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Autore: Manu75    11/02/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Buona lettura a tutte ^_^ finalmente ci avviciniamo alla fine di questa maratona,...a presto!

 

‘Un gelido destino’

 

Trentaduesimo capitolo

 

(Malfoy Manor – terza parte – La sottile differenza tra una luce fredda e un’ombra fresca)

 

Non appena Narcissa riaprì gli occhi, dopo aver superato il trauma della materializzazione, sentì un’aria calda e umida piombarle addosso togliendole il fiato.
Dopo un attimo di smarrimento, riuscì a mettere a fuoco il luogo in cui lei e Lucius avevano appena fatto la loro comparsa.
Si staccò dal braccio del ragazzo e fece un passo in avanti, scrutando la strada sterrata e il fiumiciattolo che la costeggiava, con i cespugli di ribes e alti ciuffi d’erba.
Dava l’idea di una zona abbandonata o, quantomeno, trascurata.
Cissy sospirò di sollievo.
Aveva temuto di ritrovarsi a Weirwater, invece quel luogo somigliava ad una qualsiasi periferia babbana anglosassone.
- Vieni, dobbiamo proseguire per di la. – le disse Lucius, affiancandola e poi superandola.
- Sei certo che non avrai problemi con il Ministero?- gli chiese lei, che non si sentiva tranquilla da quando Lucius le aveva annunciato che si sarebbero smaterializzati.
Lui sbuffò piano, leggermente esasperato.
- Te l’ho detto almeno una decina di volte!- borbottò, gettandole un’occhiata in tralice – Nessuno oserebbe piantar grane ad un Malfoy e, in ogni caso, la legge sulla smaterializzazione dei minorenni offre ancora qualche piccola via di uscita. Almeno finché Silente non avrà fatto passare la sua proposta di legge, per una regolamentazione più severa!-
Il tono con cui Lucius parlava di Albus Silente era identico a quello che usava il ritratto di suo nonno, che ne era parso persino ossessionato.
Narcissa sorrise e lo seguì più serena.
L’invito che Lucius le aveva rivolto la sera precedente l’aveva colta di sorpresa, procurandole un certo piacere all’idea che lui cercasse la sua compagnia ma donandole, contemporaneamente, anche una forte apprensione all’idea che l’amico in questione fosse Lord Voldemort.
Qualcosa, tuttavia, le aveva suggerito che nemmeno Lucius aveva fretta che lei e l’Oscuro Signore si rincontrassero.
Quindi le era rimasta la curiosità di capire a chi mai Lucius potesse recar visita la mattina così presto.
Il ragazzo camminava a passo spedito e lei doveva quasi correre per stargli dietro.
Nonostante non fossero ancora le nove, l’aria era irrespirabile e l’umidità di quel luogo era impressionante, tanto che nugoli di zanzare e insetti di ogni tipo ronzavano incessantemente.
- Ahi!- esclamò la ragazza, dopo l’ennesima puntura.
Il leggero abitino di seta azzurra le si era praticamente incollato addosso e lei sentiva un rivoletto di sudore scendere fastidiosamente lungo la schiena, fortunatamente aveva pensato bene di raccogliere i capelli, così almeno il collo era scoperto.
- Per Morgana!- sbottò ad un certo punto, fermandosi di colpo in mezzo ad una strada costeggiata da due fila di case – Chi mai potrebbe vivere in questo posto infernale?!-
Lucius le gettò uno sguardo e inarcò un sopracciglio, ma non si fermò.
Innervosita, lo seguì e poi lo sguardo le cadde su un vecchio cartello che portava il nome di quella via: Spinner’s end.
" E che luogo sarebbe mai? " si chiese Cissy, pur rendendosi conto che si trovavano proprio in una località babbana.
Lo squallore e l’abbandono regnavano ovunque: chiaramente la zona era disabitata.
Ad un certo punto, Lucius si fermò dinnanzi a una casetta che era identica in tutto e per tutto alle altre, solo che sembrava in qualche modo più curata, meno trasandata.
Pareva abitata.
Il giovane estrasse la propria bacchetta e sembrò sfiorare qualcosa di invisibile, quindi fece un passo avanti.
Narcissa sbattè le palpebre, perplessa.
Non aveva capito ciò che il ragazzo aveva fatto.
Poi accadde tutto in un istante.
Lucius si avvicinò all’uscio e bussò.
La porta della casa si aprì e il suo unico abitante ne uscì.
- Buongiorno. – mormorò una voce conosciuta eppure diversa da come lei la ricordava – Ti stavo aspettando…Narcissa, tu qui?!-
Narcissa sgranò gli occhi, colmi di sorpresa, e sentì una sottile ma prepotente gioia invaderla.
- Severus!- esclamò, con un tono di voce vibrante di emozione.
Fece un passo in avanti, con slancio, pronta a stringere la mano al suo amico, quando una violentissima scossa la colpì e lei sentì solo l’urlo lanciato contemporaneamente dai due ragazzi, prima di perdere i sensi.
Delle braccia le impedirono di cadere rovinosamente a terra e lei fu certa che non si trattasse di quelle del suo fidanzato.


- Vado a preparare una tisana Innervante, visto che l’incantesimo da solo non basta….- mormorò la voce sbrigativa, e leggermente seccata, di Lucius.
- Gli ingredienti sono già pronti, basta fare un infuso…- gli rispose la voce bassa e controllata di Severus.
Narcissa stava rinvenendo lentamente, prendendo coscienza di dove si trovava e di ciò che era accaduto, tuttavia gli occhi faticavano ad aprirsi.
Sentì il rumore soffocato di passi che si allontanavano e poco dopo qualcosa di fresco bagnarle la fronte.
‘Ecco, ora dovrei decisamente palesare che ho ripreso i sensi’ si disse, ma la sensazione della spugna bagnata che le inumidiva il volto era troppo piacevole per essere interrotta e Cissy, vergognandosi un po’, decise di fare la parte della fanciulla svenuta ancora per qualche istante.
Le mani pazienti di Severus non sembravano stancarsi di bagnarle il volto e lei non capiva perché l’idea di interrompere quella specie di piccolo rito le dispiacesse tanto, tuttavia, dopo un po’ si rassegnò e, il desiderio di capire cose le era accaduto e di scambiare qualche parola con il ragazzo, la convinsero a porre fine a quella finzione.
Aprì lentamente gli occhi e voltò il viso verso Severus.
- Bentornata tra di noi. – le disse, calmo, posando la spugna nel catino d’acqua accanto a sé e rivolgendole un piccolo sorriso.
- Ti sembra questo il modo di accogliere una Serpeverde?- mormorò Cissy, senza capire perché stesse nascendo dentro di lei la stessa emozione che l’aveva colta sulla soglia di casa, ma assaporandola intimamente.
Lui si alzò e lasciò che si mettesse a sedere, poi andò a mettersi in piedi accanto al camino, appoggiandosi al marmo grigio della mensola.
Sembrava indefinibilmente a disagio.
- In effetti non ho ancora imparato il modo per far capire alla barriera che può respingere solo Corvi, Grifoni e Tassi, mentre le Serpi sono assai ben tollerate qui a Spinner’s end. – accompagnò la frase con il sorrisetto storto che lei ben conosceva.
- Una barriera!- esclamò Narcissa, capendo finalmente che cosa l’avesse stordita – La casa ne è permeata!Ma com’è possibile che l’abbia creata tu?-
- Io l’ho solo ideata. – mormorò il ragazzo, incrociando le braccia – Lucius l’ha realizzata, come minorenne non posso fare magie al di fuori di Hogwarts – fece una smorfia infastidita.
Narcissa osservò che non era cambiato molto in quei due mesi in cui non si erano visti, ma la sua voce si, era cambiata.
Aveva sempre avuto una bella voce, solo che ora non era più una voce da bambino ma si era trasformata in quella di un ragazzo. Di un adulto.
- Quindi solo determinate persone possono varcare quella barriera?- gli chiese, aggrottando le sopracciglia.
- Esatto. – approvò Severus – Diciamo che l’ho istruita a dovere. –
Lei gli sorrise apertamente colpita, come di consueto, dalla sua abilità di mago, così fuori dal comune.
- Come stai?- gli chiese, sentendo il cuore mancarle un battito per il tono intimo che quella domanda implicava.
Lui non si scompose, ma i suoi occhi così neri e bui ebbero un guizzo.
- Sto bene, grazie. – le rispose, mantenendo un certo distacco.
Narcissa non se ne ebbe a male, conosceva troppo bene il ragazzo per non aspettarsi nulla di diverso.
- Ho saputo di tua madre. – proseguì lui, tranquillo ma molto serio in volto – Le mie condoglianze. -
- Oh…- Narcissa non seppe che dire sul momento.
Come spiegargli che, probabilmente, la sua sofferenza per la perdita di Druella non sfiorava nemmeno quella che lui doveva aver provato per sua madre?
- Sei molto gentile. – sussurrò alla fine – Non è stato piacevole, in effetti. -
Il ragazzo finse di non accorgersi della sua freddezza e prese a picchiettare il ripiano in marmo del camino con le dita.
Lei osservò quelle dita sottili e nervose per qualche istante, poi risalì lungo il profilo del ragazzo, osservando il naso aquilino, le sopracciglia scure e diritte che incombevano sui suoi occhi così scuri e singolari.
Decisamente non era bello, eppure il buio così particolare che sembrava avvolgerlo non poteva non attirare l’attenzione.
Severus le rammentava qualcuno, ma chi?
- Hai una casa accogliente. – disse tanto per dire qualcosa – Non immaginavo che tu vivessi in un…che tu vivessi qui…- si corresse.
- Sono un mezzosangue – mormorò, voltandosi di nuovo a guardarla – Di solito noi viviamo in luoghi simili. Spinner’s end ha il solo pregio di essere disabitata e isolata. – il suo tono non era infastidito, ma molto tranquillo.
In effetti non lo aveva mai udito usare dei toni sgarbati nei suoi riguardi e questo le dava un immenso piacere.
- Vedo che ami davvero molto la lettura! – esclamò, indicando con un gesto la stanza, ricoperta da scaffali colmi di decine e decine di volumi - Ciò giustifica il perché tu sia uno dei migliori studenti di Hogwarts.-
- Ma non il migliore. – disse lui, un pochino meno tranquillo.
- Il migliore Pozionista. – lo corresse lei, con malcelato orgoglio.
Lui si lasciò scappare un sorriso e fece per replicare, ma in quel mentre riapparve Lucius, sorreggendo un vassoio con una teiera che sbuffava allegramente dei vapori arancioni.
- Ah, ti sei ripresa!- disse Lucius, rivolgendosi alla ragazza e posando il vassoio – La prossima volta impara a pensare prima di agire! –
Narcissa aggrottò le sopracciglia, rabbuiandosi: non le garbava affatto il tono di Lucius, specie se usato davanti ad altre persone.
- Vado a prendere le mie cose. – intervenne Severus – Torno subito, così andiamo – e si allontanò discretamente .
- Se tu mi avessi avvertita per tempo!- Cissy si inalberò rivolgendosi a Lucius e alzandosi in piedi.
- Se tu non ti fossi lanciata in avanti come una molla!- replicò lui, sempre più infastidito.
I due si fronteggiarono per qualche istante, poi la ragazza decise di mantenere la calma, non voleva dare spettacolo davanti a Severus.
- Si può sapere come mai siamo qui e dove dovremmo andare?- gli chiese, non riuscendo del tutto a controllare il fastidio nella voce.
- Sono il tutore di Severus e, come tale, devo provvedere ai suoi bisogni. – le disse con noncuranza, lasciandola di stucco.

- Il suo tutore?!- esclamò, incredula.
Non riusciva a capacitarsi che qualcuno ritenesse Severus incapace di badare a se stesso.
- Esatto! – le rispose il giovane, osservando le sue reazioni con attenzione – Ti ricordo, se mai ce ne fosse bisogno, che Severus è orfano e, come tale, egli viene considerato dal Ministero un minorenne da tutelare.- Lucius fece un sorrisetto ironico, come se l’idea lo divertisse parecchio– Ad ogni modo, di solito è la Scuola stessa che viene designata come tutore legale degli studenti privi di famiglia finché non diventano maggiorenni, a meno che non ci sia qualcuno disposto a provvedere a certi bisogni, usufruendo anche dei fondi che Hogwarts mette a disposizione. – lui si fermò per accertarsi che Narcissa lo avesse seguito nel discorso – Queste persone vengono nominate Tutori e si sostituiscono alla Scuola per i periodi in cui il ragazzo in questione è al di fuori delle sue mura. In pratica sono il sostituto di Silente…- concluse, con un tono assai acido.
- Ma ti sei offerto tu?- gli chiese, ancora incredula.
- Ovvio! – le rispose Lucius, stringendosi leggermente nelle spalle - Non farlo avrebbe voluto dire avere Silente, o meglio la Mc Granitt, che poi è la stessa cosa, perennemente alla soglia di casa e io non posso permettere che Severus venga tenuto costantemente d’occhio. –
Narcissa cominciò a tormentarsi inconsciamente l’orlo del vestito.
- Che significa? Perché mai?- gli chiese, temendo la risposta.
- Significa che ho dei progetti su di lui e non solo io, Narcissa. – il tono impaziente le fece capire che non desiderava approfondire l’argomento,
- Se permetti vorrei esserne messa a parte. – gli rispose decisa, stringendo i pugni.
- Se permetti non vedo perché mai, non sono affari che ti riguardano!- la stroncò, decisamente seccato adesso.
Narcissa fece per replicare ma Severus riapparve in salotto, fingendo di non notare la tensione che aleggiava tra gli altri due.
- Ottimo! – approvò Lucius - Possiamo andare, tra poco la carrozza arriverà e ci trasporterà a Londra, credo che entrambi dobbiate fare degli acquisti a Diagon Alley, non è così? -
- Ah, la scuola!- si sorprese Cissy, che aveva del tutto dimenticato che tra qualche giorno avrebbero ripreso le lezioni ad Hogwarts.
- Esatto, quindi è meglio che ci muoviamo, anche perché io ho degli affari urgenti da sbrigare. – Lucius non la guardò nemmeno e si avviò verso l’uscita, seguito dai due ragazzi.
Una volta fuori, ebbe cura di togliere la protezione per permettere a Narcissa di passare senza ulteriori incidenti.
Lei superò la barriera e si voltò, trovandosi così a fissare i due ragazzi, uno accanto all’altro.
Lucius: alto, con i lunghi capelli biondi raccolti, come di consueto, in una coda; i vestiti eleganti e raffinati, la fronte alta, gli occhi chiarissimi che brillavano sul volto pallido e fine, la bocca sottile dal labbro inferiore più pronunciato che gli conferiva un’aria perennemente insolente e volubile.
Severus: vestito con i suoi semplici abiti neri, ordinari ma puliti, i capelli neri che scendevano in lunghe ciocche disordinate attorno al volto magro, dai lineamenti così duri che sembravano scolpiti nel granito e dal naso pronunciato che lo dominava;  la bocca sottile dalla piega ironica, gli occhi come due buie grotte che sembravano invitare chiunque le fissasse a non inoltrarsi troppo in profondità.
Qualcosa nell’immagine dei due ragazzi, così diversi e così vicini, a pochi passi da lei, le tolse il fiato, procurandole una fitta allo stomaco e il desiderio di mettersi a correre e andare il più lontano possibile da tutti e due.
E forse sarebbe scappata davvero se, alle sue spalle, non fosse comparsa la grande, nera e regale carrozza dei Malfoy.
Lucius e Severus superarono Narcissa e raggiunsero il cocchio, fermandosi poi ad aspettarla per permetterle di salire per prima.
Lucius le teneva aperto lo sportello.
Severus stava immobile, pronto ad aiutarla.
Con la sensazione di entrare in una prigione, Cissy si issò da sola sulla vettura, badando a non sfiorare nessuno dei due e, una volta seduta, appoggiò il capo sull’imbottitura color argento, chiudendo gli occhi e cercando di scacciare quel senso di pesante oppressione e la strisciante inquietudine che si erano impossessate di lei.

FINE TRENTADUESIMO CAPITOLO


ps: Io sono di parte, Severus è Severus  e non ci piove ma, diciamolo, quant'è carino Lu-Lu che fa da balia a due minorenni e li porta a comperare il materiale per la scuola? Quant'è caruccia l'immagine di lui con in mano una teiera che emette vapori arancioni...magari con un guantone da cucina :D ...
  
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