Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Manu75    12/02/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

‘Un gelido destino’

 

Trentatreesimo capitolo

 

(Malfoy Manor – Un barlume di comprensione – prima parte)

 

La carrozza dei Malfoy procedeva alla velocità della luce, lasciandosi alle spalle Spinner’s end e tutta la zona paludosa che la circondava.
Narcissa stava immobile nella penombra del comodo abitacolo, persistendo nel suo proponimento di non posare il proprio sguardo su nessuno dei due ragazzi.
La sensazione di inquietudine, quasi di terrore, che aveva provato vedendoli l’uno accanto all’altro, l’aveva scossa profondamente.
Lucius sembrava non essersi accorto del turbamento della ragazza e stava seduto in una posa comoda, giocherellando con la fibbia dei suoi stivali; Severus sedeva in un angolo, una posa composta ma lievemente rigida, controllata come sempre.
Dopo alcuni istanti la carrozza si fermò bruscamente e Lucius si alzò, invitando gli altri due a seguirlo.
Si trovavano quasi all’imbocco di Diagon Alley, nella zona di ingresso ad uso e consumo dei maghi che non amavano accedervi dal Paiolo magico, diaframma tra il mondo babbano e quello magico.
I tre ragazzi si inoltrarono nella via affollatissima, cercando di non essere urtati dalla folla vociante.
L’inizio dell’anno scolastico era alle porte e quindi mezza Inghilterra magica si era riversata a Diagon Alley per gli acquisti.
Narcissa non prestò molta attenzione a chi incrociava e si limitò a rispondere a qualche saluto con un’aria distratta che, vista dall’esterno, le conferiva un atteggiamento alquanto snob e annoiato.
Si chiese se avrebbe incontrato anche Beb, ma sapeva che la sua amica si trovava in Namibia e avrebbe raggiunto l’Inghilterra solo il primo di settembre.
- Bene!-
La voce di Lucius la riscosse dai propri pensieri, si voltò a fissare il suo fidanzato che si era fermato a pochi passi da loro.
Severus era accanto a lei e si era voltato ad osservarlo con il sopracciglio alzato, in una sua espressione tipica.
- Miei cari ragazzi.- proseguì Lucius, osservandoli con attenzione – Come ho già detto, ho degli affari urgenti da sbrigare, quindi il vostro tutore vi lascia con la raccomandazione di ritrovarci qui tra un paio d’ore!-
- Ma come, te ne vai?- si accigliò Cissy, frenando a stento l’impulso di aggredirlo a male parole.
- Si! – le rispose tranquillo e, senza aggiungere altro, si voltò e si inoltrò verso quella che Narcissa riconobbe essere Notturn Alley.
Lievemente rossa in volto, la ragazza si voltò verso Severus, il quale conservava un’aria imperscrutabile.
- Bene... – mormorò lei, schiarendosi la voce – ...io dovrei fare un salto al Ghirigoro…-
- Per me è indifferente. – le rispose il ragazzo, con la sua voce calma – Devo solo procurarmi un paio di ingredienti per pozioni.–
Si incamminarono lungo la via, mantenendosi ad una certa distanza l’uno dall’altra, entrambi piuttosto rigidi.
Non si erano mai trovati, insieme, al di fuori delle mura di Hogwarts.
Un conto era frequentarsi nei corridoi della scuola o nella Sala comune, tutt’altra cosa era camminare fianco a fianco nel mondo esterno.
Narcissa avvertiva prepotentemente quella differenza.
‘Se qualcuno ci vede assieme?’ si chiese, imbarazzata.
Gli gettò un’occhiata di sfuggita.
Lui era ancora leggermente più basso di lei, estremamente magro come sempre; i vestiti neri, che scendevano attorno alla sua figura ossuta, evidenziavano quella magrezza e il colorito poco sano, tipico di una persona poco abituata a stare all’aria aperta; i lunghi capelli neri che, più che incorniciarlo, celavano il viso, sottolineando maggiormente il naso arcuato.
- Ebbene?- le chiese ad un certo punto, pacato eppure anche lievemente irritato.
- Come?- gli rispose lei, sbattendo le palpebre e rendendosi conto solo in quel momento di averlo sottoposto ad un esame approfondito.
- Pensavo volessi darmi un voto! – le spiegò il ragazzo, con un tono ironico .- Ma ti ricordo che io non sono mai sceso sotto una O* –
- No, non è…- interloquì Cissy piuttosto confusa – Ppensavo solo…- non riuscì a terminare la frase.
Di solito c’era solo un’altra persona al mondo che riuscisse a mandarla così in confusione: Lucius.
Poi comprese qualcosa, una cosa che, inspiegabilmente, la riempì di un senso di euforia.
Lui ci teneva, teneva al suo giudizio!Era riuscita a turbarlo!
Ciò le causò una marea di sensazioni, di sentimenti confusi ma potenti.
Gioia, trionfo e una vaga percezione di conquista.
Tutte le volte in cui era riuscita a scalfire la corazza di Severus aveva provato una sorta di appagamento, un compiacimento del proprio ego.
Ma questa volta andava al di là: lei non lo turbava come persona, bensì come ragazza.
Si morse le labbra per impedire ad un sorriso di esultanza di fare la sua comparsa.
Improvvisamente il ragazzo si fermò, stringendo i pugni con aria infastidita.
- Che succede Severus? – gli chiese guardandosi attorno, in allerta.
- Evans…- mormorò lui tra i denti, tenendo lo sguardo fisso su un punto poco distante.
-…Cosa?- si stupì Narcissa, senza comprendere.
Poi seguì il suo sguardo e vide che esso era puntato su una ragazza, che stava ammirando qualcosa in una vetrina.
Una ragazza dai capelli rossi che si infiammavano ad ogni raggio di sole.
- Lily Evans?- domandò Narcissa, non riuscendo a comprendere la reazione del suo amico.
- …Si…ed è proprio davanti all’erboristeria…- le rispose, senza staccare gli occhi dall’altra ragazza, con un’espressione turbata e furiosa insieme.
Se la consapevolezza di riuscire a scalfire Severus l’aveva esaltata, scoprire che esisteva al mondo qualcuno capace di disintegrare la maschera del ragazzo con la sua sola presenza procurò a Narcissa un vero terremoto interiore.
Cosa significava quella mocciosa?!Sapeva che i due ragazzi erano in forte competizione per la palma di miglior pozionista della scuola, ma non vi era altro, no?
- Cissy!-
Un gioioso richiamo riscosse entrambi i ragazzi, che si voltarono nella direzione da dove proveniva quella voce.
Un ragazzino stava fendendo la folla, con un’espressione felice sul volto e lo sguardo puntato su Narcissa.
- Reg!- chiamò lei, dimenticando per un istante i sentimenti confusi che la tormentavano e colmandosi di pura felicità.
La ragazza avanzò di qualche passo e si trovò stritolata in un abbraccio mozzafiato.
- Cissy!- esclamò di nuovo il ragazzino, lasciandola poi andare e indietreggiando di un passo per osservare la cugina.
- Anche tu qui?!Fai compere per il tuo ingresso ad Hogwarts, vero?- gli chiese, con entusiasmo.
- Si!- le confermò suo cugino, con orgoglio.
Regulus aveva quasi dodici anni ed era già alto quanto Narcissa, lasciando intendere che sarebbe divenuto alto quando suo fratello Sirius.
Come suo fratello, inoltre, e come tutti i Black, il ragazzo possedeva un’avvenenza notevole, con i capelli scuri che esaltavano gli occhi grigi e luminosi, il naso diritto e il volto dai bei lineamenti, più dolci rispetto a quelli di Sirius.
Era cambiato Regulus, ma lo sguardo che riservava alla sua bionda cugina era rimasto lo stesso di sempre.
Colmo di un amore incondizionato.
Ad un certo punto quello sguardo si posò su Severus.
I due si osservarono qualche istante.
- E lui chi sarebbe?- sbottò il giovane Black, stringendo gli occhi – Aspetta, non dirmelo…- un sorrisetto di scherno gli si aprì sul volto – Io so bene chi sei…Mocciosus…-
Severus si incupì, apparendo all’improvviso molto pericoloso.
- Regulus!- Narcissa sgranò gli occhi, fissandolo scandalizzata – Non darai mica retta a quel buono a nulla di tuo fratello?-
- Avrebbe solo che da guadagnarci!- esclamò la voce di Sirius alle loro spalle.
Narcissa e Severus si voltarono nuovamente, trovandosi tra i due fratelli Black.
La ragazza era furiosa, il ragazzo guardingo.
- Bene, bene…- mormorò Sirius, quasi annusando l’aria – Ma che bel terzetto! Il mio fratellino marmocchio, la mia cugina di ghiaccio e, dulcis in fundo, Mocciosus…pronto per tornare ad Hogwarts, Sevvy?Paura di essere tutto solo?-
Sirius era alto almeno una testa più di Severus e si avvicinò di un passo per incombere su di lui, con la mani in tasca e l’aria ironica.
Era estremamente attraente e, nei pochi istanti in cui si era fermato, nella via erano andati formandosi dei gruppetti di ragazze ridacchianti dagli sguardi adoranti.
Ma lui non sembrava nemmeno rendersene conto e tutta la sua attenzione era concentrata su Severus, il suo nemico.
- Narcissa io vado, ci vediamo come d’accordo…- mormorò con la voce gelida Severus, senza però staccare gli occhi da quelli di Sirius – quanto a te, Black, io non ho problemi a ritornare a scuola, anche da solo…non ho certo bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle; puoi dire lo stesso tu, che non muovi un passo senza Potter e quegli altri due?-
Sirius si irrigidì, stringendo gli occhi.
- Stai insinuando che io ho paura di te, Mocciosus?-
Severus fece un sorrisetto storto.
- No, io non insinuo Black, io lo dico chiaro e tondo!-
I due continuarono a fissarsi, mentre Severus si allontanava lentamente verso il centro della via.
- Ecco, bravo, vattene Mocciosus, ma tanto ti ritrovo, dove scappi, ti lasci la scia dietro…- lo schernì Sirius.
- Ottimo Black, è appunto nella mia scia che devi stare: un passo dietro!- controbatté Severus, con grande disprezzo.
Sirius sembrò quasi emettere un ringhio e fece per avventarsi contro il suo rivale, quando una mano lo trattenne.
- Non fare sciocchezze, sai bene che non è il luogo giusto…-
Sirius si voltò, trovandosi così a fissare due occhi ambrati e profondi, in un volto pallido e smunto ma interessante.
- Remus!- esclamarono all’unisono Sirius e Regulus, il primo con aria seccata, il secondo con entusiasmo.
- Ciao Regulus, non ci vediamo da un anno! – salutò il ragazzo, con un sorriso – Ciao Black, buongiorno.- si rivolse a Narcissa con un tono molto educato e un cenno del capo, a cui lei rispose con altrettanta educazione.
Del piccolo clan di amici di suo cugino, Remus Lupin era l’unico che non irritasse o disgustasse Cissy.
Era un ragazzo tranquillo e per bene e la sua pacata gentilezza non riuscivano ad indisporre mai la ragazza, nonostante fosse un Grifondoro e, cosa ben più grave, nonostante fosse un amico intimo del suo ben poco amato cugino maggiore.
- Rem sei un vero rompiscatole, se continui così ti faranno Prefetto…brr…- esclamò Sirius seccato, liberandosi dalla stretta gentile del suo amico.
- E tu sei una testa calda. – gli rispose l’altro, con un sorriso rassegnato – Se continui così non diverrai mai Prefetto, ahimè!-
Durante quel breve scambio di battute, Narcissa seguì con lo sguardo Severus e lo vide fendere rapidamente la folla e dileguarsi, badando di passare lontano da Lily Evans che stava subendo, con aria assai scontenta, le attenzioni di James Potter.
Lei sospirò impercettibilmente: la stizziva l’idea di aver perso l’occasione di passeggiare e chiacchierare tranquillamente con il suo amico.
Ed era tutta colpa di Sirius, ovviamente.
- Ma ne vado…- mormorò freddamente – Ho delle compere da fare e poco tempo da perdere -
- Che fai corri dietro a Mocciosus?- la motteggiò Sirius – Hai un debole per i casi irrecuperabili? Malfoy, Snape…mah!-
- Cissy non ha certo un debole per quel tizio!- sbottò Regulus, inorridito alla sola idea – E’ brutto e non è alla sua altezza!-
- Ah, si?- gli rispose il fratello chinandosi verso di lui, con aria arrogante e facendolo indietreggiare impercettibilmente – E chi è che sarebbe all’altezza della nostra biondina, tu forse?-
- Smettila Sirius!- lo zittì Narcissa con voce gelida – Sei sempre il solito borioso!Tutti hanno le loro debolezze, no? Non è forse così, cerbiattino?-
La reazione di Sirius fu immediata e sorprendente. Divenne paonazzo.
Remus e Regulus rimasero di stucco e Narcissa ghignò soddisfatta.
- Bene, io me ne vado sul serio adesso, Reg – il tono le si addolcì – Ci vediamo sull’Espresso per Hogwarts. Lupin, cugino…-
Salutò i ragazzi con aria regale e si allontanò, intimamente soddisfatta di aver avuto l’ultima parola contro il suo cugino ribelle e ignara, così come lo era lui, degli sguardi ammirati che attirava su di sé al proprio passaggio.
- Che significa “cerbiattino”, cerbiattino?- chiese ad un certo punto Remus, rivolto a Sirius e ridendo sotto i baffi.
- Cosa c’entrano i cervi?- esclamò un’altra voce e James Potter si unì ai tre ragazzi, sotto lo sguardo scrutatore di Regulus e quello amichevole degli altri due.


Mancava ancora mezz’ora all’appuntamento con Lucius e Narcissa, dopo aver fatto i suoi acquisti, girellava senza meta, nella speranza di incontrare nuovamente Severus.
Il ragazzo, però, sembrava scomparso nel nulla.
‘Accidenti a Sirius!’ pensò per la centesima volta.
Ad un certo punto, sempre più furiosa, decise di inoltrasi a Notturn Alley, per andare in cerca di almeno uno dei suoi accompagnatori.
Non  era mai stata molto a lungo in quei luoghi, rammentava i brevi minuti in cui aveva avuto conferma della tresca di Bella con il Signor Alderman e poche altre occasioni in cui aveva seguito suo padre o, ancora più raramente, sua madre.
Ripensò a Druella e si bloccò di colpo in mezzo alla via.
Aveva perduto Andromeda per prima, eppure di lei conservava ancora dei ricordi indissolubili e persino dolci, struggenti. Non poteva fare a meno di rimpiangerla.
Aveva perduto Bellatrix, in un modo più sottile e inesorabile forse, ma su di lei nutriva ancora la speranza di poter, in qualche modo, ricostruire un rapporto e delle volte, in certi momenti, sentiva che la sorella nutriva ancora dei sentimenti di affetto per lei.
Ma Druella?
Sua madre era morta da meno di un mese e già il suo ricordo era sbiadito, labile come un pugno di sabbia che scivola tra le dita e viene disperso dal vento.
‘Questo perché non mi hai mai amata, mamma, né mi hai mai dato modo di amarti’ pensò con amarezza la ragazza, travolta all’improvviso da quei sentimenti e pensieri.
- Tristi, certi pensieri che riescono a incupire persino un volto di tale bellezza e ad oscurare occhi così limpidi…-
Narcissa sussultò e si rese conti di essersi fermata nel mezzo di una stradina deserta, cupa e stretta.
Poco lontano da lei sedeva, su dei gradini di pietra, una figura avvolta in un mantello di un colore scuro, che ricordava tanto quello del sangue rappreso.
- Quale groviglio di oscure riflessioni…quanto impervio il sentiero per quel cuore…-
Narcissa decise di non dare bada a quella che, probabilmente, era una fattucchiera della peggiore risma e fece per allontanarsi.
- …Perché poi, covare rancori, cullare rimpianti, respirare odio? Una madre è pur sempre il ramo che ci ha generati…-
-...Cosa?...- Narcissa, proprio malgrado, si bloccò sui suoi passi e si voltò lentamente verso la misteriosa figura, studiandola meglio.
Il mantello, con il cappuccio tirato su, le nascondeva il volto, che era comunque celato da un velo nero.
Le mani erano coperte da lunghi guanti neri, non un solo tratto, un solo centimetro di pelle restava scoperto.
Si poteva intuire solo la magrezza di quel corpo, in quanto persino la voce era difficilmente definibile.
- Chi sei?- chiese Narcissa, tornando indietro e piazzandosi davanti alla sconosciuta.
- Che importa?- rispose la misteriosa figura, con voce ilare -Sei certa di voler sapere chi sono io? Non desideri, piuttosto, sapere chi sei tu?-
- Non ho certo bisogno che sia tu a dirmelo!- esclamò Cissy, altezzosa.
Una risata senza gioia sbuffò fuori dal fitto velo nero.
- Allunga la mano, ragazza impudente, in cambio ti chiedo solo uno zellino, io non uso la mia arte per arricchirmi…-
Narcissa gettò uno sguardo intorno.
Non c’era praticamente nessuno e anche i pochi negozi, dalle vetrine oscurate, sembravano deserti.
Allungò la mano e lasciò che la sconosciuta la prendesse con la sua, ricoperta dal morbido guanto nero.
Passarono alcuni istanti, in cui la strega si limitò a scrutare la pelle della ragazza e ad accarezzarle il polso.
Narcissa stava già per stufarsi e andarsene quando quella parlò.
- Che groviglio! Sento sotto le mie dita i nodi….mh….- la voce roca sospirò, un sospiro tremulo di soddisfazione – Guarda le vene che portano il tuo sangue, donando la vita al tuo corpo...avrai un figlio!-
La dichiarazione, così improvvisa, fece sussultare Narcissa.
- Un figlio…?-

- Si, non ora, ovvio…sei ancora pura…- la voce assunse un tono strano a quella dichiarazione e Narcissa cominciò a pentirsi di essersi lasciata tentare – Un maschio, una ragione di vita….-
- S-sarò una buona madre?- la ragazza di morse le labbra nel porre quella domanda, con il volto inconsciamente contratto in un’espressione angosciata.
Un sospirò fuoriuscì dalla fitta rete che celava il volto dell’altra donna e il cuore di Narcissa precipitò in fondo alle scarpe.
- Si.- fu l’asciutta risposta – Perché il desiderio diventa forma e la forma genera energia. Hai una volontà di ferro. Sappi che poco importa se sarai una buona madre o meno, l’importante è che tu ci sia…che tu sia presente...- la voce della donna si affievolì e passo qualche istante di silenzio.
- Non hai altro da dirmi?- chiese allora Narcissa.
- Guardati da un uomo bruno…esso interferirà con la tua serenità, potrebbe toglierti tuo figlio…- il pensiero di Narcissa volò a Lord Voldemort, ma la donna finì la frase – Un pensiero che diventa ogni giorno più forte, quest’uomo potrebbe anche impedire che il figlio che ti è stato designato venga alla luce ma, ricorda, la tua via è quella che tu ben sai…-
- Impedire che venga alla luce?- chiese la ragazza, rabbrividendo.
- I destini sono molteplici, se vuoi un figlio, quel figlio, sappi che la strada da seguire sarà una e solo una, altrimenti cambierai inesorabilmente la tua vita. Vedo un’ombra su di te…-
- Un’ombra?- Cissy deglutì – Un pericolo?-
- No. Qualcosa che ti segue strisciando…-
Il cuore di Narcissa mancò un battito.
- …Qualcosa come una maledizione?-
Ancora un lungo silenzio.
-  Guardati da un uomo bruno, solo questo posso dirti, esso interferisce con la tua tranquillità…-
- Interferisce? Quindi lo conosco già? Egli già esiste nella mia vita?-
- Puoi capirlo da sola, io mi limito a leggere i segni…ombre che strisciano intorno a te, solo tu, con le tue decisioni puoi scacciarle!-
- Parlami ancora di quello che incombe su di me!- esclamò allora Narcissa, afferrando il velo che copriva il volto della fattucchiera con la mano libera, in un gesto che voleva essere quasi di supplica.
La donna emise una specie di ringhio e torse la mano della ragazza, che ancora tratteneva tra le sue, e scattò in piedi, portandosi alle sue spalle.
Narcissa si trovò così contro il corpo ossuto della misteriosa sconosciuta, con il braccio dietro la schiena, stretto in una presa d’acciaio.
Con l’altro braccio la donna le afferrò i capelli e glieli tirò, facendole reclinare il volto all’indietro.
Le loro figure così avvinte, vennero riflesse da il vecchio specchio, opaco e rovinato, di una vetrina.
- Vuoi vedere? Vuoi vederti?!- esclamò la veggente con una voce folle – Guardati allora!-
Lo specchio restituì un’immagine che fece urlare Narcissa di terrore.
Il suo volto e il suo corpo erano coperti da nere spirali striscianti che l’avvolgevano in una presa oscena e, al posto della fattucchiera, vi era uno scheletro dal ghigno malefico.
- Eccoti! Immonda creatura! Che ti nutri del sangue di colei che è morta! Sappi che ogni cosa che toccherai marcirà!-
Narcissa si divincolò, riuscì a catturare la propria bacchetta, nascosta nella tasca del proprio abito e si voltò, pronta a colpire.
- Expelliarmus!-
Una voce maschile tuonò nel vicolo e la bacchetta di Cissy volò in aria, compiendo un arco e andando a depositarsi in terra, poco più in la.
Massaggiandosi la mano colpita, la ragazza si voltò subito verso l’oscura veggente, ma la donna era scomparsa nel nulla.
- Ho dovuto farlo, splendore! Sei minorenne, ti saresti cacciata nei guai…-
Dolorante e ansimante, per l’adrenalina che ancora le scorreva nelle vene, Narcissa si voltò verso il suo soccorritore.

 

FINE TRENTATREESIMO CAPITOLO


* Oltre ogni previsione, n.d.t

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Manu75