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Autore: agatha    10/02/2016    1 recensioni
Maria De Luca non ha avuto una vita facile e deve fare i conti con un fantasma del passato, con dei sensi di colpa che non l'abbandonano mai. Una sera incontra uno sconosciuto in un bar e da quel momento niente sarà più come prima. Sempre un AU ispirata a Roswell.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Maria si svegliò la mattina sentendosi un peso sul cuore. Non era servito a niente lavorare fino a tardi il giorno prima per andare a dormire distrutta, non era quasi riuscita a riposare e il giorno era arrivato troppo presto.
Non se la sentiva di uscire e non potè fare altro che spostarsi da una stanza all’altra incapace di leggere un libro o guardare un film per più di cinque minuti. Ad un certo punto si sentì quasi soffocare. I muri e il soffitto le davano l’impressione di essere chiusa in una gabbia.
Doveva uscire fuori, respirare una boccata d’aria fresca. Prese la borsa e uscì senza una meta precisa.
 
Camminava ormai da un po’, si era resa conto di aver perso la cognizione del tempo. Vide l’insegna luminosa di un pub, Williamson’s, e decise, impulsivamente, di entrare e mangiare un panino. Non si sentiva ancora in grado di rientrare a casa. Spinse la porta e si accorse che c’erano pochi clienti. I tavolini erano rotondi, in legno come le sedie.
Tutto sommato l’atmosfera le piaceva.
Andò a sedersi lontano, in un angolo in modo da rimanere parzialmente nascosta alla vista di chi entrava dirigendosi direttamente al bancone. Non voleva correre il rischio di incontrare qualcuno che la conosceva. Quella era la sua giornata della memoria e non desiderava sentire le solite parole di circostanza.
“Quanto mi dispiace”
“Ma ormai sono passati tanti anni, quanti di preciso?”
“Chi l’avrebbe mai detto”
Queste erano alcune delle espressioni che più la facevano irritare. Persone che magari l’avevano conosciuta solo di sfuggita, oppure vista semplicemente in foto, che esprimevano giudizi sul suo carattere, sul perché tutto si era concluso in quel modo. Lei odiava dover ascoltare queste frasi, sentiva crescerle dentro una rabbia e avrebbe voluto urlare a tutti di lasciarla in pace
 
Stava ancora rimuginando su questi pensieri quando la figura del cameriere che si avvicinava a lei con un bicchiere di vino riuscì a distrarla.
“Io non ho ordinato niente”
“Lo so signorina, ma quel signore laggiù ha chiesto espressamente di portarglielo”
Maria seguì con lo sguardo il tavolo indicato da lui e notò un ragazzo solo, seduto a mangiarsi una bistecca che le fece un cenno con il bicchiere come a voler brindare. Lei rimase impassibile evitando di rispondergli.
"Che sfacciato"
Le era già capitato, quando faceva la modella, di essere abbordata dagli sconosciuti, la cosa non aveva mai mancato di irritarla perché erano uomini che pensavano bastasse un piccolo omaggio per far sì che lei fosse a loro completa disposizione. Oggi poi non era proprio il momento giusto.
"Adesso ti rimetto io al tuo posto"
“Dica a quel signore che ho già ordinato da bere e che non ho bisogno di nessun regalo” affermò decisa.
La faccia del cameriere rivelò tutto il suo stupore avvertendo il tono duro nella sua voce.
“Certamente”
Maria era compiaciuta di come aveva liquidato la faccenda, poi un’idea si affacciò nella sua mente.
“Aspetti un attimo”
Il cameriere ritornò davanti a lei e attese.
“Ho cambiato idea. Riferisca a quel signore che accetto il suo dono solamente se verrà qui a brindare con me”
“Certamente signorina”
Sorrise immaginando che lui l’aveva ormai classificata tra le persone eternamente indecise. Non che le importasse qualcosa e poi aveva un piano preciso in mente. Osservò il cameriere dirigersi verso quel ragazzo e chinarsi per comunicargli il suo messaggio. Vide alternarsi le espressioni sul suo viso, prima lo stupore per il suo invito, poi il compiacimento e infine la determinazione ad accettare questa sua sfacciata richiesta. Alzò lo sguardo verso di lei che gli sorrise in risposta, invitandolo a raggiungerla solo con gli occhi.
 
Lui rimase sorpreso quando il cameriere tornò da lui riferendogli le sue parole.
Era seduto da un quarto d’ora a mangiare tranquillamente quando l’aveva vista entrare. Qualcosa nel suo sguardo l’aveva colpito, i suoi occhi erano tristi e spenti. Aveva ripreso a mangiare godendosi la tranquillità di quel locale. Purtroppo erano rare le occasioni in cui riusciva a ritagliarsi del tempo solo per sé, sedersi ad un tavolo e ordinare qualcosa di semplice da mangiare nella più completa solitudine. Mentre beveva un sorso di vino aveva incrociato, per un attimo, lo sguardo di quella ragazza e aveva avvertito l’impulso di fare qualcosa per lei.
Per questo motivo aveva chiamato il cameriere spiegandogli che intendeva offrire un bicchiere di vino alla bionda sconosciuta. Per una volta tanto non aveva nessun secondo fine, non voleva conoscerla né provarci con lei. Voleva solo fare un gesto gentile.
Tutto qui.
Questo invito l’aveva spiazzato, non le era sembrata proprio una ragazza che si propone così ad uno sconosciuto, non sarebbe rimasto sorpresa se l’avesse mandato al diavolo e rifiutato il suo regalo. Per un secondo si chiese se non fosse il caso di non accettare, anzi era quasi deciso a declinare l’invito quando, alzando lo sguardo verso di lei, incrociò ancora una volta i suoi occhi. C’era una luce nuova adesso, l’espressione era sempre malinconica ma qualcosa era cambiato.
Incuriosito decise di accettare il suo invito, poi se ne sarebbe tornato a casa dimenticando quell’episodio.
 
Maria osservò i suoi movimenti. Si era domandata se non era stata troppo sfacciata e pensò, per un attimo, che lui l’avrebbe ringraziata per l’invito e poi se ne sarebbe andato per la sua strada adducendo una scusa. Invece lo vide incrociare le posate nel piatto vuoto e afferrare il bicchiere che aveva davanti., alzarsi e aggirare le sedie vuote per giungere fino a lei.
“Posso sedermi?”
“Certo”
“La ringrazio dell’invito ma non era questo il mio scopo”
“Era il minimo che potessi fare dopo il suo gentile omaggio”
Maria era rimasta piacevolmente colpita dalla sua voce calda, leggermente roca.
“A cosa vogliamo brindare?”
Lo sconosciuto aveva alzato il bicchiere verso di lei.
“Direi a noi due, al nostro incontro”
Lei aveva modulato la voce in modo che suonasse più bassa, più seducente. Aveva sempre odiato l’atteggiamento di quelle donne che si comportano da gatte morte solo per intrappolare un uomo ma questa sera il suo scopo era proprio quello e ogni arma per riuscirci era lecita.
“Vogliamo presentarci?”
“Uno sconosciuto gentile. Perlomeno non ha cominciato ad elencare il suo nome e la sua professione per fare colpo” pensò lei cinicamente.
“Preferirei di no. Mi intriga di più se celiamo la nostra identità”
Si chiese se non stesse esagerando, quell’uomo poteva anche spaventarsi e tirarsi indietro con una scusa qualsiasi.
“Non ho mai incontrato una donna come te”
Lui la guardava ipnotizzato, i suoi occhi verdi lo fissavano direttamente.
“Allora questa è la tua serata fortunata”
Finirono di bere il vino e guardando l’ora Maria si rivolse a lui.
“La notte è ancora giovane, hai degli impegni?”
“No, questa sera sono completamente libero”
Si alzarono per andare alla cassa a pagare. Lui si offrì di saldare entrambi i conti.
“Non è il caso grazie”
Maria si sentiva già in colpa per il fatto di usarlo che non poteva permettergli di pagare anche la cena. Uscirono e presero a camminare per le vie osservando le vetrine. Lei infilò un braccio nel suo che aveva messo la mano nella tasca dei pantaloni.
 
Lui intanto stava riflettendo sulla situazione in cui si era cacciato.
Neanche mezz’ora prima era seduto da solo e il suo obiettivo era di passare una tranquilla cenetta e poi voleva andare a casa a guardarsi la televisione comodamente sdraiato sul suo divano. Senza nessuna distrazione femminile, dopo la storia con Courtney aveva imparato che le relazioni stabili erano troppo complicate e, soprattutto, a lui piaceva essere libero senza legami.
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato rimorchiato da una stupenda bionda che non voleva sapere neanche il suo nome?
Non poteva negare di essere intrigato da questa situazione, lei era veramente bella ma non era il suo viso che l’aveva colpito, il brivido che gli era passato lungo la schiena era dovuto a qualcosa di più, come se lei avesse emanato delle strane vibrazioni che erano riuscite a toccarlo nel profondo.
Per questo aveva accettato incuriosito dalle emozioni che riusciva a provare accanto a lei.
Non era sicuro su come doveva comportarsi, lei sembrava più che disponibile ma, nonostante la sua fama di rubacuori, non era abituato ad essere una preda, lui preferiva cacciare. Però, per una volta, poteva provare quest’inversione dei ruoli.
“Dove vogliamo andare?”
Maria temeva e aspettava questa domanda. Non era molto sicura della decisione che aveva preso ma ormai non poteva più tirarsi indietro e comunque una parte di lei voleva arrivare fino in fondo, per esorcizzare i fantasmi che l’avrebbero assaliti se fosse rimasta da sola.
“Mi piace camminare ma mi è venuta un po’ di sete”
“Vuoi fermarti a bere qualcosa da qualche parte?”
“Preferirei un posto più tranquillo”
Lei aveva lanciato la proposta e ora stava a lui accettarla. La mente gli diceva di far finta di niente, portarla in un bar e scrollarsi di dosso quella strana ragazza, ma l’istinto gli suggeriva di accettare, di vedere fin dove lei si sarebbe spinta e seguirla fino in fondo. Le parole gli uscirono di bocca senza che se ne fosse quasi accorto.
“Il mio appartamento non è molto lontano. Ti sembra abbastanza tranquillo come posto?”
Lei alzò gli occhi verso di lui regalandogli un sorriso.
“Non potevi suggerire un luogo migliore”
“Allora prendiamo un taxi, così arriviamo prima”
“Certo”
Arrivati davanti al portone lui tirò fuori dalla tasca dei pantaloni le chiavi e aprì facendola passare per prima. Schiacciò il tasto n. 5 dell’ascensore.
 
Si accorse di avere le dita che tremavano leggermente mentre apriva la porta di casa sua per completare il viaggio verso l’ignoto cominciato un’ora prima, quando aveva deciso di offrire da bere ad una bella sconosciuta con gli occhi tristi.
  
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