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Autore: Sognatrice_2000    14/02/2016    2 recensioni
"Non è sbagliato?" Lo sussurrai piano, mille domande arrotolate sulla lingua, mille interrogativi schiacciati sul cuore. E il mio corpo trema, forse per la paura, forse per l'emozione. O forse entrambe.
Due occhi azzurri mi fissano con dolcezza. Il mio angelo, l'altra metà della mia anima.
Un luccichio li fa scintillare nella penombra della stanza.
E con poche, sincere parole, cancella tutti i miei timori e le mie incertezze.
"Perché, esiste un modo sbagliato di amare?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 6: Il mondo senza te E' tardi, lo so. E' troppo tardi per pentirsi, è troppo tardi per dire che ti ho amato più di me stesso, Kaito, eppure vorrei farlo. Sai, mi sembra tutto così irreale dopo la tua scomparsa. E' accaduto tutto così in fretta: la polizia mi ha trovato, ha strappato per sempre il tuo corpo dalle mie braccia, mi ha arrestato, e pochi giorni dopo si è svolto il processo. In quel periodo sono stato sulla bocca di tutti: la televisione, i giornali, non facevano altro che parlare di me. Era scoppiato un vero e proprio scandalo, ma non mi interessava, nè mi interessa tutt'ora. Non mi interessa più nulla, ormai. Ma in questa giornata per me decisiva, davanti ai giudici, agli avvocati, ai testimoni e alle persone che sono venute ad assistere, un'altra sconvolgente confessione ha fatto crollare le poche certezze che possedevo. Ti chiedo perdono di nuovo, Kaito, non lo sapevo. So che tutte le scuse di questo mondo non potranno bastare, so che non serve a nulla dispiacersi proprio ora. Sono un ipocrita, ne sono consapevole. Ma ti giuro che non avrei mai immaginato una cosa simile. Quegli uomini, quelli con cui Masumi ti aveva visto discutere il giorno della tua scomparsa, erano stati arrestati, alla fine. Uno di loro, quello con i lunghi capelli biondi, il cui nome in codice all'interno della banda era Gin, e che si è rivelato essere il capo, era tuo fratello. Chissà se lo sapevi, ma spero con tutto il cuore di no. Chissà quanto avresti sofferto, se ne fossi venuto a conoscenza. Può una persona essere così crudele? Come aveva potuto trascinarti in quel mondo squallido, senza avere alcuna pietà di te? I suoi occhi mi fecero gelare il sangue nelle vene: erano freddi, terribilmente freddi, privi di ogni emozione. Non erano caldi e dolci come i tuoi. Quell'uomo crudele, quell'essere immondo, era riuscito a rintracciarti con i suoi scagnozzi, e dopo averti portato alla base, aveva cercato di ottenere informazioni su di me, sulla persona che ti nascondeva. Ed era a conoscenza che un tuo amico possedeva quella famosa prova contro di me, che era passata nelle sue mani. Ma tu hai voluto difendermi, hai ingoiato la medaglietta per farla sparire, e loro hanno perso la pazienza. Ti hanno picchiato a sangue, ma tu non hai detto una sola parola. Davvero mi amavi a tal punto? Ok, Kaito, come ho potuto essere così cieco? Quando hanno visto che non avrebbero ottenuto niente, ti hanno drogato con una siringa, e hanno continuato finchè non hai involontariamente confessato la verità. A quel punto ti hanno portato da me, ordinandoti di uccidermi. E invece, sono stato io ad uccidere te. Era stata proprio la madre di Masumi, a scoprire con orrore il tuo cadavere. Era venuta per chiedermi un qualche favore, e dato che la porta non era chiusa a chiave e non avevo risposto al suono del campanello, era entrata. Aveva creduto che fosse successo qualcosa, e quando aveva visto quell'orribile spettacolo davanti ai suoi occhi, era indietreggiata in silenzio, sconvolta, cercando di non fare rumore, ed era uscita per chiamare immediatamente la polizia. Se ci ripenso, mi sembra ancora assurdo che non mi sia accorto di nulla. Ma ero scioccato, talmente scioccato che avevo creduto stessi solo dormendo, ed ero rimasto tutto il tempo a cullarti tra le mie braccia, a baciarti, incurante del sangue che mi stava macchiando il volto e i vestiti. Solo quando sono entrati gli agenti e ti hanno portato via, ho realizzato che eri morto davvero. Ma non volevo ancora crederci. Oggi, ci sono molte persone che conosco ad assistere al processo, e tutte mi guardano con occhi colmi di disprezzo. Li capisco. Quanto li capisco. Disprezzo io stesso il mostro che sono diventato, mi disprezzo a tal punto che non esiterei ad uccidermi. Almeno potrei raggiungerti, e stare insieme a te per sempre. Un volto in particolare attira la mia attenzione, in mezzo a quegli occhi carichi di biasimo e di rabbia. Il volto di una giovane donna, leggermente più pallido degli altri. Sembra triste, anche se non so per quale motivo. Mi osserva con un'espressione dolce e triste allo stesso tempo, e sembra chiedermi perchè. Perchè ho distrutto a tal punto la mia vita e quella di altre persone innocenti. Strizzo gli occhi, mettendo meglio a fuoco i suoi tratti. Ho un piccolo sussulto. Ran. Il suo viso mi riporta alla mente tanti ricordi, tanti ricordi che non riesco a cancellare. E ripenso al giorno in cui sei venuto alla mia agenzia, quando c'era anche lei. Alla tua espressione un po' arrogante che sembrava sfidarmi, al tuo sorriso furbo e insieme tenero. Allora non avrei mai immaginato di innamorarmi di te, anzi, ti odiavo perchè eri a conoscenza del mio inconfessabile segreto. Ma tu sei stato molto abile, così abile da trasformare un sentimento così ignobile in qualcosa di puro e meraviglioso, qualcosa che mi ha cambiato per sempre. Ma la nostra felicità non era destinata a durare a lungo, evidentemente. Anche se so che la colpa di tutto questo è solo mia, è sempre stata mia, fin dall'inizio. Eppure, sono grato al tempo stesso al mio lato oscuro, che mi ha permesso di conoscerti. Forse, se quella sera fossi rimasto nella mia casa, invece di trovarmi in un vicolo buio con il cadavere di un ragazzo, le nostre strade non si sarebbero mai incrociate. Pianto il mio sguardo spento in quello di Ran, gli angoli della mia bocca si incurvano in un sorriso amaro. Pensi ancora che io sia un eroe, che sia il migliore, come mi avevi detto quel giorno? Quando distoglie lo sguardo, ho la certezza che niente sarà più come prima, ma in fondo non mi importa. Ascolto quasi distrattamente la sentenza del giudice. Qualsiasi punizione decideranno di darmi, sarà sempre troppo poco. E tu, Kaito? Tu che punizione mi daresti? Pensi che mi condanneranno a morte? Pensi che ci rivedremo? Io lo spero con tutto il cuore. Il giudice continua a parlare, elencando i crimini di cui sono accusato, ma soltanto quando pronuncia il tuo nome le mie orecchie riescono di nuovo a distinguere i suoni. Per uno strano scherzo del destino, la persona che amavo più di tutte al mondo, l'unica che abbia mai amato, è diventata una delle mie vittime, una di quelle che ho ucciso nel modo più crudele che si possa concepire. Ma quando sento le successive parole che pronuncia quell'uomo con la toga nera, dall'aspetto severo e autoritario, sento un tuffo al cuore. Dato il mio coinvolgimento emotivo nella vicenda dopo che ho visto morire mia madre in tenera età, brutalmente assassinata sotto i miei occhi, non mi condanneranno a morte. La mia pena sarà soltanto il carcere a vita. Istintivamente, mi assale una grande rabbia. Chi è quell'uomo, per decidere dall'alto di quell'innaturale posizione? Chi è, per dirmi che non potrò raggiungerti? Mi alzo in piedi con foga, incurante delle manette che mi costringono i polsi. Urlo tutta la mia rabbia contro di lui, contro la gente ipocrita che bisbiglia nell'aula. Mi odiano tutti qui dentro, allora perchè hanno deciso di non uccidermi? Vogliono farmi soffrire ancora di più, vogliono farmi vivere in un mondo senza te? No, non posso permetterlo. "Perchè..."La mia voce tremante si alza, diretta a tutte le persone presenti. "Perchè non mi mandate nello stesso posto dove si trova Kaito?" E subito dopo aver detto quelle parole, non posso impedirmi di urlare il tuo nome e di scoppiare in lacrime. Fa male, fa così male ricordare che non ci sei più. La mia voce era colma di rabbia e frustrazione, ma la mia era solo una supplica. Voglio tornare da te, voglio restare insieme a te per l'eternità. Non voglio, non posso vivere senza te. Non posso vivere in questo mondo senza colori, senza calore. Non posso vivere, se so che al mattino non rivedrò il tuo volto, e il tuo dolce, dolcissimo sorriso. Non posso vivere, senza quel soffio di allegria, di magica serenità che solo tu sapevi infondere in me. Stai ridendo di me, Kaito? Mi pare di sentirlo, anche da lassù, il tuo risolino beffardo e divertito. Pensi che sia ridicolo, che queste sdolcinatezze facciano venire il voltastomaco? Credi che stia esagerando? Eppure, mi domando: hai mai visto un uomo vivere senza l'altra metà del suo cuore?
  
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