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Autore: Angel Of Fire    16/02/2016    9 recensioni
"Non amo che le rose che non colsi.
Non amo che le cose che potevano essere e non sono state."
Delirio post film...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di pirata'
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Capitolo I Sì, lo so... avevo anticipato un seguito di SSX... Soprattutto per farmi perdonare la mini fic su Meeme ed Harlock XD Invece... Sorpresa! Ho scritto un'altra long, che poi in realtà tanto long non sarà... XD ma voglio lasciare l'alone di mistero ;) e che non c'entra nulla con SSX.
Purtroppo (o per fortuna ;) ) non essendo una scrittrice, ma solo un'autrice amatoriale, vado di ispirazione e la devo prendere al volo, anche perché il mio tempo scarseggia sempre di più e devo necessariamente cogliere l'attimo ;)
Ho avuto questa visione... che non so come definire, forse un delirio post film... e non ho potuto fare a meno di scriverla. È che mi piace scandagliare ogni aspetto possibile di questa coppia, che da sempre ho nel cuore, soprattutto i lati più... oscuri. Sulle note di Volevo te di Giusy Ferreri... All rights reserved, no copyright infringement intended.
Grazie a chiunque si soffermerà a leggere ;)

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Precious


Non amo che le rose che non colsi.

Non amo che le cose che potevano essere e non sono state.
(Guido Gozzano)

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Capitolo I


che succede dentro me che non so spiegare...

(Giusy Ferreri, Volevo te)


L'acre odore metallico misto a carburante e fumi di scarico si insinuava prepotente nelle sue narici mentre camminava nell'ampio hangar dello spazioporto di Hankorra1. La cosa però non la disturbava più di tanto, ormai era abituata agli effluvi che caratterizzavano quegli ambienti, le erano familiari. Kei si fermò e sospirò profondamente guardandosi intorno, quel luogo era sempre gremito di gente che proveniva da ogni parte del Settore 431: commercianti dall'aria avida e scaltra, ambiziosi ed eleganti uomini d'affari che sfoggiavano con disinvoltura i loro vestiti costosi, militari che marciavano fieri e orgogliosi nelle loro affascinanti e lucide uniformi. Si muovevano rapidi in ogni direzione, presi dai loro interessi, dai loro impegni, dalle loro vite frenetiche. Nessuno si curava di lei. Era solo una donna, come tante. Uno dei tanti volti che passavano accanto veloci, sguardi che si incrociavano per pochi secondi e che a nessuno interessava mettere a fuoco.
Sorrise. Le piaceva quell'ambiente, quel pianeta, si potevano fare degli incontri interessanti, concludere buoni affari. La sua
Astral Gale2 aveva avuto un'improvvisa avaria ed era stata costretta a modificare la rotta per dirigersi allo spazioporto più vicino. Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva messo piede su quel pianeta di frontiera e, da allora, molte cose nella sua vita erano cambiate.
Riprese a camminare dirigendosi verso l'ufficio direzionale: doveva denunciare la permanenza forzata della sua astronave e pagare la tassa di sbarco. Occorreva del tempo per riuscire a procurarsi i pezzi di ricambio ed accertarsi che non fossero delle fregature. Sbrigò le pratiche abbastanza velocemente ed uscì dall'ufficio immergendosi nuovamente in quel mare di folla variopinta che animava lo spazioporto. Luxys3, la stella di Hankorra stava per tramontare e i lunghi raggi che filtravano attraverso le grandi ed alte vetrate dell'hangar permeavano ogni cosa di una calda e meravigliosa sfumatura dorata. Si sentiva leggera e felice.
Camminava veloce insinuandosi tra la gente, raggiungendo in poco tempo la parte meno affollata e centrale della città: un lungo viale alberato e illuminato sul quale si affacciavano negozi, bar e locali eleganti. Rallentò il passo soffermandosi di tanto in tanto ad ammirare le vetrine colorate e riccamente allestite, respirando a pieni polmoni l'aria fresca della sera.
Doveva trovare
una camera per passare la notte, poteva permettersene solo una modesta, di pochi crediti, ma non le importava. Le piaceva comportarsi come una persona normale, anonima, insignificante, senza più doversi guardare continuamente le spalle, diffidando di tutto e di tutti. Era così lontano quello stile di vita che aveva caratterizzato gran parte della sua esistenza che quasi non si spiegava di come avesse fatto ad accettarlo per tanti anni.
Un grazioso abito esposto in una elegante vetrina attirò piacevolmente la sua attenzione, chiuse gli occhi immaginandoselo addosso e sorrise... Nello stesso istante, però, una strana sensazione l'assalì, come se avesse percepito un'insolita vibrazione nell'aria proprio accanto a sé e, sussultando, sgranò gli occhi. Distolse lo sguardo dalla vetrina e rabbrividì stringendosi nelle spalle. Non era la prima volta che le accadeva,
ma non le era mai successo quando si trovava nello spazio, sulla sua nave. Era come un leggero brivido che le attraversava le membra e la scuoteva, lasciandole poi un senso di vuoto ed angoscia. Ma questa volta era stato molto più intenso, violento: qualcosa le era passato accanto e l'aveva appena sfiorata.
Si guardò intorno smarrita, ma nello stesso tempo, desiderosa di capire cosa le stesse accadendo e se quelle sensazioni fossero solo frutto di una sua suggestione o qualcosa di
reale.
Riprese a camminare a testa bassa, stringendosi nella giacca scura e nascondendo il viso nell'alto bavero, senza una meta precisa. Quella strana e fastidiosa impressione non voleva abbandonarla, anzi, si faceva sempre più intensa. Si sentiva osservata, seguita. Un antico timore che non aveva più provato da tanto tempo si impadronì dei suoi sensi.
D'istinto decise di imboccare una piccola traversa e si infilò in un vicolo buio.
Si fermò, appoggiandosi con le spalle alla parete di un edificio ed attese, aprì la giacca sfiorando con la mano la cosmo gun che teneva sempre appesa alla cintura. Un vecchia abitudine a cui non aveva voluto rinunciare.
Il cuore le martellava nel petto, poteva sentire perfettamente il rumore del suo respiro irregolare, il fiato caldo che sfuggiva alla sua bocca si mutava in piccole nuvole di vapore. Attese un tempo che le parve infinito ma, stranamente, non accadde nulla di quello che temeva potesse accadere.
Decise di proseguire cercando di soffocare l'angoscia e il senso di frustrazione che le erano rimasti, senza però riuscirci pienamente. Ma non si immise di nuovo sulla strada principale illuminata e gremita di passanti, proseguì per il vicolo buio, inoltrandosi nell'oscurità. Chiunque fosse stato a seguirla certamente l'attendeva all'entrata, cambiando direzione sperava di riuscire a sfuggirgli.
Era quasi giunta alla fine della stradina quando udì distintamente dei passi lenti avvicinarsi dietro di lei. Subito si fermò pietrificandosi. Con la mano posata sulla cosmo gun e il cuore in gola si voltò lentamente. Scoprì che si trattava di un'alta figura i cui contorni erano violentemente delineati dall'alone luminoso delle intense luci provenienti dalla strada principale.
Non era un'impressione quindi, non lo era
mai stata... Ma perché quell'ombra, che appariva quasi astratta e indefinita di fronte a lei, aveva deciso di palesare la sua presenza?
Chi sei? Cosa vuoi?” Gli intimò, con tono di voce fermo e deciso che non tradiva affatto il suo timore. L'individuo non reagì ma rimase immobile ed in silenzio a poca distanza da lei.
Il senso di ansia non voleva abbandonarla, con la mano sulla pistola ritornò sui suoi passi muovendosi verso quella sagoma scura, pronta ad estrarre l'arma in caso di necessità, smaniosa di scoprire quel volto sconosciuto.
Avvicinandosi i contorni di quell'ombra si andavano sempre più delineando, la flebile luce che proveniva dalle navi che si stagliavano in volo e che attraversavano il cielo proprio sopra di loro le permisero di svelarne l'identità. Riconobbe quel viso, quello sguardo e il suo cuore perse un colpo. Non riusciva a credere che fosse proprio
lui. Era convinta che non lo avrebbe mai più rivisto e, soprattutto, non dopo tanto tempo.
Sospirò profondamente mentre lui continuava a fissarla in silenzio, con quella sua tipica espressione triste e un po' frustrata, tremendamente sensuale.

Come hai fatto a trovarmi?” Gli chiese addolcendo il tono e lui le regalò un lieve sorriso compiaciuto piegando appena un lato della bocca.
Kei si diede mentalmente della stupida. “Domanda inutile...” si rispose, ricambiandolo con una smorfia sarcastica.

Perché sei qui?” Sussurrò, questa volta con la voce leggermente incrinata dall'emozione.
Lui esitò qualche istante prima di risponderle. “Avevo bisogno di vederti... ancora una volta.”

Continua...


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Note:

1) Hankorra è un nome di mia invenzione, ogni riferimento a cose, persone o situazioni esistenti è del tutto casuale.

2) Astral Gale nome di astronave di mia invenzione, ogni riferimento a cose, persone o situazioni esistenti è del tutto casuale.

3) Luxys nome di stella di mia invenzione, ogni riferimento a cose, persone o situazioni esistenti è del tutto casuale.

Disclaimer: Tutti i personaggi di Capitan Harlock sono © di Leiji Matsumoto.



  
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