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Autore: Sharazad_90_    10/02/2016    2 recensioni
E se Sir Thomas Sharpe si fosse miracolosamente salvato dalla follia omicida della sorella?
"A tutti, anche alle anime più dannate, è sempre data la possibilità di redimersi."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edith Cushing, Thomas Sharpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La soffitta dove Thomas l'aveva condotta era piccola e polverosa, ma ad Edith, proprio per questo, sembrava perfetta. Si sentiva felice, anche se per molto tempo aveva creduto che non lo sarebbe mai più potuta essere nella vita. Thomas si era tramutato in un marito perfetto. Un marito che non le faceva mancare mai niente e che la riempiva di attenzioni. Eppure… Era proprio quell' “eppure” a tormentare la donna. Pensava, con tutto il suo essere, di averlo finalmente perdonato ma, quando lui la stringeva a se, quando la amava o le esprimeva a parole tutto il suo amore, non poteva fare a meno di pensare che prima era stato di un'altra. E che quell'altra era la sua propria sorella. Questo pensiero continuava a tormentarla ma, nonostante ciò ,quando il baronetto era stato sul punto di di andarsene, aveva avuto l'istinto di fermarlo, ben sapendo che non sarebbe mai riuscita a vivere senza di lui. “Sento che esiste un forte legame fra il tuo cuore e il mio”. Questa frase il marito gliel'aveva detta ormai tanto tempo prima, ma ad Edith tornava spesso in mente, soprattutto quando, durante le lunghe e fredde notti parigine, si ritrovava a contemplare i bei lineamenti dell' uomo che dormiva accanto a lei resi distesi dal sonno. Come voleva credere che davvero il suo cambiamento fosse sincero e come avrebbe voluto abbandonarsi tra le sue braccia senza dubbi o incertezze. Una volta era stata anche sul punto di confessarglielo. Di confessargli che nonostante tutto quello che lui le aveva fatto, lei continuava ad amarlo. Era stato su quel ponte in cui erano soliti passeggiare la sera sul tardi dopo aver consumato una rapida cena in un piccolo bistrot che dava sul lungo Senna. Quando si fermarono per ammirare le stelle, improvvisamente Thomas, afferrandola per la vita, l'aveva ringraziata per tutti quei momenti che passavano insieme e per la nuova vita che gli aveva regalato e lei si era sentita sciogliere di fronte alla dolcezza e all'intensità del suo sguardo. Ma fu un attimo, perché poi le parole le morirono in gola, prima che lei riuscisse a pronunciarle. Dopo quella notte la donna però notò sul volto del baronetto un non so che di malinconico e triste. Era certa che il marito soffrisse, che avesse ben intuito la sua confusione, ma che non sapesse come porvi rimedio. -Basta Edith!- si disse ad un tratto, interrompendo quel flusso confuso di pensieri. -Tu lo ami e lui è vivo! E' questo quello che conta realmente!- , continuò guardando il proprio riflesso nel pallido specchio del suo comò. -Devo confessargli che lo amo! Solo così potremmo essere realmente felici e lasciarci Crimson Peak alle spalle una volta per tutte!- . Proprio in quel momento bussarono alla porta. -Finalmente Thomas è tornato!- pensò la fanciulla precipitandosi verso la porta d'ingresso. -E finalmente conoscerà i miei veri sentimenti!- . Ma non era stato Thomas a bussare. Quando aprì la porta Edith non potè credere ai propri occhi. Alan, il suo vecchio amico d'infanzia, era lì in piedi d'avanti a lei. -Alan!- esclamò la fanciulla incredula. -Tu qui!- . L'uomo la squadrò stupito prima di rispondere. -Ti trovo bene Edith!- disse solamente avvicinandosi a lei per darle un bacio in segno di saluto, ma la sua voce tradiva lo stupore. -Posso entrare?- -Certo!- rispose lei scostandosi per lasciarlo passare. -Posso offrirti qualcosa?- continuò appena il medico si fu accomodato. -Un caffè grazie- rispose l'uomo seguendo ogni suo movimento. Edith sorrise e mettendosi subito all'opera, riempì la caffettiera poggiandola sulla stufa accesa. -Perchè vivete in tali ristrettezze Edith?- chiese lui dopo aver osservato la umile e piccola soffitta. -Siamo noi che lo vogliamo Alan. Siamo felici così- rispose la ragazza con un mezzo sorriso. Il medico la guardò dubbioso. -Felici? Dopo tutto quello che ti ha fatto?- . Edith sgranò gli occhi e aprì la bocca per replicare, ma Alan non le diede il tempo. -Non cercare di giustificarlo Edith!- le urlò quasi contro. -E' un mostro e non capisco perché ti ostini a difenderlo!- . Edith lo guardava ammutolita, non trovando parole per fermarlo. -Già una volta ti dissi che era possibile annullare il matrimonio, ma tu non hai voluto! Ora sono qui per ribadirtelo! Perchè vuoi continuare a legare la tua vita a quella di quel mostro?- . In tutto quel trambusto nessuno dei due notò il rumore di passi nelle scale. Sir Thomas era tornato e ora ascoltava tutta quella discussione con una mano poggiata sulla maniglia della porta d'ingresso e un'espressione indecifrabile sul bel volto pallido. Le accuse del dottore non lo ferirono minimamente. Sapeva che con quelle parole intrise di veleno l'uomo stava dicendo solo la verità. A ferirlo fu il silenzio della moglie. Perchè non diceva niente? Perchè si ostinava a rimanere in silenzio? -Edith vieni via con me!- le parole di Alan avevano il sapore dolciastro di una supplica di un uomo ancora innamorato e Sir Thomas, con il cuore lacerato e non riuscendo a sopportare ancora, si voltò e andò via, non aspettando di udire la risposta di lei. -Io lo amo Alan!- La risposta di Edith arrivò chiara e inaspettata, lasciando il medico sbigottito. -Lo amo e l'ho sempre amato! Ho fatto male a non dirglielo prima!- . -Tu non puoi amare un uomo così!- le urlò contro Alan. -Un uomo che non ti ha mai amata e che ti ha solo usata! Sicuramente lo sta facendo anche ora!- . -No Alan!- la voce di Edith non ammetteva repliche. -Tu non lo conosci. Thomas è diverso. E' cambiato. Lui non è mai stato un mostro. Era stata Lucille a tramutarlo in qualcosa che lui non era!- . -Tienitelo stretto allora il tuo povero marito redento! Spero solo che non te ne pentirai un giorno!- le gridò allora l'uomo di rimando e sbattendo la parta uscì dall'abitazione. Edith udì il rumore dei suoi passi nelle scale, ma non tentò in alcun modo di fermarlo. Sapeva che, anche se Alan aveva alzato i toni, era venuto a cercarla solo perché era preoccupato per lei e non per secondi fini. Quella conversazione inoltre aveva portato in lei un'ulteriore chiarezza. Ormai era sicura di amare Thomas. Era stata solo una sciocca a non accorgersene prima. E sedendosi presso la finestrella che si affacciava sulla piazzetta di Montmartre rise nel costatare che aveva appena iniziato a nevicare.
  
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