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Autore: Em_    15/02/2016    5 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter four - How did it go?





Oliver
«Quanto manca per arrivare, papà?» chiesi a mio padre seduto sul divano della nave.
«Penso che per le tre e mezza di questo pomeriggio saremo in Russia, ancora qualche ora di pazienza, Oliver.» mi rispose lui continuando a leggere il giornale.
«Mi sono sempre chiesto se i soci oltreoceano della Queen Consolidated sapessero parlare la nostra lingua, insomma, è impossibile imparare altre cinque lingue.» 
«Niente è impossibile, mio caro. Comunque no, la maggior parte non parlano la nostra lingua, solo alcuni pronunciano qualche parola, ma abbiamo ottimi interpreti, non preoccuparti.»
«È la prima volta che mi lasci prendere parte ad un progetto in Europa, come mai hai cambiato idea?» domandai curioso.
«Sei sposato da un anno, probabilmente tu e Felicity state pensando di avere dei bambini, quindi perché non ampliare le tue conoscenze? Sicuramente ti saranno utili quando lascerò a te l’azienda.» mi rispose con un sorriso.
«Wow, papà, non ti sembra di correre un po’ troppo?»
«Vuoi dirmi che tu e Felicity non state provando ad avere un figlio? Guarda che mi sono accorto del tuo cambiamento, sei molto più responsabile, le stai sempre accanto, parlottate spesso in privato… Sono stato giovane anch’io, Ollie.»
«Okay, mi hai beccato.» dissi alzando le mani «Sì, ci abbiamo provato per un po’, ma ultimamente la vedevo particolarmente stressata per questa cosa così abbiamo deciso di prendere un pausa.»
«Arriverà il momento, credimi.»
Mio padre mi conosceva meglio di quanto credessi, fin da subito aveva capito quanto tenessi a Felicity, mi aveva sempre sostenuto e incoraggiato, il più delle volte era lui il mio fornitore di consigli amorosi. Mia madre invece ci aveva messo un po’ di più ad accettare la cosa, era sempre stata una donna molto inquadrata e fissata con l’aspetto economico, era preoccupata che Felicity mirasse solo ai soldi, poi, grazie al cielo, aveva cambiato idea. 
Stavamo per sederci a pranzo quando il capitano in persona si presentò in sala con un’espressione piuttosto nervosa in volto. Avevamo per caso sbagliato rotta? O era qualcosa di più grave?
«Capitano Johnson, mi dica.» affermò mio padre.
«Signor Queen abbiamo un grosso problema, la nave ha urtato uno scoglio gigantesco ed ora sta imbarcando parecchia acqua. Mi dispiace terribilmente, ma niente di tutto questo era segnato nelle mappe o nei radar.»
«Okay, manteniamo la calma. Abbiamo un gommone, con quello potremmo lasciare la barca.» esclamò Robert calmo.
«Papà, là fuori ci sono dieci gradi sotto zero, come diavolo faremo a sopravvivere per ore?!» sbraitai io.
«Qualcuno verrà a prenderci, figliolo. Su, ora andiamo di sotto.» continuò lui con una calma spaventosa.
Non potevo credere che la barca stesse davvero affondando, queste cose capitavano solamente nei film, sembrava il Titanic 2.0 e la cosa non era per nulla rassicurante. Scendemmo al piano di sotto e la situazione non era delle migliori, l’acqua si stava facendo strada sempre più intensamente e le pareti non avrebbero retto ancora per molto. Mi infilai il giubbotto di salvataggio arancione, anche se non so a quanto sarebbe servito visto che la temperatura dell’acqua sfiorava gli zero gradi. Saremmo morti congelati nel giro di qualche ora se nessuno fosse venuto a recuperarci perché non avevamo l’equipaggiamento per resistere a delle temperature così estreme. Nessuno poteva prevedere una cosa del genere, eppure stava accadendo, qui e ora.
«Coraggio, andiamo.» mi scosse mio padre invitandomi a salire sul gommone.
Mi limitai ad annuire e insieme lasciammo la barca, il capitano ci aiutò ad allontanarci poco a poco così che la corrente dell’oceano non ci trascinasse sotto con il Queen’s Gambit. Era una scena surreale, eravamo partiti per lavoro ed ora eravamo soli e dispersi in mezzo all’Atlantico. Suonava quasi ridicolo.
«Non ci troveranno mai.» dissi in un sospiro, persino la voce mi si era congelata.
«Abbi fede, vedrai che qualcuno arriverà prima o poi.» provò a dire mio padre.
«Tutto questo è assurdo, papà. Chi diamine vuoi che ci trovi in mezzo all’oceano? La nostra barca è affondata, noi siamo qui a congelare e tu mi dici di aver fede? Beh, sai una cosa? Non ce l’ho! Ho la netta sensazione che moriremo di freddo o mangiati dagli squali.» gridai esasperato.
Lui non disse nulla, forse finalmente riusciva a capire il mio stato d’animo, forse si rendeva davvero conto che non avrebbe più rivisto sua moglie e sua figlia. Di colpo il mio pensiero passò a Felicity… Come avrebbe sopportato l’idea che io fossi morto? Quanto mi avrebbe odiato per averla abbandonata? Sapere che probabilmente non l’avrei rivista mai più mi fece perdere le forze completamente, non avrei più rivisto il suo splendido viso, non avrei mai più sentito la sua risata contagiosa, non l’avrei più potuta abbracciare, non avremmo più potuto fare l’amore. Era tutto finito. Sparito in un attimo. Poggiai la testa sul bordo morbido della scialuppa e poi ci fu solo buio, non sapevo se ero svenuto o se semplicemente mi ero addormentato per il troppo freddo…


Mi svegliai di soprassalto, di nuovo quell’incubo. Mi perseguitava oramai da quattro anni e non riuscivo in nessun modo a levarmelo dalla mente. Il giorno dell’incidente, il giorno in cui tutto era cominciato, il giorno in cui la mia vita era stata sconvolta da capo a piedi. Strinsi forte i pugni e solo dopo qualche minuto riuscii a scacciare la rabbia che ogni volta m’invadeva dopo questi orribili ricordi. Mi chiedevo ancora perché fosse capitato a me, che cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto quello che era accaduto in quei quattro anni? Mio padre era convinto che ce l’avremmo fatta, e invece ero stato io stesso a seppellirlo, divertente vero? Non avevo mai raccontato a nessuno della mia famiglia cosa fosse successo laggiù e finché non avessero tirato fuori loro l’argomento io di certo non l’avrei fatto. Mi faceva ancora male pensare che lui non ci fosse più, che fosse morto in quel modo. Mi sentivo in colpa verso mia madre e specialmente verso Thea che aveva perso per sempre il suo papà.
«Oliver, posso entrare?» chiese una voce fuori dalla mia stanza.
«Sì, mamma, vieni.» risposi cercando di ricompormi.
«Allora, com’è andata l’altro giorno?» mi domandò riferendosi al fatto che ero stato da Felicity.
«È stato strano e bellissimo allo stesso tempo. Lei è cambiata, forse in meglio, ma è la stessa splendida donna che ho sposato cinque anni fa.»
«Sei davvero convinto di voler riprendere i rapporti con Felicity? Insomma, voglio dire, sono passati quattro anni, non credi che si sia rifatta una vita?»
«Non lo so di preciso, mamma. Però non puoi chiedermi se sono sicuro di voler riallacciare i rapporti… È pur sempre mia moglie.» risposi non capendo il senso delle sue parole.
«Lo capisco tesoro, davvero. È solo che non appena tu e tuo padre siete… Morti… Lei ha fatto le valigie e se n’è andata nonostante l’avessimo pregata di rimanere.»
«Avrà avuto le sue buone ragioni. Non credi che forse rimanere a Starling City l’avrebbe fatta soffrire troppo?» le chiesi retorico.
«Sì, credo di sì, Oliver. Però non è un buon motivo per abbandonare parte della famiglia, specialmente in un momento tanto delicato.» mi rispose.
«Ognuno reagisce in modi diversi al dolore, io al pensiero di non rivederla mai più per poco non mi sono lasciato morire, mamma. Penso sia molto più complicato di come lo fai sembrare.» le spiegai con una punta di disappunto.
«Beh, se è quello che vuoi, ti sosterrò. Sappi che sarò sempre qui se avrai bisogno di un consiglio.» mi disse infine con un mezzo sorriso. Era chiaro che la vedevamo in modo differente, solo non mi andava di discutere ulteriormente, non quando c’era Felicity di mezzo.
«Grazie, lo apprezzo.» affermai lasciandola uscire.

Felicity
Erano trascorsi tre giorni dal mio incontro con Oliver e da quel momento le cose sembravano essere totalmente cambiate. In qualche modo mi sentivo diversa, non sapevo neanche come descrivere il mio stato d’animo. Avevo accettato di passare del tempo con lui per vedere se potevo ancora fidarmi, ma non potevo certo negare che la cosa mi mettesse in agitazione. Se avesse scoperto l’esistenza dei gemelli non penso mi avrebbe più guardata nello stesso modo, anzi, probabilmente non mi avrebbe neanche rivolto la parola. E l’avrei capito, avrei capito ogni sua singola emozione, però non potevo dirglielo adesso. Se Oliver non era tornato in quattro lunghi anni un motivo c’era, e una vocina dentro di me mi diceva che non era qualcosa di piacevole. Dovevo proteggere i miei figli dal mondo orribile che c’era là fuori, a qualunque costo.
Avevo chiesto a Caitlin e Sara di raggiungermi a casa così che potessimo parlare di me ed Oliver. Non ne avevamo mai avuto l’occasione visto che eravamo state tutte e tre completamente prese dal lavoro negli ultimi giorni.
«Allora, com’è stato rivederlo dopo così tanto?» mi domandò Sara senza troppi convenevoli.
«È stato… Emozionante. Non lo so, è complicato da spiegare…» risposi rendendomi conto che le mie parole non avevano molto senso.
«Ti è sembrato diverso?» aggiunse Cait.
«Sì e no. Da un lato ho visto sempre lo stesso Oliver, il mio Oliver, dall’altro si capiva che fosse cambiato e non so se in bene o in male.» affermai sospirando.
«I bambini ne sanno qualcosa? Voglio dire, pensi di dir loro che è tornato?» chiese Sara.
«Non sanno nulla, anche perché non saprei come spiegargli che il loro padre è ritornato quando gli ho sempre detto che era morto…»
«Io penso che ne sarebbero solo felici, sono ancora piccoli e di certo non si arrabbierebbero.» esclamò Caitlin mentre Sara annuiva.
«No, questo lo so. È solo che non voglio dover di colpo sconvolgergli la vita…»
«Non vuoi sconvolgere la loro vita o… Non vuoi sconvolgere la tua, Felicity?» disse Sara quasi con un’affermazione, più che con una domanda.
«Io… Senti, Sara, non lo so… Forse sono io a non voler improvvisamente cambiare tutto, forse hai ragione tu, ma ciò non significa che io non voglia proteggerli.»
«Fel, nessuno ha mai messo in dubbio questo.» mi disse Caitlin dolcemente «Ma prova a pensare a quanto sarebbero contenti sapendo che il loro papà è vivo ed è tornato a casa… Quanti bambini hanno un’occasione del genere?»
«Cait ha ragione. Faresti loro il più bel regalo sulla faccia della terra. Ovviamente non dico di non indagare un po’ su Oliver, ma non partire già con l’idea che lui non li voglia o che non vorrà più te per averglieli nascosti per un breve periodo.» mi fece notare Sara.
«Ci sono un sacco di cose in ballo, ragazze. Non so se posso fidarmi completamente di Oliver, non so se lui accetterà di buon grado due bambini di tre anni e mezzo, non so se loro accetteranno di avere anche un altro genitore, non oso neanche immaginare come la prenderanno Moira e Thea sapendo che li ho tenuti nascosti anche a loro. Capite che ho tanta carne al fuoco?» affermai cercando di far chiarezza.
«È vero, hai molto a cui pensare, però credo che i gemelli siano l’ultimo dei problemi. Come ti abbiano detto entrambe, saranno entusiasti di conoscere il loro padre.» rispose Caitlin.
«Forse.» dissi alzando le spalle «Farò le cose con calma… Parlerò con Oliver e vedremo.»
«Penso che nonostante i quattro anni in cui non siete stati insieme tu lo ami ancora.» constatò Sara.
Io non risposi, tanto sapevano tutte e due che il mio silenzio equivaleva ad una risposta affermativa. Era vero, lo amavo ancora. Forse avevo paura di ammetterlo, forse non saremmo neanche mai tornati insieme, ma ciò non cambiava i miei sentimenti. Avrei fatto un passo alla volta sperando di ritrovare la persona che avevo perso tanto tempo fa.









Angolo autrice
Buon lunedì e buon inizio settimana! :)
Eccovi qui il quarto capitolo! C'è il primo flashback sul passato di Oliver, ho raccontato in poche parole com'è avvenuto l'incidente. Quasi una stupidaggine che però alla fine si è rivelata fatale per tutti tranne che per Oliver (poi ovviamente racconterò anche cos'è capitato a Robert). Non sappiamo ancora come Oliver sia sopravvissuto, secondo voi com'è arrivato sulla terra ferma? Per mano di qualcuno?
Poi interviene la cara Moira (che tanto cara non è lol), starà architettando qualcosa visto che ha chiesto al figlio se è sicuro di ciò che fa?
Nella seconda parte vediamo Fel insieme a Caitlin e Sara, meno male che ci sono loro due a farla ragionare! xD a quanto pare è Felicity ad aver paura di sconvolgersi la vita e non tanto cambiare quella dei bambini... Che cosa deciderà di fare? :)

Grazie per le recensioni come al solito, attendo i pareri anche su questo capitolo, vediamo se qualcuno azzecca le risposte alle domande ahah!

A giovedì!
Anna
   
 
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