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Autore: Justice Gundam    13/02/2016    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 15 - Padre e figlia
       
 
Vera strinse i denti, osservando che ancora una volta, gli attacchi del suo Wartortle e del Gardevoir di Max avevano lasciato del tutto illesa la figura femminile fatta d'ombra che era apparsa loro davanti, e che continuava ad avanzare inesorabile. Era già da diversi minuti - quanti, per l'esattezza? Vera non si era certo preoccupata di tenere il conto, nella concitazione del momento... - che stavano cercando in qualche modo di difendersi da quella strana apparizione, ma nulla di quello che facevano sembrava aiutare. Chiunque fosse quella donna, continuava ad avanzare, illesa ed inattaccabile, senza dire una parola.
 
"Ma dove cavolo siamo? Che posto è questo? Dove sono finiti tutti gli altri?" si chiese ad alta voce la ragazzina castana. Lei e Max si guardarono attorno alla ricerca di una via d'uscita, ma sembrava che non ce ne fosse nessuna. Si trovavano in un lungo corridoio che sembrava estendersi senza fine nell'oscurità, senza porte e con soltanto qualche fioca luce artificiale ad impedire loro di inciampare o andare a sbattere contro i muri... e comunque, nessuna possibilità di sfuggire alla loro inseguitrice. Presto o tardi si sarebbero imbattuti in un vicolo cieco... 
 
"Non ne ho idea... sono convinto sempre di più che si tratti di un'illusione creata da quello Shade, perchè davvero non trovo altra spiegazione. Voglio dire, com'è che non ci sono più Cain e gli altri all'improvviso?" affermò Max. "Questa non può che essere un'illusione..."
 
"Sì, ma come ne usciamo?" chiese telepaticamente Gardevoir. Con un movimento delle braccia, l'elegante Pokemon Psico creò una barriera di pura energia davanti a sè, e questo sembrò almeno rallentare l'oscura figura femminile, che si fermò a pochi centimetri e squadrò con ferocia Gardevoir. Max ebbe l'impressione che non ci avrebbe messo molto per superare anche quell'ostacolo. "Forse, se riuscissimo a capire cosa vuol dire tutto questo... forse Shade vuole dirci qualcosa!"
 
"Può essere... ma vorrei che fosse un po' più chiaro!" esclamò Max. Gardevoir e Wartortle continuarono ad indietreggiare, riuscendo a mettere un po' di distanza tra loro e la misteriosa figura, e non appena si riunirono con Max e Vera, i due fratellini di Hoenn fecero loro cenno di seguirli mentre si ritiravano negli anfratti del corridoio, sperando di trovare qualcosa... qualsiasi cosa... che permettesse loro di uscire da quella assurda situazione.
 
"Tenete duro, ragazzi, adesso... troviamo un modo di andarcene di qui e vi raggiungiamo!" pensò tra sè Vera, augurandosi che i suoi compagni e il gruppo di Drew se la stessero cavando un po' meglio di lei e Max...
 
 
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Heather strinse i pugni ai propri fianchi, e prese un bel respiro per calmarsi e sfoderare il suo cipiglio più duro. Quel Gengar che era al fianco di Shade... ora le stava davanti, nella forma di suo padre Corey, e le stava parlando in quello stesso tono condiscendente che la ragazzina era abituata a sentire da lui quand'era in vita. Corey, da parte sua, non diceva niente. Restava semplicemente in piedi dov'era, fissando le due bambine con disappprovazione... e ad Heather sembrava che non stesse facendo altro che attendere la sua reazione.
 
"Non so se sei davvero lo spirito di mio papà... o un Gengar che per qualche motivo di sta divertendo a prendermi in giro." disse infine Heather. Sostenne lo sguardo di Corey, giusto per fargli capire che non si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa. "Cosa sei venuto qui a fare? Sei venuto a giustificarti... o a giustificare mio padre... per avermi lasciata sola? Per essersi unito al Team Meteora? O per biasimarmi perchè in fondo è stata colpa mia se mio padre è stato scoperto?"
 
"Sciocca ragazzina arrogante. Credi ancora di essere un'eroina?" rispose l'apparizione che indossava il volto di suo padre.
 
Questo fu per Heather la conferma che non stava avendo a che fare con un'illusione. "Tsk... sì, sei proprio mio padre. Nessun altro ha quel tono di sufficienza e di cinismo. Credi ancora di sapere tutto della vita, vero? Adesso... sentiamo un po', sei qui per dirmi una volta di più che cercare di migliorare le cose è inutile, e che farei meglio ad arrendermi e a lasciare che le cose vadano come devono andare?"
 
"La vita non è che sofferenza e dolore. Questo mondo è privo di compassione. E tu sei una mocciosa ingrata che non ha rispetto per il modo in cui ho cercato di crescerti... senza farti sperimentare quell'illusione che tutti chiamano speranza!" rispose Corey, senza esitazione. "La speranza è debolezza. Non è altro che una messinscena per rendere più sopportabile questa disgustosa realtà. Prima ti abitui all'idea che la vita è un incubo e niente di più, meglio starai. Io ho cercato di crescerti con questa lezione in mente. Una lezione che mi è stata insegnata a caro prezzo."
 
"Ora basta!" esclamò Heather, pestando un piede a terra. "Ne ho abbastanza di sentire queste cose! Va bene... la mamma è morta dandomi alla luce, e tu le volevi bene. Posso capire che tu sia triste per questo. Io, purtroppo, non ho mai conosciuto la mamma, e non può neanche mancarmi. Ma... io non mi sono arresa così! Se non cerchiamo neanche di cambiare le cose, è chiaro che non cambieranno mai! Io non posso sopportare l'idea che il Team Meteora continui a fare ciò che vuole dopo che hanno ridotto Reborn in questo stato! Tu invece... tu invece hai deciso di unirti a loro perchè tanto non sarebbe cambiato nulla, vero?"
 
"Stupida mocciosa." disse Corey scuotendo la testa. "Perchè non ti svegli, una buona volta. Tutti i tuoi sogni e le tue speranze sono idiozie. Quando morirai, nessuno piangerà per te. Anzi, tutti rideranno di te e della tua stupidità!"
 
"Certo... certo, adesso è facile per te dirlo! Non ti ha mai sfiorato il dubbio che se non hai avuto nessuno attorno a te nei momenti difficili, è perchè non hai mai voluto nessuno attorno? Perchè hai sempre cercato di mandare via tutti?" esclamò Heather, piena di rabbia. "Io... non dico di essere la persona che può dire certe cose a cuor leggero! Anch'io a volte desidero restare da sola... e mi rendo conto che il mio comportamento può dare fastidio e invogliare gli altri ad allontanarsi da me... ma se non altro io cerco di tenermi stretti i pochi amici che ho! Shelly, Cain, Vittoria... è grazie a loro se non sono impazzita del tutto! E anche se ancora non sono molto in confidenza con quelli di Hoenn, mi sono resa conto che non sono poi degli incompetenti come avevo immaginato! Allora? Che cosa mi dici? Non hai nulla da rispondere, dall'alto della tua esperienza?"
 
"Quelli che tu chiami amici ti abbandoneranno non appena avranno trovato qualcosa di meglio." Corey insistette. Sembrava testardamente deciso a negare che ci potesse essere qualcosa, qualsiasi cosa di bello nella vita. "Tu ti godi questi momenti con loro... e non ti accorgi che ti stai esponendo ad un'altra cocente delusione!"
 
Heather ne aveva avuto abbastanza. "Ora basta, non voglio più ascoltarti! Lo sai quand'è che sono stata delusa? No, non è stato quando sono venuta a sapere che eri un agente del Team Meteora, o almeno, non così tanto! E' stato quando Titania mi ha detto, senza un'ombra di compassione o di dispiacere, che tu ti eri buttato dal Ponte Berillio!" esclamò. "Sei... sei stato un vigliacco, papà... uno stupido... se... se solo tu... avessi avuto il coraggio di... di... discutere con me di quello che era successo, allora forse... forse... avremmo potuto trovare una soluzione! Ma no, tu hai deciso che io ti avrei odiato per sempre per quello che avevi fatto, e hai deciso di porre fine al tuo problema una volta per tutte!"
 
Shade e Shelly erano rimasti in disparte, mentre il confronto tra Heather e il fantasma di suo padre proseguiva, e la tensione saliva sempre di più. La bambina dai capelli violetti vedeva la sua migliore amica che si infervorava sempre di più man mano che i discorsi nichilisti di Corey andavano avanti... e aveva paura che da un momento all'altro Heather sarebbe esplosa e avrebbe fatto qualcosa di inconsulto... oppure sarebbe crollata e avrebbe finito per cedere a quelle farneticazioni.
 
Perchè nemmeno Shelly voleva dare ragione a Corey. Certo, lei non era la ragazzina più sicura di sè del mondo, e sapeva che probabilmente non sarebbe stata in grado di sostenere un discorso con lo spettro... ma questo non voleva dire che lei fosse d'accordo con quello che stava dicendo!
 
"S-signor Shade... n-non dovremmo intervenire?" chiese Shelly, stringendo un pugno al proprio fianco. "Se... se continua così, io... n-non credo che Heather..."
 
"Non credi che la tua amica potrà continuare a discutere con suo padre, giovane speranza di Reborn?" chiese Shade, la cui voce ora ricordava molto quella del vento che ululava tra gli alberi. "Posso capire le tue incertezze. Ma aspetta ad intervenire. Questa è una situazione in cui la cosa migliore che puoi fare per la tua amica è lasciare che se la sbrighi da sola. In questo momento, è davanti ad un problema che deve risolvere con le sue forze."
 
"M-ma... e se non ci dovesse riuscire?" chiese Shelly. "Voglio... voglio dire... a cosa serve questa prova... e... cosa..."
 
"Quattro gemme. Quattro segni. Saranno questi... a determinare il futuro del continente di Reborn." disse Shade, in maniera sibillina ed inquietante. Sembrava che non avesse nemmeno sentito la domanda di Shelly...
 
 
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In un'altra locazione nella Fabbrica Abbandonata, il gruppo guidato da Florinia si era trovato di fronte un problema non certo così incomprensibile... ma non per questo meno preoccupante e meno immediato. Nel momento stesso in cui erano entrati in quella grande sala, che era evidentemente stata una volta adibita ai macchinari per la produzione in serie di qualsiasi prodotto si stesse lavorando in quel luogo... si erano trovati davanti diversi uomini del Team Meteora, con Astro ed Eclisse in testa! 
 
Drew stava giocherellando un po' nervosamente con una Pokeball, guardandosi attorno per vedere se Vera e il resto dei membri della resistenza si sarebbe fatto vivo. Sperava che non ci fossero stati problemi, perchè non sarebbero riusciti a tenere a bada Astro, Eclisse e i loro uomini a lungo. Dovevano prendere tempo, almeno finchè il Team Meteora non si fosse accorto che non avevano con sè l'Anellorubino di Heather. 
 
"Vedo che siete arrivati, secondo i patti." disse Eclisse, guardando il gruppo di allenatori non senza un pizzico di sospetto. "Molto bene. Allora, bando ai convenevoli. Avete il nostro soldato con voi. Consegnatecelo subito."
 
"Va bene... eccovelo, e ringraziateci perchè siamo stati buoni." disse Fern, avvicinandosi a Simone che restava fermo e composto. Con un rapido movimento della mano, Fern sciolse le corde che tenevano legate le mani alla recluta del Team Meteora, e le funi caddero a terra. Simone si sfregò i polsi e, stando attento a non fare movimenti inconsulti, si avviò verso i suoi compagni, facendo giusto un cenno di ringraziamento verso Drew.
 
"Simone?" si sentì la voce di Tara. La giovane recluta del Team Meteora uscì dal gruppetto che Astro ed Eclisse avevano portato con sè, e andò ad abbracciare il suo compagno, che accelerò giusto un po' il passo per andare ad accoglierla. "Bentornato, Simone. Confesso che ho avuto un po' di paura per te!"
 
"Tutto bene, Tara." disse Simone, abbracciando a sua volta la sua amica. "Come vedi, mi hanno trattato abbastanza bene, tutto sommato. Grazie per essere venuti a prendermi."   
 
Eclisse fece cenno ai suoi uomini di aspettare, e diede un rapido controllo a Simone, perquisendolo in modo da essere sicura al cento per cento che la resistenza non gli avesse messo addosso qualche congegno strano. Una volta che si fu assicurata che tutto fosse a posto, la Dama Meteora annuì e poi si voltò di nuovo verso i ragazzi della resistenza, fissandoli con attenzione. "Bene. E una parte dell'accordo l'avete rispettata. Adesso, dovete rispettare l'altra parte. Consegnateci l'Anellorubino e la Collanasmeraldo."
 
Quello era il momento di iniziare a prendere tempo. Ortilla prese il coraggio a due mani, e fece un passo in avanti, sostenendo lo sguardo di Eclisse. "Un momento. E se vi consegnamo la Collanasmeraldo e l'Anellorubino, poi voi che cosa farete? Ve ne andrete, lasciandoci senza la nostra compagna?" esclamò.
 
"Altarrrr!" cinguettò Alty. 
 
Astro corrugò la fronte, non essendosi aspettato una simile richiesta. "Cosa? Che stai dicendo, ragazzina?" esclamò il Cavaliere Meteora. "Non vi trovate esattamente nella posizione di dirci cosa dovremmo o non dovremmo fare, e lo sai bene!"
 
"In realtà, questa unità suppone che ci sia una logica nella modalità operativa del soggetto Ortilla." rispose Florinia. "Qualora il Team Meteora ricevesse i due artefatti indicati, c'è la possibilità non remota che se ne vadano senza liberare l'ostaggio che risponde al nome di Vittoria."
 
Drew annuì lentamente. "Sì, il discorso non fa una piega. Come facciamo a fidarci di voi? Per quello che ne sappiamo, potreste aspettare soltanto che noi vi consegnamo l'Anellorubino e la Collanasmeraldo per filarvela e lasciarci con un pugno di mosche." affermò il ragazzo dai capelli verdi, con tutta calma. Teneva sempre la Pokeball del suo Roserade al fianco, in caso ce ne fosse stato bisogno. "Prima di consegnarvi quello che voi volete, preferiremmo che voi liberaste l'ostaggio. Dopotutto, vi siamo già venuti incontro una volta. Il minimo che possiate fare è ricambiare."
 
Eclisse restò in silenzio e strinse gli occhi. Quel ragazzino con i capelli verdi e i suoi compagni non erano affatto dei creduloni... e stavano prendendo tutte le dovute precauzioni per fare in modo di non essere raggirati.
 
"Hmph... sembra che abbiate capito bene come fare per sopravvivere in un postaccio come Reborn..." disse la Dama Meteora. "Ma potrei rigirare la vostra richiesta. Come facciamo ad assicurarci che, una volta che avrete riavuto la vostra compagna, non fuggirete da qui senza consegnarci ciò che abbiamo chiesto?"
 
"Vorrà dire che uno di noi dovrà fidarsi dell'altra parte." affermò Pietro senza darsi intimorire. "E dal momento che noi abbiamo già fatto qualcosa per voi, riconsegnandovi il vostro compagno senza alcun trucco... adesso tocca a voi, non credete?"
 
Il duello di diplomazia e sguardi feroci continuò per diversi secondi. Drew fece un piccolo cenno con la testa, cercando di trattenere il più possibile il Team Meteora in modo che Vera e i suoi compagni riuscissero ad arrivare... 
 
"Okay, Vera... stiamo facendo tutto quello che possiamo per guadagnare tempo, ma abbiamo bisogno anche di voi per salvare Vittoria." pensò il giovane coordinatore. "Forza, fate presto. Il Team Meteora non si lascerà incantare troppo a lungo..."
 
Finalmente, Eclisse decise che valeva la pena di fare come era stato loro chiesto. "Hmph... e va bene. Ammetto che non siete degli sciocchi, questo va a vostro favore." affermò. "Comunque, sappiate che non ci faremo ingannare tanto facilmente. Astro, tu e il resto delle nostre reclute restate qui, e se i nostri amici della resistenza tentano qualche colpo di testa... i negoziati sono finiti."
 
"Non ti preoccupare, Eclisse. Noi restiamo qui e li teniamo d'occhio. Se qualcuno dovesse cercare di opporsi, dovrà fare i conti con noi." affermò il Cavaliere Meteora. Si girò verso il gruppetto di allenatori, e li fissò con fare deciso. "Avete capito, ragazzini? Non cercate di fare i furbi, perchè non andrà a finire bene... nè per voi, nè per la vostra amica."
 
Hitomi annuì lentamente, sperando tra sè che Vera e gli altri non fossero incappati in qualche trappola o qualche insidia di quel luogo maledetto...
 
 
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La ritirata di Vera, Max, Gardevoir e Wartortle era durata fin troppo per i gusti dei due fratellini di Hoenn... e per quanto la misteriosa figura oscura avesse rallentato, non mostrava segno di voler interrompere la sua avanzata. E soprattutto, ancora non capivano cosa volesse dire quello che Shade stava mostrando loro, e cosa avrebbero dovuto fare per sfuggire a quella specie di furia...
 
"Ancora non vedo nessuna via di uscita da qui... sorellina, tu hai qualche idea? Perchè... comincio veramente ad avere paura..." ammise Max, dando una rapida occhiata in giro. Niente da fare - il corridoio sembrava dipanarsi all'infinito, e ancora non c'erano delle vie d'uscita che avrebbero permesso a Max e a sua sorella di sfuggire alla misteriosa figura nera. Gardevoir e Wartortle erano lì davanti a loro, e stavano cercando di creare altre barriere, in modo da rallentare l'avanzata di quella misteriosa nemica.
 
"Wartortle ed io la stiamo rallentando. Ma è una soluzione temporanea, non riusciremo ad andare avanti così tanto a lungo." la voce telepatica di Gardevoir parlò alla mente di Max. 
 
"Lo sappiamo, Gardevoir... ma al momento non ci viene in mente nient'altro..." disse il ragazzino, per poi fermarsi a pensare. "Un momento... forse stiamo prendendo d'assalto il problema nella maniera sbagliata!"
 
"Che vuoi dire, Max? Che dovremmo fare per affrontare questa donna?" chiese Vera.
 
"Beh, non sono sicuro che funzionerà..." disse Max, guardando Wartortle che usava un attacco Geloraggio per creare un muro di ghiaccio sulla strada della figura avvolta nell'oscurità. "Ma se quello Shade ci ha portati qui, un motivo ci sarà, o sbaglio?"
 
"Questa è... un'illusione creata da lui, o qualcosa del genere..." continuò Vera. "Oppure Shade ci ha teletrasportati fin qui... Sì, immagino che questo voglia dire che ci voglia mettere alla prova in qualche modo, anche se non mi è ben chiaro il perchè... Quindi, lui vuole che affrontiamo questa tipa... oppure la confrontiamo senza fuggire, in ogni caso."
 
"Sì, ma la domanda è... come, visto che nulla di quello che stiamo facendo riesce a danneggiarla? Forse stiamo sbagliando quando... quando abbiamo pensato di poterla affrontare come si farebbe con un Pokemon! Forse è questo il problema!" esclamò Max, cominciando a ragionare più lucidamente. "E non appena abbiamo visto che le mosse dei nostri Pokemon non funzionano su di lei, abbiamo immediatamente pensato che non ci fosse nulla da fare! Ma prima di arrenderci... avremmo dovuto cercare di capire di più!"
 
"Tortle?" chiese Wartortle. In lontananza, dietro il muro di energia e il muro di ghiaccio che Gardevoir e lui avevano eretto, la figura di quella donna misteriosa si faceva già vedere...
 
Vera sembrò capire cosa volesse dire il fratello minore. "Hmm... credo di capire, più o meno. Vorresti dire che dovremmo cercare di comprendere che cos'è esattamente quell'avversaria che abbiamo davanti! Solo quando sapremo esattamente cosa stiamo affrontndo, avremo qualche possibilità di affrontarla nella maniera giusta!"
 
"E' esattamente questo che volevo dire, Vera..." disse Max. "Attendiamola qui. Gardevoir, vieni con noi. Dobbiamo affrontare assieme questa minaccia!"
 
"Anche tu, Wartortle. Tranquillo, non lasceremo che quell'essere ci faccia del male!" disse Vera. Per quanto fossero tuttora un po' dubbiosi, i due Pokemon raggiunsero i loro allenatori e si piazzarono in fila, in modo da occupare tutto il corridoio e formare un muro umano quando la misteriosa donna d'ombra si fosse fatta vedere. Vera prese fiato e si preparò per il momento decisivo... un momento che arrivò prima ancorea che lei si aspettasse! Si sentì un suono vibrante quando la barriera energetica che Gardevoir aveva creato svanì... e poco dopo, il muro di ghiaccio sottile che Wartortle aveva eretto con il suo attacco Geloraggio iniziò ad incrinarsi, e i due ragazzini di Hoenn e i loro Pokemon videro la figura di quella donna misteriosa che iniziava a profilarsi dietro di esso...
 
 
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Il teso confronto tra Heather e suo padre andava avanti senza che nessuna delle due parti avesse ceduto. Nonostante Corey continuasse ad insistere che quello che Heather stava facendo fosse inutile, la bambina dai capelli fucsia continuava testardamente a sostenere la sua convinzione. Era abbastanza da far perdere la calma all'ex-agente del Team Meteora, che stava man mano abbandonando il suo modo di fare distaccato... forse, si stava chiedendo Shelly, Corey cominciava a pensare che il suo modo di fare non fosse poi tanto corretto, e voleva a tutti i costi tenersi aggrappato alle sue certezze?      
 
"Continui a sfidarmi, Heather... a mettere in dubbio quello che io ho sperimentato sulla mia pelle." ringhiò Corey, tenendo il suo sguardo di ghiaccio fisso sulla figlia e sulla sua migliore amica. "E va bene, ragazzina testarda e ribelle. Vediamo come farai, con la forza della tua volontà... a vincere in un combattimento di Pokemon! Vieni a me, Lampent!"
 
Corey alzò una mano, e dalle pareti della stanza entrò un Pokemon simile ad una spettrale lanterna nera fluttuante, i cui occhi erano due puntini gialli, nella quale bruciava lentamente una fiamma azzurra, con un paio di lunghe e ondulanti braccia senza mani. Si piazzò accanto a Corey e venne avvolta da una fiammata azzurra, mentre si preparava ad affrontare i Pokemon di Heather in battaglia.
 
"Hmph... non sai più che scuse addurre per il tuo comportamento... e ora vorresti battermi in una battaglia di Pokemon per zittirmi? Come vuoi tu, papà... ma non andrà come pensi!" esclamò Heather, desiderosa di far vedere che non si sarebbe fatta dire quello che doveva o non doveva pensare. "Bagon... tocca a te! Vai e vinci!"
 
La bambina dai capelli fucsia tirò fuori una Pokeball e la lanciò, facendola aprire a mezz'aria. Il suo Pokemon più fedele, il piccolo Bagon, saltò fuori con una capriola ed atterrò con relativa eleganza davanti alla sua allenatrice, rivolgendole uno sguardo di approvazione.
 
"Bagon!" esclamò, quasi volesse dire che era fiero di come Heather si era comportata. La bambina fece un piccolo sorriso, a dispetto dello stato d'animo in cui si trovava, e guardò davanti a sè, pronta alla battaglia.
 
"Vorrà dire che ti dovrò far conoscere qualcosa di più del dolore, bambina ribelle." affermò Corey. "Lampent, comincia con il tuo attacco Fuocofatuo!"
 
"Laaaaamp!" esclamò il Pokemon Fuoco/Spettro con una voce che sembrava il riecheggiare del vetro tagliato. La fiamma che ardeva al suo interno si ravvivò, e altre due sfere di fuoco blu si accesero sulle braccia della creatura spettrale, la quale non perse tempo e scagliò la fiammata contro Bagon, ma il draghetto era preparato e riuscì a schivare l'attacco gettandosi di lato, facendo in modo che il Fuocofatuo del suo avversario si schiantasse al suolo senza fargli nulla.
 
"Dovrai fare di meglio per batterci, vecchio!" esclamò Heather, decidendo che a quel punto, tanto valeva sfoderare tutto ciò che si era portata dentro quando suo padre si era suicidato. "Con una mossa del genere, non avresti potuto colpire il mio Bagon neanche se fosse rimasto fermo. Ed ora... Bagon, usa Ira di Drago!"
 
Il draghetto aprì le fauci e scagliò contro Lampent una grossa fiammata azzurra che raggiunse in pieno il Pokemon Lanterna, spingendolo via con forza e facendolo barcollare! La fiamma che ardeva al suo interno tremolò per alcuni istanti, ma Lampent, dopo un po' di difficoltà, riuscì a rimettersi in guardia e riprendere lo scontro.
 
"Sì! Heather sembra in vantaggio... almeno per ora..." disse Shelly, stringendo i pugni in segno di esaltazione. Lampent fluttuò con fare sinistro attorno a Bagon, forse sperando di fargli paura o distrarlo prima di sferrare un attacco poderoso... ma il draghetto restò fermo dov'era, seguendo con gli occhi i movimenti dell'avversario senza muovere la testa. "Attenta, Heather, vuole attaccare Bagon da qualche angolazione strana!"
 
Bagon grugnì, come per dire che da quaunque angolo fosse venuto l'attacco, lui sarebbe stato pronto a respingerlo, e la sua giovanissima allenatrice sembrava essere in perfetto accordo. Sentendosi più sicura di vincere, e spinta dalla rabbia e dal risentimento che provava in quel momento, Heather decise di correre qualche rischio e gettarsi all'attacco.
 
"Okay, Bagon, per adesso siamo in vantaggio noi!" esclamò. "Fagli vedere chi sei! Usa Fulmisguardo e poi Sgranocchio!"
 
"Bagon bagon!" esclamò il draghetto, attendendo che Lampent gli passasse davanti prima di puntare uno sguardo minaccioso su di lui, facendolo fermare per un attimo per lo spavento! Quando Lampent cercò di spostarsi per attaccare da un'altra angolazione, Bagon si era già lanciato su di lui, chiudendo le fauci con violenza su di lui! Il Pokemon Fuoco/Spettro barcollò pericolosamente, e la fiamma che ardeva al suo interno tremò... ma neanche Bagon uscì indenne da quell'attacco, visto che un attimo dopo emise uno stridio di dolore e barcollò all'indietro, tenendosi le guance sulle quali erano apparse delle chiazze rosse luminose!
 
"Bagon! Che succede?" esclamò Heather, allarmata, nel momento in cui vide Bagon cercare di farsi aria con le zampette anteriori! 
 
Corey scosse la testa con spocchia. "Stupida mocciosa. Non ti è venuto il sospetto che potesse essere pericoloso attaccare direttamente Lampent?" affermò. "La sua abilità specile, Corpodifuoco, fa in modo che tutti i Pokemon che lo attaccano direttamente corrano il rischio di subire una scottatura. Ora, Lampent, mostra come si combatte a quella mocciosa arrogante. Usa il tuo attacco Sciagura."
 
Gli occhi luminosi di Lampent iniziarono a brillare, accendendosi di luce rossa e purpurea, per poi sollevare in aria le sue braccia. Numerosi raggi di luce nera si dipartirono dalla fiamma che ardeva nel suo nucleo, e si diressero verso Bagon, che non potè fare nulla per evitarli! I raggi di energia oscura lo colpirono, aumentando di colpo il dolore già intenso della scottatura... e con un acuto stridio di dolore, il Pokemon draghetto si abbattè al suolo e rimase privo di sensi, con gli occhi trasformati in spirali.
 
"No, Bagon!" esclamò Heather.
 
"Non sei cambiata per niente. Sei rimasta la solita ragazzina presuntuosa che crede di poter cambiare le cose con le sue misere forze." sentenziò Corey, con quel tono che ad Heather dava sui nervi. "Dimmi... ti è bastata la forza di volontà per far vincere questo scontro al tuo ridicolo Pokemon? E con quello speri di battere il Team Meteora?"
 
"Non mi prendere in giro, papà! Perchè non riesci a capirlo che non ci si può rassegnare così?" esclamò Heather, richiamando il suo Bagon. "Tu non ti preoccupare, Bagon, sei stato bravo... E comunque, papà, se pensi di avermi battuto ti sbagli di grosso! Vai, Vibrava, tocca a te!"
 
Heather lanciò una seconda Pokeball, e da essa uscì uno strano Pokemon che certo avrebbe dato l'impressione di essere un Coleottero: era a forma di libellula, con un corpo sottile e giallastro sormontato da due paia di ali verdi dai contorni neri, di forma romboidale collegate al corpo da una parte bianca; sulla coda aveva due lunghe appendici di forma e colore simili alle ali. Il Pokemon aveva gli occhi verdi, quattro sottili zampe nere e due corna gialle poste sul muso, che assomigliavano un po' ad antenne.
 
"Heather ha mandato il suo Vibrava..." disse Shelly, sentendosi per qualche motivo più tranquilla dopo aver visto il Pokemon che la sua migliore amica aveva fatto uscire. "Adesso... beh, credo che avrà un po' più di vantaggio."
 
Corey non cambiò espressione. "Come preferisci, bambina arrogante. Credo di doverti dare un'altra dura lezione." affermò. "Lampent, continua ad attaccare. Usa il tuo attacco Turbofuoco."
 
"Lampeeeeent!" esclamò il Pokemon Fuoco/Spettro, con una voce acuta che sembrava il rumore del vetro tagliato. La lanterna spettrale cominciò a volteggiare su sè stessa, tenendo in fuori le braccia in modo da tracciare delle scie di fuoco attorno a sè, per poi scagliarsi rapidamente verso Vibrava, che si spostò e tenne i suoi occhi compositi fissi sull'avversario...
 
"Vibrava, colpiscilo con Fangosberla!" esclamò Heather. "Questa volta non faremo lo stesso errore di prima!"
 
"Vibrrrrrrava!" esclamò il Pokemon Vibrazione, agitando rapidamente le sue ali. Fece un rapido movimento con la coda, e scagliò contro Lampent un getto di fango, che raggiunse il Pokemon simile ad una lanterna e interruppe il suo attacco Turbofuoco! Con un'esclamazione di rabbia e disappunto, Lampent fluttuò indietro, cercando diliberarsi con le braccia del fango che gli aveva inzaccherato il vetro... ma questo gli fece perdere un po' di tempo, e diede a Vibrava modo di continuare il suo attacco! 
 
"Bene, e ora... usa Geoforza!" continuò Heather, il cui sguardo si fece per un attimo freddo come il vento di una mattinata d'inverno. "Butta giù quel Lampent!"
 
Vibrava appoggiò le zampe a terra e si concentrò per un attimo, illuminandosi di un'aura rossastra... poi, il terreno appena sotto Lampent sembrò creparsi, e da esso scaturì una vampata di energia rossa che travolse Lampent e lo sollevò in aria come una foglia al vento, prima di farlo schiantare dolorosamente a terra! Il Pokemon Fuoco/Spettro spalancò gli occhi per un attimo, poi si accasciò a terra inerme, dando la vittoria ad Heather.
 
"Ora siamo pari, papà. Credo che possa bastare, non trovi?" disse Heather, la cui espressione ostile sembrava essersi addolcita almeno un pochino, e che adesso stava guardando suo padre come per implorarlo di smetterla di comportarsi così. C'era così tanto che lei avrebbe voluto dirgli, se solo lui gliene avesse dato la possibilità... ma questo, a quanto sembrava, non sarebbe accaduto tanto facilmente. Corey, o meglio dire il suo spirito, richiamò il Lampent sconfitto e rimise a posto la sua Pokeball con un gesto di stizza.
 
"E' dunque vero quello che si dice, che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire." affermò l'ex-esperto di Pokemon Veleno. "Goditi questa vittoria finchè puoi, Heather. Ad un momento di gioia passeggero, segue sempre un'amareggiante delusione. La vita è così, perchè ti ostini ad opporti alla realtà dei fatti?"
 
A questo punto, anche la timida e pacata Shelly ne aveva avuto abbastanza, e decise di dire la sua. "Adesso... adesso lei sta esagerando, signor Corey! Sarà anche il padre della mia migliore amica, ma non le posso permettere di parlarle così! Lei non fa nemmeno lo sforzo di capire il motivo per cui Heather combatte! Lei si è semplicemente consegnato al Team Meteora perchè era la via più facile, non è così?" esclamò Shelly. Heather sgranò gli occhi, sorpresa che la sua amica avesse avuto il coraggio di parlare così apertamente... e Shelly si voltò per un istante verso di lei, facendole un sorriso ed un cenno della testa, prima di continuare il suo discorso. "Io... io non posso certo dire di essere la persona più coraggiosa di questo mondo. Io... sono una codarda, e non ho mai il coraggio di dire la mia... ma davanti a quello che il Team Meteora sta facendo, non potevo restare zitta e subire le loro ingiustizie! Io... ho promesso ad Heather che un giorno saremmo riuscite a sconfiggere il Team Meteora una volta per tutte, e avremmo dato una mano a riportare Reborn com'era un tempo!"
 
"Taci, mocciosa. Tu non sai di cosa parli." sentenziò freddamente Corey. "Il Team Meteora non può essere sconfitto. Questo è quanto. Prima ve ne renderete conto, meglio starete. Tutto quello che potete fare è rassegnarvi che il vostro posto è sotto il loro dominio. Nessuno può sconfiggerli. Ogni speranza è vana, in questa terra maledetta... come sono vani i vostri tentativi di opporvi all'ordine delle cose! Ed ora, combattiamo! Spiritomb, tocca a te!"
 
Corey fece uscire un secondo Pokemon, una creatura spettrale e dall'aspetto malefico con un corpo a forma di cerchio seghettato, di colore viola chiaro, punteggiato da numerosi cerchi verdi di grandezze diverse. I suoi occhi erano verdi, di forma allungata e appuntiti, e nell'occhio sinistro aveva una piccola spirale nera... mentre sotto gli occhi si spalancava una bocca seghettata dalla quale si sprigionava un'innaturale luce verde. Una pietra di colore grigio era piazzata sotto il corpo incoerente dello spettro malefico, e sembrava che fosse in effetti da essa che fuoriuscisse il Pokemon...
 
"Sssssspiritomb!" sibilò il Pokemon mandato in campo da Corey. Il Vibrava di Heather sostenne lo sguardo della creatura, e spalancò le ali in modo da sembrare più grande ed intimorire a sua volta l'avversario.
 
"Uno Spiritomb..." disse Shade, che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che guardare impassibile l'incontro tra padre e figlia. "La tua amica ha combattuto bene finora, ma adesso vedremo se avrà quello che le serve per vincere... e se riuscirà a sostenere con i fatti le sue parole spavalde."
 
"Ma... ma.. p-perchè sta lasciando che quei due si affrontino, s-signor Shade?" disse Shelly, cercando senza eccessivo successo di non far tremare la sua voce. "Io... io... speravo che questa potesse essere l'occasione per loro due di chiarirsi, ma... adesso... sembra che stia andando ancora peggio di quando... di quando..."
 
Shade rimase calmo e tranquillo. "Abbi pazienza, giovane Shelly. E' necessario che questo scontro abbia luogo... solo così Corey potrà liberarsi dal peso che si porta dentro da quando ha perso la sua amata." affermò l'apparizione misteriosa. "Abbi fiducia nella tua amica... solo lei, in questo momento, può fare breccia nel muro di oscurità che Corey ha eretto attorno al suo cuore."
 
"Vibrava, comincia subito usando Stridio... e poi Battiterra!" esclamò Heather. Sollevando le sue grandi ali, Vibrava annuì e cominciò a sfregare le zampe posteriori su di esse, emettendo un suono acuto e penetrante che raggiunse Spiritomb e lo costrinse ad indietreggiare un po', con una smorfia di fastidio sul suo volto mostruoso! Incoraggiato, Vibrava sollevò la coda e fece per abbatterla sul terreno... ma Spiritomb reagì abilmente, e Corey corrugò la fronte prima di dare un nuovo ordine.
 
"Spiritomb, usa Funestovento." esclamò Corey. Il mostruoso Pokemon Spettro/Buio spalancò la sua enorme bocca e fece uscire da essa una scarica di vento composto da getti di vapore violaceo, creando un ciclone purpureo in miniatura che investì Vibrava prima che potesse scagliare il suo attacco! Il Pokemon simile ad un formicaleone si ancorò a terra con tutte e quattro le zampe, e ritirò le ali lungo il corpo in modo da non poter essere trascinato via! L'assalto terminò dopo qualche attimo, lasciando Vibrava indebolito ma ancora in piedi... ma un attimo dopo, lui ed Heather restarono sorpresi di vedere un'aura di energia accendersi per un attimo attorno al mostruoso Pokemon Spettro/Buio.
 
"Brava?" si chiese Vibrava, muovendo le antenne con fare confuso.
 
"Si vede che non conoscete l'effetto secondario di Funestovento. In alcuni casi, questo attacco permette a chi lo usa di potenziarsi, aumentando potenza d'attacco, difesa e velocità." disse Corey. "Vediamo come reggono le vostre... speranze... davanti a questa potenza. Spiritomb, attacca con Furtivombra."
 
"Ssssssspiritooooomb!" esclamò il feroce Pokemon Proibito. Scivolò rapidamente nel pavimento, diventando un tutt'uno con esso, e poi scivolò come un guizzo di luce nera verso Vibrava... e riemerse colpendolo in pieno, e facendolo cadere a terra con un'esclamazione di dolore!
 
"Ugh, maledizione..." esclamò Heather. "Vibrava, attacca con Dragospiro!"
 
Il Pokemon simile ad un formicaleone aprì la bocca e scagliò contro Spiritomb un getto di fiamme azzurrine, che riuscì a colpire lo spettro oscuro prima che questo potesse rientrare nel pavimento... ma non riuscì a fargli danni troppo consistenti, e un attimo dopo, Spiritomb usò di nuovo Furtivombra per scivolare nel terreno, sgusciare alle spalle di Vibrava... e colpire di nuovo con un tentacolo di vapore violaceo che fece uscire di colpo dal terreno! Il Pokemon Terra/Drago di Heather barcollò, cercando in qualche modo di proteggersi, poi si voltò di nuovo per attaccare Spiritomb... ma ancora una volta, quest'ultimo si rivelò troppo veloce, e questa volta, il Dragospiro di Vibrava andò a vuoto!
 
"Allora, cos'hai da dire, ragazzina?" chiese Corey, quasi beffardo. "La tua speranza e la tua forza di volontà valgono ben poco, in questo caso. Perchè non ti arrendi? E' la cosa più intelligente da fare, sia per te che per i tuoi... amici... della resistenza." Pronunciò la parola 'amici' come se la sputasse perchè aveva un cattivo sapore. "Non puoi combattere oltre un certo punto, quando tutto è contro di te."
 
"Forse non tutto, papà!" esclamò Heather, ancora testardamente decisa a non mollare. "Vibrava, attacca con Terremoto!"
 
"Vibrrrrrrava!" esclamò il Pokemon Vibrazione, per poi abbassare con violenza la coda sul terreno e provocare un repentino movimento del terreno, e una scossa tellurica che investì il sorpreso Spritomb e lo costrinse ad uscire dal suo nascondiglio sotterraneo, gli occhi spalancati in un'espressione di sorpresa e dolore! Ululando per la frustrazione, Spiritomb fluttuò verso l'alto e spalancò la bocca, cercando di intimorire Vibrava... ma quest'ultimo non si tirò indietro e attaccò di nuovo, questa volta con un attacco Coleomorso - saltò addosso a Spiritomb e cominciò a morderlo, facendolo barcollare. Con un grugnito di rabbia, Spiritomb afferrò Vibrava con un tentacolo etereo che fece scaturire dal suo corpo incoerente, e lo scagliò a terra, prima di attaccarlo con una Finta - scomparve in un attimo, e poi riapparve accanto a Vibrava e lo colpì con violenza!  
 
"Hmph. Tutto qui, ragazzina? Credo che sia il caso di farti capire cosa sia il vero dolore... e il tuo Pokemon ne pagherà le conseguenze." affermò Corey. "Adesso, Spiritomb, attacca con Maledizione."
 
"Toooooomb..." sibilò il mostruoso Pokemon Spettro/Buio. Fece uscire due braccia-tentacolo dal suo corpo... e le usò per afferrare unn grosso chiodo d'acciaio che gli era apparso davanti dal nulla, per poi trafiggersi con esso! Immediatamente, anche Vibrava spalancò gli occhi in un'espressione di dolore, e delle scariche di energia scarlatte percorsero il suo corpo, prosciugando le sue energie! Spiritomb, nonostante il dolore, ghignò quiasi con perfidia quando vide il suo avversario che cadeva a terra in preda al dolore...
 
"Questo attacco... Maledizione... funziona in modo diverso quando viene usato da un P-Pokemon Spettro, vero?" commentò sconfortata Shelly, vedendo che anche Heather era molto allarmata per questo improvviso rovescio di fortuna!
 
"Esatto..." confermò Shade, senza scomporsi. "Adesso, il Pokemon della tua amica si indebolirà rapidamente, fino a cadere a terra senza forze. Anche se questo è costato a Spiritomb molta della sua energia..."
 
"Allora... la situazione non è poi tanto male!" esclamò Heather rabbiosamente. "Tutto quello che io e Vibrava dobbiamo fare, è stringere i denti e dare un'ultima spinta in modo che Spiritomb vada a terra! Vai, Vibrava! Colpiscilo con Sgranocchio!"
 
"Vi... Vibra... va..." balbettò Vibrava, cercando di reggere alla dolorosa scarica di energia che lo percorreva insistentemente. Spiritomb ghignò ferocemente e spalancò la bocca, all'interno della quale si formò di colpo una sfera di luce nera pulsante che puntò contro Vibrava...
 
"Ridicolo. I tuoi tentativi di opporti alla realtà dei fatti dimostrano solo quanto tu sia immatura." disse Corey. "Spiritomb, usa Palla Ombra."
 
Vibrava si scagliò con tutte le sue forze contro Spiritomb, e nello stesso momento, lo spettro malefico scagliò il suo attacco Palla Ombra, che sfrecciò rapidamente contro Vibrava e lo centrò in pieno, provocando un'esplosione di luce nera che lo inghiottì per un attimo. Un sorriso di cupa soddisfazione apparve sul volto duro di Corey, che era sicuro che questo avrebbe dimostrato una volta per tutte a sua figlia che quello per cui lei si batteva era un'illusione...
 
Ma Vibrava non si era arreso tanto facilmente. Con un balzo, emerse dall'esplosione di tenebre che era scaturita dalla Palla Ombra, e chiamando a raccolta tutte le sue forze, si scagliò contro l'avversario, che strabuzzò gli occhi per la sorpresa, cercando inutilmente di sottrarsi! Il Pokemon Terra/Drago chiuse le mandibole su Spiritomb, mordendolo ferocemente e tenendolo ben stretto... e prima che il mostro potesse liberarsi, Heather diede un altro ordine!
 
"Ed ora... Abisso!" esclamò la bambina. Vibrava si gettò in picchiata, colpendo il terreno con tutte le sue forze e con una tale potenza che il terreno si spaccò, creando una profonda fessura nel punto in cui la creatura era atterrata! Facendo appello alle poche energie che gli erano rimaste, Vibrava fece un movimento violento con il collo, e scagliò Spiritomb nella fossa! Lo spettro si schiantò sul fondo della spaccatura, e una raffica di rocce piombò su di lui, che contorse il volto in una smorfia di dolore e stupore, prima di perdere i sensi. Vibrava si permise un piccolo sorriso di soddisfazione... poi, esaurite le forze, si accasciò a terra e svenne a sua volta.
 
"Un doppio ko..." commentò Shelly.
 
Corey guardò in silenzio il suo Spiritomb che giaceva stordito in fondo alla fossa. Per quanto non lo desse a vedere, era rimasto piuttosto impressionato. Non si sarebbe mai aspettato una mossa simile da parte della figlia... e doveva ammetterlo, se Heather si fosse arresa, non sarebbe mai riuscita a ribaltare l'esito dell'incontro in quel modo. Forse... forse che Heather aveva ragione? Forse c'era ancora qualche speranza anche per il mondo di Reborn?
 
No... no, non poteva permettersi di essere debole di nuovo. Si era gettato alle spalle tutta la sua immaturità, e non sarebbe caduto nuovamente nella trappola in cui era incappato quando, assieme alla sua amata Elena, si era permesso di sperare che la vita potesse avere qualcosa di bello. Le persone erano uno stormo di avvoltoi, e il mondo era una montagna di spazzatura. I Pokemon non erano altro che animali feroci, a malapena dirozzati dalla loro intelligenza quasi umana... e ogni ideale non era che fumo negli occhi!
 
"Hmph. Scommetto che credi di avermi dato una lezione, vero, ragazzina?" chiese retoricamente Corey, richiamando il suo Spiritomb. "Scommetto che pensi di essere nel giusto, vero? Bene... tanto spiacente di contraddirti, ma non sei riuscita a fare assolutamente niente. Hai ottenuto una vittoria adesso, ma non durerà a lungo. Lascia che ti dimostri quanto inutile è il tuo ostinato opporti alla realtà dei fatti. Tocca a te, Doublade!"
 
Dalla Pokeball che Corey lanciò, uscì uno dei Pokemon più inusuali che Heather e Shelly avessero mai visto, al punto che le due bambine restarono per qualche istante stupite a guardarlo: si trattava di una creatura somigliante a due spade incrociate che puntavano verso il basso, il corpo diviso in due parti - le due spade vere e proprie e i due foderi. Le impugnature erano marrone chiaro, e sulle punte si vedevano dei panni  di colore lilla simili a delle mani che penzolavano in maniera inquietante. I foderi presentavano dei motivi che nell'insieme sembravano formare due volti con occhi bianchi chiusi e denti anch'essi bianchi, le bocche entrambe aperte in un ghigno sardonico. Sull'elsa di ciascuna spada, e più esattamente sul pomo, c'era un terzo occhio rosato dalla pupilla nera ed ellittica.
 
"Doublade! Doublade!" esclamò lo strano Pokemon, emettendo un clangore metallico quando le lame delle due spade cozzarono l'una contro l'altra! 
 
"Eh? E quello... che s-strano Pokemon... Che... che cos'è?" si chiese Shelly, frugando nella sua borsa per tirarne fuori il suo Pokedex, e puntarlo contro il Pokemon che Corey aveva mandato in campo...
 
"Doublade, il Pokemon Armabianca. Tipo Acciaio/Spettro. Forma evoluta di Honedge." disse il Pokedex di Shelly, un nuovo modello dalla custodia rosa. "Sdoppiatesi con l'evoluzione, le due parti comunicano telepaticamente per lanciarsi in un attacco coordinato. I fendenti vorticosi e velocissimi delle due spade possono mettere in ginocchio anche gli spadaccini più esperti."
 
"Non conosco questo Pokemon... ma se credi che mi farai paura con questo, ti sbagli di grosso!" esclamò Heather. Richiamò Vibrava e lo ringraziò con un cenno della testa, poi mandò in campo il suo terzo Pokemon. "Ora tocca a te... vai, Noibat!"
 
"Noi noibat!" squittì il Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e un pipistrello. Sbattendo freneticamente le ali, Noibat svolazzò vicino a Doublade, guardando con un certo timore reverenziale lo strano Pokemon Spettro/Acciaio, che sembrò ghignare ancora di più di prima. Certo non sembrava impressionato da quell'esserino...
 
"Bene, ecco chi metterà al suo posto il mio Doublade. Il tuo piccolo ed insignificante Noibat. Dovrei averne paura?" chiese con retorico sarcasmo Corey. "Doublade, comincia con Ferrostrido."
 
"Noibat, attacca con Morso!" esclamò la bambina dai capelli fucsia. Mentre Doublade sfregava le sue lame l'una sull'altra, producendo un fastidioso stridio metallico che assalì le sensibili orecchie di Noibat, il drago-pipistrello strinse i denti e volò rapidamente verso l'avversario, cercando di morderlo con i suoi dentini affilati...
 
 
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Ora non c'era più alcuna barriera a separarli. Vera, Max, Wartortle e Gardevoir erano davanti alla misteriosa donna d'ombra che li aveva inseguiti così a lungo, e che ora stava davanti a loro con fare minaccioso. I suoi lineamenti erano completamente nascosti dall'oscurità che componeva il suo corpo... ma Vera riusciva a vedere che si trattava di una donna alta, con i capelli un po' lunghi legati in una coda... non assomigliava però a nessuno che loro conoscessero.
 
"Okay... adesso ci vediamo in faccia! Più o meno..." disse Vera. Incrociò gli occhi pieni di odio dell'apparizione oscura, e represse un brivido al momento di fissare quegli abissi di pura malvagità. "Chi sei, in realtà? Che cosa vuoi da noi? E da dove vieni?"
 
La donna serrò gli occhi, senza dire nulla... e i muri del corridoio iniziarono a sfarfallare, come immagini su un proiettore cinematografico, forse un segno in più che quella in cui si trovavano altro non era che un'illusione molto realistica...
 
"Non dici nulla?" affermò telepaticamente Gardevoir, avanzando un po' verso la donna misteriosa. A parte lo sguardo minaccioso, l'apparizione non aveva tentato di fare nulla, ma la sensazione di minaccia e di pericolo continuava a trasudare ad ondate dal suo corpo. "Inseguirci per tutto questo tempo, e poi non fare niente? Quali sono i tuoi scopi?"
 
Ancora una volta, la donna non rispose nulla... ma una voce rimbombante e terribile, che Vera, Max e i loro Pokemon riconobbero come quella di Shade, intervenne...
 
"ELLA... PERIRA'..."
 
Per un attimo, Max ebbe l'impressione che la donna avesse avuto una reazione di fastidio al sentire la voce di Shade... poi, senza dire una parola, la figura oscura cominciò a svanire, anche se Vera continuò a leggere nel suo sguardo propositi omicidi e desiderio di vendetta. Ne era sicura, questa non sarebbe stata l'ultima volta in cui si sarebbero incontrati...
 
"War? Tortle!" esclamò il Wartortle di Vera, indicando i muri attorno a loro che stavano rapidamente perdendo di consistenza. Le pareti stavano perdendo sempre più solidità, come anche la figura della donna che li aveva inseguiti...
 
"Sembra che adesso se ne stia andando..." disse Vera, senza permettersi di abbassare la guardia. Chissà cos'altro aveva in serbo per loro quel luogo infernale... Ma per fortuna, non accadde null'altro, e Vera, Max e i loro Pokemon guardarono in silenzio l'opprimente luogo che scompariva, assieme a quella misteriosa donna da incubo... e di ritrovarono in piedi nel magazzino abbandonato in cui Shade li aveva incontrati! Anche se il resto dei ragazzi della resistenza non erano da nessuna parte...
 
"Ma... ma cosa è successo, esattamente?" si chiese Gardevoir, guardando gli schermi dei computer davanti a lui... sui quali continuavano a susseguirsi le immagini quasi psichedeliche che Shade aveva fatto apparire. Guardando lo schermo di uno dei computer, Gardevoir si accorse di qualcosa di strano - Cain era lì sullo schermo, e stava cercando senza successo di aiutare il Medicham che si trovava lì a rianimare la sua allenatrice... "Queste immagini... si riferiscono a qualcosa che dovrà accadere? E perchè Cain è là dentro?"
 
"Non... non ne ho idea..." disse Max, pulendosi gli occhiali e guardando con ancora un po' di apprensione la scena sulla spiaggia. "Ma... sicuramente Shade voleva dirci qualcosa di molto importante. Forse... ci vuole avvertire di un nemico che incontreremo più avanti..."                      
                  
 
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Nonostante Noibat non fosse ancora evoluto, e Doublade potesse contare su una difesa solida come l'acciaio, e su una formidabile potenza d'attacco, lo scontro non era stato a senso unico come Corey si era aspettato. Il piccolo drago-pipistrello stava sfruttando al meglio i vantaggi della sua agilità e della sua piccola taglia per attaccare Doublade prima che potesse scagliare qualcuno dei suoi attacchi... il che si era rivelato una buona idea dal momento che l'abilità Nullodifesa del Pokemon Spettro/Acciaio vanificava ogni tentativo di scansare i suoi colpi! Con determinazione, Noibat svolazzò attorno all'avversario, in modo da non dargli il tempo di sferrare un attacco, e si esibì in un attacco Acrobazia, avvitandosi su sè stesso e colpendo Doublade con un doppio calcio durante la picchiata! Ma il colpo non si rivelò molto efficace, e Doublade si rimise in guardia un istante dopo, sfregando le sue spade una contro l'altra...
 
"Noibat, adesso usa Supersuono!" esclamò Heather. "E poi... continua con Ondacalda!"
 
"Hmm... Doublade, attacca con Metaltestata!" esclamò Corey, sicuro che quello sarebbe stato il colpo decisivo. Noibat prese fiato ed emise una scarica di onde sonore che Doublade riuscì a malapena ad evitare, scartando di lato e poi scagliandosi contro il piccolo Pokemon Drago/Volante con le lame puntate! Ma il draghetto reagì rapidamente, chiudendo le ali attorno al proprio corpo, e poi aprendole di colpo e rilasciando un'ondata di fiamme scarlatte che investì il Pokemon Armabianca e lo costrinse ad indietreggiare con uno stridio acuto! Doublade continuò poi la sua corsa... ma a quel punto, aveva perso molto del suo slancio iniziale, e anche se riuscì a mandare a segno un impatto deciso contro Noibat, non riuscì a fargli troppi danni - il drago-pipistrello perse quota, agitando le ali, ma si riprese rapidamente e si lanciò di nuovo all'assalto, prima che Doublade potesse attaccare di nuovo! 
 
"Usa un altro Morso, Noibat!" esclamò Heather, e il Pokemon Drago/Volante scattò verso l'avversario, mordendo una delle sue braccia! Doublade emise un verso acuto, come metallo che strideva sul metallo... e si scrollò di dosso Noibat con un violento strattone, facendo volare via il Pokemon Ondasonora per un breve tratto... almeno finchè quest'ultimo non si rimise in quota sbattendo le ali. I due Pokemon si fissarono rabbiosamente per qualche istante, e sia Shelly che Shade si aspettavano che, da un momento all'altro, i loro allenatori avrebbero ripreso l'incontro, e i due Pokemon si sarebbero scontrati in maniera ancora più violenta...
 
Invece, accadde qualcosa che neanche Shade si aspettava.
 
Corey tirò un sospiro, e fece cenno al suo Doublade di ritirarsi. "Sembra... che per quanto io provi, non riuscirò a convincerti, vero, Heather?" disse rassegnato. "Sei sempre stata testarda... immagino che questa sia una qualità che hai ereditato da tua madre... lei ha sempre pensato che per quanto dura potesse essere la vita, c'è sempre una speranza, una luce in fondo al tunnel. E immagino... che il motivo per cui ti ho sempre trattata così è stato... la mia debolezza... Perchè avevo paura, e non volevo perderti come era successo con Elena."
 
"Papà?" chiese Heather, sorpresa da questo improvviso cambiamento. Era un'altra illusione creata da Shade? "Di... di cosa stai parlando?"
 
Accompagnato dal tintinnio delle sue lame che si toccavano, Doublade indietreggiò, tornando dal suo allenatore... e Corey lo richiamò nella sua Pokeball. "Sai, Heather... noi non siamo mai andati d'accordo, questo me ne rendo conto. Non perchè io ti dessi la colpa della morte di Elena, sia ben chiaro. Mi rendo conto che non è stata colpa tua... ma forse è meglio che cominci dall'inizio, così potrai capire meglio."
 
Shade fece un cenno con la testa, soddisfatto di come erano andate le cose... mentre Shelly sbatteva gli occhi confusa e rivolgeva all'apparizione oscura uno sguardo interrogativo. "Bene. Sembra che sia andata più o meno come avevo pensato." disse Shade. "C'è voluto un po'... ma alla fine Heather è riuscita a far breccia nella corazza che Corey ha costruito attorno al suo cuore." Si voltò verso Shelly, e le fece cenno di unirsi alla conversazione. "Forse faresti bene a partecipare anche tu, piccola Shelly. Credo che... potrai capire anche tu molte più cose della tua migliore amica, e renderti conto meglio di cosa l'ha tormentata fino ad oggi."
 
"Ah... ehm... s-se... se lei pensa che possa essere utile, s-signor Shade..." mormorò Shelly, ancora disorientata. "Io... certo, voglio aiutare Heather quanto più posso... e anch'io... beh... vorrei sapere cosa ha spinto il signor Corey a comportarsi così!"
 
Shade fece un cenno con la testa, e Shelly lo ringraziò e raggiunse Heather. "Heather! Heather, tutto bene? Anche il tuo Noibat, vero?" chiese la piccola entomologa, posando una mano sulla spalla della sua amica.
 
"Shelly?" chiese Heather. "Sì... sì, io sto bene, e anche Noibat. Avremo... solo bisogno di fermarci un po' al Pokemon Center per far riprendere Bagon e Vibrava, ma a parte questo..."
 
"Noibat..." esclamò Noibat, appollaiandosi tranquillamente sulla spalla di Heather per riprendere fiato.
 
Corey guardò per un attimo Shelly, e decise che non sarebbe stata una cattiva idea mettere anche quest'ultima a parte del suo segreto. Dopotutto, quelle due sembravano essere amiche per la pelle... una sensazione che lui aveva dimenticato, e qualcosa in cui pensò che avrebbe dovuto avere più fiducia, invece di prendere la via del codardo.
 
"Blade..." disse Doublade, facendosi poi da parte per lasciare a Corey e alle due bambine il giusto spazio. L'ex-agente del Team Meteora ringraziò il Pokemon Armabianca, e cominciò a raccontare.
 
"E' giusto che voi sappiate qualcosa di più della mia amata, Elena..." disse Corey, ripensando ad un passato in cui erano stati felici assieme, e non immaginavano neanche quale tempesta si stava addensando sulle loro teste. "Elena era un donna bellissima, forte, generosa... non credo che potrà mai esistere un'altra persona come lei. Di questo sono sicuro. Quando ero con lei mi sentivo in pace. Mi sentivo... completo. Felice. Non riuscivo a pensare a nulla che non fosse il nostro futuro assieme. Quel futuro che si è interrotto di colpo quando tu sei venuta alla luce, Heather..."
 
"Sì, questo lo so..." disse Heather cupamente. "Ma cos'è successo, esattamente? Perchè la mamma è morta così? E perchè ti sei unito al Team Meteora?"
 
Corey guardò verso l'alto, senza dire nulla per qualche istante... poi proseguì, con percettibile amarezza. "Le due cose sono collegate. Durante la tua nascita, Elena è stata vittima del malfunzionamento di una macchina... una probabilità su un milione che una cosa del genere possa accadere. C'erano maggiori possibilità che venisse colpita da un fulmine. O almeno, così mi hanno detto i medici."
 
"Quindi... lei sta dicendo che è un altro il motivo per cui la mamma di Heather è morta?" chiese Shelly. Un brivido di orrore la percorse al pensiero che qualcuno avesse avuto il coraggio di provocare di sua volontà la morte di una neomamma... e il viso di Heather aveva già perso ogni colore all'idea.
 
Corey guardò verso la mano di sua figlia, la stessa mano che portava l'Anellorubino. "Vedi... c'è un anello. Uno splendente anello di rubini. L'avevo comprato da un collezionista molto tempo fa. Certo, io non sono uno che si interessa molto ai gioielli, ma... quell'anello era un'autentica opera d'arte. E io promisi che lo avrei regalato alla donna che avrei amato. Io... regalai quell'anello ad Elena quando mi dichiarai a lei, e lei da allora lo ha sempre portato. Sempre, in ogni momento. E' l'Anellorubino che tu porti al dito, Heather."
 
"Il mio anello..." mormorò Heather. "Ma... ma questo cosa c'entra con..."
 
"Ci stavo appunto arrivando." continuò Corey. "Venni a scoprire che dietro la morte di Elena c'era qualcosa di ben più sinistro. Il dottore a cui Elena era stata affidata si rifiutò di riconsegnarmi l'Anellorubino. E fu allora che cominciai a rendermi conto della cruda verità. Elena era stata assassinata per quell'anello. Il dottore era uno dei complici del Team Meteora, e l'ordine di uccidere Elena era venuto da uno dei loro membri di più alto rango - un uomo di nome Sirius."
 
"Lui..." sibilò Heather furiosamente. "Allora... si può dire che è stato quell'essere schifoso del comandante Sirius ad uccidere la mamma!"
 
Corey annuì lentamente. "Riuscii a scovare e a raggiungere Sirius, e lo affrontai. E stava anche andando bene. Ero persino riuscito a ferirlo, facendogli perdere un occhio. Ma... purtroppo non fui in grado di portare a termine la mia vendetta. Lord Solaris, il comandante supremo del Team Meteora, intervenne con un gruppo di fanatici al suo servizio, e i miei Pokemon Veleno poterono ben poco contro i suoi." raccontò. "Non avevo altra scelta che rinunciare... Ma ero troppo attaccato alla memoria di Elena per rinunciare all'Anellorubino... quindi feci un patto con Lord Solaris. Promisi di servirli, e in cambio mi sarebbe stato concesso di tenere con me quell'anello. Sono stato egoista, lo so... ho messo i miei desideri personali davanti a ciò che invece sarebbe stato meglio per il nostro mondo... e per te, Heather. E fu proprio durante una missione che stavo intraprendendo per il Team Meteora, che venni scoperto da Titania, uno dei membri più in vista della resistenza."
 
"Ero stata io ad avvertire Titania che un agente del Team Meteora mascherato si trovava nei pressi della Grande Scalinata di Reborn City, per motivi che ignoravo." spiegò Heather, con gli occhi lucidi. "Non sapevo che si trattava di mio padre... sono venuta a saperlo solo dopo che Titania lo ha smascherato, quando ormai... era troppo tardi per fare qualsiasi cosa." Non c'era bisogno di chiedere cosa intendesse con 'troppo tardi'. "Il resto... il resto lo sai già, Shelly."
 
Shelly guardò verso il terreno, senza parole per quello che aveva sentito. "Mi... mi dispiace, Heather... io... non avevo idea che fosse andata così..." affermò la ragazzina più grande.
 
"Il Team Meteora vuole l'Anellorubino. E non esiterà a darvi la caccia per averlo. Non si fermeranno davanti a niente e nessuno per realizzare i loro folli piani." disse Corey. "Finora, ero convinto che non ci fossealcuna speranza di opporsi a loro. Ma ora... ora finalmente ho compreso che forse non è tutto perduto. Voi della resistenza e quei ragazzi di Hoenn... voi potete farcela. Sento che voi siete la migliore speranza di questo paese alla deriva. Affinchè Reborn abbia un futuro, il Team Meteora deve essere annientato. Vi affido questa mia ultima volontà, anche se mi rendo conto che non ho esattamente il diritto di chiedervi nulla... Heather, ti chiedo di tenere al sicuro l'Anellorubino, e di vendicare la tua mamma. Distruggete Lord Solaris, Sirius e i loro servitori. Fate in modo che non possano più nuocere a nessuno."
 
"Sì, papà... ora so cosa devo fare. Stai tranquillo, farò in modo... che la tua morte non sia stata inutile!" disse Heather, determinata nonostante le lacrime agli occhi. Avanzò verso suo padre... e per la prima e ultima volta, gli gettò le braccia attorno e lo abbracciò! "E... ti perdono per tutto, papà. Per tutte le volte che sei stato freddo con me, per tutte le volte che abbiamo litigato... e ti chiedo scusa... io... non sapevo cosa stessi passando... e non mi sono neanche sforzata di capirlo. Mi dispiace... ti chiedo scusa, papà..."
 
"Heather..." esclamò Corey, la cui espressione dura si era sciolta, e che ora stava mostrando sorpresa ed esitazione. Non era abituato a simili espressioni di affetto da parte della figlia... e ci mise qualche secondo prima di riaversi abbastanza da ricambiare l'abbraccio e scusarsi a sua volta. "Va... tutto bene, Heather. Ho sbagliato anch'io... ho sbagliato per primo. Ho cercato di farti crescere senza speranza, di farti credere che la vita fosse solo dolore e sofferenza, perchè avevo paura di perderti... e alla fine, ho ottenuto solo di allontanarti. E quando tu ne avevi più bisogno, mi sono arreso e ti ho lasciata sola. Mi dispiace... potrai mai perdonare questo stupido d'un papà?"
 
"Ti ho già perdonato, testardo che non sei altro!" esclamò Heather alzando la voce. 
 
Shelly sorrise, e una lacrima di commozione le solcò il viso. Se non altro, quei due erano riusciti a capirsi e a dirsi quello che dovevano...
 
Per un attimo, anche Shade apparve sorridere di ciò che stava accadendo... ma la gravità di ciò che stava accadendo all'esterno di quel mondo illusorio lo convinse a dire la sua. "Dobbiamo andare, Corey. Gli amici di Heather e Shelly avranno presto bisogno del loro aiuto... e noi non possiamo restare qui troppo a lungo. Saremo più utili a modo nostro che restando con tua figlia." disse Shade.
 
"Sì... capisco." disse Corey, sciogliendosi di malavoglia dall'abbraccio con la figlia ritrovata. "Heather... Shelly... voi sapete cosa dovete fare. Aiutate Vera, Max e gli altri quanto più potete. Fermate il Team Meteora... e salvate il nostro mondo. Il destino di migliaia di persone... la salvezza di innumerevoli Pokemon... dipendono solo da voi!"
 
"Noibat!" esclamò il Noibat di Heather con un cenno della testa. 
 
Shelly fece a Corey il segno dell'okay, ed Heather fece un sorriso di assenso e liberazione, mentre il mondo illusorio che Shade aveva creato intorno a loro cominciava a svanire... e Corey stesso perdeva la sua forma umana e tornava ad essere il Gengar che era prima...
 
"Sì... tranquillo, papà... non preoccuparti, Shade... non falliremo!" disse Heather, pochi istanti prima che lei e Shelly si trovassero nuovamente nel magazzino abbandonato, davanti a Vera, Wartortle, Max e Gardevoir che le osservavano con stupore e sollievo...    
           
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo, finalmente abbiamo saputo di più su Heather e sul suo passato, oltre al motivo per cui Corey ha fatto quello che ha fatto. Adesso, se non altro, Heather si è liberata di un peso che portava da troppo tempo... e adesso, è ora di concentrarsi sul motivo per cui i nostri sono giunti alla Fabbrica Abbandonata - salvare Vittoria ed impedire al Team Meteora di mettere le mani sull'Anellorubino e sulla Collanasmeraldo!
 
Nel prossimo capitolo, arriverà il momento di risolvere questo problema. E non escludo di farvi una piccola sorpresa verso la fine! A presto, e sappiatemi dire cosa ne pensate!   
  
      
 
      
  
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