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Autore: alida    21/03/2009    3 recensioni
Harry stava in piedi con lo sguardo fisso nel vuoto. Due occhi verdi troppo vuoti per Piton che li sentì come un pugno nello stomaco. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro. Buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Era convinzione di Silente che i problemi si dovessero affrontare dal più semplice al più complesso per cui si occupò innanzitutto dei vestiti di Harry, delle scarpe e anche della biancheria. Il bambino non aveva portato niente con sé! Comprò giocattoli e libri, fissò con Madama Chips tutte le visite mediche opportune, arredò una stanza e poi la sera chiamò nel suo ufficio Minerva e Severus.

“Ho cercato di risolvere le necessità primarie di Harry, adesso ha tutto ciò di cui ha bisogno per avere un minimo di tranquillità. Risolti questi piccoli fastidi, possiamo dedicarci alla sua istruzione”disse il preside.

“Ammirevole da parte tua, Albus, risolvere questi piccoli fastidi dopo che per dieci anni lo hai lasciato in quella casa dove gli insegnavano che non valesse niente!” lo attaccò Severus.

“Avrei voluto agire prima ma la protezione che quella casa dava a Harry era troppo importante”.

“ Albus,  io credo che il bambino avrebbe avuto una maggiore sicurezza presso una famiglia del mondo magico, considerato come è arrivato a noi!” disse Minerva.

“Il mio compito era difenderlo da Voldemort e dai Mangiamorte ancora fedeli all’Oscuro Signore. Non ho avuto altra scelta, adesso che la protezione della famiglia non è più determinante l’ho portato via. Di più non ho potuto fare” affermò Silente.

“In ogni caso Harry non può imparare le arti magiche se prima non acquisisce un po’ di rispetto verso la propria persona. Deve imparare che anche lui ha una dignità!” replicò Minerva “Avete visto anche voi come è apatico rispetto a ciò che lo circonda. Non reagisce in alcun modo!”.

“Condivido la tua opinione, Minerva, ma credo che Harry potrebbe rispettarsi di più se capisse il suo valore prima di mago e poi di  individuo,perchè a quanto pare che la sua individualità è stata annullata. Perciò occorre agire contemporaneamente sull’istruzione e sulla personalità!”.

“E’ vergognoso! Agire sulla personalità di un altro essere umano, modellarlo a nostro piacimento!” disse la donna.

“Non si tratta di questo” intervenne Severus “ Dobbiamo permettere al bambino di esprimere se stesso dimostrandogli che ha molto da offrirci e mostrandoci interessati a ciò che fa! Una volta che ha acquisito consapevolezza delle sue capacità potremmo fargli delle osservazioni, far notare lui alcuni limiti in ciò che ha fatto di modo che possa crescere pienamente!”.

“Mi chiedo se noi possiamo dargli questo aiuto!” disse Minerva.

“Mi sembra molto difficile” affermò con sincerità il professore di pozioni.

“Perché no?” domandò Silente “Forse che Madama Chips non è all’altezza del suo compito? Non mi pare! Oppure mi state dicendo che voi non siete disposti ad aiutare il bambino?”.

“Oh Albus, ma certo che vogliamo aiutarlo!” disse scandalizzata Minerva.

“Io posso aiutare te in qualsiasi cosa” disse Severus “ Ma non so se sarò in grado di aiutare lui! Io so di ciò che stiamo parlando e ci sono situazioni che richiedono molto tempo prima di riuscire a dare risultati!”.

“Vorrà dire che avremo la pazienza di aspettare. Del resto se dici di sapere di cosa stai parlando forse sei tu la persona più adatta ad aiutare Harry. E a proposito, dove si trova ora?” domandò Silente.

“Stamattina lo abbiamo lasciato con Madama Chips e suppongo sia ancora con lei”.

“Benissimo! La sua camera è comunicante con l’infermeria. Inoltre dispone di un bagno personale, bisognerà che qualcuno glieli mostri. Io ho un impegno urgente e dovrò assentarmi  qualche ora, Minerva se te la senti…” disse il preside.

“No, Albus, mi dispiace  deluderti ma ho tre Grifondoro in punizione per due ore a partire dalle sette, cioè fra dieci minuti” rispose la McGranitt e rivolgendosi a Piton disse: “Non resti che tu, mio caro”.

Piton era livido in volto: “Avete vinto una battaglia!” affermò andando via senza sentire Silente che concludeva: “Ma la guerra dovrai vincerla tu!”.

Minerva guardò Silente negli occhi e disse: “Non è un compito semplice!”.

“No” concordò Albus “Soprattutto per la parte che lo riguarda personalmente, soprattutto per quella!”.

Quando Piton entrò in infermeria, incrociò Poppy che a voce bassa gli disse: “C’è molto da fare!”. Harry era seduto per terra, in un angolo, con le ginocchia piegate verso il petto e le braccia che circondavano le gambe. Come Piton lo vide, ebbe un flash.

Severus! Quante volte ti ho detto che devi stare attento e non ti devi sporcare i pantaloni mangiando! Tutte le volte la stessa storia! Mettiti lì, per terra. E non provare a sederti su una sedia o sul divano! Sei sporco e la sporcizia va per terra!

-Signor Potter, perché è seduto per terra?” domandò Severus irritato dal ricordo.

Harry si alzò subito dal pavimento e non rispose.

“E’ buona educazione rispondere quando ci viene rivolta una domanda, signor Potter!”.

Il bambino era in piedi, rigido e con lo sguardo fisso nel vuoto ed evitando la domanda rispose: “Mi scusi signore, non lo farò più!”.

Severus si era reso conto che la sua domanda non era stata soddisfatta ma lasciò correre e disse: “Benissimo! Mi segua devo mostrarle le sue stanze!”.

Harry, seppur con tanta incertezza, lo seguì e quando entrò nella camera guardò con attenzione l’arredo: un letto a baldacchino, un comodino, un grande armadio, una sedia, un’ampia scrivania, una libreria e delle mensole ai muri.

“E’ di suo gradimento” chiese Piton.           

“Si, signore. E’ di mio gradimento” ripetè Harry meccanicamente.

Severus aveva cinque anni quando Tobias gli regalò una macchina dei pompieri con la sirena. “Ti piace?” gli chiese il padre. “Non proprio però graz..” uno schiaffo lo raggiunse in pieno viso facendogli perdere l’equilibrio e buttandolo a terra. “Lavoro tanto per che cosa? Per sentire le tue lagne? Se ti chiedo se qualcosa che ti compro ti piace, devi dire –Si, papà. Mi piace- Hai capito?-. Severus con le lacrime agli occhi ripetè: “Si, papà. Mi piace”.

Severus socchiuse gli occhi e poi aggiunse: “Harry, se non è di tuo gradimento lo puoi dire, non tutti abbiamo gli stessi gusti. Qual è il colore che preferisci?”.

Era una domanda semplice per chiunque ma non per Harry. Era una domanda aperta che non suggeriva nessuna risposta. Se gli avesse chiesto “Ti piace il rosso?” allora avrebbe potuto rispondere “Si, signore. Mi piace il rosso!” invece gli aveva chiesto quale fosse il suo colore preferito e il bambino non sapeva cosa rispondere perché era sicuro di sbagliare risposta.

Harry prese fiato e rispose: “Il giallo, signore”

Severus lo guardò e replicò: “Il giallo?”.

Harry indietreggiò: “No, signore. Mi scusi, volevo dire il verde”.

Il professore si accorse che il bambino si stava agitando e fece un passo verso di lui per calmarlo ma Harry corse fino ad un angolo e proteggendosi il volto con le braccia magre disse: “No, signore. Per favore, no! Forse è il viola! O forse no, forse è il nero!” .

“Harry, calmati per favore”. Ma il bambino continuava ad elencare tutti i colori che gli venivano in mente. Allora Severus si sedette sul pavimento accanto al piccolo e accarezzandogli la testa disse: C’è solo un colore che va bene: quello che piace a te”.

Harry sentì la mano del professore sulla sua testa e pur provando paura, gli piacque. Spostò le mani dal viso, guardò Piton e, pensando di essere molto coraggioso, ripetè a cantilena: “Quello che piace a me, quello che piace a me”.

Quando il bambino si fu calmato, Severus lo aiuto a sollevarsi dal pavimento e dopo avergli dato la buonanotte uscì dalla stanza e andò nei suoi alloggi.

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Ciao a tutti. Grazie a tutti quelli che stanno leggendo, recensendo e inserendo la ff tra i preferiti. La storia avrà come elemento principale il rapporto tra Sev e Harry e  Sev e il suo passato ma il tutto sarà inserito in un quadro più ampio, ci sarà anche un po' d'azione! Non è mai semplice andare avanti!

A domani, Alida

  
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