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Autore: BalthierSan    13/02/2016    1 recensioni
Salve a tutti! E' da un po' che pensavo di crearmi un account e pubblicare qualche storia che mi diverto a scrivere. Ed ecco, questa ho iniziato a scriverla poco fa, il primo capitolo è veramente corto per i miei standard, è una prova per vedere se qualcuno è interessato a leggere questa particolare storia che ho in mente. E' la mia prima Fan Fiction che pubblico in questo sito e spero possa essere di gradimento a tutti coloro che sceglieranno di leggerla. Buona lettura! E mi raccomando, recensite! recensite! recensite! ^-^
Detto questo, passiamo direttamente alla storia in sè. I primi capitoli di essa sono ambientati prima delle vicende che tratta il gioco di FFXII, nella capitale dell'Impero Arcadiano. Chi conosce bene il gioco, può già ben immaginare chi riguarda questa storia! eh eh eh c: Beh, se siete interessati a vicende del passato di uno dei protagonisti più amati del mondo dei videogiochi, fate un saltino, leggete, godetevela e lasciate una vostra opinione! Buona lettura!
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Balthier, Cid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia aveva iniziato a cadere quella notte, il suo ritmico rumore cullava il sonno di tutti gli arcadiani che erano già andati a dormire. Quella era stata una giornata pesante, per tutti a casa Busansa, grandi e piccini. Era dunque arrivato il momento, dopo una cena tutti insieme, di andare a coricarsi. Laith aveva preso la via della propria camera senza mai dire una parola dopo essere rincasato praticamente, tutti lo avevano notato, per un chiacchierone come lui era una cosa veramente insolita, ma forse, aveva solo bisogno di un po' di tempo per sè stesso. A contrario, Kalista aveva salutato tutti ed era andata a dormire con un tranquillo sorriso sulle labbra. 

Dopo essere passato prima dalle proprie figlie, Cid si recò, come di consuetudine, nella camera del figlio per salutarlo per la notte. Bussò, ma non ricevette risposta. Entrò, lentamente, in punti di piedi e, come lui stesso immaginava, quando era salito, Ffamran, non era venuto in camera. Richiuse la porte, forse un'idea di dove poteva essere l'aveva. 
Salì un'altra rampa di scale dove incrociò una delle domestiche. 

-"Avete dell'altro lavoro da fare, Signore? Ho già chiuso tutte le finestre."- 

-"No, non per oggi. Piuttosto, le hai chiuse proprio tutte, le finestre?"-
Chiese, sicuro della risposta che avrebbe ricevuto. 

-"In.. Verità no, Signore. La finestra della balconata è ancora aperta."- 

-"Grazie, puoi andare."- 

-"Sì, Signore, Buona notte."- 


Stanco come era quegli scalini sembravano veri e propri salti, ma arrivato in cima sapeva benissimo dove poter trovare il suo piccolo prediletto. 

Ffamran era poggiato sulla ringhiera della balconata finemente ornata, le fitte gocce di pioggia gli bagnavano i capelli e i vestiti. I suoi occhi verdi smeraldo fissavano il cielo, come se potessero vedere oltre quelle nuvole nero pece che nascondevano uno splendido cielo stellato. 

-"Se ti piace così tanto stare sotto l'acqua, puoi pur sempre farti una doccia."- 

-"Volevo guardare le stelle in realtà, solo per questa sera avrei potuto vedere le tre piccole lune allineate. E' una sfortuna che piova."- disse il giovane con un tono rammaricato.

-"Non è qualcosa che possiamo controllare, non abbiamo potere sul tempo atmosferisco."- Cid si avvicinò al giovane, gli pose una mano sulla spalla. -"Ma posso fare qualcosa per quei pensieri che ti frullano in testa, vieni dentro."- 

Ffamran non disse altro, annuì solamente con il capo. 

La stanza era buia, solo una piccola candela al centro su di un tavolino la illuminava e quei lampi sporadici che sembravano veloci e decisi come frecce. 
Ffamran si era seduto a terra con le gambe incrociate, sul prezioso tappeto damascato al centro della stanza, con suo padre davanti, seduto su di una sedia. 

-"Cos'è che ti turba Ffamran?"- 

-"Nulla, sono solo un po' stanco."-
rispose secco con la testa chinata verso il basso. 

-"Cosa è successo oggi prima che incontrassi Kalista e Laith?"- 

Sempre dritto al punto, eh. Pensò Ffamran tra sè e sè. Le sue parole, non furono, però, decise come i suoi pensieri.

-"Io..."- 

-"Perchè vuoi tenermi nascoste le cose? Non lo hai imaparato? Non mi conosci abbastanza figlio mio? Non lo sai che se voglio sapere una cosa, finisco per saperla?"- 


Oh, sì che lo sapeva, era un lato di suo padre che amava e odiava allo stesso tempo. Si sentiva sicuro, perchè se gli fosse successo qualcosa suo padre sicuramente lo avrebbe trovato, d'altro canto, d'ovunque andasse e qualunque cosa facesse aveva l'ombra paterna che sembrava essere sempre dietro di lui. 

Cid sospirò. -"Mi conosco troppo bene per non arrivare a capire che qualcosa non va."- 

Ffamran alzò il viso, guardò suo padre con aria interrogativa. 

-"Guardare te, è come tornare indietro nel tempo davanti ad uno specchio. Sei uguale a me, Ffamran, non puoi nascondermi nulla... E poi.."- 

-"Mi sembri troppo stanco."- Lo interruppe bruscamente senza pensarci due volte, ma non continuò, aspettò un consenso, uno qualsiasi. 

-"Troppo stanco per?"- 

-"Per annoiarti con i miei pensieri!"- 

-"Ffamran.."-
Cid quasi rise, allungò il braccio poggiando la mano sui capelli del figlio per scompigliarglieli. 
-"Non sarò mai troppo stanco per i miei figli."- 

-"Pa.. Padre.."- 


Cid lo sapeva. Di fronte a lui la maschera di Ffamran cadeva in mille pezzi, il giovane nobile perfetto, senza difetti, sentimenti, ostentazioni, sempre altezzoso e sicuro di sè era in realtà un'insieme eterogeneo di frammenti. Frammenti di emozioni che a volte non comprendeva o che non sapeva controllare e che quindi finiva per nascondere dietro la sua perfetta corazza di indifferenza. 

-"Mh?"- 

-"Papà.. Andiamo a dormire?"- 

-"Sì, ti accompagno. Ma mi dirai cosa è successo e cosa ti turba?"-

-"mh... va bene.."- 


Si avviarono per le scale senza aggiungere altro dopo aver chiuso la porta della stanza. 
Entrarono nella stanza di Ffamran al secondo piano, il giovane si sedette sul letto mentre suo padre chiudeva la porta alle proprie spalle. 

-"Allora vuoi dirmelo?"- 

-"Tu mi dirai cosa hai detto a Kalista per farla tornare così serena?"-


-"Cosa le ho detto? Tsk, proprio niente, le ho solo fatto tornare il sorriso. Però.. diciamo che mi sembra uno scambio equo.."- 

Per Archades sì, ma per loro ancora no, non era ancora il momento di andare a dormire, era più una cosa intima... Tra padre e figlio.. 

   
 
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