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Autore: Mignon    12/02/2016    0 recensioni
Saranno cinquanta piccole e semplici storie su Harry e Draco.
Per strappare un sorriso e far lavorare la fantasia.
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40/50
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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#31 AIUTO
 
Con la fine della guerra il mondo magico sembrava essersi spaccato a metà. Anche Hogwarts ne faceva parte. Di conseguenza anche dentro quelle mura, piccoli gruppi di studenti si riunivano in segreto per “ristabilire l’ordine”, chiudendo gli occhi davanti agli orrori appena trascorsi.
Per Harry, ignaro di tutto, quella era pur sempre la sua casa, calda, accogliente e soprattutto finalmente sicura.
Un ragazzo, in quel corridoio quasi deserto, non era d’accordo con lui.
Harry si trovò catapultato indietro di pochi mesi in un batter di ciglia, mentre quel numero indistinto di animali di case diverse si accaniva sul corpo di quello che per lui poteva sembrare una bambola.
Non reagiva, era immobile, mosso solo dai colpi che continuava a ricevere.
La rabbia di Potter era palpabile, la magia si faceva strada sotto la sua pelle.
Non mosse un dito, non toccò nemmeno la bacchetta.
Quei ragazzi volarono addosso al muro, al soffitto. Vennero catapultati lontano da una forza inaspettata.
Camminò con i pugni serrati, avvicinandosi al corpo di quel ragazzo ridotto ad un fantoccio esanime.
Draco Malfoy sbatté con fatica le palpebre, la tumefazione attorno agli occhi era già visibile.
Harry lo raccolse, lo prese in braccio, si incamminò verso l’infermeria.
Senza mai incrociare lo sguardo del biondo, senza mai leggere la muta richiesta d’aiuto scritta in quelle iridi appannate.
 
 
#32 GIUDIZIO
 
«Cosa vuol dire che ti hanno bocciata?»
«Non è propriamente andata così Harry, un giorno te lo spiegherò».
Hermione ringraziò Merlino per aver un amico così tonto, in alcune situazioni.
Così tonto da non aver letto il foglio, appeso nella classe degli Auror, per intero.
Così tonto da non accorgersi di quel grazie silenzioso che arrivava dall’altra parte della stanza.
Non si accorgerà mai di ciò che Hermione ha fatto per lui, e a lei andava bene così.
Lei, Kingsley Shacklebolt e Draco Malfoy saranno gli unici detentori di quel piccolo segreto.
 
 
#33 MONETA
 
Il mendicante si sedette al solito posto, nella solita via, alla solita ora.
Vedeva ogni giorno le stesse persone, studiava le loro abitudini.
Ma questa sera qualcosa di diverso si poteva sentire nell’aria.
Era freddo, non si muoveva una foglia, non c’era una carta che volava da terra.
Un silenzio strano in tutto quel rumore; per la prima volta si sentì uno spettatore non voluto di un dolore che ancora non conosceva.
Poco più lontano da lui finalmente lo vide, puntuale come sempre, questa volta solo, che percorreva la strada al contrario.
Era abituato a vederli insieme, facevano quella strada tutte le sere alla stessa ora, sfiorandosi le mani. Tornavano a casa, immaginava.
Ma quella sera era solo, nel suo cappotto perfetto. Con la valigia in mano.
E in quella faccia lesse quel dolore che prima non era riuscito a capire.
Lo sentì ancora più forte quando quella figura si avvicinò a lui.
Il rumore delle monete che sbattono tra loro, una voce pungente: «vada a prendersi qualcosa di caldo, stasera il tempo peggiorerà».
L’ombra dell’uomo si era ormai allontanata da lui, rimase il brilluccichio di una strana moneta d’oro.
Il mendicante si alzò, si girò per l’ultima volta ma lui già se ne stava andando.
Avrebbe voluto chiedergli dove.
Mentre camminava gli tornarono in mente le parole di suo padre: “una monetina, un desiderio”.
Fece altri passi verso la piccola fontana, rigirò tra le mani la moneta, chiuse gli occhi e la lasciò cadere.
Decise che sarebbe tornato domani, al solito posto, nella solita via, alla solita ora.
Forse il suo desiderio si sarebbe avverato.
 
 
#34 BIBLIOTECA
 
Le giornate in biblioteca con Ron ed Hermione erano una tortura, un supplizio, un principio di apocalisse, un giorno in cui regnava il caos.
Avrebbe potuto continuare, tutto pur di smettere di far finta di studiare.
Non c’era via di fuga, non poteva sfuggire alla sua carceriera.
Lei li braccava già di prima mattina, li accompagnava in ogni singolo momento dal loro risveglio, durante la colazione non staccava gli occhi dal loro volto.
Non si parlava in quelle mattine, non si poteva. Era proibito lamentarsi.
Era troppo difficile capire che tutto quello era per il loro bene, per gli esami, per non prendere punizioni. Più semplice, invece, era lagnarsi. In silenzio.
Ogni dieci minuti Ron sospirava, Harry temeva cominciasse a singhiozzare da un momento all’altro.
Non ne poteva più.
Si alzò, sotto gli occhi terrificanti di Hermione, sussurrò qualcosa riguardante un libro per una ricerca, per un professore di cui non ricordava il nome. Fiutata la bugia, però, lo lasciò andare, forse sfinita pure lei.
Ron lo guardò implorante, ma in quel momento avrebbe messo in pericolo anche la sua amicizia per sfuggire per una manciata di minuti.
Girò l’angolo dello scaffale più vicino, appoggiò la schiena e chiuse gli occhi assaporando quella breve liberà.
Successe tutto troppo velocemente, non si accorse quasi di nulla. Quando riaprì gli occhi vide solo i suoi capelli biondi, il suo mantello svolazzare.
Se n’era andato, e con lui le sue labbra, e con loro quel bacio rubato.
 
 
#35 TASTO
 
Chiuse la telefonata, guardò Blaise, e in un solo sguardo si capirono.
Si smaterializzarono insieme per materializzarsi un secondo dopo a casa di Draco.
Trovarono la televisione accesa, il salotto sottosopra e il loro amico intento ad annaspare.
Non riusciva a parlare, indicava con le dita tremolanti prima la TV, poi il telecomando, poi la cucina, il forno, il tavolo.
Un’altra occhiata tra Pansy e Blaise, e i due entrarono all’opera.
Mezz’ora dopo la casa era tornata all’antico splendore, la tavola imbandita di ogni pietanza possibile ancora calda e fumante.
Draco era lavato e vestito di tutto punto, i capelli impeccabili.
Lo avevano fatto sedere sul divano e ora guardava il telecomando che aveva tra le mani, senza sbattere le palpebre.
Il campanello suonò, Draco ebbe un tremore, guardò gli amici, non sapeva che fare.
Blaise si avvicinò, prese il telecomando, cliccò il tasto rosso e spense la TV.
Raccolse la mano di Pansy e andarono al camino.
Tornati a casa si chiesero se Draco avesse finalmente aperto quella porta.
«Questo appuntamento con Potter lo ucciderà».
 
 
#36 SALE
 
Neville e Blaise venivano, come ogni settimana, invitati a casa di Ron ed Hermione per la solita cena. Come d’abitudine Blaise portava con sé anche Draco, e come d’abitudine gli altri due obbligano Harry ad essere presente.
La cena si svolgeva come sempre, si chiacchierava di Quidditch, si parlava di imminenti matrimoni e divorzi, il lavoro, l’amore.
Tutto come d’abitudine.
Harry e Draco si evitavano, gli unici contatti che avevano erano i soliti dispetti.
Il sale nel caffè, lo zucchero a velo sulla faccia, gli schiantesimi sotto al tavolo, gli sgambetti, i pezzi di cibo svolazzanti, gli insetti nel drink.
Gli amici oramai erano spettatori indifferenti dei loro giochetti.
La fine della serata era sempre la stessa.
Harry e Draco erano sempre i primi ad andarsene.
Ringraziavano gli amici e se andavano subito dopo i convenevoli.
Ron ed Hermione, Pansy e Blaise avevano sempre il tempo di guardarsi, fare finta di nulla e scommettere in quale dei due appartamenti si sarebbero smaterializzati.
«Questa sera tocca al Manor» azzardò Hermione.
«Come d’abitudine» rispose Pansy.
 
 
#37 GRIGIO
 
Draco era strano quella mattina.
Aveva fatto colazione, aveva scritto e inviato la lettera giornaliera ai suoi genitori, addirittura si era messo a lavare i piatti.
Tutto senza smettere di guardarlo e ridacchiare.
La mattinata passò così, relativamente tranquilla.
Harry tornò a casa dal lavoro, preparò la cena e aspettò che tornasse anche il fidanzato.
La scenetta però continuò.
Non ne poteva più, ogni boccone di cibo che Draco metteva in bocca era accompagnato da un risolino.
Ad un certo punto sperò si soffocasse.
Lasciò cadere le posate, chiuse gli occhi per il rumore che fecero contro il piatto e poi fissò lo sguardo su Draco. Impassibile.
«Si può sapere che ti prende?»
Il biondo ghignò di nuovo, inforcò un nuovo pezzo di carne e dopo aver finito di masticare e aver ingoiato il boccone con tutta la calma che lo contraddistingueva, si decise a parlare: «Che colore ottieni se unisci nero e bianco?».
Guardò la faccia di Harry e riprese a ridacchiare.
Potter prese le sue cose e se ne andò in camera, deciso ad evitare quell’uomo nato solo per fargli perdere la pazienza.
Dall’altra parte della porta poteva sentire ancora le risate di Draco.
Si distese a letto, ignaro dei capelli bianchi che avevano deciso di crescere sulla sommità della sua testa, unendosi a quelli corvini, rivelando la risposta alla strana domanda di Draco.
 
 
#38 CRUCIATUS
 
L’unica cosa che riusciva a fare in quel momento, recuperando l’ultimo briciolo di lucidità rimasta, era augurare a Blaise le più grandi sventure.
A lui e Pansy, quella petulante Serpe sempre presente e, sicuramente, artefice di quel piano che lo vedeva protagonista.
«Buonasera a tutti!» il mago stempiato cominciò a parlare, allargando le braccia e le labbra in un sorriso, donando alla sua faccia un’aria ancora più ridicola.
«Con immensa gioia dò il via a questa iniziativa completamente nuova e innovativa!». La sua voce stridula arrivò alle sue orecchie, obbligandolo a strizzare gli occhi per il fastidio.
«Benvenuti al primo Magic Speed Date per soli uomini!» di nuovo quelle braccia alzate.
Poteva vedere l’alone sulla sua camicia schifosamente ridicola.
Ormai era lì, era in ballo. Doveva andare fino in fondo. Lui era un Malfoy.
Una ragazza, bassa, occhialuta e molto brutta, fece accomodare lui e gli altri maghi ai tavoli. Si guardò intorno. Nessuno poteva essere al suo livello.
«E ora che tutti voi gentiluomini vi siete accomodati, possiamo dare il via all’evento!».
Urlava, urlava sempre. La mano di Draco prudeva dalla voglia di lanciare una Cruciatus a lui e a tutti i presenti.
Si limitò a prendere la decisione di Obliviarli tutti alla fine di quel teatrino ridicolo.
Ciò che capitò dopo fu un susseguirsi di eventi talmente veloci che Draco non capì più nulla.
Le regole erano chiare, avevano un tempo stabilito per parlare con chi gli capitava davanti, il resto lo avrebbe fatto il destino.
Era ciò che aveva detto lo stempiato.
Poi la porta si aprì e arrivarono l’altra metà degli uomini.
Gli si presentò di tutto. Avrebbe voluto cavarsi gli occhi, tagliare le mani a chi provava a sfiorarlo. Cruciare chiunque.
Teneva la testa tra le mani da tempo, già tre ragazzi avevano preso posto davanti a lui ma non li aveva degnati di uno sguardo. Sentiva solo il campanello suonare e la sedia davanti a lui che si spostava per accogliere qualcun altro.
«Malfoy?»
Chi poteva essere? Chi si era preso il diritto di pronunciare il suo nome in mezzo a quella feccia?
Si ricompose, mettendo sul viso il suo più perfido ghigno.
Ma non durò che un secondo. Strabuzzò gli occhi.
La prima cosa che notò fu un’orribile cicatrice sulla fronte del ragazzo di fronte a lui.
«Uccidetemi».
Non disse mai a nessuno che l’unica cosa che provò fu sollievo.
Sarebbe stata una serata divertente per entrambi.
 
 
#39 BUIO
 
«Ci stiamo facendo del male».
«Non è successo niente, non è niente».
Due sagome raggomitolate, al buio. Vicine, quasi un corpo unico.
«Ho una famiglia».
«Pensi che la mia valga meno della tua?».
Offesa, risentimento. Quella voce strascicata non lasciava intendere nulla: schietta, diretta.
«Come al solito. Vaffanculo».
Uno sbuffo.
Una sagoma sola, ancora al buio. Con la paura di non essere più in grado di guardare attraverso la luce. Per paura di dimenticare, di veder sfuggire gli ultimi attimi.
Quella era la fine di tutto.
La porta si chiuse, il lenzuolo coprì i lembi di pelle ancora nuda, scossa da brividi.
 
 
#40 LAMA
 
Un urlo squarcia la notte appena cominciata.
La luna è stata abbandonata dietro i palazzi.
Due sagome, solo due ombre nere.
Si vedono a tratti, a volte inghiottiti nell’oscurità della stanza.
Una porta chiusa nella parte più nascosta della camera, da sotto di essa una lama di luce calda illumina fioca il pavimento.
Ora le due sagome sussurrano.
«Che diavolo hai fatto?»
«Niente Draco, non ho fatto nulla!»
L’ombra più alta con un solo passo annulla la distanza tra i due, tiene un oggetto in mano, un piccolo riflesso abbagliante.
Un solo respiro a dividerli.
Una lama.
«E questo?»
L’altro rabbrividì, in un attimo si sentì colpevole di tutto, il rimorso era grande.
Di nuovo, l’ombra più alta si avvicina, tiene la bacchetta in mano.
Parla ancora, un sussurro glaciale.
«Avanti Harry, facciamo ricrescere questi capelli».
Harry deglutisce l’amaro boccone.
Domani sarà tutto come prima.
 
 


 





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È passato tanto, tanto, tanto tempo. Ma non mi sono dimenticata di nulla. 
Mi spiace, spero di farmi "perdonare" leggermente con questo nuovo capitolo.
A presto, sono sempre qui in giro.
<3
 
  
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