello, Liz apre la porta
sorridendoci.
“Ciao,
ragazzi.
Ehi,
sono arrivati!”
Urla alle persone dietro di lei, poi si scosta per lasciarci passare.
Una donna
bionda esce dalla cucina e mi sorride.
“Ciao,
Leah.”
“Buonasera, Vivian.”
Rispondo intimidita.
“Le
ho portato questi, anche se non sono riuscita a trovare nulla per
Vincent.”
Le porgo il mazzo di fiori, le mie guance sono tinte di una delicata
sfumatura
di rosa.
“Oh,
sono molto belli!
Grazie, ma non dovevi.”
“Ah,
ma’! Ti abbiamo portato il gelato.”
“Perfetto. Mike, tesoro, mettilo in frigo.
Oggi
si mangia messicano-italiano, Liz si è offerta di cucinare
le lasagne.”
Il rosa diventa di una sfumatura più accesa mentre Mike esce
dalla cucina.
“Verresti
con noi?”
Mi
chiede Vivian.
“Mi
farebbe piacere aiutare.”
Lei mi sorride.
“È
già quasi tutto pronto.”
Oh, allora la cucina è il luogo dove la sentenza
verrà letta, dove saprò se
potrò essere considerata o meno un membro della famiglia
Fuentes.
Seguo
la donna ed entriamo in un piccolo locale che profuma di cibo, nel
microonde ci
sono le lasagne di Liz e nel forno ci sono la salsiccia con i fagioli
neri alla
messicana.
Di
là si sentono le risate degli uomini e di Liz.
“E
così sei la ragazza di Mike…”
“Sì.
Capirei se non le piacessi, lo so che sono strana con i miei capelli
bianchi e
neri e questi vestiti ottocenteschi…”
“Veramente io non stavo per dire questo.”
Mi sorride.
“Stai
calma, Leah. Mi sei sempre piaciuta anche quando eri solo il medico dei
ragazzi, mi sei sempre sembrata una ragazza in gamba, quello di cui
Mike ha
bisogno. Non mi sono mai piaciute le modelle senza spina dorsale che ha
sempre portato a casa
e lui lo sa, ho sempre pensato che sareste stati una bella coppia.
Non
puoi capire come sono stata felice quando lui ci ha detto che
finalmente
stavate insieme, il mio ragazzo stava compiendo la prima scelta giusta
della
sua vita in fatto di ragazze.
Benvenuta
nella famiglia Fuentes, Leah!”
I
miei occhi diventano lucidi e non è certo per la
quantità di spezie che ci sono
in cucina, ma perché qualcuno mi ha accettato come sono ed
è addirittura felice
che io faccia parte della sua famiglia. Io sono stata il terrore delle
famiglie
nobili, nessuno degli amici dei miei mi voleva come fidanzata dei loro
figli,
perché ero troppo strana, Vivian invece mi ha accolto a
braccia aperte.
“Grazie
mille, Vivian.
Per
me significa molto, grazie mille.”
“Su, non piangere.
Vai
di là con gli altri, tra poco mangeremo.”
Io esco dalla cucina, saluto tutti e mi siedo vicino a Mike che mi
sussurra
all’orecchio: “Come è andata?”
“Bene.”gli rispondo io.
Vincent
mi saluta, poi riprende a parlare con Vic di sport, Liz mi sorride.
“Prova
passata?”
“Prova passata.”
“Ah, lo sapevo! La signora Fuentes è la vostra
più grande fans, non vedeva
l’ora che vi metteste insieme.”
“Davvero?”
“Certo. Alysha non gli piaceva, vero?”
Mike annuisce.
“Sì,
è stata bocciata senza pietà.”
Ride
il mio ragazzo, io sento un peso che sparisce.
Sono
stata approvata!
Dopo
aver ricevuto l’approvazione di Vivian mi torna anche
l’appetito, quindi quando
lei ci chiama perché è pronto il mio stomaco
emette un sordo e poco elegante
brontolio che – tuttavia – fa ridere tutti.
Ci
sediamo a tavola e la donna inizia a servire le lasagne preparate da
Liz, di
sicuro saranno una bomba, visto che so che lei sa cucinare abbastanza
bene.
“Buon
appetito!”
Urliamo tutti e poi iniziamo a mangiare. Sono buonissime come avevo
immaginato,
anzi questa volta la mia amica si è superata: sono
meravigliose.
“Liz,
sono buonissime!”
Trillo entusiasta.
“Grazie
mille!”
La
signora Vivian sorride.
“Ho
due nuore meravigliose.”
Sia io che Liz arrossiamo e riprendiamo a mangiare. La parole nuora
associata a
me mi piace un sacco, potrei abituarmicisi a tal punto da sognare
l’abito
bianco e i confetti.
Calma,
Leah. Non correre troppo o Mike scapperà.
Un
passo alla volta otterrai quello che vorrai, così diceva
sempre mia nonna.
Finite
le lasagne io e Liz sparecchiamo e lei porta in tavola la salsiccia e
fagioli,
hanno un’aria appetitosa e piccante. Ho il sospetto che
questa notte non
emetterò aria, ma fuoco o qualcosa del genere.
Vivian
prepara le porzioni, io ne prendo una prima forchettata: sono
deliziose, ma
anche piccantissime, tanto che ho bisogno di bere subito.
“Whoa,
mamma! Ti sei superata!
Cosa
ci hai messo?
Lava
liquida?”
Lei ride.
“No,
i peperoncini che coltiva vostro nonno in Messico. Me ne ha mandati un
po’,
perché ha detto che quest’anno sono usciti una
bomba.”
E, diavolo, il nonno dei Fuentes ha ragione! Bomba è la
parola giusta.
Io
lo mangio con gusto – amo la cucina messicana – ma
bevo anche molto spesso,
perché sono davvero davvero piccanti. Persino i fratelli
Fuentes devono bere
spesso, il che è tutto dire, dato che sono cresciuti con una
cucina dai sapori
forti.
“Complimenti,
Vivian!
Sono davvero buoni!”
Riesco infine ad articolare, lei mi sorride con benevolenza.
“Mike
mi ha detto che, nonostante le tue origini inglesi, ami il cibo
messicano e ho
deciso di farti provare il vero cibo messicano.”
“Ottimo direi, anche se non mi sento più la
lingua.”
Lei
ride di nuovo.
“È
un buon segno!
Ah,
sono davvero contenta che ti siano piaciuti!”
Questa
volta sono Mike e Vic a sparecchiare e poi a portare in tavola il
gelato che io
e il mio ragazzo abbiamo comprato venendo qui. È lui a
occuparsi di riempire le
ciotoline e poi distribuirle ai commensali.
Il
gelato è sicuramente buono, l’abbiamo preso in una
gelateria italiana che
conosco e di cui sono cliente fissa. Se mi sento giù cerco
il loro gelato per
tirarmi su e non ha mai fallito a farmi sentire un pochino meglio.
“Davvero
buono!”
Apre bocca per la prima volta il signor Fuentes.
“Dovresti
dare l’indirizzo a Vivian, così ogni tanto
prendiamo una vaschetta anche noi.”
“Grazie mille.”
Poi dico l’indirizzo a Vivian, lei se lo annota su un block
notes insieme alle
indicazioni per raggiungere la gelateria.
Beviamo
il caffè, poi noi donne sparecchiamo e aiutiamo la signora
Fuentes a caricare
la lavastoviglie. Ci sediamo in salotto e lei tira fuori un vecchio
album di
foto in cui Vic e Mike sono bambini.
In
una Mike avrà massimo quattro anni è nudo come un
verme in giardino, io la
guardo incuriosita.
“Oh,
vedo che Mike, il nudista, ha attirato la tua attenzione.”
“Il nudista?”
“Oh,
sì! Quando aveva quattro anni per qualche motivo non
sopportava di indossare
vestiti. Io glieli mettevo, poi – non appena uscivo dalla
stanza – lui se li
toglieva e girava nudo per casa.
Io
glieli rimettevo e lui se li toglieva di nuovo.
Non
sapevo cosa fare.
Una
volta è persino sgattaiolato fuori casa e si è
messo a correre per il vicinato
nudo, è stato molto imbarazzante, le altre mamme hanno
rifiutato di far giocare
i loro bambini con lui per mesi. Sono rimaste scandalizzate soprattutto
le
mamme con figlie femmine, perché hanno dovuto spiegare la
presenza del
pisellino di Mike.”
Lei se la ride, ma il mio ragazzo è diventato leggermente
rosa, segno che è in
imbarazzo.
“Come
gli è passata?”
“Lui si era preso una cotta per una bambina che abitava
vicino a noi e un
giorno le ha detto che le voleva bene, lei lo ha guardato schifata e ha
detto
che non voleva bene a gente che girava nuda.
Questo
ha segnato la fine del periodo di nudismo di Mike, da allora si
è sempre
vestito e ha anche iniziato a picchiare su qualsiasi cosa.”
“Davvero?”
“Sì, certo.
Aveva
il ritmo nel sangue.
A
dieci anni abbiamo
dovuto cedere e gli
abbiamo comprato la sua prima batteria e uno di quei corsi a fascicoli
che ti
insegnano le basi del suonare uno strumento. Non ha più
smesso.
Meglio
la batteria del nudismo, vero Mike?”
“Mamma!”
Esclama
lui.
“Cosa
ho detto di male?”
“Nulla,
è solo imbarazzante.”
“E la bambina per cui si era preso una cotta che fine ha
fatto?”
“Si è sposata l’anno scorso con un
medico, hanno una bambina.”
Proseguiamo
nel guardare l’album, ci sono le loro foto
all’asilo e poi una foto di due
lenzuola con delle macchie molto grandi. Io inarco un sopracciglio.
“Oh,
la foto della grande gara della pipì.”
“Di che cosa?”
Chiediamo in coro io e Liz.
“No,
mamma! Questa risparmiagliela!”
La
supplica Vic.
“No,
la vogliamo sapere!”
“Va
bene.”
“Mamma!”
“Sono
le vostre ragazze, non c’è nulla di male se
racconto loro questa storia.”
Sorride
candidamente lei, ho il sospetto che adesso Mike si stia pentendo di
avermi
invitata a cena dai suoi.
“È
successo quando Vic aveva sei anni e Mike cinque. Tutti e due la
facevano
ancora a letto, perché per loro era un momento molto
stressante e doloroso: mia
madre era morta da poco e loro adoravano la loro Nana.
Io
non sapevo cosa fare, mi sembravano così piccoli per essere
mandati da uno
psicologo, ero preoccupata. Un giorno sono passata fuori dalla loro
camera e li
ho sentiti confabulare.
Mike
diceva che la sua macchia era più grande e Vic sosteneva il
contrario, in quel
modo bizzarro stavano affrontando la morte della nonna.
Ho
deciso che li avrei lasciati fare e in effetti qualche mese dopo
smisero.
La
cosa più divertente è stata che un giorno mi
hanno chiesto di fare da giudice,
avevano entrambi il letto macchiato e stavano litigando su chi avesse
fatto la
macchia più grande. Visto che da soli non ne venivano a capo
hanno chiamato
me.”
“Chi aveva fatto la macchia più grande?”
Chiede ridendo Liz.
“Vic,
Mike non gliel’ha mai perdonata.”
Scoppiamo
tutti a ridere, tranne Vic e Mike che sono rossi come peperoni e
mugugnano
frasi a mezza voce. Chi l’avrebbe mai detto che quei due
avessero avuto
un’infanzia del genere?
È
strana, ma mi piace un sacco, fa ridere e Dio solo sa se ho bisogno di
ridere.
“Mamma,
hai raccontato cose molto imbarazzanti.”
“Ma
io mi sono divertita.”
Rimaniamo a chiacchierare ancora un po’, dopo di che di che
Mike ce ne andiamo,
lui non parla molto.
“Scusami
per le cose imbarazzanti che ti ha raccontato mia madre.”
“Ma no, sono stati divertenti e poi ti dico un piccolo
segreto.
Quando
avevo quattro anni anche io correvo nuda per casa mia, i miei erano
disperati,
me l’hanno fatta passare a forza di botte.”
Lui sorride.
”Ma
davvero?
“Certo, credo che sia da lì che hanno capito che
non sarei stata la figlia
modello che volevano.”
Scoppiamo tutti e due a ridere.
“Mi
immagino la faccia di tua madre, le sarà preso un
colpo.”
“Oh, puoi giurarci. Per un po’ non ha invitato a
casa nostra le sue amiche
perché si vergognava di me.”
“Ah, Leah! Sei la donna della mia vita, sono stato un
po’ tonto a non capirlo
prima, ma adesso sono felice di averti accanto.”
Io arrossisco.
“Davvero
mi consideri la donna della tua vita?”
Gli
chiedo con un tono abbastanza serio.
“Sì,
la maggior parte delle ragazze sarebbero scappate o mi avrebbero preso
per il
culo fino alla morte, ma tu. Tu mi hai rivelato il tuo segreto, mi hai
detto
che sei come me e la cosa mi rende felice.
Penso
sia abbastanza per chiamarti donna della mia vita senza
sbagliare.”
Io gli rivolgo un sorrisone.
“Anche
tu sei l’uomo della vita.”
Ci baciamo con passione.
“Non
andartene mai più.”
Mi sussurra a fior di labbra.
“Mai
più e non andartene nemmeno tu.”
“Non ci penso nemmeno.”
Ci baciamo ancora e finalmente mi sento a casa, completa e tutto il
resto.
Non
lo lascerei per nessuna ragione al mondo, lui è la ragione
per cui sono felice.
Lui è la
mia casa.
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Le cose si sono fatte serie per Mike e Leah e con questo siamo arrivati all'ultimo capitolo della fiction. Ma è ancora presto per piangere, ci sono due epiloghi dopo questo capitolo. Alla prossima.