Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Bens_S    14/02/2016    3 recensioni
Sabo era un uomo vecchio, non si era ancora arreso all'incedere degli anni e continuava con il suo mestiere, il cacciatore di draghi. Sorrideva pensando a quanti soldi avrebbe guadagnato con i profitti dell'ultima commissione che gli era stata affidata, il Re in persona aveva ordinato la cattura di un drago. Finalmente avrebbe potuto godersi gli ultimi anni della sua vita senza lavorare. Quel mestiere non era per tutti e persino lui, che conosceva i segreti di quelle terre, sentiva che con la vecchiaia ogni missione si faceva sempre più pericolosa. Persino camminare per qualche chilometro iniziava ad essere complicato.
Ad interrompere il suo flusso di pensieri fu la vista di un giovane esemplare che si stava abbeverando al lago della Luna. Sabo sorrise, i giovani erano sempre i più facili da catturare.
[Quinta classificata al contest "Cavalieri dei Draghi" indetto da Najara87 e vincitrice della menzione speciale "miglior colpo di scena", partecipante al contest "The Witcher (Concorso a tema Fantasy medievale)" indetto da Deidaradanna 93"]
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il comportamento del drago era radicalmente cambiato dopo la vicenda con il cacciatore. Si rifiutava ancora di mangiare il cibo che gli veniva offerto ma era solo questione di tempo prima che cedesse, tuttavia mostrava molto più interesse verso il luogo in cui si trovava e passava intere mattinate a studiare la gabbia cercandone possibili punti deboli, anche il comportamento verso Florian era cambiato drasticamente.
In un primo momento aveva iniziato a cercarlo di tanto in tanto con lo sguardo, per assicurarsi che fosse nella gabbia con lui, poi si era fatto più intrepido lasciandosi persino toccare.
Non era lo stesso atteggiamento di sottomissione di un cane, il drago sembrava voler rimarcare in ogni istante in cui erano insieme la propria superiorità, tuttavia sembrava apprezzare la compagnia del giovane. Florian non riusciva a capire fino in fondo il nuovo rapporto che aveva instaurato con il drago, tuttavia supponeva che avessero formato una specie di branco. 
Era una bestia incredibile e se ne innamorava ogni giorno di più. Aveva pensato a lungo a un possibile nome per l'animale, poi si era ritrovato a riflettere sulla necessità umana di dare nomi a tutto ciò che li circondava. Aveva pensato ai nomi di grandi re del passato, esploratori, persino ai nomi di materiali pregiati ma nulla sembrava adatto al drago. Alla fine si era reso conto che un nome non era assolutamente necessario. Imporre un nome equivaleva a imporre se' stesso come superiore all'animale mentre così non era. 
Il ragazzo aveva iniziato persino a dormire vicino alla bestia, lo terrorizzava l'idea di lasciarlo solo perché temeva che il delicato rapporto che si era creato andasse in frantumi. Nelle settimane che aveva passato rinchiuso in gabbia si era abituato all'atteggiamento mite e rilassato del drago, stentava a credere che fosse la stessa creatura che poco tempo prima aveva brutalmente ucciso un uomo come se niente fosse. Dopo la morte di Sabo il ragazzo aveva deciso di non legare nuovamente il drago, non gli sembrava sensato trattare da nemico quello che sarebbe dovuto essere loro alleato. 

L'atmosfera nella gabbia era opprimente. La poca luce che filtrava dalle piccole finestre bastava a stento per illuminare lo scarno arredamento della palazzina. Oltre a un po' di paglia in un angolo vi era anche una grossa vasca che tramite un tubo poteva essere riempita dall'esterno. C'era una grande abbondanza di catene, corde e pinze. Era tutto il necessario per legare l'animale nel modo più sicuro possibile, era strano vedere quegli oggetti abbandonati in un angolo quando avrebbero dovuto essere in costante utilizzo.  
Non c'era nessuna fonte di calore, non era un luogo pensato per ospitare anche degli umani quindi, per ragioni di sicurezza, non erano stati creati ne' camini ne' aperture sul soffitto per far fuoriuscire il fumo.
In quella fredda mattina d'inverno Florian si strinse ancora di più nella spessa coperta di lana e nelle pellicce che si era fatto portare. Il drago, sdraiato sul lato opposto della sala, lo guardava distrattamente mentre si leccava la coscia. La sua attenzione era stata attratta dal leggero tremore del ragazzo, che ora si stava sfregando le mani sulle cosce, ma aveva perso interesse quasi subito.
Il giovane non riusciva più a sopportare quel terribile freddo. Non importava quanti vestiti indossasse o quanto fossero spesse le sue coperte, il gelo sembrava essersi insinuato persino nelle ossa e che non c'era modo per farlo andare via. L'unico momento di pace da quel tormento era stato quando il Re lo aveva convocato. 
Non gli era parso molto soddisfatto ma in quel momento, concentrato com'era sul dolce calore proveniente dal camino, non ci aveva fatto più di tanto caso. Florian se ne era andato in silenzio, rimpiangendo la propria camera all'interno del palazzo e sperando che il comportamento del drago non fosse cambiato dopo quella breve separazione. Quando rientrò nella gabbia la bestia non parve neanche averci fatto caso, il ragazzo, sollevato, era tornato a sdraiarsi nella piccola cuccetta che si era creato.
Non era altro che un po' di paglia e diverse coperte ammassate ma era sufficiente per non farlo congelare. L'autunno era stato breve e l'inverno era arrivato portando con se un vento glaciale. In pochi giorni le temperature erano crollate. Il ragazzo, abituato com'era agli agi e al caldo della corte, non riusciva ad adattarsi al clima rigido e non capiva come facessero gli stallieri e le guardie a stare tutto il giorno all'aperto senza patire il freddo.
Florian non riusciva a darsi pace, quando chiudeva gli occhi rivedeva gli occhi di Sabo e risentiva le sue urla disperate, appena si svegliava vedendo il drago si ricordava del suo ruolo di primo cavaliere e un terrore ancora più grande lo attanagliava. Non aveva idea di come convincerlo a obbedire a sua Maestà. Se avesse fallito sarebbe stato giustiziato.
Per la bestia il piccolo sovrano non era niente e la sua corona non rappresentava potere e saggezza ma solo un pezzo di metallo. Non avrebbe prestato attenzione nemmeno al comportamento di Florian, non importava che un membro del suo stesso branco  portasse rispetto all'uomo e ne fosse intimorito, per lui non era altro che cibo.
Il ragazzo iniziò a camminare nervosamente nella gabbia, da diversi giorni stava pensando di far uscire il drago. Osservando i tre draghi di Lurwinch aveva capito che non si separavano mai a lungo. Il suo drago non lo avrebbe abbandonato.
Si diresse nervosamente verso la porta della gabbia e ordinò di aprire entrambi i cancelli simultaneamente. Dovette aspettare qualche minuto prima che l'ordine venisse eseguito. Le guardie erano nervose, si vociferava che il drago fosse riuscito a entrare nella mente del primo cavaliere e che ne manovrasse le azioni, per quale altra ragione altrimenti avrebbe sopportato la presenza del ragazzo nella gabbia? A insospettire maggiormente i soldati era anche la quantità del tempo che il giovane passava richiuso in gabbia, erano settimane che non rientrava nei suoi alloggi. Alcuni avevano persino pensato fosse morto, ma la voce che chiamava da dentro era certamente la sua.
Pensarono seriamente di non ubbidire agli ordini, ma non era una scelta da prendere alla leggera. Disobbedire a un ordine diretto del primo cavaliere corrispondeva alla pena di morte. Alla fine, titubanti, decisero di aprire.
Il ragazzo uscì velocemente dalla gabbia e subito ordinò di non richiuderla. Florian non sembrava essere cambiato molto, certo aveva un'aria infreddolita e il colorito era ancora più pallido del solito, ma sembrava essere sempre lo stesso. Osservandolo si potevano notare delle profonde occhiaie che gli segnavano il viso e trascinava i piedi stancamente. Il ragazzo stava osservando l'interno della gabbia, come se stesse attendendo qualcosa.
Il drago non ci mise molto a capire cosa stava succedendo. Camminava con estrema lentezza e sembrava quasi annoiato. Quando fu fuori dalla gabbia socchiuse gli occhi, essendo abituato alla poca luce che filtrava dalle finestrelle dovette aspettare qualche secondo prima di adattarsi alla luce diretta del sole. Si scrollò velocemente, facendo cadere qualche pezzo di paglia che era rimasta incastrata tra le squame. Non sembrava nemmeno vedere Florian, che nel mentre gli si era avvicinato e lo guardava confuso.
Lentamente l'enorme bestia aprì le ali e ancor più lentamente si alzò da terra. 
Florian lo guardò spiccare il volo. Con sua enorme sorpresa il drago, a circa un centinaio di metri dal suolo, continuava a volare sopra al castello, sperava che il ragazzo venisse con lui. Il giovane lo guardava dal basso studiandone i movimenti, non poteva fare altro se non sperare che tornasse.
Non poteva continuare a tenerlo in gabbia, non avrebbero fatto progressi. Alla fine il drago, estenuato dall'attesa, si allontanò. 
Passarono diverse ore prima che la sua figura tornasse sopra il castello ad osservarli dall'alto. Florian non si stupì più di tanto, nulla in quella creatura era irrazionale o casuale. Aveva imparato che bastava entrare nella sua logica per capirne le azioni. Non era in grado di prevedere reazioni a situazioni inaspettate, ma era stato lui stesso a programmare l'uscita dalla palazzina e questa era la conferma dei suoi calcoli.
Alla fine il drago si appollaiò sul tetto della sua gabbia, con calma iniziò a leccarsi gli artigli, pulendoli così dalle poche macchie di sangue rimaste. Doveva aver cacciato da poco.
Florian si sedette con la schiena contro la parete della palazzina fortificata e guardò verso l'edificio principale. Le persone si erano radunate intorno alle poche finestre per capire cosa stesse succedendo. Molti si domandavano perché quel demone di ferro e fuoco non stesse bruciando il palazzo e tentando di stanare tutti i topi che all'interno vi si erano rifugiati. 
Il drago scese dal tetto e si accucciò vicino al ragazzo, avvicinò il muso al petto del giovane e inspirò il suo odore. Voleva capire dove fosse andato e cosa avesse fatto nella sua assenza. Quando quest'ultimo allungò la mano per sfiorarlo il drago ritrasse la testa. Si alzò e si spostò di una decina di metri di distanza. Sembrava confuso visto che il giovane non lo aveva seguito ne' in cielo ne' sul tetto.
Passarono diverse ore e sia guardie che membri della corte erano troppo intimoriti per uscire dal palazzo. Il drago finalmente si era lasciato avvicinare dal primo cavaliere che ora era seduto con la schiena contro il fianco dell'animale. Florian non aveva demorso nella ricerca di contatto con il drago per via di tutti coloro che li stavano guardando. Questi ultimi avevano ipotizzato che si trattasse di stregoneria o di un miracolo. Forse era volontà divina che la possente bestia fosse addomesticata o magari era lei ad aver  piegato la mente del ragazzo. 
Florian stava studiando la situazione. Le persone erano terrorizzate dal drago eppure riferendosi a lui lo trattavano come un animale qualsiasi. 
La voce del giovane era poco più di un sussurro e forse stava parlando più con se' stesso che col drago.
"È meglio essere temuti o rispettati? Io dico: è troppo chiedere entrambe le cose?" 
La bestia aveva aperto un occhio guardandolo solo per un attimo, poi lo aveva richiuso ed era tornata a sonnecchiare. Florian immaginò che non avesse capito, ma anche se lo avesse fatto probabilmente non gli sarebbe importato. Nel momento in cui apriva le sue enormi ali e spiccava il volo alto nel cielo tutti quelli sotto di lui non avrebbero mai messo in dubbio che lui fosse il più forte e quando sputava il suo fiume di fuoco il terrore attanagliava chiunque gli fosse vicino. L'unico momento in cui aveva provato a sua volta paura era stato quando Sabo lo aveva privato del suo fuoco e delle sue ali, in quel momento non era niente e quelle che fino a quel momento erano state le sue prede si erano trasformati nei suoi carnefici. Sabo lo aveva privato di tutto e di tutto lo aveva privato lui, del cacciatore non restava che una macchia secca di sangue sul lurido pavimento della cella.
Il ragazzo lo guardava attento, l'animale era padrone e sovrano indiscusso delle terre che dominava e nessuno avrebbe potuto dire il contrario. Persino il Conte suo padre chinava il capo di fronte ai tre possenti draghi di Lurwinch. 
In quei giorni il giovane si domandava spesso perché continuare a inchinarsi davanti al Re. Non era altro che un gracile, vecchio uomo e l'unica sua virtù era quella di essere un abile oratore e stratega. Se fossero stati soli il sovrano non sarebbe mai stato in grado di schivare un pugno o battere il giovane in uno scontro. Gli era stato raccontato che persino nel fiore degli anni era stato un mediocre spadaccino ed ora era un ancor più mediocre sovrano. Non aveva compiuto grandi imprese, non aveva ne' vinto ne' perso battaglie e aveva vissuto attanagliato dal terrore di possibili attacchi da parte degli altri regni.
Florian sorrise, quello che era nato ed era vissuto per essere un grande sovrano veniva trattato come una bestia mentre a un semplice vecchio l'intero regno chinava il capo. Mai avrebbe pensato di vedere nel drago un sovrano ma lo era sempre stato, la sua specie sin dall'alba dei tempi esisteva per dominare. 
Il ragazzo osservò il castello con una tale intensità che sembrò quasi riuscire a vederne attraverso le pareti. Immaginava i membri della corte scorrazzare nervosi nei lunghi corridoi e la servitù ancora più allarmata raccontarsi leggende sentite da bambini. Il re rinchiuso nelle sue stanze intento a studiare pagine e pagine di antichi manoscritti per capire meglio ciò che stava avvenendo. Probabilmente anche lui, da una di quelle piccole finestrelle, li aveva osservati da lontano. 
Il ragazzo si accorse che tutti loro, chi più chi meno, assomigliavano a Sabo. Anche loro credevano di conoscere a fondo il proprio impero e le regole che lo reggevano, si sentivano sovrani indiscussi di quelle terre. Florian sorrise, capiva che non era un pezzo di carta o essere parte di una particolare famiglia che ti conferiva potere, ti lasciava solo credere di averlo. Chissà, forse anche il Re, rintanato come un topo nelle sue stanze, iniziava a capirlo. 
Il ragazzo si alzò lentamente e si diresse verso l'entrata del castello. Ripercorse i lunghi corridoi che lo riportarono fino alla sala del trono. Aveva camminato assorto nei suoi pensieri ed ora si ritrovava solo nell'enorme stanza. Grandi arazzi ne ricoprivano le pareti e un maestoso trono dominava la sala. Dopo pochi istanti delle guardie entrarono nella sala ma Florian gli ordinò di andare a chiamare il Re e che necessitava di un'udienza privata. Dall'altro lato della parete si sentivano i nervosi battiti d'ali del drago che non capiva se abbattere o meno la parete per raggiungere il ragazzo. Si intravedeva da una delle finestre il muso dell'animale che provava a guardare all'interno, Florian fu  felice di incontrarne lo sguardo e tentò di mostrarsi il più calmo possibile.
Il sovrano entrò nella stanza e ordinò alle guardie che lo scortavano di lasciarli soli. Aveva paura che il ragazzo volesse abbandonare il compito che gli era stato affidato. Persino lui aveva visto i progressi che aveva fatto ma si era anche reso conto di quanto fosse debole il giovane. I vestiti pregiati erano sporchi e unti e il ragazzo sembrava faticare persino a reggersi in piedi, non era un compito adatto a tutti quello di primo cavaliere e il giovane non sembrava essere abbastanza forte. Nonostante la piacevole temperatura della sala in cui si trovavano Florian non riusciva a smettere di tremare e dopo poco chiese il permesso al sovrano di sedersi.
Il Re attese pazientemente che il suo primo cavaliere gli spiegasse la ragione di tanta urgenza per un colloquio privato ma il ragazzo sembrava più interessato ad osservare la sala del trono. Uno strano rumore, simile ad un fruscio, attirò l'attenzione del sovrano. Veniva da fuori il castello. Guardò una delle piccole finestre e incrociò lo sguardo con il drago. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedere spiegazioni a Florian che quest'ultimo aveva iniziato ad emettere dei lamenti inarticolati, si era appena tagliato una mano con un pugnale. La ferita percorreva l'intero palmo ed era piuttosto profonda.
Il giovane si alzò e si avvicinò al sovrano, prima che quest'ultimo se ne rendesse conto il ragazzo aveva appoggiato la mano ferita sul petto dell'uomo. La pregiatissima seta si macchiò subito con il sangue del primo cavaliere. Il Re imprecò contro il giovane, non capiva cosa stesse succedendo, il ragazzo lo guardò per un istante negli occhi prima di iniziare ad urlare. Le urla disperate di Florian echeggiarono per tutta la sala del trono, stava premendo forte le dita contro la ferita aperta.
Un tonfo attirò l'attenzione del vecchio, era come se qualcuno stesse colpendo la parete. Un altro e un altro ancora rimbombarono nella sala del trono prima che la parete cedesse. In un attimo il drago fu dentro la sala. La bestia atterrò rapida al centro della stanza, le pupille erano completamente dilatate e per pochi istanti restò completamente immobile facendo solo profondi respiri. Non guardò nemmeno Florian, l'odore del sangue del ragazzo attirò la sua attenzione sul vecchio che, invano, stava cercando di fuggire. Il sovrano urlò alle guardie di accorrere ma non c'era abbastanza tempo.
In un attimo il drago gli fu sopra, il Re inciampò e cadde, tentò di strisciare per allontanarsi dalla bestia. Quest'ultima premette le narici contro il petto dell'uomo e inspirò a fondo, ebbe la conferma che quello sul vestito del vecchio era il sangue di Florian. 
Una ventina di guardie entrarono nella sala, appena avevano sentito i tonfi e le urla del sovrano erano accorsi il più velocemente possibile. Furono disarmati dallo spettacolo che videro. Un'intera parete era crollata e vi erano macerie ovunque, il drago era entrato ed era proprio sopra al sovrano, con il muso attaccato al petto dell'uomo. Si lanciarono all'attacco ma non fecero nemmeno in tempo a percorrere un paio di metri che un fiume di fuoco sgorgò dalle fauci del drago. In pochi istanti del loro sovrano non restava che cenere.
La bestia si alzò rapida e con il suo fuoco travolse anche i soldati. Florian era dal lato opposto della sala ma poté percepire chiaramente il calore che gli fece bruciare il viso. Non gli sembrava vero tutto ciò che stava accadendo.
Aveva riflettuto a lungo sul possibile assassinio del Re e alla fine aveva dedotto che non ci fossero altre opzioni per ridare completa libertà al drago. Se anche fossero fuggiti quel vecchio avrebbe mandato i cacciatori di tutto il regno a cercarli. Il drago era ancora troppo giovane per sapersi difendere al meglio da quei mostri, in più anche lui avrebbe dovuto avere una vita da fuggitivo e non era in grado di proteggersi dagli abili assassini che servivano la corona. 
Quel castello sarebbe divenuta la loro tana e nessun esercito si sarebbe mai messo contro la bestia di ferro e fuoco. Inoltre sicuramente nessun nobile si sarebbe messo contro di loro per paura di fare la stessa fine del Re e vivendo protetti da quelle alte mura nessun cacciatore avrebbe potuto coglierli di sorpresa. Il ragazzo sapeva che, anche dopo la propria morte, il drago lì sarebbe stato al sicuro.
Le fauci dell'animale si chiusero, poi si voltò e guardò a lungo il giovane. Solo in quel momento Florian si accorse che minuscole gocce dorate coprivano parte del muso del drago. Quelle piccole perle, ora saldate alle squame della creatura, erano ciò che restava della raffinata corona di sua Maestà.
Il ragazzo sorrise, il nuovo re era appena stato incoronato.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Bens_S