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Autore: Chuck    15/02/2016    0 recensioni
"Tutti tornano.
Anche i morti, che si infilano e strisciano nei tuoi sogni, nei tuoi incubi più terrificanti, nelle tue paure più reali.
Tutti tornano.
Tutti, eccetto le persone che davvero vorresti accanto a te.
Tutto torna...e noi?”

What if? New Moon; tendente al dark e all'angst.
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Contesto generale/vago
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Salveee. E' passato quasi un anno, da quando ho pubblicato un avviso in cui dicevo che forse avrei aggiornato a breve. Bhe, senz'altro ho una concenzione del tempo davvero assurda, dal momento che sto postando un capitolo un anno dopo (ironia mode on). Sono dispiaciuta in modo tale che le parole non possono spiegare. 

Non so quando aggionerò nuovamente, dal momento che la sessione invernale sta avendo la meglio, ma mi sforzerò di portare avanti questa storia.

Scusate, e ringrazio infinitamente coloro che nonostante tutto continuando a seguire questa storia con passione. 

 Questo capitolo è per voi, grazie.

#6

Plans.

«Neve, neve ovunque.»

«Cos’è, hai freddo per caso?»

«Ho sempre amato la tua ironia, Alec, davvero.»

«Smettetela! Andiamo in quel pub, forse riusciremo a sapere qualcosa di più su questi neonati.»

Tenni a freno la lingua, evitando di esporre un pensiero intriso di acidità e mi incamminai dietro ai miei accompagnatori, fino ad arrivare al locale.

Vari odori mi invasero l’olfatto, per non parlare degli sguardi curiosi e bramosi degli uomini; al che Demetri si avvicinò a me, cingendomi la vita con un braccio.

Un braccio che non appartiene ad Edward.

Scacciai immediatamente il pensiero dalla mia testa, impedendomi di pensare ancora una volta a lui.

Andammo verso il tavolino più appartato e all’istante arrivò un ragazzo dai capelli rossi, con lentiggini ed occhiali che gli davano un aspetto da secchione.

«Buonasera, cosa volete ordinare?»

«Nient…»

«Una birra alla spina.» Interruppi  Alec, sorridendo.

Adoravo litigare con lui.

«Tre, grazie.»

«Non sapevo che bevessero alcool anche i bambini, Alec!»

«È una questione d’onore, bevi tu e non dovremmo bere noi maschi?»

Soffocai una risata, e aprii la mente cercando di sondare i pensieri dei presenti…ma erano tutti uguali.

Tutti avevano in comune noi tre.

«Smettetela di litigare e aprite le orecchie! Senti cosa stanno dicendo questi dietro di noi…»

«Non sono normali tutte queste morti, amico! Sono morti ben 6 ragazzi nel giro di tre notti. E tutti con la gola squarciata. Ho paura per mia figlia.»

«Cercherò di fare il possibile in quanto membro della polizia. Abbiamo raddoppiato la sicurezza in città, non potrà o potranno, sfuggirci.»

«Non devono sfuggirvi.»

L’uomo con il cappellino da baseball logorato si alzò, lasciando l’uomo in uniforme seduto al tavolo.

«Penso che dovremmo dare un’occhiata in giro.» Proposi sorseggiando la mia birra.

«Per una volta sono d’accordo con lei, andiamo.»

«Io seguo l’uomo con il cappello da baseball», dissi.

«Che la caccia abbia inizio.»

---

«Charles, sento il loro odore, anzi…il suo.» Disse Lee, un’alta donna bionda, con gli occhi rossi.

«Finalmente ho ritrovato la mia piccola», sussurrò Charles.

«Che cosa ti lega a lei, Charles?»

«È la figlia di Violet Lacrois, o meglio, la figlia adottiva. Era talmente bella che non potevo non farla entrare nel mio giro di affari, ed ora che l’ho trovata difficilmente la perderò.»

 

 

«Allora, avete scoperto qualcosa?» chiese Demetri, uscendo dal locale, con me e Alec di seguito.

«Nulla. Sono riuscito solo a percepire una paura folle, al punto tale che alcuni membri della polizia locale pattugliano la zona anche fuori al loro orario di lavoro, tu Dem?»

«Non mi è andata meglio di te, Alec» rispose, aprendomi gentilmente la portiera del passeggero della Chevelle.

«Possibile che il posto davanti spetti sempre a lei?» si lamentò il vampiro dai lunghi capelli corvini, sbruffando.

«Che dire, poppante, il posto migliore per la migliore, no?» lo sbeffeggiai e, senza lasciargli tempo di rispondere, esposi le mie novità.

«L’uomo con il cappello da baseball, si chiama Luke Delaway, abita nei dintorni della zona industriale in cui sono avvenuti la maggior parte degli omicidi. Ha una figlia, e, notizia bomba, nel suo odore ho percepito una traccia di vampiro. Lieve, ma inconfondibile.»

«E questo dovrebbe aiutarci in qualche modo?» disse Alec, guardando con aria scettica il tachimetro.

«Concentrati su ciò che dice Isabella, no su quanto sto andando, idiota» lo rimbeccò Demetri.

«Lo farei, se solo non andassi così piano».

«Stranamente, sono d’accordo con Alec. Accelera Dimka, e portaci verso il porto di Anchorage.»

Una volta accelerato, mi guardò sorridendo , spronandomi telepaticamente a parlare.

«Tornando alla ragazzina. L’odore di vampiro mi  ha incuriosita, così ho sfruttato i miei poteri da figlia della notte, ed ho scoperto che il suo caro innamorato, è in realtà un neonato. O meglio, uno dei capi. Il loro covo si trova nei dintorni del porto, al di sotto di uno stabile abbandonato. E’ lì che ci stiamo dirigendo, ora.»

«Non dovremmo parlarne prima con Aro?» disse Alec.

«Io opto per agire, è giunto il momento. Considerando che cambiano anche il luogo in cui vivono di frequente, questa è l’occasione migliore per spiarli e comprendere i loro piani.»

«Grazie per l’appoggio, Dimka», sussurrai telepaticamente.

«Di nulla piccola», e mi strinse la mano.

«Avete già deciso, non posso far altro che appoggiarvi.»

Continuarono a parlare, ma non gli prestai più attenzione.  Presi una sigaretta dal pacchetto, per poi accenderla e abbassare  il finestrino lasciando uscire il fumo dall'abitacolo.

Erano passati tre anni ormai da quando avevo tagliato i ponti con tutta la famiglia, e molte cose erano cambiate.

Non riuscivo più a percepire i Salvatores, non avevo più visioni su di loro e, cosa ben più grave, non riuscivo a dimenticarli.

Mi mancavano da morire.

Ma l’orgoglio, e tutto quel che mi avevano nascosto e che ho scoperto in questi anni, mi ha distrutto.

Perché non dirmi la verità? Perché non dirmi che erano apparsi dopo l’abbandono di Edward, perché Charles mi stava cercando? E chissà quante altre notizie, non sapevo.

Improvvisamente una fitta lancinante mi attraversò il capo, costringendomi a stringere gli occhi, e lasciar cadere la sigaretta  fuori.

«Si stanno muovendo.»

«Dove Alice?»

«Verso il porto»

«Non possiamo  permettere che cada nella trappola di quel vile, dobbiamo aiutarli, papà.» Dissero in coro Robert e Cameron, guardando il  padre e maestro, Stefan.

«Trovo assurdo però, che Isabella non si sia resa conto del tranello.» disse Carlisle.

«Non è così assurdo. Un altro potere dei figli della notte, è scoprire se gli altri mentono, anche tramite i ricordi della suddetta persona. Isabella non è riuscita a scoprire che dietro a neonati c’è Charles, perché la lontananza del clan inibisce molti poteri, che solo con la vicinanza riemergono.»

«Ragione in più per correre ad aiutarla, no?» Disse Edward, con tono concitato.

«Siete sicuri?» disse Stefan, guardando la famiglia Cullen al completo.

«Così come Isabella per voi Salvatores è una figlia e sorella, lo stesso vale per la nostra famiglia, di cui le ha fatto e sempre farà parte. Andiamo ad aiutarla.»

La visione si interruppe, lasciandomi senza fiato.

Dimka, che evidentemente aveva accostato, mi scostò i capelli dalla fronte, mormorandomi parole di conforto mentre Alec chiedeva cosa stesse accadendo.

«Ho avuto una visione. I neonati non sono stati creati per distruggere i Volturi.»

Mi girai per guardare i loro volti, in attesa.

«Ma per distruggere me.» Mentre pronunciavo queste parole, sentivo l’aumento di potere che solo l’arrivo dei miei familiare poteva dare e, nella mia mente, un sussurro.

«Non hai scampo, mia piccola Isabelle. Ti sto aspettando» disse Charles.

E, per la prima volto dopo tanto tempo, ebbi paura.

   
 
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