Sono di nuovo qui, e come vi avevo
promesso un sacco di tempo fa, ecco a voi la terza parte di confessioni
notturne.
Spero che vi piaccia, buona lettura a tutti!
Confessioni notturne III
PROLOGO
Tonks girovagava senza meta per il salotto di casa Black, l’unica
luce proveniva dal camino, infatti, ogni due minuti inciampava in un tavolino,
o in un tappeto o ancora nel divano, ma tutte queste cose non riuscivano a
fermare il suo girovagare.
«Se continui così finirai col scavare un buco nel pavimento». L’avvertì
Sirius, appoggiato alla porta, Tonks si bloccò di colpo.
«S.. Sirius cosa ci fai qui?»
«Veramente ci vivo segregato». Sirius entrò nel salotto e si mise comodo sul divano.
«Scusa, è che ho un sacco di cose per la testa». Sospirò voltandosi
verso il camino.
«Cose o persone?» Chiese Sirius.
«Cosa?» Fece finta di non capire.
«Andiamo cuginetta, non sono cieco. So che cosa ti gira per la
testa».
Tonks non rispose.
«Tonks?» La chiamò.
«Non mi guardare così, non ci posso fare niente».
«Non ti preoccupare, so benissimo di essere un tipo irresistibile. Ma
siamo parenti, tra di noi è impossibile, a meno che tu non creda anche tu alla
storia del sangue puro, ma viste le origini di Ted dubito sia così».
Tonks lo guardò allibita, poi scoppiò a ridere.
«Non fare così. Non nascondere i tuoi sentimenti, non ti fa bene».
«Tu… Tu davvero hai creduto che io… fossi…» Ma non riuscì a finire la
frase per il troppo ridere, Sirius la guardò confuso.
«Ti dispiacerebbe smetterla di ridere e spiegarmi cosa succede?»
Chiese, Tonks cercò di calmarsi.
«Dimmi che stavi scherzando poco fa. Davvero non avrai creduto che
fossi innamorata di te?»
Sirius annuì. «Non fai altro
che fermarti qui a dormire, dopo le riunioni ti attardi a parlare con me e …»
Sirius sgranò gli occhi, e se fosse...No, non poteva essere, pensò.
«Tonks non dirmi che tu sei innamorata di Moony». Lei lo guardò con
sguardo colpevole.
«Ecco, questo non fa affatto bene al mio ego…» Si lasciò scivolare
lentamente contro lo schienale del divano.
Sirius si prese tutto il tempo necessario per riflettere.
«Sirius, di qualcosa». Lo incalzò lei.
«Sto riflettendo. La mia dorata cuginetta è innamorata del mio
migliore amico, il quale, diciamolo, non è molto sveglio in questo genere di
cose» fece il punto della situazione, «quindi, devo pensare a come
comportarmi». Concluse.
«Non dirgli niente, ti prego» .
«Cosa? Ma se non lo faccio la situazione non si sbloccherà mai.
Fidati, lo conosco da una vita».
«Forse, ma di certo non posso mandare mio cugino
a spianarmi la strada. È una cosa che devo fare io» .
«Ok, fa come vuoi. Ma dimmi, quando hai intenzione di fare la grande
rivelazione». Le chiese.
«Non lo so. Quando arriverà il momento giusto».
Sirius la guardò poco convinto “ci vorranno secoli con questi due”,
pensò.
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Remus pensò a lungo alle parole dell’amico.
Doveva mettere una pietra sopra a tutta la storia di Kaelee, lei lo
aveva lasciato, aveva rinunciato a costruire una vita insieme.
Ora, invece, aveva l’opportunità di essere di nuovo felice, ma allora
perché aveva così paura?
È vero erano molto diversi, lui preciso e ordinato, lei casinista e
combina guai, però questo suo essere pasticciona la rendeva particolarmente
adorabile. Ogni volta che diventava rossa dopo una caduta, o dopo aver fatto
cadere qualcosa, sentiva dentro di sé un calore inspiegabile, che lo portava ad
aver voglia di stringerla tra le braccia.
Forse era proprio per questo che aveva paura.
Paura di essere ferito o di ferire a sua volta. Il coraggio, in campo
sentimentale, non era mai stata una delle sue più grandi doti. Ma, forse, era
giunto il momento di rischiare. “il coraggio,” pensò, “quando si ama davvero
sbuca fuori in un modo o nell’altro”.
Al più
presto pubblicherò il racconto vero e proprio, se vi va provate ad immaginare
cosa potrebbe succedere ;-)
Taotao
alla prossima
Smack :*