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Autore: JustAGuyWithNoVoice    11/02/2016    1 recensioni
Cos'è Puntini?
Puntini sono io, quello che passa per la testa di uno pseudo-scrittore con tanto da dire e pochi a cui dirlo. Dentro c'è tutto, una raccolta di brevi favolette che descrivono me, come mi sento, cosa penso, chi sono; e tutto questo lo regalo a voi lettori senza chiedere nulla in cambio.
Certamente, ogni storia può essere presa come fine a sé stessa, o come parte di qualcosa di più grande: allo stesso modo in cui i puntini, sul foglio, possono unirsi o rimanere separati, formare linee o rimanere un ammasso informe senza scopo né causa, esistere per il puro piacere di farlo.
Ma io sono lo scrittore, il mio lavoro è scrivere; il lavoro del lettore, invece, è interpretare ciò che lo scrittore scrive come più sembra opportuno.
E chi sono io per dire a voi come fare il vostro lavoro?
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il mondo è un palco” Disse Shakespeare, “uomini e donne sono solamente attori.”

E se forse Bill non si fosse sbagliato più di tanto?

Immaginate l’universo come un enorme, gigantesco cinema multisala; botteghini, bar, macchine dei pop corn sparse un po’ ovunque. Centinaia di migliaia di kilometri corridoi su cui si aprono milioni e milioni di porte, che conducono ognuna ad una diversa sala. Ogni sala ha un design diverso, con un diverso colore delle poltroncine, o rifiniture diverse, comparti audio e video migliori o peggiori a seconda del film che viene trasmesso, a ripetizione, sempre uguale. Ci sono, così, sale vuote e sale stracolme, sale immense che possono accogliere un’infinità di spettatori, e sale più piccine, appartate, riservate magari a film di poco successo o particolarmente noiosi.

Uno di questi film particolarmente noiosi viene dato nella sala numero quattrocentomiliardiseicentosessantasettemilioniottantaduemilatrecentonove, nel millecinquecentesimo corridoio, sulla destra di uno stand dello zucchero filato. In quella sala ci siamo proprio noi; o meglio, il nostro universo, che dall’alba dei tempi continua ad essere trasmesso, con il suo andamento ciclico. Un film breve, quasi un cortometraggio, abbastanza lento e non troppo impegnato: ma se si guarda in un angolino in alto a sinistra, si dovrebbe poter vedere un puntino bianco, la via lattea. E guardando ben bene, con un po’ di attenzione, appena sul bordo di quel puntino si potrebbe scorgere un’ombra rossa, il sole. Noi siamo lì, tutti quanti, tutti comparse di questo film low budget indipendente, ogni nostra singola parola contribuisce a rendere quel film ciò che è, anche se in maniera molto subdola; un film senza comparse non è un vero film, e forse siamo proprio noi che rendiamo possibile questa modesta opera. Certo, noi non possiamo sapere se è stato un successo o un flop al botteghino; chi può dirci se in sala c’è qualcuno che ci sta guardando? Chi mai potrebbe guardare attraverso lo schermo, attraverso la pellicola, e dire con certezza che la sala è piena o vuota?

Nessuno, ecco chi. Ma Shakespeare disse anche che lo show deve andare avanti. E lo show andrà avanti fino alla fine, per poi ricominciare ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora…

   
 
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