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Autore: Em_    11/02/2016    7 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter three - I need to see her 





Oliver
Viaggiavo ormai da diverse ore, non ricordavo che Central City fosse così lontana e l’agitazione si faceva sempre più intensa ed evidente. Sapevo dove abitava Barry, o almeno così credevo, mi aveva detto ancora prima che partissi con il Gambit che di lì a poco sarebbe andato a vivere fuori da Starling City e speravo vivamente non avesse cambiato idea sulla casa. Gli avevo promesso più volte di andare a trovarlo non appena fossi tornato dal viaggio di lavoro, ma per ovvie ragioni non ne avevo più avuto l’occasione. Era sempre stato uno dei miei migliori amici ed ero convinto che non avrebbe avuto problemi a dirmi dove abitava Felicity.
Arrivai a Central City dopo più di tre ore, erano circa le nove di sera, lasciai l’auto accanto al marciapiede di fronte alla probabile casa del mio amico. Prima di bussare provai ad accertarmi che fosse effettivamente la sua e per mia fortuna nella cassetta della posta c’era l’adesivo con su scritto “Barry Allen”. Ero grato a Barry di essere sempre stato così prevedibile, almeno non avevo faticato più di tanto per trovarlo. Presi un respiro profondo e suonai il campanello, le luci erano accese, inequivocabile segno che c’era qualcuno in casa, sentii dei passi avvicinarsi, ma non fu Barry ad aprire la porta bensì Caitlin, una delle migliori amiche di Felicity. Dire che rimase scioccata era un eufemismo, se ne stava immobile sulla porta a fissarmi a bocca aperta, io non dissi nulla, non volevo che mi chiudesse la porta in faccia.
«Cait, chi è?» chiese la voce di Barry dall’interno. Probabilmente non sentendo nessuna risposta decise di venire a vedere chi mai fosse arrivato e quando mi vide mostrò la stessa espressione di Caitlin.
«Oliver?» disse ad un certo punto il mio amico, senza però perdere quell’espressione sconvolta che aveva in faccia.
«Sono io, Barry.» risposi provando ad essere il più normale possibile.
«Non posso crederci…» affermò.
«A chi lo dici.» replicai sarcastico.
«Vuoi… Entrare?» domandò Caitlin a quel punto.
«Sì volentieri, grazie.» risposi entrando.
Non credevo che alla fine Barry si sarebbe deciso a chiedere a Caitlin di vivere insieme, poco prima che partissi mi aveva raccontato di quanto fosse indeciso sul da farsi, diceva che la amava, ma che non era sicuro al cento per cento che lei avrebbe accettato. A quanto vedevo si era decisamente sbagliato.
«E così ti sei deciso a chiederle di venire a vivere con te.» esclamai mentre Caitlin non c’era.
«Beh… Ci è voluto un po’, ma sì, alla fine gliel’ho chiesto. Non te lo sei dimenticato…» constatò.
«Difficile dimenticare tutte le paranoie che ti sei fatto.» dissi sorridendo.
«Pensavo di non rivederti mai più.»
«Lo pensavo anche io…»
«Perché non sei tornato prima?» mi chiese. Ovviamente me l’aspettavo una domanda del genere.
«È… Complicato.» risposi sincero.
Barry stava per ribattere, ma si zittì non appena arrivò Caitlin con una tazza di caffè fumante. Avrei voluto spiegargli perché non fossi tornato, ma non volevo mettere in pericolo nessuno senza motivo, quindi avrei tenuto la bocca chiusa.
«Sei qui per Felicity, vero?» mi chiese Caitlin.
«Sono così prevedibile?»
«Sì.» risposero in coro lei e Barry.
«Lei… Lei sta bene?» domandai incerto.
«Sta bene, sì. E immagino tu voglia sapere dove abita.» confermò il mio amico.
«Vedo che ci capiamo ancora come una volta noi due.» affermai.
«Oliver, lei… Sei davvero sicuro di volerla vedere?» 
«Barry, sono passati quattro anni, che cosa stai dicendo? È ovvio che voglia vederla!»
«Va bene, okay, ti darò l’indirizzo. Ma ti prego di non forzarla, è stato uno shock per lei sapere che eri vivo e… Non vogliamo che soffra ancora.»
«Apprezzo che vogliate proteggerla, ma è mia moglie e… Ho solo bisogno di vederla ora come ora.» spiegai sperando che in qualche modo capissero ciò che stavo provando in quel momento.
«Abita poco lontano da qui, segui la strada fino infondo e poi svolta a destra sulla Down, è la quarta casa sulla sinistra, non puoi sbagliare perché è di fronte ad uno dei parchi più belli di Central City. Il civico è il 31.» mi disse Barry scrivendomi il tutto in un bigliettino.
«Grazie, amico. Dico davvero.» aggiunsi.
«Figurati. È bello rivederti.» rispose dandomi un breve abbraccio prima di lasciarmi uscire.
«Ci vediamo presto, questa volta per davvero. Notte ragazzi.» li salutai.
Appena salii in macchina cominciarono a tremarmi le mani, stavo per rivedere Felicity, la mia Felicity, per la prima volta dopo quattro anni. Sognavo questo incontro da veramente troppo tempo e avevo paura sarebbe rimasto solamente un pensiero, credevo che non l’avrei rivista mai più, per fortuna mi sbagliavo. Non sapevo come avrebbe reagito, avrebbe potuto benissimo sbattermi la porta in faccia, ma non mi interessava, vederla per qualche secondo mi sarebbe bastato. Mi aveva fatto piacere rivedere anche Barry, era sempre stato una persona importante nella mia vita ed era anche grazie a lui se Felicity ed io eravamo riusciti a sposarci. Aveva capito quanto volessi rivederla e gli ero grato di esserle stato vicino per tutti questi anni, sapere che tutti gli erano stati accanto mi faceva sentire un po’ meno in colpa per essere “morto”.

Felicity
Avevo da poco messo a letto i gemelli quando sentii il mio cellulare vibrare per l’ennesima volta, sbuffando andai a recuperarlo e vidi i quattro messaggi da parte di Barry, dicevano tutti la stessa cosa: “Oliver sta venendo da te”. Per poco non caddi a terra, dovetti reggermi alla sedia del tavolo per non crollare sul pavimento. Avevo sognato il ritorno di Oliver per mesi, anni, e adesso che stava davvero accadendo ero terrorizzata. Una parte di me voleva solo stringersi a lui e non lasciarlo andare mai più, ma l’altra, quella più razionale, sapeva che dovevo mantenere una certa distanza. Non volevo dirgli niente di Lucas ed Elizabeth, non ora, non era proprio il momento di sconvolgergli l’esistenza. Sapevo che stavo commettendo un errore, era pur sempre il loro papà, ma dovevo proteggerli come avevo sempre fatto perché non avevo idea di che Oliver si sarebbe presentato alla mia porta. Solo di una cosa ero sicura: lui certamente era cambiato parecchio.
E in quell’istante sentii bussare piano due volte, ringraziai il cielo che non avesse suonato il campanello o i bambini sarebbero piombati di sotto a vedere chi fosse, ed io me ne stavo lì sulla soglia senza trovare il coraggio di aprire. Non avevo le palle per aprire a mio marito, che razza di persona ero? Eravamo ancora legalmente sposati e nonostante tutti gli anni lontani sapevo che non mi avrebbe mai forzata in niente.
Respirai profondamente e, con la mano che mi tremava da pazzi, girai la maniglia. Lui era lì, era sempre lo stesso Oliver di quattro anni fa, solo con la barba un po’ più lunga. Mi si sciolse il cuore nel vederlo e non avevo idea di come avessi trattenuto le lacrime, volevo essere forte, ma rivederlo mi aveva scombussolato il sistema nervoso. Allungai una mano fino al suo braccio e lo toccai per capire se era reale, una scarica elettrica mi percorse da capo a piedi per quel breve contatto e fu l’ulteriore prova che lui era vivo.
«Ciao.» dissi io per prima accennando un piccolissimo sorriso.
«Ciao.» esclamò lui ricambiando il sorriso.
«Vieni, entra. Fa freddo fuori.» aggiunsi prima di farlo entrare.
«Hai una casa davvero bella, mi piace. Somiglia al nostro primo appartamento.» affermò guardandosi intorno. 
«Sì, è vero. Forse è uno dei tanti motivi per cui mi ha attirato fin da subito.» risposi sincera. Una parte di me aveva sempre sentito Oliver accanto in questa casa.
«Probabilmente per te è strano avermi qui, non volevo shoccarti presentandomi all’improvviso, ma… Avevo davvero bisogno di vederti.» confessò facendo perdere al mio povero cuore un battito.
«Sapevo che saresti venuto. Sai, anche se sei stato lontano per quattro anni sapevo che questo lato di te non era cambiato.»
«Che vuoi dire?» mi chiese.
«Mi hai sempre detto che saresti andato in capo al mondo per me e, beh, eccoti qui.» risposi alzando le spalle.
«Avrei voluto tornare molto prima, Felicity. Sapere che hai sofferto per colpa mia mi uccide, credimi.»
«Perché allora non sei tornato?» domandai sempre rimanendo a debita distanza.
«Non potevo, e se l’avessi fatto ti avrei solamente messa in pericolo.» mi spiegò.
«Che cosa significa, Oliver?»
«Prometto che ti spiegherò tutto, però non adesso.»
«Sei cambiato… Sei più… Non lo so, triste? Che cos’è successo in questi anni?»
«È vero, sono cambiato, forse l’Oliver che hai sposato neanche esiste più.»
«No, questo no. Sei ancora la persona che ho sposato, solo con qualche sfumatura in più. Non ti sto dicendo di raccontarmi ogni dettaglio della tua vita, ma sappi che con me puoi parlare, sempre. Avevo paura a lasciarti entrare nella mia vita di nuovo, è solo che vederti qui adesso mi… Mi fa stare bene.» gli dissi con le lacrime agli occhi. Era palese che ne avesse passate tante negli anni trascorsi via da qui, però io ero pronta ad ascoltarlo se ne avesse avuto bisogno.
«Sei sempre stata la mia forza, Felicity. E quello che provo per te non è mai cambiato, quindi se ancora vorrai vedermi, anche solo per chiacchierare, sarò la persona più felice del pianeta.»
«Ci vorrà del tempo per abituarmi all’idea, però sì, accetto volentieri di passare del tempo con te.»
«Non hai idea di quanto mi sei mancata.» aggiunse con un sorriso malinconico.
«Ce l’ho invece, perché mi sei mancato allo stesso modo.» replicai.
Non sapevo come sarebbero andate le cose d’ora in avanti, solo non ero riuscita a tagliarlo fuori, tutte le mie difese erano cadute quando mi ero specchiata in quei due oceani azzurri. Ero cosciente del fatto che ci fossero due bambini di mezzo ed era una ragione in più per scoprire cosa nascondeva Oliver, volevo sapere se potevo fidarmi di lui al cento per cento come una volta e se così fosse stato gli avrei sicuramente fatto conoscere i suoi figli.










Angolo autrice
Come promesso, eccomi qua.
Il tanto atteso primo incontro è avvenuto! :D Oliver è passato prima da Barry non sapendo dove Felicity abitasse e come avrete letto anche loro due erano molto legati, erano da sempre ottimi amici e spero vi sia piaciuto anche il loro incontro!
Alla fine la reazione di Felicity non è stata fredda come nello scorso capitolo, appena l'ha rivisto si è sciolta e non ha potuto non accettare di vederlo e passare del tempo insieme... 
Oliver non sa nulla ancora dei bambini, finchè Felicity non cambierà idea probabilmente ne rimarrà all'oscuro...

Nel prossimo ci sarà il primo flashback della storia e vi assicuro che ce ne saranno degli altri :) 
Credete che Felicity stia facendo la cosa giusta nascondendo Elizabeth e Lucas ad Oliver per un po'? Come reagirà secondo voi? E soprattutto... come reagiranno i bimbi sapendo che il loro papà è vivo?
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e le vostre impressioni, magari prendo spunto da qualche vostra idea eheh xD

A lunedì!
Anna
   
 
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