Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: The_Lock    11/02/2016    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3.13- Im Memoriam 

 

Il funerale per la preside Wilhelmina Vandom si tenne in un bellissimo parco. La giornata era serena, sebbene fosse fredda, ma un bel sole splendeva riscaldando alla bene e meglio l'aria durante la cerimonia. Tante erano le persone presenti alla cerimonia che molte persone rimasero in piedi per carenza di sedie. Il prete parlava, spiegando quanto fosse stato un onore conoscere una donna come Will, così carismatica ed altruista, sempre disponibile per aiutare tutti, amici e non.

In prima fila si poteva scorgere la famiglia di Will: suo marito Henry, i suoi due figli Lana e Luis, e altre due donne dagli occhi arrossati ma dall'aria particolarmente austera. In settima fila, invece, v'era la squadra dei moderni guardiani, inconsolabili sebbene non tutti stessero piangendo con gli occhi. Kyle sembrava sereno, non particolarmente disperato, ma Sydney, seduto al suo fianco, continuava ad asciugarsi gli occhi e a tirare sul col naso, a volte entrando persino in apnea per evitare di piangere, ma le lacrime continuavano a fuoriuscire come avessero una vita propria. Intenerito da quella vista, Kyle allungò la sua mano su quella del biondo. Sydney sorrise e la strinse, ma poco dopo tornò a piangere e il moro lo accolse sulla sua spalla, lasciandolo sfogare.

Lydia, invece, con occhiali da sole enormi, sembrava impassibile a ciò che stava assistendo, se non fosse stato per due righe di lacrime che le percorrevano le guance; così come Skylar continuava a guardare altrove con gli occhi arrossati, abbracciato da Cordelia e Tyler, invece, continuava ad asciugarsi le lacrime con la mano libera, mentre con quella occupata stringeva la mano di Lilian, anche lei commossa.

“Non ci posso credere” disse Skylar quando la cerimonia fu finita e dovettero mettersi in fila per fare le condoglianze alla famiglia.

“Basta parlarne, vi prego.” disse Lydia con un miagolio e Sydney la abbracciò da dietro, facendola quasi scoppiare a piangere ancora. E fu proprio con Sydney e Lydia che accadde qualcosa di strano. Dopo aver fatto le condoglianze alla famiglia inconsolabile della Vandom, Lydia e Sydney si trovarono difronte alle due donne dall'aria austera. Una era alta e magra con due occhi azzurri bellissimi e capelli biondi, l'altra leggermente più bassa dai capelli castani e occhi turchesi. Quando Lydia strinse la mano con la prima e Sydney con la seconda, tutti e quattro ondeggiarono, come colpiti da un grande potere.

“Tutto bene?” domandò Skylar.

“S-sì.” disse Lydia.

 

Dopo aver dato le condoglianze, i cinque ragazzi si raggrupparono in un cerchio non lontano dalla sepoltura della preside. Lydia vide la donna bionda lasciar cadere un fiore sulla bara e subito incamminarsi con la sua amica sottobraccio.

“È orribile.” tuonò Kyle “La Vandom aveva due figli poco più grandi di noi...” aggiunse.

“Nessuno l'ha obbligata a sacrificarsi, Kyle.” mormorò Tyler, passandosi una mano sotto l'occhio.

“Ho una nausea di tutta questa faccenda! Mi domando dove siano i vantaggi di essere un guardiano se non puoi neanche invecchiare con la tua famiglia!”

“Dai, Kyle.” disse Lydia, mettendogli una mano sul braccio per calmarlo ed infatti il moro annuì e respirò profondamente.

“Mi sento così in colpa... possiamo andare, per favore?” disse Sydney con la voce bagnata e gli occhi pronti per una nuova dose di pianto. L'unica cosa che Sydney avrebbe voluto in quel momento era abbracciare Kyle e baciarlo, ma sapeva di non averne il minimo diritto e questo lo faceva stare dieci volte peggio.

“Chi sta arrivando?” domandò Skylar, stringendo le palpebre per mettere meglio a fuoco e notare le due donne che si incamminavano verso loro cinque. Quando furono abbastanza vicine, le due donne si fermarono e solo quella con i capelli ondulati sorrise loro, mentre quella dai lunghi capelli bionde rimase seria e severa come durante il funerale.

“Salve, ragazzi. Forse avete sentito parlare di noi. Io mi chiamo Irma, e lei è Cornelia.” disse la donna.

“Irma e Cornelia? Le compagne di Will?” domandò Tyler, strabuzzando gli occhi.

“Esatto. Noi... ci chiedevamo se, per caso, un giorno di questi vi andrebbe di prendere un tè da me. Ci sono molte cose di cui parlare.” spiegò Irma.

“Certo.” disse Tyler e le due donne si allontanarono così come erano venute.

 

I sei ragazzi stavano tornando a casa, emotivamente distrutti da quel pomeriggio al funerale, quando il cuore di Kandrakar prese a illuminarsi vigorosamente, tanto che i ragazzi si rifugiarono in un vicolo. Senza neanche impartirne il comando, il cuore creò un portale che conduceva a Kandrakar ed i ragazzi vi saltarono dentro, mentre Cordelia disse loro che per questa volta avrebbe saltato la visita.

Arrivati a Kandrakar, i ragazzi notarono subito che la disposizione della congrega era ben diversa dalla solita: invece che una camera piatta con comode bolle argentate come poltrone, i ragazzi si ritrovarono al centro di un'arena.

“Vogliono lapidarci...” mormorò Skylar, stringendo i denti. Entrò l'Oracolo e sedette difronte ai cinque ragazzi, guardando severamente i loro volti.

“Guardiani. Quest'oggi Kandrakar vi richiama a giudizio.” annunciò l'Oracolo Lin e i cinque ragazzi si scambiarono degli sguardi allarmati. “Molti sono stati gli errori commessi da voi durante questa missione, e forse la parola errore non è neanche giusta, poiché avete volontariamente disobbedito al volere della congrega! Avete permesso a Vanessa di guarire, avete stretto un patto con Damien affinché loro potessero andarsene sani e salvi, il portale è stato aperto e uno di voi si è rivoltato contro la squadra intera!” spiegò, tuonando con severità.

“Ma...” iniziò Tyler, ma l'Oracolo alzò la mano, facendolo tacere.

“La congrega ha deciso di non togliervi i poteri, né di farvi retrocedere dall'incarico di Guardiani, almeno non così di punto in bianco. La prossima missione sarà per l'appunto strutturata con una prova dalla cui riuscita si concluderà se lasciarvi guardiani o meno.”

“Stiamo scherzando?” intervenne Lydia “Non eravamo noi i prescelti? Son tutte balle?” sbottò, lasciando che un forte mormorio si diffondesse attraverso la sala.

“Nessuno vi obbliga a prender parte a questa prova. Potreste rinunciarvi a priori.” annunciò l'Oracolo.

“Oh, vi piacerebbe!” rispose Kyle.

“Accettate, dunque?” .

“Accettiamo. Faremo il nostro solito lavoro e porteremo a termine la prova!” annunciò Tyler dopo una breve riflessione comune.

“Bene. Potete andare.” disse l'Oracolo. Davanti ai cinque ragazzi si riaprì il varco dimensionale che avrebbe condotto loro sulla terra, ma quasi chiamato da una voce inesistente, Tyler si voltò per caso, vedendo, seduta su un gradino dell'arena, una donna dai capelli rossi che era intenta a salutarlo. Il volto di Tyler si illuminò e sussurrò “Salve, preside Vandom!”

 

“Poverini, non sanno cosa li aspetta.” sospirò Cornelia, soffiando sulla tazza di tè prima di berne un sorso.

“Non essere così pessimista, Corny!” la schernì Irma, dandole un colpetto sul gomito, ma lo sguardo gelido di Cornela costrinse l'amica a tornare sui suoi passi e a rimanere in silenzio.

“Prima Taranee... poi Hay Lin... ora Will!” mormorò, con gli occhi lucidi.

“Hay Lin non è tecnicamente morta! Ha solo accettato il suo posto da Oracolo!” la corresse Irma.

“Chi l'avrebbe mai detto che saremmo rimaste solo io e te?” sorrise la donna bionda, guardando la sua amica con molta malinconia.

“E rimarremo solo io e te per molto tempo! Will non si è mai voluta allontanare da Kandrakar; noi due, invece...”

“Appena Taranee è rimasta uccisa in quell'imboscata non riuscivo neanche a utilizzare i miei poteri senza sentirmi in colpa! Dovevo andarmene, Irma! Altrimenti sarei impazzita.”

“Lo so, Corny! Non volevo rimproverarti, e poi ho rifiutato il ruolo anche io, ricordi?” disse, sorridendole.

“Spero solo che a loro vada meglio di come sia andata a noi! Tutti e cinque mi ricordano tanto noi alle nostre prime missioni, e ciò mi terrorizza!” spiegò Cornelia, abbracciandosi.

“Sembra che i destini delle guardiane sia di impazzire o morire.” annuì Irma “Ma confido in quei ragazzi! Hanno qualcosa di speciale che a noi è poi venuto a mancare!”

 

“Non è minimamente giusto! Loro hanno scelto e c'hanno presentato il ricatto già bello pronto e ricamato! O non fate i guardiani o li fate a modo nostro! Cos'è, un contratto?” si lamentava Skylar, sbracciandosi.

“Avranno i loro motivi, Sky! Motivi che noi non condividiamo.” rispose Lydia placidamente.

“Non hanno neanche menzionato il numero delle prove, Lydia! Potrebbero essere cento!” sbuffò Skylar.

“Saranno poche, e tu lo sai! Altrimenti dovesse presentarsi un altro pericolo chi li salverebbe?” domandò la rossa, rallentando poiché era arrivata a casa.

“Ci vediamo domani?” domandò Skylar, facendo spallucce. Sebbene l'indomani fosse domenica, i ragazzi avevano deciso di vedersi per fare colazione insieme, soprattutto perché l'ultima missione si era rivelata talmente dominante che sentivano di aver tralasciato un po' la loro amicizia.

“Io... ti va di entrare?” disse Lydia, facendo dondolare le chiavi. “Non voglio sembrarti un'approfittatrice ma...-e si bloccò, tirando su col naso - “...avrei davvero bisogno di piangere e se sono sola... vorrei che tu fossi con me.” spiegò, mordendosi le labbra e lasciando le lacrime sgorgare sul suo viso.

“Certo.” sorrise Skylar, abbracciando la ragazza ed entrando in casa insieme a lei.

 

Per tutto il tragitto di ritorno, Kyle e Sydney avevano spiccicato sì e no un paio di frasi a testa. Ora c'era il silenzio che si sovrapponeva fra i due ragazzi, ogni tanto interrotto dai sospiri e dai singhiozzi di Sydney, o dallo sfrigolare della sigaretta di Kyle.

“Perché continui a piangere?” domandò il moro, senza voltarsi.

“Mi sento così in colpa.” bisbigliò Sydney con un nodo alla gola che a mala pena gli impediva di parlare.

“Perché?”
“Perché non siamo stati bravi abbastanza.” spiegò.

“Non eri tu quello che stava scortando la Vandom.” ribatté Kyle, bruscamente. Ferito da quella risposta, Sydney volse gli occhi al cielo e si asciugò la lacrima all'angolo dell'occhio, deciso di non parlare più con Kyle per tutto il tragitto. Se Kyle non voleva dimostrarsi empatico, allora Sydney avrebbe evitato ogni tipo di contatto... ma ecco che un'idea balenò nella testa del ragazzo, seguita dalla parola empatia.

“Non è colpa tua...” mormorò, capendo che Kyle era parecchio in collera con se stesso.

“Sì che lo è!” sbottò, fermandosi di colpo “Io vi ho rallentati, mi sono trasformato in un vampiro, ho minacciato di uccidervi e non sono neanche riuscito a proteggere la Vandom nonostante abbia vissuto quasi una settimana con Vanessa!” replicò, con gli occhi che lampeggiavano di rosso.

“Ma sei tornato, questo è quello che conta.” rispose Sydney.

“Davvero? Non sembrerebbe!”

“Se ti stai riferendo alla nostra rottura...”
“Sì, mi sto riferendo a quello! Cosa credi, Syd, che non senta che io ti piaccio ancora? Lo vedo come mi guardi, come ridi alle cose che dico, come mi cerchi quando sei triste e come il tuo corpo freme ogni volta che lo tocco; non sono scemo e in questo anno e mezzo ho imparato a conoscerti molto bene! Quello che non capisco è perché tu abbia deciso di lasciarmi!”

“Non voglio sentirmi più così debole.” miagolò Sydney, non avendo il coraggio di guardare Kyle in faccia. Il moro annuì, aspirando un ultimo tiro dalla sua sigaretta per poi farla cadere sul marciapiede e schiacciarla con la punta della scarpa. Erano arrivati davanti a casa del biondo e i due si fermarono, guardandosi per qualche secondo e poi partendo per due direzioni diverse, senza neanche salutarsi.

“Mamma?” disse Sydney, entrando in casa. Vela entrò nell'ingresso con il grembiule e i guanti da forno alle mani, ma quando vide il figlio in quello stato si avvicinò a lui e lo abbracciò a lungo, consolandolo.

“Va tutto bene, tesoro.” continuava a ripetergli.

 

Con gli occhi ancora arrossati, Tyler prese a rovistare nelle tasche del giubbotto fino a quando non tirò fuori il mazzo di chiavi per aprire la porta di casa propria. Alzò lo sguardo e trasalì, vedendo una figura ergersi a pochi metri da lui, e subito rassicurandosi quando vi riconobbe Lilian.

“Ehi!” disse Tyler.

“Ehi. Sei andato via con i tuoi amici prima che potessi dirti qualcosa.” disse la bionda.

“Dimmi pure” disse il rosso, passandosi la mano sulle guance per asciugare i residui di lacrime.

Lilian aprì bocca un paio di volte, ma nessun suono uscì dalla sua bocca, tanto che lei iniziò ad arrossire e poi, con gli occhi altrove, disse “Non dirò niente a nessuno. Il vostro segreto è al sicuro.”

“Grazie.” rispose il rosso, facendo per entrare.

“No, Tyler. Aspetta...” sospirò Lilian, prendendo la mano del ragazzo nelle sue “Io... non sono brava con queste faccende dei sentimenti e delle emozioni! Mi danno fastidio, mi fanno sudare le mani!” confessò, mordendosi la lingua prima di poter controllare il flusso di parole che le usciva dalla bocca.

“Io non...”
“Mi piaci, Tyler Powerth!” confessò, chiudendo gli occhi come dovesse subire un'iniezione dolorosa.

“Credevo ti piacesse Sydney!”

“Tu mi piaci di più.” mormorò, guardando altrove e lasciando andare la mano del ragazzo.

“Wow...” rispose Tyler, passandosi una mano fra i capelli. “Posso baciarti?” domandò, corrugando la fronte.

“Solo se non mi sbavi il lucidalabbra!” sorrise Lilian, avvolgendo le braccia attorno al collo del rosso e lasciandosi baciare.

 

Damien si svegliò e vide Vanessa osservare il paesaggio di Roma dalla finestra della camera d'albergo che aveva prenotato la notte prima. La donna continuava a pettinarsi i capelli e a canticchiare una strana filastrocca, ma il paesaggio notturno della città la rapiva e sembrava proiettarne la mente altrove, ad anni luce di distanza.

“Cosa c'è, tesoro?” domandò Damien.

“Io sapevo già tutto. Avevo previsto tutto.” spiegò Vanessa, sorridendo e prendendo a leccarsi i denti.

“Non capisco,” disse Damien, alzandosi e avvicinandosi a lei “Cosa sapevi?”

“Tutto tutto!” rise, portandosi una mano alla bocca “Il tuo tradimento, la chiusura del portale, re Draven bloccato nell'altra dimensione per sempre... avevo già visto tutto! Ogni singola mossa, ogni singola parola era già stata proiettata nella mia mente, ed io sapevo cosa dovevo fare per aver salva la pelle! Con la morte della Chiave, re Draven non potrà punirmi. Lo so, altrimenti lo vedrei! Siete stati tutti i miei piccoli burattini, dai guardiani a Rider e gli altri, fino a te, tesoro mio!” rise, baciandolo sulle labbra.

“E adesso dove andremo, tesoro?” domandò Damien, baciandola sul collo.

“Mi piacerebbe rimanere qui per un po'.” rispose, sorridendo alla vista della Roma notturna.


Carissimi e carissime, 
con questo capitolo termina la terza missione della squadra. Spero vivamente vi sia piaciuta perché mi sono impegnato molto nella sua stesura e nella sua resa. 
TSKLS riprende dopo Pasqua con la quarta missione! Vi aspetto numerosi.
Un abbraccio,
The_Lock

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: The_Lock