Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Marilia__88    09/02/2016    3 recensioni
Abbiamo lasciato Sherlock ad affrontare il presunto ritorno di Moriarty. Ecco cosa immagino possa accadere dopo essere sceso dall'aereo.
Dalla storia:
“Sherlock, aspetta, spiegami… Moriarty è vivo allora?” disse John mentre cercava di tenere il passo dell’amico.
“Non ho detto che è vivo, ho detto che è tornato” rispose Sherlock fermandosi e voltandosi verso di lui.
“Quindi è morto?” intervenne Mary per cercare di capirci qualcosa.
“Certo che è morto! Gli è esploso il cervello, nessuno sopravvivrebbe!”
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heart'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                 Ti brucerò il cuore




                                          Omicidi (parte seconda)





… Lestrade rimase immobile ancora sbalordito da tutte quelle informazioni. John, invece, salutò e si mise anche lui a correre cercando di tenere il passo dell’amico. Gli sembrava tutto così confuso e sperava soltanto che Sherlock riuscisse a sbrogliare la situazione. Come sempre… era tutto nelle sue mani.





Arrivato a Baker Street, Sherlock si mise subito al lavoro. Iniziò a tappezzare la porzione di muro sul divano con carte, foto e messaggi delle tre scene del crimine. Doveva trovare un elemento in comune. Doveva capire la linea di gioco del nemico prima che uccidesse ancora.
John, intanto, chiamò Mary per aggiornarla sullo stato delle indagini. La moglie aveva colto l’occasione per andare da un’amica fuori città per qualche giorno; sapeva che i due uomini avevano bisogno di più tranquillità possibile nel corso delle loro ricerche e non voleva essere d'intralcio in alcun modo.
Il consulente investigativo rimase in piedi a fissare quel mosaico di carte per tutto il pomeriggio e per tutta la sera. Improvvisamente, però, John interruppe quel piacevole silenzio.
“Sherlock, vieni a mangiare. Sono passato dal cinese qui vicino a prendere qualcosa di commestibile” disse il medico.
“Non ho fame! Lo sai che la digestione mi rallenta e devo rimanere concentrato” rispose il detective, rimanendo sempre nella stessa posizione.
“E’ quasi una settimana che non mangi un pasto decente. Preferisci morire di fame?” esclamò il dottore irritato e preoccupato al tempo stesso.
“Ti ripeto che non ho fame, John…” ribadì nuovamente l’altro.
“Sherlock Holmes, vieni subito a mangiare o ti prendo di peso e te lo faccio ingoiare con la forza!” ordinò il medico con il suo solito tono da soldato.
“Dannazione, John! Smettila!” urlò improvvisamente il consulente investigativo, tirando un calcio al tavolino che aveva di fronte con estrema violenza “…vuoi lasciarmi in pace una buona volta? Lasciatemi tutti in pace!” continuò, alzando ulteriormente il tono di voce.
Il dottore rimase di stucco. Avevano sempre avuto quei battibecchi per il cibo e di solito, dopo aver usato il suo magico tono da soldato, il detective aveva sempre ceduto rassegnato. Non aveva mai reagito in quel modo.
“Sherlock, si può sapere che ti prende? Non ti sei mai comportato così. Oggi pomeriggio hai quasi preso a pugni Greg senza motivo e ora stai dando di matto per una cavolata. Cosa c’è che non va?” chiese John con apprensione.
Il detective non rispose. Sospirò, si avvicinò alla finestra e si mise ad osservare la strada con tristezza.
“Ho notato che sei più stanco e più irritabile del solito. Non stai dormendo, lo so. E non è solo per il caso…” continuò John con dolcezza “… ancora incubi?” chiese infine.
“Sto bene” rispose secco l’altro.
“Sherlock non mentirmi” implorò il medico.
“E’ solo un periodo, passerà! Ho soltanto bisogno di dedicarmi a questo caso e di risolverlo prima possibile. Per favore, lasciami fare” disse il detective, voltandosi verso John. Poi ritornò davanti al suo schema senza aggiungere altro.
John, a malincuore, lo lasciò stare. Avrebbe dovuto mangiare qualcosa, lo sapeva, ma non era il caso di insistere oltre. Ci avrebbe riprovato in un altro momento.

La mattina dopo, il telefono del detective squillò di buon ora.
“Lestrade che vuoi? Non ho ancora informazioni per te, non mi tormentare!” rispose Sherlock irritato, dopo aver letto il nome dell’ispettore sul display del cellulare.
“Nervoso già di prima mattina?” ironizzò Greg “…comunque non ti ho chiamato per informazioni. Abbiamo trovato la quarta vittima e un messaggio che potrebbe interessarti. E’ in Dorset Street” concluse serio.
Sherlock riagganciò senza neanche rispondere. Rimase bloccato con il telefono in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
“Che voleva Greg?” chiese John dalla cucina “Sherlock?” lo chiamò, non ricevendo risposta.
“C’è stato un quarto omicidio, ma non ha senso” rispose il detective perplesso.
“Ma non dovevamo avere ancora 24 ore?” domandò il dottore, uscendo dalla cucina.
“A quanto pare ha cambiato i suoi piani. Deve aver avuto paura che io riuscissi ad arrivare a lui prima di finire il suo gioco. Quindi sta facendo in modo di accelerare le sue mosse” disse il consulente investigativo pensieroso “Andiamo, Lestrade ci aspetta!” esclamò infine.

La scena del crimine si presentava decisamente più macabra delle precedenti. La vittima era un ragazzo, o almeno così sembrava dai pochi resti rimasti.
“Da quello che rimane del cadavere, direi che è stato sbranato da un animale feroce. Credo si tratti di un ragazzo. Probabilmente non avrà avuto più di 20 anni, ma non posso dirlo con certezza” analizzò John con attenzione.
Sherlock, intanto, non sembrava interessato alla vittima. Era concentrato sulla frase insanguinata lasciata sul muro: ho osservato un noioso detective.
Appena il dottore e l’ispettore si avvicinarono a lui, si voltò di scatto con una strana espressione compiaciuta.
“Devo ammetterlo, ha un notevole senso dell’umorismo” esclamò Sherlock “…lasciando stare il fatto che mi abbia dato del noioso, avete visto cosa viene fuori facendo lo stesso gioco con le prime lettere?” domandò, aspettando che fossero loro a rispondere.
Ho Osservato Un Noioso Detective… HOUND!” rispose improvvisamente John “…il caso del mastino di Baskerville!” concluse incredulo.
“Ma c’è una cosa che non capisco…” disse Greg “… a che scopo sta facendo questo? Dove vuole arrivare?” domandò confuso.
“E’ ovvio!” disse il detective “Sta giocando con me. Mi fornisce gli indizi, mi da il tempo di capire lo schema e, subito dopo, cambia tutte le regole. Sta cercando di distrarmi o di sviarmi…” rispose Sherlock, riprendendo a guardare la scritta e portandosi le mani congiunte sotto il mento “…questa volta ci ha fornito il quarto avvertimento dopo solo 24 ore. Abbiamo pochissimo tempo prima che ci fornisca il quinto!” esclamò, ridestandosi da quella posizione “…andiamo John, credo di avere una teoria, ma ho bisogno di fare delle ricerche per verificarla!” concluse infine.
Il dottore e il consulente investigativo stavano per andarsene, quando inaspettatamente il telefono dell’ispettore squillò. Entrambi si fermarono incuriositi.
“Lestrade!” rispose Greg “…cosa?! Dove? Ok, arrivo!” chiuse la telefonata con un espressione incredula sul volto.
“Cos’è successo?” domandò John impaziente.
“Una cosa che non vi piacerà. Hanno appena segnalato un cadavere non molto lontano da qui. In Blandford Street” rispose l’ispettore.

Arrivati sul posto, scesero immediatamente dall’auto per verificare cosa fosse successo. Era ciò che temevano. Un’altra teatrale scena del crimine e l’ennesimo messaggio sul muro. La vittima era un uomo di mezza età che indossava una divisa militare da cerimonia.
“Uomo, 50 anni circa, dai gradi presenti sulla divisa si trattava di un capitano delle forze armate. Stranamente indossa la divisa da cerimonia riservata alle serate di Gala. Causa della morte: una coltellata alla schiena all’altezza della cintura” esaminò John, ancora leggermente confuso dagli avvenimenti.
Intanto Sherlock era corso verso l’ennesimo messaggio per lui. Questa volta più che un indizio sembrava una vera e propria presa in giro. Il messaggio diceva: trovami idiota! Anche se, per esperienza, tralasci troppe osservazioni!
Il detective iniziò ad agitarsi e a blaterare cose apparentemente prive di senso. Greg e John si avvicinarono a lui per calmarlo, ma riuscirono solo a renderlo ancora più irrequieto.
“Ma cosa sta facendo?! Cosa diavolo sta facendo!?” esclamò Sherlock furioso, prendendo a calci un cassonetto dell’immondizia “Si sta prendendo gioco di me, dannazione!” continuò, tirando con rabbia un pugno contro il muro.
“Santo cielo, Sherlock! Calmati!” disse il medico, cercando di tranquillizzarlo.
“Calmarmi!? Lo vedi cosa sta facendo? Come faccio a calmarmi?!” rispose il detective, continuando ad urlare e massaggiandosi la mano che aveva appena scontrato contro il muro.
“Ehi ragazzi!” esclamò Lestrade “…se anche qui vale il gioco delle prime lettere, c’è un altro messaggio nascosto” concluse l’ispettore.
Trovami Idiota! Anche Se, Per Esperienza, Tralasci Troppe Osservazioni” lesse John con attenzione “…TI ASPETTO!” esclamò “Sherlock, questa cosa non mi piace!” continuò terrorizzato.
Il consulente investigativo parve illuminato dalla parole del dottore.
“Oh, John! Sei fantastico!” esclamò entusiasta il detective “…stavamo quasi dimenticando la vittima! Un uomo in divisa accoltellato alla schiena: il caso dell’uomo effimero! Ricordi qual’era l’elemento chiave, John? La cintura!” concluse, andando verso il cadavere e slacciandola dalla vita. All’interno vi trovò un biglietto: spero che ormai tu abbia capito dove mi trovo. Vieni da me a mezzanotte, da solo. E come diceva l’ultimo messaggio…Ti Aspetto!.
Il medico e l’ispettore erano spaventati dalla piega che stava prendendo tutta quella situazione. Sherlock, invece, sembrava stranamente eccitato.
“Quindi dove si trova?” chiese Lestrade.
“Non ne ho idea” rispose il detective “…ma, come dicevo prima, ho qualche teoria che devo verificare! Ti avviso appena scopro qualcosa. John, andiamo!” concluse con urgenza.
“Sherlock, mi raccomando, non fare niente di avventato” si raccomandò Greg.
“Tranquillo Gavin, non sono mica un idiota” rispose l’altro con fare teatrale prima di incamminarsi verso casa insieme all’amico.

Tornati a Baker Street, John era decisamente irrequieto.
“Quindi? Quale sarebbe questa tua teoria?” chiese all’improvviso.
“Devo prima verificarla, lasciami lavorare!” lo liquidò il detective, mettendosi davanti al portatile.
Il dottore dovette reprimere la tentazione di tirargli un pugno in faccia e, pazientemente, si accomodò sulla sua poltrona aspettando che l’amico si degnasse di renderlo partecipe.
Sherlock passò tutto il pomeriggio e parte della serata immerso a lavorare freneticamente. Erano circa le 22:00 quando si alzò di scatto, facendo sobbalzare l’amico. “Ci sono!” urlò eccitato.
“Quando ti ricordi di rendermi partecipe, io sono qui!” rispose sarcastico l’altro.
“Hai ragione, John! Dai, per farmi perdonare vado a preparare del tè, così ti spiego tutto e chiamiamo Lestrade!” esclamò il detective in modo stranamente gentile.
“A volte ti prederei a pugni, mentre a volte mi fai rimanere completamente senza parole!” rispose il dottore, decisamente confuso.
Qualche minuto dopo, Sherlock si presentò con due tazze di tè ed uno strano sorriso. John, ancora incredulo dal repentino cambio di umore dell’amico, prese a sorseggiare la bevanda, squadrandolo con fare sospettoso. Dopo qualche sorso, però, il medico iniziò a sentirsi strano e fu allora che tutto gli fu chiaro. Stava per avventarsi contro l’amico, ma le gambe cedettero, la vista si offuscò e cadde addormentato sul pavimento. Il detective lo adagiò con cura sul divano, indossò cappotto e sciarpa, poi lo guardò di nuovo. “Mi dispiace, John…!” sussurrò dolcemente, prima di uscire dall’appartamento.
Sherlock aveva finalmente capito lo schema del gioco. I casi e gli indizi non erano altro che elementi di distrazione. Si accorse che erano i luoghi ad essere importanti. Fino ad ora c’erano stati 5 omicidi in 5 vie ben precise: Bickenhall Street, York Street, Crawford Street, Dorset Street e Blandford Street. Erano tutte strade parallele tra loro con una particolarità: ogni strada incontrava Baker Street sul lato destro, percorrendo la via verso Portman Square. Il resto era ovvio. C’era solo un’altra strada che aveva le stesse caratteristiche delle altre: George Street. Ed era li che stava andando.
Arrivò in quella via e si rese conto che la strada era completamente immersa nel buio. In fondo, poco lontano, c’era una figura che lo aspettava. Non riusciva a distinguerne i lineamenti, ma credeva di sapere chi fosse.
“Sebastian Moran…” esclamò convinto il detective.
“Il famoso Sherlock Holmes. Che onore averla qui!” rispose l’altro, avvicinandosi per mostrare il viso.
“Credevi che non avessi capito che c’eri tu dietro tutto? L’ho sempre sospettato” disse il consulente investigativo con tono altezzoso.
“Io non riderei se fossi al suo posto, signor Holmes! Perché in fondo lei non ha capito un bel niente. Io sono solo una pedina di questo gioco. Erano tutte delle pedine: Moriarty, Magnussen, Janine… In fondo lui aveva ragione, lei sembrerà pure un genio, ma è sempre stato così lento…” affermò tutto con sicurezza.
“Lui chi?” chiese Sherlock, decisamente confuso.
“William…!” lo chiamò una voce alle sue spalle.
Quella voce fece gelare il sangue del detective. C’era solo una persona che lo chiamava così… e quella voce era così familiare. Ma non poteva essere lui. Era in prigione, in una cella di massima sicurezza.
“Ti sono mancato?” aggiunse.
Non fece in tempo a voltarsi che qualcosa lo colpì pesantemente alla testa. Cadde a terra e l’oscurità lo avvolse.







Angolo dell'autrice:
Salve! Ecco il sesto capitolo... o meglio la seconda parte di quello precedente! Come promesso l'ho pubblicato prima possibile. Eccoci qui con il primo vero e proprio colpo di scena. Ebbene si, questo misterioso personaggio era dietro a tutto ciò e a quanto pare era dietro e parecchie altre cose, che naturalmente verranno svelate più in la nella storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Questo Sherlock metà emotivo e metà “se stesso” come vi sembra?
E poi che dire… povero John, avrebbe dovuto capire che non deve mai fidarsi della strana gentilezza del nostro consulente investigativo. Che succederà a Sherlock? E chi sarà lo strano personaggio? Sono le domande a cui risponderò nel prossimo capitolo. Grazie sempre a chi ha recensito e a chi vuole lasciare un commento o un consiglio. Alla prossima ;)

PS: Le strade che ho preso in cosiderazione le ho prese esattamente dalla cartina di Londra. Se andate a cercare, vi renderete conto di come siano tutte e 6 parallele e come incrocino tutte con Baker Street.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Marilia__88