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Autore: aurorajstone    12/02/2016    1 recensioni
Un'antica leggenda cinese dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che ci congiunge alla nostra anima gemella. Questo filo non può essere spezzato, tagliato o bruciato, e le anime collegate sono destinate ad incontrarsi, innamorarsi e sposarsi. Ma cosa succederebbe se ci fossero delle persone in grado di vedere i fili rossi? Cosa ne farebbero del loro potere? E soprattutto, quali sono vantaggi e svantaggi di questo "privilegio"?
Questa è la storia di due realtà diverse che si incrociano. La storia di Jaehee e Jungkook, che si ritrovano a stretto contatto senza neanche volerlo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

"Più provi qualcosa, più la nascondi."

JaeheeSiamo in troppi

  Quella sera Jungkook mi chiese il mio numero di telefono ed il mio nome su Kakaotalk. Non so perchè, ma si convinse con l'aiutarmi nella missione. E mi chiese anche di tutte le anime che avevo aiutato.
  Gli raccontai dei due ragazzi che lavoravano al mio locale, del mio vicino di casa, di tre miei compagni di scuola e di un'anziana signora che vendeva le sigarette. Lui mi ascoltò affascinato e mi disse che dovevamo assolutamente rimanere in contatto per aiutare Sooyoung e Yoongi. Mi chiese addirittura se, in un giorno libero, volevo andare con lui alla ricerca delle anime gemelle degli altri membri del suo gruppo. Io accettai.
  Avevo seguito molti fili. Una volta provai a farlo anche con Sooyoung, qualche mese prima, ma mi portò all'aeroporto. Jungkook mi spiegò che in quel periodo loro erano in Cina.
  Mi ero appena svegliata e l'ultima cosa che feci dopo aver fatto colazione, essermi lavata ed essermi vestita fu controllare il telefono. Sooyoung e Daehyun erano gli unici contatti che avevo e, se avevano qualcosa da dirmi, lo facevano da vicino. Abitavano nei paraggi.
  Ma, mi sfuggì di mente che si era aggiunto un altro piccolo grande contatto...
  Jungkook mi disse che andava di nuovo al supermercato con Yoongi quel pomeriggio alle sei. Gli dissi che mi sarei fatta trovare lì con Sooyoung.
  Sorrisi. Ormai con il suo aiuto sembrava tutto più semplice.

  —Cosa devi comprare, Jaehee?— chiese Sooyoung, mentre eravamo sulla via del supermercato.
  —Schifezze. Mentre la sera vedo telefilm, strafogare fa sempre comodo— dissi.
  Lei rise.—Ma con l'università?
  —Tutto ok. Devo dare l'esame di biologia tra un mese.
  —Hai scelto una facoltà davvero difficile, non è da tutti— disse pensierosa.—Ma del resto, una a cui piace aiutare tutti, cosa poteva diventare se non un medico?— sorrise.
  Io sorrisi a mia volta.—Speriamo. Mi piacerebbe tanto poter curare le persone.
  Ebbene sì, io, Song Jaehee, ero una studentessa dell'università di medicina di Seul. Fondamentalmente, la mia vita ruotava e sarebbe continuata a ruotare intorno agli altri. E mi andava bene così.
  Mentre ero persa nei miei pensieri, intravidi da lontano una testa nera ed un'altra rosa pastello. Differenza di altezza notevole.
  Sooyoung si fece rossa in viso.—Sono loro...
  Io parlai, atona.—Già.
  A differenza mia, quando Jungkook si girò e mi notò fece un grande sorriso e mi salutò con la mano.
  Persi un battito.
  Ero stata talmente occupata ad insultarlo che non avevo mai notato quanto fosse attraente. Se fosse stato più simpatico sarebbe stato davvero perfetto.
  —Ci rivediamo— disse lui, squadrandomi.
  —Purtroppo— sorrisi sarcastica.
  Yoongi e Sooyoung, a differenza nostra, si salutarono formalmente. Jungkook mi chiese che diavolo stessi facendo lì ed io gli risposi che dovevo comprare qualche schifezza.
  —Attenta, che ingrassi.
  —Attento tu, che già ti mancano gli zuccheri al cervello.
  Yoongi rise seguito dalla mia migliore amica. Mi resi conto solo in quel momento che, visti dall'esterno, io e Jungkook eravamo davvero un duo comico...
  Tra un insulto ed un altro andammo a fare la spesa insieme. Presi quantità assurde di biscotti e merendine, mentre Jungkook aveva comprato solo roba salutare. Ma che diavolo?
  Uscimmo fuori e, per una strana ragione che capii solo dopo, Jungkook mi prese il telefono e scappò. Pensai che soffrisse di demenza senile precoce.
  Mi venne spontaneo corrergli dietro, ma Yoongi e Sooyoung rimasero fuori al supermercato.
  Corremmo anche per strada. La gente ci fissava scioccata.
  —Ridammi il telefono!
  —Fottiti!
  Ad un certo punto lo persi di vista. Mi fermai e continuai a camminare lentamente per cercare di scorgerlo, ma due braccia mi tirarono in un palazzo.
  Ero sul punto di gridare ma mi trovai il nasone di Jungkook davanti. Lo spinsi.—Che ti salta in mente!
  Lui sorrise soddisfatto.—Indovina chi ha lasciato Sooyoung e Yoongi da soli?
  Io rimasi immobile. Non ci avevo pensato.
  —Questo è probabilmente il primo complimento che ti faccio da quando ci siamo conosciuti ma... bella idea, amico.
  Mi lanciò il telefono.—Ti ha chiamata Daehyun col cuore— disse amareggiato.
  Io feci una smorfia.—Ora mi sta chiamando Sooyoung.
  Lui mi strappò il telefono da mano e rispose.—Pronto, Sooyoung. Sì, sono Jungkook. Ho preso il telefono di Jaehee perchè avevo voglia di prenderla in giro. No. Non mi ha ancora trovato. Rimani lì con Yoongi finchè non torniamo, ok? A dopo!
  Staccò la telefonata.
  —Chi ti da il permesso di rispondere al posto mio?!
  Lui sorrise.—Io posso. Perchè sono bello e famoso.
  —Famoso ok. Su bello avrei da ridire...— mentii.
  Lui fece una finta faccia offesa.—Ammettilo che sono bello. Io lo ammetto che tu lo sei.
  Io alzai un sopracciglio.—Ma davvero?
  Lui annuì.—Giuro— poi sorrise malizioso.—Una bottarella te la darei volentieri.
  Io feci una faccia schifata.—Sei proprio un cafone.
  Mentre lui scoppiò a ridere, un ragazzo scese le scale. Aveva le cuffiette nelle orecchie ed era... bellissimo? Dov'era stato tutto quel tempo?
  Ma soprattutto: DOVE DIAVOLO ERA IL SUO FILO ROSSO!?
  Lui probabilmente notò la stessa cosa perchè si fermò a fissarci e si tolse le cuffiette dalle orecchie. Esordì con:—Ma non mi dite...

  Alla fine salimmo a casa sua. Era un bell'appartamento, moderno. Viveva da solo, proprio come me.
  Si chiamava Park Bae ed aveva l'età di Jungkook, vent'anni.
  —Anche tu hai il potere da quando sei nato?— chiesi io.
  —No. L'ho acquisito a tredici anni, dopo un incidente. A curarmi fu il vecchio saggio. Probabilmente mi passò il potere— rispose lui.
  —Anche tu hai incontrato il vecchio saggio?— chiese invece Jungkook.
  —Sì. L'informazione che ha dato a me è che non si riesce a vedere il filo di una persona per due ragioni. O quella persona ha il tuo stesso potere, oppure è destinata ad una persona col potere.
  M'illuminai.—Non ci avevo mai pensato.
  Bae sorrise.—E' venuto anche da voi?
  —Da me ancora no— disse Jungkook sconsolato.
  —Da me sì— risposi io pronta.—Mi ha detto che la tua anima gemella è quella che incontri tre volte coincidentalmente.
  —Interessante— disse lui.—Jungkook, vedrai che tra poco arriverà anche da te. Il vecchio saggio si mostra sempre al momento giusto col consiglio giusto.
  Jungkook annuì. Gli arrivò una telefonata.
  Si scusò ed andò a rispondere. La sua faccia divenne sconvolta.
  Tornò da noi e disse fermo:—Jaehee, dobbiamo andare.
  Io misi su un'espressione interrogativa, ma accettai. Aveva uno sguardo abbastanza serio. Che fosse successo qualcosa a Sooyoung?
  Salutammo Bae e lui mi disse che sarebbe passato al mio locale qualche volta. Mentre scendevamo le scale, chiesi a Jungkook cosa fosse successo.
  Lui mi mise il suo telefono in mano con aperta una pagina web. C'erano delle foto. Che ritraevano noi due che correvamo per strada.

  "Pazza maniaca pedina Jeon Jungkook."
 
Io gridai.—ALLA FINE E' COSI' CHE VA A FINIRE?! IO PAZZA MANIACA?!
  Lui scoppiò a ridere.—Dirò in qualche trasmissione che sei una mia amica di vecchia data e che ti avevo fatto uno scherzo. Non ti alterare.
  Io gli puntai un dito contro.—Spero per il tuo apparato testicolare che nessuno mi riconosca, altrimenti te lo strappo e lo do a mangiare ai cani giù da me.
  Detto questo me ne andai, con lui che rideva ancora.
  Quella sera al locale ci fu poca affluenza. Fu una serata piacevole e all'una ero già a casa.
  Trovai una sorpresina quando tornai a casa.
  —Jungkook? Che ci fai qui?
  Lui mi sorrise.—Avevo voglia di vederti.
  Mi sentii diventare rossa.—Come no...
  —Dobbiamo farci una foto. Così potrò dire che sei una mia amica.
  Io diventai ancora più rossa.—Adesso sono in uno stato pietoso.
  Lui si alzò e mi mise un braccio intorno alle spalle. Sollevò il telefono con la telecamera intera attivata.—La bottarella te la darei anche quando sei in uno stato pietoso— rise.
  Io lo guardai malamente e fissai l'obiettivo. Sorrisi.
  Lui scattò la foto e la guardò un pò.—Hai proprio un bel sorriso.
  Poi si girò a guardarmi. Eravamo praticamente a due centimetri di distanza.—Peccato che non me lo mostri mai...
  Io mi girai dall'altra parte.
  Mi fece vedere che aveva pubblicato la foto su twitter. Arrivarono immediatamente mille messaggi dalle fan.
  Lui sorrise.—Guarda! Dicono che sei carina!
  Io guardai il telefono incuriosita.
  Lui fissò il telefono scioccato.—Questa dice che sei al suo stesso corso di università ma che non ti fai vedere mai!
  Io lo guardai.—Già. Studio da autodidatta, principalmente.
  —Non hai capito il punto. Tu vai all'università?
  Annuii.
  —Che facoltà?
  —Medicina.
  Lui si affogò con la sua stessa saliva.—Medicina!?
  —Sì! Il mio sogno è curare le persone— sorrisi.
  Lui fece una faccia intenerita.—Ti piace molto aiutare gli altri, eh?
  Io annuii.—Te l'ho detto. Vorrei che qualcuno aiutasse me. Quindi io lo faccio con gli altri. Mia madre mi ha insegnato che il bene viene sempre ricambiato.
  Lui sorrise.—Una curiosità. Quanti anni hai?
  Io mi bloccai. Speravo non mi facesse quella domanda.—Uno in meno a te. Linea 98.
  Lui mi guardò scioccato.—Devi chiamarmi oppa!
  Io scoppiai a ridere.—Sei prevedibile. Non se ne parla nemmeno!
  Lui fece il muso.—Va bene, milady. Io mi ritiro nella mia dimora. Faccia un buon riposo.
  Io risi.—Non ti si addice quest'aspetto sofisticato.
  Lui sorrise.—Sono figo lo stesso.
  Si avviò. Avevo voglia di stuzzicarlo.
  Lo chiamai, quando si girò gli dissi:—Buonanotte, oppa!
  Lui mi fissò. Io me ne andai.
  Un giorno gliel'avrei detto. Jeon Jungkook, una bottarella da te me la farei dare volentieri.
   
 
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