Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: NewNeon_Traduzioni    14/02/2016    4 recensioni
"Un matrimonio politico tra due principi è reso più difficile dalla barriera languistica e dai due testardi idioti. Ma anche se saranno capaci di superare le difficoltà, ci sono altri che non sono contenti del loro matrimonio..."
Una drabble diventata long dell'autrice New Neon (FanFiction.net), originariamente in inglese, che mi ha rapito il cuore, tanto da indurmi a cominciare a tradurla ancor prima che l'autrice mi desse l'ok per postarla. Spero che l'amiate come la sto amando io.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7


 
Zoro sta dormendo. È quel genere di sonno felice, senza sogni e tranquillo. È piacevole, pacifico ed gli è anche stato tolto. Qualcuno sta bussando alla porta e fuori è ancora buio. Robin non lo sveglia mai così presto, in effetti Robin non lo sveglia mai nell’ultimo periodo. Dopo anni e anni ormai riguardo a questo punto si sono capiti.
“Conviene proprio che qualcuno sia in punto di morte o qualcuno lo SARA’ presto.”, ringhia Zoro, forzandosi ad alzarmi e scendere dal letto, barcollando e prendendo le sue spade.
Apre la porta con un po’ troppa forza e guarda fuori. Sanji è lì in maglietta bianca e pantaloni bianchi.
“Cosa.”, chiede a denti stretti, con un tono che è di minaccia che di domanda.
“Avanti, preparati.”, dice Sanji, allegramente.
“NO.”, ringhia Zoro e sbatte la porta.
Il bussare riprende ma Zoro lo ignora e torna a ributtarsi con si faccia sul letto. Improvvisamente sente la porta aprirsi con un crack e Sanji scivola dentro. Una mano lo sfiora nel mezzo della schiena e Zoro si immobilizza, mentre il ricordo di Sanji ansimante gli attraversa la mente.
“Avanti, voglio mostrartelo.”, lo incoraggia con voce adulante.
Zoro giro il volto e fissa apaticamente Sanji.
“È fottutamente presto. Da quando ti alzi a quest’ora di merda? Non mi rivolgi neanche la parola prima di bere il caffè.”, grugnisce Zoro e chiude gli occhi, cercando di spegnere la luminosità del sorriso di Sanji.
“Io sono SEMPRE sveglio a quest’ora di merda. Muovi quell’inutile testa vuota e alzati adesso o…oppure…oppure ti fotto*.”, ringhia Sanji, di rimando.
Adesso Zoro è sveglio.
“Tu farai cosa?”, chiede lo spadaccino, stolidamente, alzando di scatto la testa dal cuscino e guardando Sanji ad occhi sgranati.
“Io ti fotto.”, ripete Sanji, compiaciuto. Zoro apre e chiude lentamente le palpebre.
“Io…non penso che sia giusto. Cosa vuoi dire?”, chiede cautamente.
“Che ti…fotterò? Uh…ti prenderò a calci in culo.”, riprova Sanji. Zoro chiude gli occhi con forza. È davvero troppo presto per tutto questo, ma adesso è sveglio, quindi potrebbe persino fare quello che dice l’uomo che si è appena inavvertitamente offerto di scoparlo.
“Mi distruggi. Questo è quello che intendevi.”, spiega Zoro, stancamente. Si trascina giù dal letto e si infila la più vicina maglietta pulita e poi si infila i pantaloni. Huh, ha parlato con Sanji in mutande e neanche lo ha notato. Deve essere parecchio stanco.
“Questo è quello che ho detto.”, protesta Sanji dietro di lui.
“No. Proprio no.”, sospira lo spadaccino, mentre cerca i suoi stivali. Dove cavolo li ha calciati e perché non riesce mai a trovarli al mattino?
“Che cosa ho detto?”, chiede curiosamente l’altro principe. Zoro si blocca, in mano ha un appena ritrovato stivale.
“Chiedi ad Usopp.”, risponde, sentendosi fin troppo irritato per essere caritatevole. Sente Sanji sbuffare e uscire, ma apparentemente non deve andare lontano.
“Oi! Usopp” Che cosa significa ‘ti fotterò’?”, grida Sanji fuori dalla porta. Zoro sente il rumore di un liquido sputato su una larga superficie seguito da colpi di tosse e rumori di soffocamento.
Zoro va verso Sanji e si sporge dalla porta per poter vedere l’espressione del biondo. Usopp finalmente risponde in Baratiano, tossicchiando, e Zoro riesce a vedere gli occhi di Sanji spalancarsi, mentre un’ombra di mortificazione gli passa sul volto. Sanji si riscuote in fretta dalla vergogna e così Zoro è più che felice di lasciarsi andare al ghignare il più cupamente possibile sulla sfortuna linguistica dell’altro.
“Ti odio.”, ringhia Sanji e pianta un gomito tra le spalle di Zoro.
Una qualunque persona sana potrebbe pensare che questo tipo di constatazione avrebbe esentato Zoro dal seguire Sanji dovunque e per qualunque motivo fosse stato svegliato in precedenza, ma apparentemente no. Sanji lo prende per un braccio e lo trascina avanti. I due procedono oltre l’ala di palazzo che loro quattro hanno occupato, in isolamento, e entra nel palazzo vero e proprio. Zoro non conosce bene questa parte, è più grande e formale, non sa chi potrebbe incontrare e per di più lui tende a perdersi in ambienti grandi come quello in cui si trovano, dove tutto sembra uguale. Lo stomaco gli si contrae in un caldo sfarfallio quando si ricorda che Sanji, leggermente ubriaco, gli ha spiegato i dipinti e le decorazioni, forse vuole farlo ancora.
È parecchio confuso quando Sanji lo trascina nella vivace cucina, ma per lui va bene, è presto e lui può tranquillamente fare colazione. È solo quando Sanji esclama uno scontroso “Hey, vecchio” che Zoro ricomincia a prestare attenzione e santa merda, il Re sta cucinando nella cucine insieme ai servi. La famiglia di Zoro non è molto schizzinosa riguardo la servitù e la nobiltà, le persone scelgono di fare quel lavoro e quello viene ben pagato, sono viste solo come persone che fanno il loro lavoro. È molto diverso da come Zoro ha visto trattare i servi in questo paese, da tutti tranne che da parte di Sanji e Usopp. A Baratie la servitù sembra essere praticamente invisibile, ma forse questo è solo a causa dell’altezzosità dei parenti e degli ospiti di Sanji. Anche così, Zoro non può immaginare suo padre nella loro cucina con i cuochi e i servi mentre lavora sodo per fare questo tipo di lavoro.
“Sei in ritardo, melanzana di merda.”, il Re rimprovera Sanji senza neanche alzare lo sguardo. sta facendo qualcosa di complesso che sembrerebbe qualcosa di pasticceria. Zoro si irrita un po’ sentendo Sanji che viene insultato, ma riesce a calmarsi in fretta, Sanji gli ha detto che loro due sono fatti così.
“Ma davvero, non sei ancora invecchiato così tanto da perdere la cognizione del tempo? Sono così fiero.”, replica Sanji e Zoro si rilassa di nuovo del tutto. È interessante sentire il biondo che insulta qualcuno nella sua lingua madre.
“E poi, ho deciso di passare a ritirare una consegna speciale di idiozia oggi.”, aggiunge Sanji, lanciando uno sguardo a Zoro oltre la sua spalla.
“Oi! Ti ho sentito!”, sbotta Zoro in Baratiano e Sanji lo guarda come per dire che gli sta bene, ne è ben consapevole ed è anche stata una cosa deliberata. Zoro considera i vantaggi e gli svantaggi di dare a Sanji un pugno sui reni di fronte a suo padre. Probabilmente non è una buona idea.
“Se è qui allora darà una mano.”, dice fermamente il Re, facendo un gesto in direzione di Zoro. Sanji fa un verso sprezzante e poi si gira verso lo spadaccino, trascinandolo nella parte più sgombra della cucina. Zoro vuole chiedere perché diamine il Re e il Principe del regno sono qui sotto ma d’improvviso gli viene una domanda molto migliore. Non ha mai visto da dove proviene il cibo che è nella loro sala da pranzo ogni mattina. Non ha mai visto servi portarlo e ora sta considerando l’idea che potrebbe essere stato Sanji.
“Lo fai ogni giorno?”, chiede Zoro, incredulo.
“Troppa enfasi, Zoro.”, dice Sanji, scuotendo la testa, mentre prende scodelle e ingredienti, mettendoli in una larga ciotola di metallo quasi senza pensarci.
“Cosa ho detto?”, grugnisce Zoro, stupida lingua di Sanji e stupidi toni di voce.
“Uh…fai questo…tutto il tempo?”, traduce malamente Sanji nella lingua di Zoro con un sospiro seccato.
“Comunque sì, le mattine io sono qui.”, risponde Sanji e Zoro non si disturba a correggerlo.
“Okay, oggi tu farai il pane. È tutto qui, quindi inizia pure.”, dice il biondo, liquidandolo con un gesto della mano e allontanandosi.
Zoro sposta lo sguardo spaesato dalla scodella alla schiena di Sanji che si sta allontanando.
“Sanji!”, lo chiama, con voce abbastanza alta perché il biondo lo senta ma non abbastanza perché lo sentano anche tutti gli altri. Non ci riesce molto bene comunque, perché un paio di persone gli lanciano un’occhiata. Sanji alza un suo stupido sopracciglio, ma torna indietro da Zoro. Lo spadaccino continua a parlare nella sua lingua, perché col cavolo che vuole che tutti i presenti in cucina sentano questo.
“Io non ho mai…fatto il pane prima.”, ammette quietamente. Sanji inclina la testa guardandolo come un uccellino curioso e c’è un piccolo sorriso sulle sue labbra che Zoro non sa come interpretare. È abbastanza sicuro che Sanji stia internamente ridendo di lui. Ad ogni modo, Sanji torna indietro per aiutarlo un po’.
“Basta che infili le mani dentro e…”, il biondo si interrompe, facendo con le mani il gesto di mischiare e impastare. Lo spadaccino guarda dubbioso la scodella e si prepara a metterci dentro le mani e farlo, ma Sanji gli afferra un braccio con abbastanza forza da fargli male.
“LAVALE.”, abbaia l’altro principe e Zoro sbuffa e va verso il lavandino, dove si lava diligentemente le mani prima di tornare alla sua scodella. Sanji sta svolazzando per la cucina facendo altre cose complicate e abbaiando ordini agli chef della cucina, insieme a Zeff. Quei due sembrano correre per il posto e Zoro la trova una cosa affascinante da guardare. I Baratiani sono conosciuti per la loro cultura del cibo e del mangiare, insieme al loro abbondante raccolto e il pesce fresco. Il cibo affidabile e di alta qualità è stato da solo metà delle ragioni per cui lui e Sanji sono finiti in quel matrimonio combinato in primo luogo.
Sta procrastinando il suo compito, comunque, e così torna a fissare la ciotola e il suo contenuto. Non ha idea di come quel pasticcio di acqua, farina e…qualsiasi altra schifezza ci abbia messo dentro Sanji potrà diventare pane, ma ha fiducia nell’altro. Dubbiosamente infila le mani nella mistura e la strizza tra le dita. Quella cosa si fonde quasi istantaneamente alle sue mani e rifiuta di staccarsi. È come se tutta la roba liquida si fosse semplicemente appiccicata alle sue mani e anche se continua a passarle sulla farina asciutta sul fondo della scodella, niente di quello che fa sembra dissuadere quella roba a staccarsi. Prova persino a staccarne abbastanza per aggiungere più farina ma è un processo stupidamente lungo e lui è abbastanza sicuro che sta facendo un pasticcio.
“Le tue mani erano umide quando le hai messe dentro, vero?”, chiede Sanji, comparendo all’improvviso alle spalle di Zoro e facendolo sobbalzare appena.
“Tu hai detto di lavarle!”, replica lo spadaccino, difendendosi. Sanji non ribatte e invece fa strofinare a Zoro le mani, come se fossero fredde e lui stesse cercando di riscaldarle. Questo fa cadere la maggior parte della mistura nella ciotola e Sanji aggiungo più farina. Il biondo lo spinge un po’ in là con una gomitata e veloce come un fulmine trasforma l’impasto nella ciotola in una perfetta pagnotta rotonda, come per magia.
“Lavati le mani e torna qui”, ordina Sanji, distrattamente, mentre si passa la palla di impasto di mano in mano e la stringe tra le mani. Lo spadaccino fa quanto gli ha detto ma aggiungendo acqua, l’impasto attaccato alle sue mani si trasforma in poltiglia appiccicosa che nessuno sfregamento sembra riuscire a staccare. Finalmente si arrende, avendo fatto del suo meglio, e torna da Sanji.
“Mani.”, dice l’altro principe, a malapena guardandolo. Zoro gliele porge, pensando che forse Sanji sta per esaminarle, ma invece il biondo ci fa cadere un pugno di farina che cade rapidamente anche sul piano di lavoro sotto di esse.
“Merda, mi spiace.”, si scusa Zoro, precipitosamente. Sanji lo ha portato lì per…beh, non è molto sicuro, ma probabilmente per fargli conoscere un’altra parte della sua vita. E invece di entrarci Zoro sta facendo un casino, finendo per sembrare solo un grandissimo incompetente da cacciare via.
“Per cosa?”, sospira Sanji e fa cadere l’impasto sul tavolo coperto di farina. Oh, allora Sanji ha intenzionalmente sparso la farina sul tavolo e su Zoro tutto in una volta.
“Okay, in questo modo.”, dice Sanji e impasta, allunga e massaggia la pasta in un modo che è quasi un po’...sexy. La sua mente si perde a immaginare quanto sarebbe fantastico sentire quelle mani sulla sua schiena dopo l’allenamento, se solo sarà mai capace di chiedere a Sanji di farlo. Probabilmente non nel futuro immediato e non ha certo intenzione di rendersi ridicolo chiedendolo, ma sarebbe davvero bello.
“Okay, fai questo, io tornerò dopo.”, dice Sanji tranquillamente e sparisce a fare qualcos’altro. Zoro lo guarda per un momento, mentre il principe dalle lunghe gambe cammina e si muove per la cucina, schivando persone e ostacoli come una canna agitata dal vento, che gli ricorda di quanto è agile Sanji nelle loro sfide. Comunque la sua opinione sul principe sta lentamente cambiando da quando si sono sposati e sta seriamente iniziando a pensare di aver mal giudicato l’uomo ostentato che aveva pensato fosse a prima vista. Sanji è competente in maniera quasi devastante nelle cose in cui si impegna ed è un confuso mix di serietà e frivolezza riguardo alle cose. Zoro non è mai certo di cosa pensa del biondo.
Anche dopo il ballo, ancora non sa cosa fare con Sanji. L’altro ha ammesso, come Zoro, che non ha idea di come si sente su loro due, eccetto che è meglio di quando si sono incontrati per la prima volta. Si sono baciati quella notte, baciati sul serio. Ha sbattuto Sanji al muro della sua camera da letto e si sono baciati fino a restare senza fiato. È stato fantastico ma…non ha idea se questo significhi qualcosa o di cosa potrebbe significare. Non è amore, ma magari potrebbe essere qualcosa di simile. E anche se fosse, in contraddizione, spesso a lui l’altro non piace molto, visto quanto può essere irritante.
Lo spadaccino grugnisce in direzione del suo impasto di pane e prova a imitare Sanji. Non è abilità tecnica ma ha abbastanza forza nelle mani e nelle braccia per fare un lavoro ragionevolmente buono, o almeno così spera. È davvero un grande quantità di impasto comunque e non ha nessuna idea di cosa Sanji gli farà fare con quello. Zoro lancia un’occhiata per la cucina e vede una o due persone fare il pane, solo che loro ne stanno facendo molto di più e con una precisione incredibile. E una di queste persone è proprio Sanji.
Il principe guarda il biondo strappare un grande quantitativo di pasta fuori da quello che potrebbe essere più accuratamente definito un tubo che una scodella di qualche tipo, è persino attaccato al pavimento, e scaricarne la bracciata sul bancone di acciaio. Con un coltello sottile e piatto taglia abilmente l’impasto, in un modo che fa desiderare a Zoro che Sanji sia uno spadaccino di qualche tipo. Il biondo prende un grosso pezzo di impasto e  poi con due mani fa due palle rotonde di pasta di pane, impastando e tirando ciascuna delle due con una mano. Le mani di Zoro sono ancora in ozio mentre guarda i muscoli degli avambracci di Sanji flettersi e quelle lunghe e forti dita esercitare la loro forza. Il biondo sta rapidamente facendo cadere queste palle di impasto su pezze di tessuto coperte di farina e incidendo delle piccole croci sulla sommità dei panetti, e mentre lo fa, la mente di Zoro si ricorda in un flash dei panini segnati che spesso accompagnano la loro colazione alla mattina. Il giovane si muove con fluidità e continuità, come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita, come se fosse nato facendo questo, e Zoro riflette che tutte e due le opzioni sono probabilmente vere.
“Hai finito di fissare o devo aspettare ancora, ragazzo?”, una voce gli abbaia contro, una voce simile a quella di Sanji ma più bassa e graffiante. Zoro sobbalza e vede Zeff, no, il Re, che sta un po’ troppo vicino a lui perché si senta a suo agio. Come ha fatto a non notarlo mentre si avvicinava? Oh, già, l’attraente biondino che si sta rivelando qualificato in un modo che fa gonfiare il petto di Zoro di orgoglio un po’ fuori luogo. Dopotutto, di che cosa dovrebbe essere orgoglioso? L’abilità di Sanji e la sua realizzazione sono roba sua. Ma in fondo lo spadaccino sa il perché. Sanji adesso è suo adesso e vedere anche solo come è forte e bravo fa ardere Zoro di gioia per aver ottenuto di stare con una persona così.
“Quando vuoi.”, commenta piattamente il Re e Zoro arrossisce per aver di nuovo distolto l’attenzione dal suocero.
“Mi dispiace”, replica velocemente in Baratiano.
“Fatti in là.”, dice Zeff, spostandosi nella postazione di Zoro. Lo spadaccino lascia l’impasto del pane e guarda con interesse come Zeff lo taglia e lo intreccia insieme in una lunga treccia, mettendolo poi una teglia e cospargendolo lievemente di farina prima di andare verso il forno.
Zoro resta solo e a disagio per un momento, prima che suo marito, coperto di farina, lo raggiunga, raggiante e felice per il suo lavoro.
“Andiamo, vedi di usare quei tuoi stupidi muscoli.”, sogghigna Sanji e lo guida attraverso la stanza, fino a una macchina di media misura inchiodata a un tavolo d’acciaio nell’angolo della stanza. Dall’altra parte di questo c’è un grosso carrello su ruote pieno di arance e pompelmi.
“Tu,” dice Sani, afferrando un coltello dalla fascia magnetica e usandolo per indicare con un gesto verso la macchina. “taglierai questi a metà, ci spremerai il succo e lo verserai in quelle brocche di vetro sul tavolo. Rovina il coltello, spreca la frutta o rovescia il succo e io ti accoltello.”
Zoro pensa che Sanji non può essere davvero serio, ma solo perché se lo facesse combinerebbe un pasticcio in cucina.
“Posso cavarmela con una lama.”, replica lui, facendo vorticare il coltello tra le dita senza nessuno sforzo. Non è poi molto diverso dai pugnali che aveva quando era più giovane e il trucco è lo stesso. Sanji lo guarda con occhi sospettosi, ma lo colpisce lo stesso con un calcio al ginocchio.
“Fallo allora”, ordina il biondo e se ne va impettito.
Zoro fa una smorfia diretta alla sua schiena e torna a concentrarsi sugli agrumi. Aveva ragione sul fatto che fossero arance e pompelmi, ma ci sono anche alcune arance stranamente rosse e anche qualche limone. Ne mette quante ne può sulla sua postazione prima di volgere le sue attenzioni alla macchina. Ha due leve, una verticale e una orizzontale. Quella verticale sembra azionare una cupola cava che scende su quello che Zoro riconosce come uno spremiagrumi e il bottone orizzontale sembra azionare quella specie di spremiagrumi. Strano. Ha visto degli spremiagrumi manuali a un certo punto della sua vita, non che ne abbia mai usato uno comunque, ma non ha mai visto un intero aggeggio come questo.
Posiziona una brocca sotto il rubinetto e spreme una metà arancia con la leva più in alto, che non scende del tutto finché Zoro non ci mette un po’ di forza e poi ruota in posizione con l’altra leva a lato. Curiosamente, alza la leva in alto di nuovo per togliere il frutto ed è soddisfatto di vedere che è stato spremuto tutto accetto la buccia. I pochi semi che c’erano dentro sembra che siano stati presi da un largo setaccio sotto lo spremiagrumi che ha lasciato passare attraverso la maggior parte del frutto, ingegnoso. Dopo una decina di arance inizia a capire perché Sanji ha fatto allusioni sui suoi muscoli, visto che ora sente un piacevole senso di affaticamento. Non è un lavoro impegnativo o tassativo ma può chiaramente capire che altri meno allenati potrebbero trovarla una cosa stancante. Da un’occhiata al resto dei cuochi nella stanza e nota che tutti loro sono abbastanza muscolosi, in un modo o nell’altro.
Continua a tagliare i frutti a metà finché non finisce lo spazio e poi li spreme senza pietà, e continua finché tutte le brocche non sono piene e tutti i frutti sono finiti. Fatto il suo lavoro, si dirige verso Sanji che è impegnato a farcire con una densa crema densa dei pasticcini con grande velocità e accuratezza. Il biondo alza lo sguardo su di lui, sorpreso.
“Hai già finito?”, chiede l’altro principe, con un’alzata di sopracciglia. O di un sopracciglio, visto che Zoro ne può vedere solo uno.
“Sì.”, risponde lo spadaccino, compiaciuto.
“Sarà meglio per te che tu non abbia combinato casini.”, dice Sanji con un sospiro e appoggia gentilmente il suo sacchetto con il beccuccio, pieno di ripieno, sul tavolo.
“Sicuro di non volerlo dire nella mia lingua? Potresti insultarmi o sedurmi.”, lo stuzzica nella sua lingua madre, non c’è bisogno che anche il resto della stanza lo senta. Non sa neanche se Sanji sa la parola per sedurre ma dall’espressione furiosamente mortificata sul suo viso, il biondo ha afferrato il messaggio in modo abbastanza chiaro. Prima che Zoro possa reagire in quello spazio ristretto, il piede di Sanji sbuca fuori e viene duramente diretto a colpire il legamento del ginocchio di Zoro, quasi mandando l’altro principe lungo e disteso a terra, uccidendogli momentaneamente il nervo. Lo spadaccino si ferma con una mano sul bavero di Sanji, e per poco non lo fa cadere con lui strangolandolo pure.
“Augh, tu, stronzo dalle sopracciglia a ricciolo!”, sputa tra i denti, massaggiandosi la gamba e prendendo di mira la testa di Sanji con l’altra mano. Il biondo evita facilmente il colpo, dopotutto Zoro non stava realmente provando a colpirlo.
“Coglione con la faccia da cane!”, gli ringhia Sanji in faccia.
“Presuntuoso pezzo di merda!”, replica Zoro, con il naso premuto contro quello di Sanji.
“Sto per ficcarti un piede così a fondo in culo che-“. Sanji inizia a minacciare, ma viene interrotto da un improvviso scoppio di risate scappato a uno dei cuochi nella stanza. Per il rumore, la velocità e la sua distrazione, Zoro non sente per niente quello che dice l’uomo. Infatti, lui e il biondo hanno finito a usare la lingua di Zoro, come fanno ogni volta che litigano, per cui l’improvviso cambio di lingua non lo aiuta molto. Ma apparentemente Sanji ha capito comunque perché le sue guance si sono lievemente rosate e il modo in cui digrigna i denti guastano l’umore a Zoro. Fantastico, Sanji si sta ancora trattenendo dal dire la sua, è solo-
“Chiudi la tua stupida bocca o vedrò di venire là, strapparti la lingua e bruciarla!”, gli ringhia contro Sanji, con un’intonazione perfetta, pronunciando tanto superbamente le parole che non si sarebbe potuto immaginare che fosse solo la sua seconda lingua e che solo pochi mesi prima non ne parlava neanche una parola. Proprio ora Zoro potrebbe giurare che Sanji sia nato nella sua città e non in questo posto. È perversamente compiaciuto della boccaccia sporca dell’altro principe.
“Non ho idea di cosa tu abbia appena detto.”, ride il cuoco e Sanji lo ignora, marciando verso lo spremiagrumi.
Si china sulle brocche, guarda le bucce dei frutti, la macchina e poi si gira verso Zoro, con un sorriso splendente.
“Hai fatto un bel lavoro”, dice Sanji, in un tono lievemente sorpreso, finendo per fare un complimento parecchio ambiguo, ma Zoro decide di accettarlo.
“Inizia a servire nell’ala est, voi due iniziato a impiattare i piatti freddi, oi PATTY SE QUEL PANE STA BRUCIANDO, IO DARO’ FUOCO A TE!”, dice Zeff e finisce per gridare rivolto all’altra parte della stanza. I cuochi si sparpagliano e iniziando a correre da una parte all’altra della cucina, portando fuori gli ordini rapidamente in carrelli barcollanti verso le diverse zone del castello.
“Rimani qui. Resta.”, gli ordina tranquillamente Sanji e prende su un grande vassoio rotondo da portata, di circa un metro di diametro e inizia a riempirlo, spostandosi da postazione a postazione, con tutte le cose che di solito compaiono sul loro tavolo della colazione. Sanji inspiegabilmente è capace di tenere in equilibrio tutto su una mano, non importa quanto pesante sembri una volta caricato di succo, pane, paste, carne cotta, uova e un centinaio di altre piccole cose. Zoro guarda come il bicipite di Sanji si flette per reggere tutto quel peso come se fosse niente, facendo aumentare il battito allo spadaccino.
Caricato tutto, Sanji attraversa la sala, gli lancia uno sguardo e fischia per ottenere la sua attenzione. È fortunato che Zoro è così impressionato da tutta quella cosa di cucinare e il fatto che sta portando tutto quel peso con una mano sola che non si lamenta troppo per essere stato fischiato come un cane. Attento a non andare a sbattere con nessuno dei cuochi che si affrettano o a non essere calpestato da nessuno di loro, si fa strada per raggiungere Sanji, dopodiché lasciano la stanza. Il Re grida loro qualcosa mentre se ne vanno e la cacofonia della cucina, più il fatto che non è ancora familiare con la lingua, fanno sfuggire quel qualcosa a Zoro. Sanji comunque sobbalza e diventa di quella particolare sfumatura di rosa che a Zoro sta iniziando ad apprezzare. Il biondo non replica nulla ma invece si mette una sigaretta tra i denti e la accende, prendendo un ampio tiro e soffiandolo fuori dal naso, finendo per assomigliare a un drago particolarmente seccato.
Quando tornano nella loro ala isolata del palazzo, trovano Robin nella cucina, bevendo caffè con due altre tazzine vuote di fianco a lei. Non appena lei li vede sorride e riempie le tazzine. Sanji sposta quel largo vassoio dalla sua spalla e lo appoggia sul tavolo senza rovesciare niente. Lo svuota di tutto e poi fa scivolare il vassoio in mezzo a due armadietti della cucina. Il biondo si lascia poi cadere su una sedia, recupera una pastina tiepida e la mangia, affamato, prima di svuotare in un sorso metà della tazzina di caffè. Sbadiglia sonoramente e fa schioccare la mascella e Zoro realizza perché ha sempre pensato che questo fosse Sanji appena alzato. E invece no, questo è Sanji stanco per le molte ore di frenetica attività come prima cosa della mattina.
“E così hai aiutato in cucina oggi, Zoro.”, dice Robin con un sorriso. Non è una domanda, lo è raramente quando si tratta di lei. Robin è nel business del sapere, non del chiedere.
“Non penso di aver aiutato molto”, risponde lo spadaccino, con una smorfia. se non fosse stato un principe e il marito di Sanji, è abbastanza sicuro che sarebbe stato buttato fuori da quel posto per essere stato tra i piedi. Anche se, in effetti, se Zeff lo avesse voluto mandare via, lo avrebbe probabilmente fatto andare via lo stesso. Zoro riprende se stesso, non dovrebbe pensare al re come Zeff, rimane comunque il Re.
Ma…è anche suo suocero, quindi forse va bene.
“Hai aiutato.”, lo corregge Sanji e colpisce Zoro sul dorso della mano con il coltello del pane. Poi prende una fetta di pane che lui stesso ha fatto fare allo spadaccino e che il Re ha finito per lui. Zoro non lo ha visto mettere anche quello nel vassoio, prima, non sapeva che Sanji lo avesse portato con lui. Una volta ancora, sembra che Sanji e suo padre siano anche più coinvolti nella loro cultura del cibo di quanto lui avesse originariamente pensato, per cui non gli sembra possibile che Sanji voglia infliggere la creazione di Zoro anche agli altri. Lo spadaccino non pensa di aver fatto un lavoro terribile, non ha fatto cadere neanche un pezzo di impasto per terra e sembrava ancora okay quando il Re lo ha infornato, ma sa che mancherebbe di rispetto all’abilità di tutti quelli della cucina se pensasse che la sua prima volta possa produrre dei risultati comparabili ai loro.
Sanji inizia a tagliare il pane proprio quando Usopp entra nella stanza e si avvicina al tavola. Robin gli dice qualcosa in una delle loro lingue che Zoro e Sanji non parlano. I traduttori stanno chiaramente parlando di loro come se lui e Sanji non fossero seduti proprio di fronte a loro. Sa che stanno parlando della colazione dai gesti delle loro mani verso il cibo e capisce che stanno parlando di qualcosa di più che di cosa c’è da mangiare o del fatto che Zoro quella mattina ha aiutato in cucina. Quello lo avrebbero potuto dire anche nella sua lingua o in quella di Sanji. No, loro stanno parlando di qualcosa di più e Zoro vuole davvero sapere cosa diavolo c’è di così importante.
Sente gli occhi di Sanji su di lui e sorprende il biondo guardarlo attraverso la cortina formata dai suoi capelli. Il loro parlare ha già irritato Sanji prima, abbastanza perché Zoro si intromettesse per conto dell’altro, ma questa volta Sanji sembra più che altro star controllando se Zoro sia più o meno irritato dalla cosa. Lo spadaccino sospira sonoramente e scuote la testa lievemente. Certo che la cosa lo irrita un po’, ma conosce Robin da anni e anni, lei è sempre stata misteriosa in ogni lingua che parla, quindi questo non è davvero una novità per lui. Si distrae bevendo il caffè mentre Sanji taglia abbastanza fette di pane per tutti e poi le imburra una dopo l’altra in veloce successione, il pane è ancora tiepido abbastanza da sciogliere il burro dopo pochi secondi.
Stranamente stavolta Sanji non offre agli altri il cibo prima di prenderlo lui stesso e invece prende un morso dalla fetta imburrata prima di ogni altro. Mastica con concentrazione, con gli occhi chiusi e per qualche stupida ragione Zoro si ritrova uno scomodo formicolio che gli fa rizzare i capelli sulla nuca. Non gli importa cosa ne pensa Sanji, il biondo è stato quello che lo ha fatto cucinare. in primo luogo, e ha fatto tutte le misurazioni e il Re è stato quello che ha infornato tutto. Tutto quello che Zoro ha fatto stato mischiare l’impasto da principiante e farlo rotolare attorno. Non gli importa cosa ne pensa Sanji. Non ha niente da dimostrare. Non ce l’ha. Il suo pollice corre avanti e indietro su una striscia di inchiostro in dissolvenza sul suo avambraccio senza neanche guardarlo, mentre il suo dito scivola familiarmente sul disegno.
“È buono.”, dice Sanji, dopo un momento o due. Prende un altro morso e studia segno sul pane mentre continua a masticare, i suoi occhi corrono per trovare qualunque tipo di informazione nel pane. Zoro si serve un paio di fette nel piatto ma ancora non riesce a staccare gli occhi da Sanji.
“Un po’ pesante forse…ma se non hai mai impastato prima…dovrei mostrarti qualche volta, quando non sono così di fretta. Hai fatto bene.”, sorride Sanji, illuminandosi.
Zoro morde con forza il pane nella sua bocca e guarda giù verso il suo piatto mentre il biondo offre il pane anche a Robin e Usopp, facendoli sedere e mangiare invece che farli continuare a fissare. Zoro ingoia il boccone. Non ha problemi con l’essere attratto da Sanji perché, davvero, chi non lo sarebbe? E gli fa piacere che Sanji sia più di quanto non avesse pensato all’inizio, è un combattente, è orgoglioso, ma è anche umile e appassionato. Tutte queste cose lo fanno sentire felice di stare con lui ma da un  momento all’altro dice cose così e il cuore di Zoro pulsa dolorosamente e gli fa mancare il fiato. È terrificante. Ha combattuto battaglie e non ha sentito uno straccio di paura per se stesso, ha avuto persone che lo hanno minacciato e combattuto. Ha vinto combattimenti e ne ha persi ma non si è mai sentito così intensamente colpito nel profondo come quando è con Sanji. Qualche volta non riesce neanche a realizzare quanto ormai il biondo lo ha colpito nel profondo finché non ci ripensa più tardi. Quando Sanji lo ha dipinto, si è sentito tranquillo e circondato, come se Sanji fosse l’oceano e lui stesse fluttuando sull’altro. Ma quando ci ripensa adesso, gli da legittimamente sui nervi rendersi conto di quanto facilmente Sanji sia riuscito a influenzarlo. Non è sicuro di conoscere questo sentimento fuori controllo  ma una parte di lui sa che crescerà sempre di più, lo può sentire.






Note della Traduttrice: Mi dispiace tantissimo, lo so, sono in ritardo mostruoso ç____ç il fatto è che sono stati mesi incasinati e io mi sono trovata a essere senza capitoli già tradotti da postare…Gomen! Cercherò di non replicare la situazione, anche a costo di spezzare i capitoli (ditemi se preferireste in questo modo, sono davvero lunghi da tradurre). Purtroppo ho poco tempo, visto che quest’anno vado di maturità…e giugno si sta avvicinando. New Neon vi ringrazia per le recensioni, ha detto che siete dolcissime :3
Spero che apprezziate il nuovo capitolo e che sia valsa l’attesa…scusatemi ancora! Spero di poter aggiornare presto uwu
Un bacio e alla prossima,
SweetHell.

*gioco di parole intraducibile: Sanji dice a Zoro “I’ll fuck you” (ti scoperò) invece che “I’ll fuck you up”, che vuol dire letteralmente “io ti rovino”.
Ah, povero Zoro, ci aveva quasi sperato.


 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: NewNeon_Traduzioni