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Autore: VmpAnna    09/02/2016    1 recensioni
Kou, ti ricordi quando mi chiedevi 「Hey Yuu, ma tu riesci a vedere tra di noi qualcosa di simile a quel filo rosso di cui canta Taka?」 e io alzavo le spalle?
Bè, ora lo vedo perfettamente quel filo che lega i nostri destini, ma ti sei sbagliato Kou, non è rosso...il nostro filo è nero!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da molto che non posto nulla, in realtà questa OS giace nel mio pc da almeno due anni, ho con lei un rapporto conflittuale, ancora adesso non sono convinta se pubblicarla sia stata la scelta migliore, non so spiegarvi il motivo, credo che, rileggendola, mi faccia provare dolore, rabbia, tristezza e probabilmente sono sensazioni che mi fa paura affrontare.
Scusate se ci sono errori, l'ho riletta diverse volte, ma vista la mia estrema disattenzione...
La formattazione fa pena, ma il mio word ha una propria volontà e l'HTML non so usarlo, mi dispiace.
Purtroppo, lo sapete, non riesco a scrivere cose allegre, se non vi piace capisco, se non volete nemmeno leggerla capisco, io ve la lascio qui.
Non so se sia chiaro cosa sia successo, se avete dubbi e perplessità sono felice di dare delucidazioni sui pensieri della mia povera mente malata.

Anna

 
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俺達の 「黒い糸」
 
È la prima volta che ci vediamo dopo quel giorno.

- Ciao Yuu! -

Non rispondi, ma come posso darti torto?
Lo sguardo fisso davanti a te.
Sospiri piano e pieghi leggermente il capo da un lato, quel gesto che fai sempre quando cerchi di capire qualcosa, poi ti copri il viso con le mani.

-Mi dispiace Yuu, lo so che è difficile da accettare, da capire, lo so che ti ho tradito, ma ti prego, cerca di perdonarmi, non ho potuto fare a meno di essere così egoista -

Sollevi gli occhi e guardi lontano.

- Perché? -
- Lo sai perché -

Serri le tue bellissime labbra in un’espressione amara e non riesci a trattenere le lacrime, ma non è un pianto disperato, solo due silenziose gocce che ti scavano le guance e vorrei tanto allungare la mano per accarezzarti il viso, per sentire una volta ancora la tua pelle calda, ma non posso.

- Se potessi tornare indietro non ti farei mai tutto ciò.
Yuu…odiami per sempre, maledici il mio nome ogni secondo, ma ti prego reagisci, non riesco più a guardarti morire giorno dopo giorno -

Mi manca così tanto il nostro tempo insieme.
Dalla prima volta in cui i nostri sguardi si sono incrociati, ho capito che saresti stato tu e nessun altro e nei tuoi occhi ho letto la stessa consapevolezza, ma orgogliosi ed egocentrici come eravamo, abbiamo lasciato trascorrere sei interi anni prima di gettare finalmente la maschera, sei anni di sguardi, di allusioni, di abbracci amichevoli, di nottate trascorse insieme a suonare, di baci scambiati a fior di labbra con la scusa dell’alcool, sei anni a rincorrerci, ad amarci in silenzio, poi quella sera dopo il concerto, chissà se anche tu lo ricordi?
Continui a guardare un punto lontano.
 
Iniziammo a discutere perché tu insistevi che io avessi sbagliato un accordo e io negavo con tutto me stesso, mentendo, ma non potevo dartela vinta, proprio a te che mi avevi sempre visto come una specie di divinità della chitarra, non potevo assolutamente ammettere la mia sconfitta, così, mentre tu ridevi io esplosi, lanciandoti in faccia l’intero contenuto del bicchiere che avevo in mano.

- Sei pessimo -  ti dissi e me ne andai via sbattendo la porta, il tuo sguardo dispiaciuto non lo scorderò mai.
Più tardi sentii bussare alla porta della mia camera, quando aprii mi trovai davanti due occhi neri, profondi, infiniti, due occhi pieni di parole non dette.
- Kou, perdonami, ti amo -

Ti presi per la mano tirandoti dentro, facendo aderire il tuo corpo alla porta, inchiodando il mio sguardo al tuo .
Non ci fu bisogno di dire altro, da quel momento solo labbra bramose, lingue intrecciate, corpi bisognosi di fondersi l’uno nell’altro.
 
E’ stata la prima volta nella mia vita in cui ho davvero fatto l’amore.
Non era solo sesso, era uno scambio di anime che si sono cercate a lungo.
Yuu, se davvero esiste quel filo rosso, noi eravamo indissolubilmente legati e ora lo so più che mai.
Ho iniziato a vivere davvero solo dopo quella notte.
Dopo quella notte ho capito che io e te eravamo un universo perfetto.
Affondare il viso nei tuoi capelli e respirarti mi faceva sentire completo, la tua pelle sulla mia, le nostre mani intrecciate quando diventavamo una cosa sola, quel tuo essere così vulnerabile e fragile tra le mie braccia, quelle parole che mi sussurravi all’orecchio con la tua voce calda
「Prendimi Kou」
Mi facevi perdere i sensi.
I tuoi occhi non mi lasciavano mai, in sala prove, sul palco, persino a casa nostra, non appena mi muovevo sentivo il tuo sguardo che mi accarezzava; se io con te ho iniziato a vivere, per te io sono diventato la vita stessa.
Come ho potuto farti una cosa tanto crudele?

- Yuu, perdonami, non sapevo proprio come dirtelo, non ce l’avrei fatta a vederti piangere. -

Mi manchi tanto, mi manca tutto di te, non sai cosa darei per poterti abbracciare come prima, prima che succedesse tutto questo, prima che rovinassi tutto.

- Kou, lo so che non è colpa tua ma, dannazione, non ce la faccio a perdonarti e non ce la faccio a non amarti, mi hai semplicemente lacerato l’anima, non so nemmeno io come riesca ad aprire gli occhi ogni mattina, ho perso tutto, ti sei portato via tutto quello che ero, vorrei semplicemente prenderti per mano e dirti 「Torniamo a casa」, ma non posso farlo, io non posso, riprenditi questo cazzo di amore che provo per te e sparisci dal mio cuore -

Sei arrotolato su te stesso ora, sembri un gattino abbandonato e io non posso fare altro che guardarti andare in pezzi.
Tieni le ginocchia strette al petto, le tue spalle larghe tremano appena, emetti solo dei deboli singhiozzi e ogni tanto scuoti la testa pronunciando un 「no」  che si mescola ai tuoi sospiri, stai precipitando e io non posso afferrare la tua mano per trattenerti.
All’improvviso sollevi lo sguardo, gli occhi che urlano dolore.

- È colpa mia, avrei dovuto capirlo! Ero così sicuro di ciò che provavamo l’uno per l’altro che ho dato tutto per scontato, ho dato te per scontato  e non mi sono accorto di quanto in realtà tu ti stessi allontanando da me. Tutte le tue assenze, tutti i tuoi silenzi, tutti i bisbigli al telefono e quel modo diverso di fare l’amore... –
 
Come al solito incolpi te stesso per ciò che in realtà è stato un mio assoluto atto di egoismo camuffato dalle belle parole che raccontavo a me stesso, - Lo faccio per Yuu, perché saperlo farebbe crollare tutto il suo mondo, perché preferisco sopportare da solo il peso della mia 「colpa」 piuttosto che vederlo distruggersi -.
La realtà dei fatti è che semplicemente ho voluto vedere il tuo sorriso fino alla fine, fino a che ho potuto fingere che andasse tutto bene, fino a che non ci è toccato fronteggiare l’inevitabile.
Potrei semplicemente dirti 

- Cosa credi, che per me sia stato facile sorriderti ad ogni 「buongiorno」 quando l’unica cosa che avrei voluto fare era accoccolarmi tra tue braccia e piangere e raccontarti tutto e chiederti di stringermi, di non lasciare mai le mie mani? Cosa credi che non mi sia sentito 「sporco」 ogni volta che, felice come un bambino, facevi progetti per il nostro futuro e io assecondavo tutti i tuoi desideri ben sapendo che NOI un futuro non lo avremmo avuto più... -

Potrei dirti questo, ma non lo farò perché questa 「normalità」 è proprio quella per cui ho lottato tessendo il mio inganno, quella per cui ho sacrificato il tuo cuore.
Ti ho portato via la felicità per continuare a godere della mia, delle nostre serate a guardare la TV sul divano, quando il tuo abbraccio mi accoglieva come un porto sicuro, come un ritorno a casa dopo un lungo viaggio, con le tue dita che accarezzavano i miei capelli e le tue labbra che all’orecchio mi sussurravano con dolcezza
「Ti amo, Kou」.
Quella tua dolcezza, che mostravi solo a me, credo sia stato il regalo più grande che mi tu abbia fatto nei nostri anni insieme, più grande ancora di quella coppia di anelli nella scatola di velluto blu che due anni fa hai aperto davanti ai miei occhi con le mani tremanti e il sorriso imbarazzato, quella coppia di anelli che abbiamo potuto indossare solamente in casa, mentre preparavamo la cena o facevamo il bucato o litigavamo o facevamo l’amore...
In questo momento il tuo è all’anulare sinistro, per la prima volta davanti agli occhi del mondo.
Il mio è agganciato ad una catenina sottile che porti al collo.

- Dopo sei mesi sai qual è il ricordo più forte, Kou? Tutto quel bianco, quel bianco che mi accecava, mi soffocava, mi nauseava, non riesco proprio a strapparlo via dalla mia testa, ogni volta che chiudo gli occhi non vedo l’oscurità ma un doloroso, infinito bianco che non vuole lasciarmi riposare... -

Porti le mani a coprirti le orecchie come se non volessi ascoltare una risposta che sai non arriverà.
Quasi faccio fatica a riconoscerti in questi nuovi lineamenti distorti dal dolore, è come se sulla tua luce fosse calata una cortina di nebbia, una nebbia densa e tossica che avvelena la tua bellezza e mi pento una volta in più del mio imperdonabile tradimento, del mio malato egoismo.
Ti ho privato anche di quell’ultimo momento, non ti ho lasciato nemmeno un po’ di calore con cui consolarti, un po’ di umanità su cui versare le tue lacrime, solo un me che non ero più io.
Ho immaginato la tua corsa, il tuo fiato spezzato, il terrore, l’incredulità e infine l’odio per l’inganno con il quale ti avevo avviluppato, come un ragno con la sua preda.
Non volevo vedere tutto ciò e mi sono nascosto nella codardia fino alla fine, codardia che ha tinto d’inchiostro un piccolo cartoncino bianco:
 
Perdona il mio amore egoista.
Ti amo.
 K.
 
Ha iniziato a piovere, alzi il viso al cielo con gli occhi chiusi quasi a voler lavare via uno strato di te, o forse è me che vuoi lavare via, Yuu?
Hai un’espressione serena adesso, quasi felice, finalmente hai trovato la forza di lasciarmi andare via, di lasciar andare via il mio ricordo accompagnato da volute di fumo ed è così che deve andare, anche se un po’ mi rende triste, ma non posso continuare a tenerti legato ad una realtà che non esiste più, sono andato via da troppo tempo perché tu possa continuare ad amare un’ombra...
Infili la mano all’interno della giacca e la tieni lì, poggiata sul cuore, intanto la pioggia si è fatta più fitta ma è come se tu non la sentissi, come se non ti stesse nemmeno sfiorando, sei concentrato su un pensiero, deve essere bello perché stai sorridendo, quel sorriso per cui ho sacrificato tutto.

- Kou, ti ricordi quando mi chiedevi 「Hey Yuu, ma tu riesci a vedere tra di noi qualcosa di simile a quel filo rosso di cui canta Taka?」 e io alzavo le spalle? -

Bè, ora lo vedo perfettamente quel filo che lega i nostri destini, ma ti sei sbagliato Kou, non è rosso...il nostro filo è nero!
Finisci la frase con un’intonazione amara e io non so più cosa pensare perché nonostante le tue parole e le tue lacrime che si confondono con la pioggia, non mi sei sembrato mai felice come in questo momento.
Tiri fuori dalla giacca qualcosa che brilla, qualcosa di lungo e freddo e tagliente, mi guardi per l’ultima volta prima che la tua vita inizi a tingere di rosso il marmo grigio di quella che ora è la mia casa.

 - 「Tadaima」 -
  
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