Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: NightWatcher96    11/02/2016    3 recensioni
T-Cest: LxR / DxM
Shredder è interessato a un pietra del tutto particolare che si trova in un antico tempio nella più remota Amazzonia. Stanco dei continui fallimenti dei suoi scagnozzi, si affida a un cacciatore di taglie che fa anche il lavoro sporco, chiamato Raphael. Tuttavia, quello che Saki non sa è che l'FBI lo spia, con il suo brillante leader Leonardo che segue il nuovo seguace del nemico. In una missione che ingaggia anche il medico Donatello che si spinge in Amazzonia per prendere piante medicinali che possono curare suo padre Splinter senza avvalersi del denaro scarso, affronteranno un'avventura che accenderà passione e lotte anche con il misterioso Furia Nera, detto Michelangelo, custode del tempio dell'antica pietra...
Include la serie 2003/2006/2012!
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
N/A Questo capitolo era leggermente più lungo ma ho preferito tagliarlo, oltre che rileggerlo e migliorarlo. Ecco qui, intanto, bello e pronto da leggere! Enjoy!



Raphael accettò un bicchiere di wisky da una hostess bionda. Era in un lussuoso jet, della Saki Corp e fra tre ore sarebbe giunto in Amazzonia. Fuori dall’oblò che aveva preferito vicino al suo viso cupo c’era un mare bruno e ammaliante allo stesso tempo e un mare cotonato blu pastello.
Ero uno spettacolo magnifico e accendeva lo spirito selvaggio custodito nell’anima.
Il liquido forte dondolava piano al movimento sicuro della sua mano destra, rispecchiava i suoi occhi dorati, confortava un po’ in un certo senso.
"Certo che avere i bigliettoni che ti escono dappertutto fa proprio comodo!” commentò, dopo un sorso. "E se non ci fosse questo mare di nuvole, si godrebbe un'ottima visuale".    
Raphael sbadigliò senza preoccuparsi di coprirsi la bocca, poi si abbassò il cappello sul viso e agganciando le mani dietro la nuca si mise comodamente. Lentamente, il ghigno che aveva sulle labbra mutò in un'espressione pensierosa. 
Il pensiero volò immancabilmente su Saki. Indubbiamente gli era parso strano che un riccone come Saki lo avesse chiamato per un cimelio insignificante da prendere e che gli avesse offerto così tanti verdoni.
-Non mi dispiace un bel gruzzolo!- pensò la tartaruga.
"Signore" chiamò all’improvviso la stessa hostess precedente.
Raph si rimise il cappello sulla testa e rispose: "Sì, pupa?".
"La informiamo che la sua meta sarà raggiunta in poco più che quarantacinque minuti" rispose arrossendo.
Il rosso fissò il suo grosso seno chiuso in una camicetta bianca, completata da un gilet e gonna blu fino al ginocchio, seguiti da scarpe nere con tacco. Era molto carina con quegli occhi castani ma non era il suo tipo.
"Mi era stato detto che ci sarebbero volute tre ore" replicò Raph, perplesso.
"Il nostro jet può viaggiare molto più veloce rispetto a quelli convenzionali".
Raphael annuì, inghiottì la rimanenza dell’aperitivo e porse il bicchiere alla donna che svanì nella cabina del pilota. Di nuovo da solo, al focoso non rimaneva che farsi una buona dormitina ed essere completamente carico alla meta finale...

"No! Pietà!" implorò JammerHead, bloccato da uno stivale sul suo stomaco.
La sua borsa piena di alcuni chip di ultima generazione di un'industria molto importante giaceva sul marciapiede di un vicolo cieco. Il guerriero mercenario chiamato Raphael ghignava, soddisfatto di vedere una simile paura per la pistola vicino alla sua tempia.
"Tu l'hai avuta per quel bambino? Non credo proprio!" ringhiò Raphael, aumentando la pressione sulla pancia. “Non hai esitato a colpire quel bambino per toglierti di torno la folla!".
JammerHead tremava semplicemente come risposta. Era vero, per sfuggire alle guardie armate di quell'edificio della Saki Corp si era servito della sua pistola per lasciar partire un colpo e ferire un povero bambino di cinque anni, colpevole di raccogliere il suo orsacchiotto caduto, proprio sulla sua traiettoria. C'erano troppe persone e l'unico modo per sbarazzarsi dell'attenzione su di lui era stato lo sparo. Le urla della madre del piccolino non gli fecero né caldo né freddo.
"Razza di bastardo schifoso! E' qui che hai colpito il bambino, no?" tuonò Raph, facendogli correre la pistola alla spalla. “Che ne dici di assaggiare la tua stessa moneta?".
"Pietà!".
Raphael sputò sull'asfalto e si voltò verso sinistra quando le sirene della polizia erano ormai vicine. Ghignò ampiamente, si alzò, si trascinò l'uomo con il mantello azzurro e una tuta viola scuro e con forza bruta lo sbatté contro il muro di un edificio, bloccandolo con i Sai ai polsi.
Raccolse la borsa e ne controllò il contenuto.
"E' a questo che miravi? Potevi scegliere di meglio?" chiese atono.
"Tu non capisci! Questi chip sono inediti!" inveì la voce stridula di JammerHead.
"Così tu li venderesti sul mercato locale?" ghignò Raph.
"Ho i miei metodi!".
Raph s'infilò le mani nelle tasche profonde e si avvicinò al brutto viso pallido dell'uomo: "Grazie per la tua confessione" ghigno, mostrandogli un registratore a cassette.
"COSA?!".
JammerHead era stato incastrato. Le giubbe blu scesero dalle loro bianche auto e ammanettarono l'uomo dopo che Raph si riprese i Sai. 
"Grazie del tuo lavoro, Raphael. Ecco il tuo compenso, ragazzo!" ringraziò uno dei poliziotti, mentre un altro gli consegnò una valigetta nera di pelle.
Raphael intascò il malloppo e fece per andarsene quando dal nulla comparvero quattro ninja vestiti con nere uniformi e rossi mantelli sfilacciati alla fine, con dei larghi cappelli e armi diverse. Sembravano ninja e possedevano un simbolo sulla fibbia della cintura che indossavano alla vita. Era un piede rosso a tre punte.
"Il Maestro è ansioso di offrirti un lavoro" cominciò uno.
"Che tipo di lavoro?".
"Vieni con noi"...


"Signor Miyamoto?".
Il rosso si svegliò un po' di soprassalto, alzando il cappello con il pollice. La bionda hostess gli era vicino, cordiale e solare come in precedenza. Ma cos’era un deja-vu? O aveva fatto colpo sulla donna?
"Il suo viaggio è terminato. E' appena giunto in Amazzonia" continuò. "Spero che abbia trovato la nostra compagnia di suo gradimento".
"Direi... sublime" commentò il rosso, stiracchiandosi alla meglio.
Si alzò e attraversò il corpo dell'aereo, scendendo la scaletta per poi prendere una jeep guidata da un uomo di colore con addosso un'uniforme beige, con cappello, cinturone e stivali verde militare. Lasciando lo spiazzale erboso che funse praticamente da parcheggio, presto s'inoltrarono nei fitti sentieri della vegetazione più selvaggia.
"Donde ir, amigos?" chiese il tizio.
"Dove cazzo vuoi tu" rispose Raphael.
"Ah, bien! Amazzonia es grande para ti" rispose ancora l'uomo spagnolo, che sapeva di questa grande radura naturale parecchio.
Raph sollevò un sopracciglio: "Lasciami pure qui, va bene?".
"Bien!" e con una brusca frenata la gialla jeep si fermò all'istante, causando un leggero sbalzo al focoso, che saltò fuori con un salto agile: "Yo, amigo! Hasta la vista!".
Raph gli mise in mano alcune monete che aveva con sé e infilandosi le mani nelle tasche si guardò intorno: gli alberi s'intrecciavano fittamente, causando una leggera ombra che non guastava, considerando che il sole delle undici e trenta scottava non poco. Si tolse quindi la giacca e la piegò accuratamente, mettendosela nello zaino nero che portava su una sola spalla. 
"Molto meglio così" commentò.
I suoi muscoli smeraldo spiccavano nel verde che lo seguiva passo passo, il sudore brillava sulla sua pelle muscolosa, donandogli un aspetto ancora più macho di quanto non fosse già e con tutte le catenine, beh... chiunque femmina in calore avrebbe sbavato per un fisico tanto palestrato, muscoloso, alto e slanciato.
Mentre camminava con nonchalance, udì un leggero fruscio innaturale nella vegetazione che lo accerchiava ad anello anche alle spalle. Si fermò, modificando il sorrisetto in un'espressione attenta e le sue mani volarono sui manici dei Sai che teneva infilati nella cintura. Non c'era vento. Molto probabilmente, lo stava osservando.
Eppure un movimento alle sue spalle lo costrinse nuovamente a ghignare. Un fiato caldo si abbatté contro il suo viso e una katana comparve puntata trasversalmente alla gola. 
"Sei una guida turistica del luogo? Ed è così che trattate noi turisti?" commentò Raph, divertito.
Non una risposta.
" Di un po'... chi ti manda?” chiese ancora il rosso, ora freddo e serio.
"Le domande le faccio io" rispose l'altro, mostrandosi nel suo aderente vestito corvino. "Raphael Miyamoto. Ventiquattro anni. Cacciatore di taglie".
Lo sguardo del focoso squadrò il corpo tonico e perfetto dell'altra tartaruga che gli era dinanzi senza profferire nulla. Leonardo invece era freddo, impavido e soprattutto intenzionato a carpire intenzioni.
"Non sapevo di essere così famoso" ghignò il rosso.
Leo non si scompose.
"Con chi ho l'onore di parlare?" seguitò Raphael, mentre si accendeva una sigaretta e gli sbuffava un anello di fumo sul viso.
"Il mio nome è Leonardo".
“Ah, interessante. Non sono l’unico ad avere un nome italianizzato e rinascimentale!” sogghignò, spostandosi dolcemente la katana dal suo viso.
 Leonardo era totalmente sconcertato. La sua espressione fra seria e corrucciata risaltava i suoi bellissimi occhi scuri, profondi come la terra che inghiottiva senza pietà.
-Pensavo che l’FBI avesse dei cessi come agenti… ma questo fa eccezione!- pensò Raphael, aggiustandosi meglio il cappello intento a squadrare il corpo dell’altro.
Era tonico, agile, nero come un corvo, astuto come un'aquila. Non aveva mai visto tipi così.
“Non ho mai visto tartarughe come me. Né sentito nomi inusuali come il mio e il tuo e con questo penso che iniziamo già con il piede giusto. A quanto pare, abbiamo qualcosa in comune" spiegò Raph.
L'azzurro lo fissò indispettito e rinfoderò la katana, mettendosi a braccia conserte.
“Sono qui per arrestarti!”.
“Con quali prove?” sbuffò Raph, meno divertito.
"Cos'è che Saki vuole da te?".
"Cosa te ne importa?" ringhiò freddamente il rosso, spezzando la sigaretta. "Non pretenderai mica che risponda alle domande di uno sconosciuto, vero?!".
Leonardo sapeva che non aveva tutti i torti, ma doveva scoprire per avere informazioni utili nella sua missione. Si mise a guardare Raphael che si era voltato vero un grosso appiglio di un'alta parete rocciosa, ricoperta di muschio, dove una strana ombra si muoveva.
"L'Amazzonia è la nuova meta turistica di tutti quanti?" commentò il rosso, fissandolo.
"Non ne ho idea".
"Pensi che ci stiano spiando, Man in Black?".
Leonardo strinse gli occhi, offeso: "Ti ripeto che il mio nome è Leonardo e se vuoi ti faccio anche uno spelling".
"Non ne ho bisogno, celestino".
Leonardo sbuffò, fissando la fitta vegetazione, ma un piccolo sorriso non poté che svilupparsi sulle sue labbra. "Celestino" non suonava così male... e poi, questo buffo Raphael lo stava trattando alla pari. Non come un agente, non come un capo bensì un semplice ragazzo. Un coetaneo. Una "normale" persona. Oh, beh... tartaruga, in questo caso.
"Ehi, hai visto anche tu?" richiamò il rosso, completamente a fissare la sporgenza dell'alto appiglio roccioso. "La figura è scomparsa".
"Probabilmente devono essere indigeni. Siamo pur sempre in un paese non proprio al massimo della civilizzazione".
"No, non credo. Qualcuno ci spiava!" rispose il rosso, truce. "Tu che sembri sapere tutto, ti risultano, che so, shamani, sacerdoti, druidi o altro del posto?".
Leonardo si massaggiò il mento e annuì lentamente, con lo sguardo più oscuro: "Sì. C'è un antico tempio qui. Non localizzato, spiacente".
"Al diavolo le coordinate!".
Rimasero per qualche secondo in silenzio, fatto di sguardi prolungati e intensi di Leo, pronto a puntargli nuovamente la katana e piccoli ghigni da parte di Raphael, che infilandosi le mani in tasca, decise di far la cosa più ovvia del momento.
"Quindi tu sei il mio pedinatore. Mi spierai ventiquattr'ore su ventiquattro fino a quando non azzarderò l'impossibile per farmi arrestare, no?" commentò con sarcasmo.
Leonardo fece una smorfia buffa, sollevando un sopracciglio per annuire.
“Sì. Non male davvero come inizio” fece ancora il rosso, sospirando pesantemente. “Intanto ci conviene trovare un accampamento per passare la notte. Non so se lo sai, ma qui...".
"... siamo in mezzo a una jungla sperduta infestata da animali feroci" tagliò corto Leo, con voce atona. "Sì, lo so. Non sono certamente un novellino in campo di..."
Leonardo non terminò la frase: non esattamente sicuro che nominare il suo vero lavoro sarebbe stata una mossa giusta.
"Spia?".
Leonardo si voltò verso nord, dove la vegetazione sembrava una sorte di portone naturale, tutto intrecciato di arbusti, foglie e radici sottili. Un filo di vento scosse le loro bandane ma non dando un po' di refrigerio. Senza rispondere, perché tanto si era capito, Leo afferrò una delle sue katana e affettò un quarto di quello sbarramento naturale, creandosi un varco che sarebbe continuato sino nella parte più oscura, pericolosa e silenziosa della foresta.
"Questo tizio mi sta simpatico" commentò divertito Raphael, seguendolo, per poi osservare un'ultima volta la sporgenza con la figura svanita...

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: NightWatcher96