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Autore: fenris    11/02/2016    2 recensioni
La guerra tra Dei e Titani si è conclusa a favore dei Cronidi,ma la pace è tutt'altro che vicina.Zeus e i suoi fratelli combattono per decidere come spartirsi la Grecia,rischiando di causare un nuovo massacro,ma Estia non resta ferma a guardare.Nel frattempo il grande Oceano è roso dai dubbi e non si sente più adatto a governare i mari.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                    Dieci anni fa
Oceano fissò con disprezzo Iperione,perchè come sempre il biondo signore dell'alba seguiva sempre e comunque Crono,prendendo ogni sua parola per oro colato.Erano nella sala riunione del monte Otri,totalmente nera come l'arredamento,il resto del palazzo e il cuore del suo proprietario,nonchè sovrano e figlio più giovane di Urano e Gea.
Egli aveva espresso ai suoi fratelli l'urgente necessità di sbarazzarsi dei suoi figli.....giustamente liberati dopo anni di prigionia nel corpo del padre in cui egli stesso li aveva rinchiusi appena nati(anche se lui ovviamente non usò queste parole),convincendo tutti(o quasi),che se li avessero considerati liberi di agire avrebbero imprigionato o ucciso tutti i Titani.
A quanto pare però gli unici a vedere la paura e la menzogna oltre a Oceano e Rea erano Temi e il possente Giapeto,che però aveva un'aria più arrendevole che mai mentre ascoltava i vaneggiamenti paranoici di Crono e vedendo ridotto così il più onesto dei suoi fratelli il signore dei mari non potè trattenersi:”Crono,se mi è concesso parlare,penso che quello che dici sia guidato più dalla preoccupazione per te stesso che da quella verso di noi.Ero presente quando Zeus ha liberato gli altri cinque e hanno fatto intendere di mostrare rancore solo verso di te,dunque mi chiedo perchè scatenare una guerra solo per difenderti.”.Iperione si alzò di scattò e puntò la spada contro il fratello dalla pelle blu:” Dunque è così che dimostri la lealtà a colui che ti ha concesso di continuare a sguazzare per anni indisturbato,Oceano?!Zeus e gli altri non si accontenteranno di vendicarsi,la loro avidità li condurrà a conquistare anche i domini di noi, tutti,compresi i tuoi adorati fondali.Io non permetterò che qualche ragazzino con il moccio al naso osi reclamere l'Est,quindi ti conviene dosare le parole,fratello!Oppure intendi schierarti con Zeus e ribellarti contro i tuoi fratelli”.
Se fossero stati soli Oceano avrebbe riso,perchè come al solito Iperione si comportava come il cane da guardia di Crono,abbaiava senza mordere e se avesse voluto ferirlo l'avrebbe già fatto,ma decise di andarsene, d'altronde non aveva più niente da fare lì,ma prima di muoversi parlò nuovamente:”Rassicureratevi tutti,non mi schiererò con Zeus,ma neanche interverrò per combatterlo.Semplicente se si arriverà a una guerra io resterò in disparte nel mio palazzo,assieme a mia moglie e alle mie figlie,ma se qualcuno arriverà a sfidarmi per il dominio di tutte le acque io combatterò con tutte le mie forze....arrivederci e buona fortuna a tutti voi,fratelli e sorelle.”.
Detto questo il primogenito di Urano e Gaia si diresse verso il fiume alla base della montagna,ma durante il cammino venne raggiunto dal fratello Giapeto.Egli aveva i capelli e gli occhi bianchi e un'armatura ricavata dalle ossa e dalle zanne di una tigre che gli stesso aveva ucciso,che in genere gli dava un'aspetto molto più marziale e regale dello stesso Crono,ma in quel momento aveva la stessa aria afflitta di prima persino nel modo di muoversi e nella voce:”Fratello,per favore,non andartene,Crono e Iperione non hanno tutti i torti.Chi può sapere cosa potrebbero fare quei sei una volta vinto Crono?A questo punto è meglio è meglio stare uniti e prepararci al peggio.”,ma il sovrano dei mari sapeva che neanche Giapeto credeva in quello che diceva,glielo lo leggeva negli occhi...occhi che non erano più gli stessi dalla morte di Urano:”Giapeto,tu a differenza di Iperione,Ceo e Crio sai benissimo che il nostro cosiddetto “re” ci sta solo usando come guardie del corpo e ci abbandonerebbe senza farsi troppi problemi solo per salvarsi la pelle.Tu sei forte,potresti tranquillamente prendere il trono e saresti senza alcun dubbio un sovrano molto migliore di nostro fratello,inoltre non avresti niente da temere dai suoi figli.”.Ma lo sguardo del signore dell'ovest non era quello di una persona pronta a battersi per il potere,tutt'altro:”Sai bene che non posso,già mi sono macchiato di tradimento verso nostro padre,se lo facessi nuovamente non sarei più niente.Un traditore con un trono resta pur sempre un traditore,ora e per sempre.No,combatterò in questa guerra e forse la morte in battaglia potrebbe anche liberarmi dalla lealtà che devo a Crono e dalla colpa nei confronti di Urano.E poi sei tu il primogenito,i tuoi diritti sono superiori ai miei,mancherei di rispetto anche nei tuoi confronti”.
Oceano guardò il fratello con compassione,non pensava che nel cuore del fratello si agitasse un simile rimorso,gli pose una mano sulla spalla e gli parlò con gentilezza:”In questo caso non posso che augurarti di fare la scelta giusta,Perforatore.Io mi sono sempre sentito a mio agio come successore di nostro zio Ponto,a regnare suoi fondali e su tutte le creature che li abitano,pertanto neanch'io posso reclamare il posto di signore della superficie,ma sarei orgoglioso di te se fossi tu a farlo.Ora ritornerò dalla mia famiglia,ma mi auguro di rivederti dopo la fine di questa storia,qualunque cosa succeda.”,detto questo il Titano dalla chioma dello stesso colore delle alghe si tuffò nel fiume diretto alla sua casa,non prima di aver rivolto un ultimo saluto al tormentato fratello.
                                                                                                              Ora
Nel frattempo tra le sale dorate dell'Olimpo Poseidone si muoveva nervoso.
Salutò distrattamente il ciclope Arge,che stava lavorando in forma ridotta alle decorazioni di una colonna e si diresse verso il braciere dell'Olimpo.Come al solito trovò lì sua sorella,che sistemava la legna sul braciere dorato e decorato con scene di vita quotidiana come se da esso fosse dipeso il destino del mondo.La dea non aveva dato segno di accorgersi del fratello minore,ma si voltò prima che lui potesse dire o fare qualunque cosa e gli rivolse un grandissimo sorriso:”Oh,Poseidone,come mai ancora qui sull'Olimpo?Ade è già andato negli Inferi per visionare quanto ha ottenuto e pensavo che fossi già andato a reclamare i tuoi domini,o forse hai intenzione di passare l'eternità insieme a noi?”.
Lo scuotitore di suolo sbuffo,visto che come al solito sembrava che la dea del fuoco lo stesse prendendo in giro e spingendolo ad agire allo stesso tempo,perciò non potè fare altro che puntarle il dito contro e parlarle a voce alta e chiara(vale a dire come un bambino di dieci anni,che sente di aver subito un torto):”Non osare parlarmi con quel tono,Estia.Avevi promesso insieme a Era e Demetra di non intrometterti in alcun modo,mentre hai deciso di fare di testa tua e chiamare quelle dannate vecchie.Non pensare che sia solo un bambino solo perchè tu hai vent'anni più di me,sarei riuscito a raggiungere un compromesso con quei due anche senza di te".
A quel punto la sorella si mise a ridere:”Con compromesso per caso intendi una lotta fraticida.No,grazie,se non avessi chiamato le “dannate vecchie”-e ti consiglio di non usare mai questo termine davanti a Loro- a quest'ora tutta la nostra casa sarebbe distrutta e lorda di sangue e tutto con la grandissima gioia di nostro padre e di tutti i prigionieri del Tartaro.D'altro canto non mi sembra che le assegnazioni delle parche fossero tanto campata per aria,viste le vostre attitudini e i vostri poteri.Poi hai tute le carte in regola per scontrarti con Oceano,o forse il valoroso generale che ho visto negli ultimi dieci anni non era che una bieca menzogna inventata per farti bello agli occhi di driadi e naiadi?!”.
A questo punto il quinto Cronide non ci vide più:”Bene,se la metti così non posso che andare,sorella.Andrò da Oceano se lui deciderà di battersi sarò ben felice di confrontarmi con lui!”.Detto questo Poseidone si diresse a gran velocità a un fiume non molto lontano e giunto lì materializzò un ippocampo dal manto nero e la parte posteriore di uno squalo.
Inizialmente aveva creato i cavalli per le proprie truppe di terra,perchè fossero più veloci di quelle di Crono,ma successivamente ne aveva creata una versione acquatica che si era dimostrata altrettanto utile e tra l'altro la loro eleganza e bellezza non era seconda a nessun'altro animale,in particolare l'animale comparso sul momento emanava un'autentica aura da combettente pronto a condurre il suo padrone in battaglia.Dissipati agli ultimi dubbi,quindi a Poseidone non rimase altro che salire sullo stallone nero,materializzare la sua armatura decorata con pesci e serpenti marini e dirigersi al palazzo dello zio.
Nel palazzo di corallo e cristalli marini collocato nel più profondo degli abissi marini Oceano sospirò ripensando a quanto accaduto quel giorno,se solo avesse insistito un po' di più con Giapeto o se avesse provato egli stesso a combattere,la Grecia non sarebbe stata ricoperta di sangue per più di dieci anni.
Tra l'altro alcune delle sue figlie e diversi altri spiriti della natura gli avevano riferito notizie preoccupanti,a quanto pare sua nipote Estia per impedire che i suoi fratelli si sbudellassero a vicenda aveva convocato le Parche perchè assegnassero a ognuno di loro il rispettivo regno e stando a quanto aveva sentito i mari erano stati assegnati a Poseidone,cui era stato ordinato inoltre dalle stesse Parche di duellare con lui.
Durante gli anni aveva osservato più volte le imprese dei nipoti,e in particolare il quinto figli di Rea aveva suscitato il suo interesso,perchè in battaglia combatteva e agiva in maniera molto simile al proprio,per questo motivo era molto curioso di vedere cosa avrebbe fatto.
Senza neanche accorgersene evocò una delle bolle che usava per la divinazione e vide cosa stava facendo in quel momento Poseidone,vedendolo con poca sorpresa viaggiare a tutta velocità su una creatura che non aveva mai visto sul pelo dell'acqua.
Non aveva il minimo dubbio che si stesse dirigendo proprio da lui e sorrise a questo pensiero:”Che venga pure,è tempo di smetterla con l'inazione.Combatterò per quanto ho costruito in tutti questi anni!”.
Quindi materializzò la sua arma,una letale spada con una forma simile a una zanna di squalo e la sua armatura,che nella corazza rappresentava il volto spaventoso e furioso di un Leviatano,quindi partì a tutta velocità verso la superficie dell'acqua,pronto alla battaglia,sperando di aver trovato un nemico degno.
  
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