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Autore: 23rd_MStreet    14/02/2016    0 recensioni
221B Baker Street. Londra.
E' giovedì. Un qualunque, noioso giovedì per Sherlock Holmes.
La notte ha portato la pioggia e la mattina ha portato una sorpresa per il miglior detective d'Inghilterra.
"Of England?"
"Don't show off, Sherlock."
Una storia senza pretese nata in un noioso e piovoso giovedì mattina.
Spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock aprì gli occhi, domandandosi per quale motivo si sentisse così intorpidito. Si mise a sedere appoggiandosi alla testiera del letto e, guardandosi attorno, rimase sorpreso nel posare lo sguardo sulla padrona della camera.
La perplessità non derivava dal fatto che la ragazza fosse distesa al contrario sul letto, con le gambe incrociate in alto contro la parete. Tantomeno c'era da rimanere colpiti per il libro pieno di foto di morti preistorici che leggeva con grande interesse. Teneva una matita dall'estremità masticata incastrata nella spallina del reggiseno, la punta era consumata, doveva aver preso appunti o scritto delle note. D'accordo, non si aspettava di vederla indossare un paio dei suoi boxer, ma non era quello il punto. La sorpresa stava, semplicemente, nella sua presenza. Gli accordi non prevedevano, anzi vietavano che dormissero nello stesso letto.
«Finalmente ti sei svegliato!» disse Rachele nel suo leggero accento straniero.
«Non stavo dormendo.» Replicò poco convinto. «Ad ogni modo, che ci fai qui?»
«Ci vivo, Sherlock. Non divagare. Di solito russi quando sei nel tuo palazzo mentale?» replicò lei, riponendo il libro e sedendosi davanti a lui a gambe incrociate.
Sherlock esitò e lei scoppiò a ridere, una risata squillante e un po' sopra le righe. Molto mediterranea. Non senza una punta di fastidio nella voce profonda, le chiese chiarimenti.


Gli ultimi mesi a Cambridge erano diventati piuttosto tollerabili da quando aveva conosciuto Rachele. Se l'era trovata accanto alla prima lezione di sedimentologia del semestre, dopo nemmeno mezz'ora lo aveva salvato dall'espulsione per aver messo pubblicamente in dubbio le capacità intellettive del professore. O quantomeno questo era quello che gli rinfacciava ogni volta che aveva bisogno di un favore. Nel giro di pochi mesi era diventato il rapporto umano più stretto che intratteneva da anni. Talvolta lo accompagnava nelle sue ricerche quando non era impegnata a studiare sepolture preistoriche, oggetto del dottorato che stava svolgendo. Passavano davvero molto tempo insieme, più di quanto Rachele riuscisse a tollerare. Capitava spesso che lo spingesse di peso fuori dalla porta, o che lei stessa se ne andasse lasciandolo solo nella sua stanza.


«Io non russo, comunque.» Ribattè Sherlock scontroso.
«Sì, certo. Doveva esserci un trattore sotto al letto.»
«Questo non è possibile.» sbuffò scocciato.


La camera era stata sin dagli inizi sfruttata da Sherlock per studiare i libri presi in biblioteca, avrebbe potuto studiarli in biblioteca, ma trovava sempre troppi idioti con cui litigare così Rachele lo aveva costretto ad evitare quel luogo. Questo fatto, sommato alla disinvoltura della ragazza e all'inspiegabile equilibrio che si era creato, li aveva portati ad avere nell'arco di pochi mesi una certa confidenza.


«Molto bene, quindi torniamo al punto iniziale. Sempre che tu non voglia dirmi che hai passato la notte a girare per la stanza con una motosega accesa.» rispose candidamente la studentessa.
«Oh, piantala. Tutta la notte? Ma quanto ho dormito?» La ragazza sogghignò per l'ammissione di colpa, ma non rincarò la dose.
«Hai dormito come un sasso dalle due più o meno, ora sono le dieci.»
«Devi studiare oggi?» Domandò stiracchiando le membra lunghe sulle lenzuola sgualcite.
«Lo sto facendo da ore. Ho finito di sottolineare il libro e ora sto rileggendo.»
Sherlock si alzò, si guardò rapidamente allo specchio e decise che non sarebbe uscito con la camicia in quelle condizioni. Si diresse verso l'armadio dove aveva costretto Rachele a conservare un completo ed altri vestiti di ricambio per quando si fermava a dormire lì.
«Non ne capisco lo scopo. E' più che sufficiente leggerlo una volta. Già è strano che tu lo stia leggendo, è un testo piuttosto elementare.» brontolò frugando tra gli scaffali dell'armadio in cerca di una camicia pulita.
«Ne abbiamo parlato mille volte, Sherlock. Ci sono quelli come te e Mycroft e poi noi pesci rossi. Io, in quanto tale, devo leggerlo due volte per saperlo davvero bene. Non è affatto male, tra i pesci rossi.»
«Infatti tu non sei un pesce rosso.» commentò a bassa voce mentre si sbottonava la camicia. Rachele sorrise. Non era stupida, affatto, e sapeva che lui non la reputava tale.
Conosceva Sherlock, ma soprattutto conosceva le persone. Aveva sempre avuto un talento naturale per leggerne le espressioni e interpretarne gli atteggiamenti, capacità molto utile quando incroci la strada di uno come Sherlock.
«Devi proprio fissarmi, Rachele?» disse, voltandosi a guardare la ragazza che lo scrutava ancora seduta sul letto sfatto.
«Sì.»
«Non c'è niente che tu non abbia già visto.» Borbottò lui.
«Ah, non si sa mai. Magari ti sei fatto un tatuaggio sul fondoschiena. Non potrei certo perdermelo.»
«L'ovulazione non dovrebbe indurti un calo del desiderio?»
«Sono sotto stress ultimamente, e quale anti stress migliore del sesso conosci?»
«Ciò non significa che tu possa averlo quando vuoi. Le mie tabelle sono organizzate in modo tale da...»
«Ok, Sherlock, come non detto.» Disse ridendo.
«Però.»
«Però?»
«Però devo ancora raccogliere i dati in relazione a due sessioni in meno di dodici ore.»
Rachele sorrise e si sfilò la canotta da sopra la testa.
   
 
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