“Il
mondo è un palco” Disse Shakespeare,
“uomini e
donne sono solamente attori.”
E
se forse Bill non si fosse sbagliato più di tanto?
Immaginate
l’universo come un enorme, gigantesco
cinema multisala; botteghini, bar, macchine dei pop corn sparse un
po’ ovunque.
Centinaia di migliaia di kilometri corridoi su cui si aprono milioni e
milioni
di porte, che conducono ognuna ad una diversa sala. Ogni sala ha un
design
diverso, con un diverso colore delle poltroncine, o rifiniture diverse,
comparti
audio e video migliori o peggiori a seconda del film che viene
trasmesso, a
ripetizione, sempre uguale. Ci sono, così, sale vuote e sale
stracolme, sale
immense che possono accogliere un’infinità di
spettatori, e sale più piccine,
appartate, riservate magari a film di poco successo o particolarmente
noiosi.
Uno
di questi film particolarmente noiosi viene dato
nella sala numero
quattrocentomiliardiseicentosessantasettemilioniottantaduemilatrecentonove,
nel millecinquecentesimo corridoio, sulla destra di uno stand dello
zucchero
filato. In quella sala ci siamo proprio noi; o meglio, il nostro
universo, che
dall’alba dei tempi continua ad essere trasmesso, con il suo
andamento ciclico.
Un film breve, quasi un cortometraggio, abbastanza lento e non troppo
impegnato:
ma se si guarda in un angolino in alto a sinistra, si dovrebbe poter
vedere un
puntino bianco, la via lattea. E guardando ben bene, con un
po’ di attenzione,
appena sul bordo di quel puntino si potrebbe scorgere
un’ombra rossa, il sole. Noi
siamo lì, tutti quanti, tutti comparse di questo film low
budget indipendente,
ogni nostra singola parola contribuisce a rendere quel film
ciò che è, anche se
in maniera molto subdola; un film senza comparse non è un
vero film, e forse
siamo proprio noi che rendiamo possibile questa modesta opera. Certo,
noi non
possiamo sapere se è stato un successo o un flop al
botteghino; chi può dirci
se in sala c’è qualcuno che ci sta guardando? Chi
mai potrebbe guardare
attraverso lo schermo, attraverso la pellicola, e dire con certezza che
la sala
è piena o vuota?
Nessuno,
ecco chi. Ma Shakespeare disse anche che lo
show deve andare avanti. E lo show andrà avanti fino alla
fine, per poi
ricominciare ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora…