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Autore: Everian Every    13/02/2016    2 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Xoen e Nero incrociarono gli avambracci come fossero lame. Un singolo colpo da parte di uno dei due avrebbe tranciato a metà un sole.
Xurst comparve alle spalle del Supremo, ma questi lo bloccò con l'altra mano.
Fu il turno di Dark. Saltò sul manico dell'ascia gigante che aveva creato e la usò come trampolino per lanciarsi sul nemico che gli stava dando le spalle. Rapido e letale creò un artiglio grosso come un tronco d'albero lungo tutto il braccio e lo incendiò, ricoprendo poi il tutto di fulmini.
Nero lo vide con la coda dell'occhio e ruotò il polso con cui teneva fermo Xurst, stortandogli il braccio, e approfittò della sua distrazione per farlo girare fino a cozzare contro Dark. Con un'altro giro, portò Xoen dal lato opposto e scomparve, facendogli scagliare il braccio sui due compagni, tagliandoli a metà.
"DANNAZIONE! XOEN!" gridò Xurst, ricomponendosi.
"Quello schifoso riesce a trasportarsi più rapidamente di quanto io riesca a percepire." borbottò la divinità rialzandosi e guardandosi intorno.
Il Supremo riapparve alle loro spalle ridendo con infantilità.
Un gigantesco getto di fuoco lo avvolse, sciogliendogli il corpo sul colpo. Subito, in mezzo al flusso, il bagliore viola del nucleo di Nero si fece vivo, mentre l'esplosione di pezzi del suo corpo allontanava le vampe, rigenerando il demone.
"Bel tentativo, ma inutile." disse l'uomo, apparendo sopra la testa del ragazzo.
Gli sferrò un calcio che però trapassò il cranio fatto in quel momento d'acqua, rimanendone imprigionato. Dark ne approfittò per ingigantire un braccio e staccarselo, tramutandolo in un gigantesco missile.
L'arma si infiammò, partendo a tutta velocità verso il demone, ancora imprigionato tra le fiamme e l'acqua che sembravano volerlo stritolare.
L'esplosione fu estremamente violenta.
Il corpo di Nero cadde a terra in un mare di lapilli e schegge di ghiaccio, mentre Lars si rigenerava. Sempre Dark, concentrandosi a fondo e poggiando il palmo a terra, fece innalzare colonne di roccia che tramutò in vetro altamente affilato.
Nero si riebbe e, sfruttando i riflessi e le capacità di volo di Xoen, balzò da una colonna all'altra, schivando ogni affondo.
Xurst lo intercettò a mezz'aria, facendolo rimbalzare contro uno degli spuntoni creati dal pensatore, fecendoglielo abbattere e facendolo finire in una delle sfere oscure di Grim, che lo risucchiarono annullandolo.
Per un istante vi fu silenzio.
Poi un sibilo e l'aria venne lacerata in meno di un secondo.
Un'onda d'urto si propagò dalla sfera oscura, mandandola in frantumi e investendo tutti i presenti. L'unico che non si fece cogliere impreparato fu Strange, che fino a quel punto si era tenuto in disparte per studiare l'avversario.
Quando l'energia sprigionata dal Supremo si fu diradata, al posto della sfera nera di Grim Reaper si stagliava, sospeso a diversi metri da terra grazie a tre code metalliche che gli fuoriuscivano dalla schiena, un abominio di tre metri e mezzo.
Metà del suo corpo era coperto da una strana ruggine violacea pulsante. L'arto che da essa era coperto terminava in una lunga lama nerastra la cui punta tendeva al bianco. Il volto era diviso a metà. A sinistra portava una specie di maschera fatta dall'unione della ruggine di Xurst e dall'oscurità densa e distruttiva di Grim. A destra invece era identico a Xoen, se non fosse stato per l'occhio viola che mostrava ancora il simbolo mal fatto dei Supremi.
Le gambe erano unite in un unico flusso di magma e ghiaccio che terminava a trivella sul terreno, sradicando pezzi di roccia dal pavimento e scagliandoli intorno a gran velocità. La schiena mostrava una pesante corazza fatta di scaglie da rettile, oltre a una decina di lunghe e sinistre code che partivano dalle vertebre, fatte interamente di scaglie lunghe e sottili di un metallo ignoto.
Sette frammenti di roccia color sabbia fluttuavano intorno alla creatura di cui Nero aveva preso le sembianze.
Uno ad uno, il mostro li fissò tutti. Poi aprì la bocca ed emise una terrificante risata distorta, generando una tromba d'aria.
"Non avete imparato proprio nulla! SCIOCCHI!" gridò, passandosi la lingua nera e appuntita sulle labbra.
Xoen sbuffò, iniziando a girare lo yo-yo.
"Perché semplicemente non ci mostri cosa sai fare tu e la smetti di farti scudo con i nostri stessi poteri? O sei troppo debole per meritarti la fama che invece hai? Allora? Che rispondi, Nero?" gli gridò di rimando.
Il Supremo sogghignò, piegandoi lievemente in avanti e arcuando di conseguenza la schiena.
Veloce come un fulmine, apparve in mezzo al gruppo, proprio davanti all'Eon, e gli piantò l'artiglio nello stomaco, passandolo da parte a parte. Ma Xoen non fece una piega. Lo guardò quasi con compassione.
"Ma non lo hai ancora capito? Ormai non sei più così forte. Abbiamo raggiunto il tuo stesso livello. E siamo sei contro uno. Tu." lo squadrò afferrandogli la testa con una mano e stringendo sempre di più fino a crepare la ruggine "tu hai perso, Nero."
Il Supremo gridò di rabbia, mentre l'energia del dio lo invadeva, facendolo collassare. Il suo corpo si riempì di crepe da cui usciva al luce di Xoen, per poi esplodere in una pioggia di pulviscolo bianco e viola.
Nero si rigenerò poco lontano, ma Lars era già davanti a lui.
"Perché ti ostini? Puoi rigenerarti quante volte desideri. Arrenditi!" gli disse, fecendolo trapssare da punte di ghiaccio che poi fece esplodere con una forte fiammate interna.
Si riformò davanti a Xurst e ancora venne distrutto. Grim lo annientò. Dark lo eliminò con un certo sadismo nel cuore.
Stremato, stanco, perdente, il Supremo si trascinò verso la clessidra, ansimando. Non poteva finire così. Non poteva perdere, non se era arrivato così vicino alla vittoria. Poi gli venne in mente. Certo, anche lui aveva un asso nella manica! Aveva già vinto e non se n'era reso conto.
I cinque gli si stavano avvicinando lentamente, preparando un altro colpo, un nuovo modo di ucciderlo. Poveri stupidi!
Si mise a ridere. Rise sguaiatamente. Rise come non lo avesse mai fatto prima.
Poi si raddrizzò, scrocchiò il collo a destra e a sinistra, giunse le mani dietro la schiena. Ed entrò nelle loro menti.
I cinque corpi si immobilizzarono. Vedeva coi loro occhi. Sentiva con le loro orecchie. Percepiva la loro volontà che si dimenava, ma tanto era tutto inutile. Oramai non era più un problema per lui, del resto la mente degli esseri con una giusta condizione di esistenza era fragile, debole, fatta per essere invasa e sottomessa. E lui non prendeva il controllo di qualcuno da ere! Si era perfino scordato di quanto fosse piacevole impedire ogni forma di arbitrio negli altri, forzarli a fare e pensare ciò che voleva lui!
Così bello e così facile da fare...
Ma non doveva distrarsi. Doveva muoversi a farli fuori, giacché per un breve lasso di tempo avrebbe perso totalmente i suoi poteri prima di riacquisirli al cento per cento. Aveva però abbastanza tempo per divertirsi un po' coi loro fantocci. Che meraviglia le creature che potevano provare dolore!
Mosse un dito e Dark si mosse.
Che piacevole sensazione.
Aveva appena fatto mutare il ragazzo in un mostro fatto di aculei di diamante che avevano trafitto il povero Xurst. Peccato davvero che, senza poter difendersi con la sua ruggine, era un comune umano. Sentiva la sofferenza atroce del giovane, trapassato in più punti dalle spine.
Ma non gli bastava, no!
Sorrise.
Lars, che vuoi fare a Grim? Non lo vorrai ricoprire di magma, vero? E tu, Grim? Tu, che sei compagno di Xoen sin da prima di questo nostro piccolo gioco? Cosa stai facendo con quelle lancie oscure che stai puntando contro l'Eon?
Coraggio, Dark, attacca i tuoi amici.
Xurst, vendicati di quella lucertola troppo cresciuta.
Xoen, non ti rispettano, devi punirli.
E voi, Grim e Lars, perché vi isolano sempre? Non sarete certo troppo deboli per loro, spero.
 
Che succede?
Cos'è questa sensazione? Perché non riesco più a muovermi?
Queste erano le domande che tutti e cinque si stavano ponendo in quel momento.
Si sentivano come ammantati da un pesante drappo che impediva loro di muoversi, di rendersi conto di ciò che stava succedendo. Avevano gli occhi aperti, ma erano ciechi. I suoni facevano vibrare i loro timpani, ma udivano il silenzio totale, con quello strano fischio acuto che gli è proprio. I loro corpi toccavano ed erano toccati, ma nulla era percepito dalle loro menti. Erano stati esclusi dal mondo.
Dark cercò di muoversi quanto meno nella sua testa, cercò di divincolarsi da quelle catene che lo bloccavano. Stranamente riusciva a vedere... o meglio, percepire i suoi compagni. Li sentiva vicini a sé, in fila, tutti legati, vincolati nel mondo astratto del pensiero. Ma se quella era la loro mente, perché non riuscivano ad uscirne?
Dark cercò di chiamarli, di mettersi in comunicazione almeno con uno di loro.
Ad un tratto sentì come uno strattone. Dolore. Un forte sobbalzo. Per un attimo uscì, tornò sé stesso, vide i suoi compagni che combattevano e lui che combatteva con loro. Contro di loro, in realtà.
Ma prima che potesse riprendere il controllo, un altro sobbalzo lo fece ritornare nella muta e ceca prigione di poco prima. Ancora dolore. Non lo abbandonava. Sembrava che il dolore fosse l'unica cosa che lo legasse ancora al mondo sensibile.
Si sentì strattonare, afferrare e sballottare più e più volte. Sentiva sempre più stanchezza, voglia di sopirsi, di chiudere gli occhi e...
 
Xurst gridò.
Si dimenò.
Basta, BASTA!
Non lo sopportava. Non lo sopportava proprio! Sentiva mille voci che lo cantilenavano, vedeva centinaia di migliaia di esseri fluttuargli intorno, deriderlo, sbefeggiarlo, compatirlo! E lui li voleva mettere a tacere, ma non poteva... non poteva...
Un'ombra nera aleggiò di fronte a lui. Si sentì afferrare da dietro e spingere in avanti, verso uno specchio. Una fitta di dolore attraverso tutto il suo essere. Dopo i primi colpi aveva iniziato a diventare insofferente. E allora erano arrivate loro. Quelle cose che danzavano libere alla faccia sua, che lo schiaffeggiavano ridendo di lui. Quanto le voleva uccidere.
La forza misteriosa dietro di lui lo spinse verso lo specchio, facendoglielo attraversare.
Come quando si sta in apnea sott'acqua, uscì nel suo corpo tirando una boccata abbondante per riprendersi. Sentiva tutto il suo corpo bruciare. Non riusciva ancora a muoversi. Con la coda dell'occhio vide uno spuntone aprirgli lo stomaco, inondato del suo sangue.
Voleva andarsene da lì. Voleva tornare dov'era prima. Dove c'erano gli spiriti. Almeno lì non sarebbe morto...
 
Xoen restò calmo. Tenne gli occhi chiusi sin dal momento in cui capì che Nero aveva preso il controllo di lui. Così ammantato, iniziò a meditare. Non gli restava altro.
Nella sua meditazione, ignorò ogni contatto che il Supremo gli imponeva col mondo esterno per farlo soffrire di più.
Non gli avrebbe dato il contentino di vincerlo anche su quel fronte. Era un Supremo, ma non poteva costringerlo anche a provare ciò che non provava. Così risoluto, lasciò che le presenza oscure evocate da Nero per farlo cadere nella disperazione e offuscargli la mente passassero senza che potessero toccarlo.
Era sicuro, forte e imperturbabile, come gli era stato insegnato dal Concilio in vista della guerra scatenata da Ablivion tra Eon e Supremi che aveva rischiato di ditruggere tutti i simili di Xoen.
Ma mai lui si sarebbe aspettato quello che successe in seguito.
Fu come se la cappa che lo avvolgeva iniziasse a stringersi. E stringersi. E stringersi sempre di più. Si sentì stritolare, soffocare, incrinare. La sua volontà si piegò, fino a spezzarsi. La cappa allentò la presa, lasciandolo piegato su sé stesso, impotente, sconfitto.
 
Lars e Grim ebbero fortuna. Il primo, una volta perso il controllo del corpo, poté semplicemente rilassarsi. Il conflitto tra i due elementi che lo componevano era sempre estenuante, nella sua mente. Era come avere sempre due entità che lottavano tra loro, che lo incitavano ora a buttarsi in un vulcano, ora a farsi una nuotatina in una fossa oceanica, così, giusto per eliminare la parte opposto. Fuoco e acqua non vivevano bene insieme, e la carta dei Supremi aveva aiutato entro un certo limite. In quel momento, al di là del dolore, non sentiva più la sua stessa essenza tirarsi da parti opposte con il rischio di spezzarsi. Non doveva più faticare per restare sé stesso. Stava per morire. Ne era conscio. Avevano perso e non c'era molto di più da dire. L'unica era godersi quegli ultimi attimi di pace.
Grim invece stava immobile. Fermo. Sembrava dormire.
La realtà che lo circondava non gli importava. Stava per morire e ne era felice. Per la prima volta, seppur con l'aiuto del suo stesso carnefice, stava provando felicità. Finalmente avrebbe potuto smettere di vivere quella vita che Victus Mors gli imponeva di proseguire.
 
Strange guardava lo spettacolo, inorridito. Vedeva i suoi compagni contorcersi, muoversi meccanicamente, attaccarsi a vicenda, gridare di dolore, senza rimarginare le ferite che perciò sanguinavano copiosamente.
Cosa gli stava facendo? E perché non aggrediva anche lui?
Dark si tramutò in un mostro di dieci metri, con una bocca rotonda irta di file di denti aguzzi che giravano vorticosamente in tutti i versi, e azzannò Lars, che, di rimando, lanciò una fiammata, incendiandoli tutti. Xurst e Grim, ancora ricoperti di fiamme, coi volti tirati in uno sforzo sovrumano quanto inutile di resistere al Supremo, colpirono al petto già martoriato Xoen, che rilasciò la sua essenza, generando un campo in cui la pressione schiacciava tutto e tutti con una forza improponibile.
Era orrendo vederli uccidersi a vicenda, senza pietà, gli occhi che, da sofferenti, si tramutavano in carichi di odio. Non era naturale.
Decine di aculei di roccia si innalzarono da terra, generati da Dark, andando a trafiggere tutti vicino al cuore, anche il loro stesso creatore. Lars si ricoprì del tutto di fuoco e generò una sfera d'acqua gigantesca su di sé, che poi lasciò cadere, spegnendosi dolorosamente. Perfino Xoen iniziò ad accumulare energia, insime a Grim, per poi colpirsi a vicenda con attacchi di luce e oscurità che li nascose agli occhi degli altri.
Xurst, ancora attaccato allo spuntone di roccia, lo stringeva tra le mani come in un disperato tentativo di liberarsi. Strange vedeva le sue labbra muoversi, una lacrima gli rigava il volto. Nero lo stava uccidendo, ma gli lasciava il controllo di sé quel tanto che bastava a fargliene rendere conto.
Li uccideva con le sue mani e lo faceva davanti ai loro occhi.
Strange strinse i pugni e chiuse gli occhi.
Non lo poteva accettare!
"SEI UN MOSTRO!" gridò, lanciandosi contro il Supremo, che ancora gli dava le spalle, le mani giunte dietro la schiena.
Sferrò un pugno con l'arto metallico, ma il colpo fu come arrestato da una barriera invisibile a un metro dall'obbiettivo. Strinse i denti mentre una forza sconosciuta lo scagliava indietro.
Era troppo debole per fare qualcosa...
Atterrò di schiena, sulla ferita che si riaprì.
Digrignò i denti, colto da un dolore insopportabile. Ma non tanto un dolore fisico, quanto un tormento che lo prendeva al cuore e lo attanagliava. Era la consapevolezza di aver fallito, di non essere riuscito a salvare tutti, sé stesso... di non essere riuscito a rivedere la sua famiglia, i suoi migliori amici...
Fu in quel momento che gli parve di vederla.
Giuly lo guardò. Sorrideva. Gli faceva venire voglie di sorridere. Allungò una mano e le carezzò il volto. Lei la prese e la portò al cuore. Sorrise ancora e mosse le labbra, ma non emise suono.
La guardò, con le lacrime agli occhi, lacrime di gioia, di felicità. Ma proprio in quel momento l'immagine si affievolì, scomparve.
Il suo sorriso si incrinò. Sgranò gli occhi e cercò di afferrarla, mentre lei si allontanava cammianando.
Quando strinse il pugno verso di lei, afferrò solo l'aria.
O meglio, afferrò un pezzo di carta. Un foglietto rettangolare, di piccole dimensioni, ripegato più volte.
Aprì il palmo e guardò l'oggetto. Lo guardò con espressione seria, decisa, dura. Strinse il foglietto a sé e si alzò, mentre una luce viola diffondeva sul suo petto.
Sentì dapprima una forte ondata di emozioni. Una marea travolgente che cercò di abbatterlo, ma lui restò saldo nei suoi pensieri. Inspirò ed espirò più volte, fino a controllare quel flusso immenso, fino a piegarlo ai suoi voleri. Ed eccoli là, nel suo animo diviso in due tra Lelq e Lelc, una schiera di presenze che lo fissavano, in attesa di ordini. Come un sol uomo, i due ragazzi alzarono il braccio destro e gridarono.
Strange aprì gli occhi.
Uno era viola, l'altro giallo limone.
"Credo in te."
E se Giuly lo aveva detto, allora non poteva più perdere.
"Round two, bello." sibilò, bettendo tra loro i pugni di pura energia viola, facendoli stridere.
E finalmente Nero ebbe paura.
   
 
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