Videogiochi > Final Fantasy XII
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Autore: BalthierSan    12/02/2016    1 recensioni
Salve a tutti! E' da un po' che pensavo di crearmi un account e pubblicare qualche storia che mi diverto a scrivere. Ed ecco, questa ho iniziato a scriverla poco fa, il primo capitolo è veramente corto per i miei standard, è una prova per vedere se qualcuno è interessato a leggere questa particolare storia che ho in mente. E' la mia prima Fan Fiction che pubblico in questo sito e spero possa essere di gradimento a tutti coloro che sceglieranno di leggerla. Buona lettura! E mi raccomando, recensite! recensite! recensite! ^-^
Detto questo, passiamo direttamente alla storia in sè. I primi capitoli di essa sono ambientati prima delle vicende che tratta il gioco di FFXII, nella capitale dell'Impero Arcadiano. Chi conosce bene il gioco, può già ben immaginare chi riguarda questa storia! eh eh eh c: Beh, se siete interessati a vicende del passato di uno dei protagonisti più amati del mondo dei videogiochi, fate un saltino, leggete, godetevela e lasciate una vostra opinione! Buona lettura!
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Balthier, Cid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kalista e Laith camminavano silenziosi e distanti dagli altri due. Ffamaran iniziò a rallentare fino a raggiungerli, il cielo iniziava a rosseggiare e con una tacita comprensione tutti sapevano che erano diretti a casa. 

-"Che avete?"- Chiese nel modo più naturale che conoscesse il giovane nobile.

-" Mi dispiace.."- Fu l'unica flebile risposta che uscì dalle labbra della giovane che fissava il terreno su cui stava camminando, con il timore di alzare il capo. 

-"La vuoi finire? Ti ho già detto che non serve a niente dispiacersi."- Controbattè secco il giovane. 

Per un altro pezzo di tragitto ffamran non si avvicinò più ai due compagni,  rimase al fianco del padre finchè, quest'ultimo non gli lanciò un'occhiata in prossimità della loro destinazione. 
Ffamaran richiamò l'attenzione di Laith e lo invitò a seguirlo, precendendo gli altri due. 
Che Kalista fosse agitata e paurosa era l'unica cosa certa che lei stessa sapesse in quella situazione. 
Cid l'affiancò e prima di prendere parola fece un piccolo sospiro rassegnato.

-"Per quanto tempo hai intenzione di restare a testa bassa in quel modo?"- 

L'unica risposta che ricevette fu quella del vento che alzò le foglie che iniziarono a danzare intorno ai loro piedi. 

-"Ogni cosa a tempo debito, Kalista."- 

-"Cosa.. Intendete?"-

-"Tu hai un nome, no?"-

-"Sì.. Sì, Signore."-

-"E allora avrai anche un cognome."- A quella frase la giovane alzò la testa, guardando in viso Cid, era l'ultima cosa a lei stesse pensando quella cosa. Eppure lui si era fermato e preoccupato, la stava rassicurando. Lei si sentiva solo in colpa per averlo fatto scomodare, pensava che Ffamaran avrebbe passato dei guai per colpa sua. Non si aspettava tutto ciò.

Cid sospirò. -"Solo che non è ancora arrivato il momento di rivelartelo. Un giorno capirai il perchè di questa lunga attesa e mi perdonerai."-

-"Quella da perdonare sarei io in realtà. Sono sempre stata così egoista. Ho sempre pensato solo a conoscere tutta la verità, senza accorgermi di quanto stavo lasciando indietro. Ma è così che funziona, vero?"- La giovane stringeva i denti, sentiva gli occhi bruciare, le lacrime salire. -"Si pensa sempre a rincorrere ciò che non si ha, senza accorgersi di quello che abbiamo già. Mi dispiace, vi chiedo scusa. A voi e ai vostri figli. Siete stati fino ad oggi una famiglia fantastica per me, non dovrei pensare a chi mi ha abbandonata. Ffamran, Elsa e Clelia sono già dei meravigliosi fratelli per me, non potrebbero essere altrimenti visto come mi trattano, come mi hanno accolta e tutto quello che abbiamo condiviso. Vorrei poter... Considerare voi come mio Padre.. invece di.. pensare ad un padre che mi ha abbandonata senza pensarci due volte. E' quello che vorrei di più, considerarvi mio padre, avere lo stesso padre stupendo che ha Ffamaran."- 

Cid si mosse, si avvicinò a lei e dolcemente la cinse in un abbraccio quasi consolatorio. Forse le idee di Kalista non erano proprio la verità, quella verità che lui conosceva e che custodiva come un segreto, ma in quel momento non aveva importanza. Quella veritù era passata in secondo piano. Con un lieve sorriso sulle labbra, la rassicurò per un'ultima volta con tono scherzoso. 

-"Mi sembrava scontato. Credevo mi considerassi tale da un po' di tempo oramai."- 
E lì, in quella stretta paterna, Kalista si lasciò andare e pianse, sfogandosi come non faceva da tempo, non con le parole, non con delle urla, ma con lacrime, fiumi di lacrime che scorrevano silenziosi. 

***

-"Ffamran, dov'è finito nostro padre? Per una volta che finisce presto al lavoro si perde per la città, chissà a fare cosa."- Disse imbronciata la secondo genita della famiglia. 

-"Non preoccuparti troppo, sono sicuro che non si perderà la cena. Pensa a rilassarti."- 

Laith guardava fuori dalla finestra pensieroso, qualcosa lo turbava e le nuvole grige cariche di pioggia all'orizzonte rispecchiavano il suo umore in quella giornata che era ormai giunta al termine. L'amico lo guardò, subito dopo aver finito di rispondere alla sorella. Sospirò e tornò a leggere il suo libro, aspettando il ritorno del padre. 
   
 
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