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Autore: Angel Of Fire    23/02/2016    7 recensioni
"Non amo che le rose che non colsi.
Non amo che le cose che potevano essere e non sono state."
Delirio post film...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di pirata'
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Capitolo II

Eccoci al secondo episoldio! Vorrei innanzi tutto ringraziare chi ha già messo questa storia tra le preferite e seguite. Sono davvero lusingata. Spero di non tradire le aspettative. E spero che le fan di Kei non mi scortichino hi hi hi... Vi lascio al capitolo...


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Capitolo II


le parole mancano, sembrano svanire,
certe cose iniziano ma non hanno fine...

(Giusy Ferreri, Volevo te)



Kei l'osservò studiandolo attentamente: quell'unico occhio, l'inconfondibile cicatrice che sfregiava il suo bellissimo volto, i capelli lievemente mossi dalla brezza serale. Ancora non riusciva a credere di averlo di fronte, ma non era un'illusione, aveva udito davvero la sua voce dall'inconfondibile tono morbido, profondo, che le accarezzava i sensi... che le aveva fatto sanguinare il cuore troppe volte, aveva sentito la pesantezza dei suoi passi. Non poteva che essere reale.
Era avvolto in un lungo cappotto nero che esaltava ancora di più la sua figura alta, slanciata, e che lo aveva sapientemente mimetizzato tra la folla. I capelli folti erano lievemente spettinati e ribelli come sempre, il viso pallido, emaciato, l'occhio lucido, febbricitante. Le mani nascoste nelle tasche. Era sempre lui, non era affatto cambiato in cinque lunghi anni, ma di questo non ne era sorpresa. Era lei invece ad essere cambiata.
Deglutì, ma aveva la gola secca. Indubbiamente ritrovarselo di fronte, così all'improvviso, l'aveva turbata. Era riuscito a stupirla. Non avrebbe mai pensato che un giorno l'avrebbe cercata, si era sempre sentita insignificante dinnanzi ai suoi sentimenti. Invece, proprio quando ormai si stava ricostruendo una vita senza di lui, lontano dal suo mondo, Harlock era lì, in tutta la sua oscura e inquietante bellezza, e in lei si stavano già pericolosamente risvegliando antiche sensazioni soffocate, ma mai sopite.

Ehi Neela! Dove diavolo sei finita? Ho trovato un condensatore di energia usato a meno di duecento crediti, un vero affare credimi, sembra nuovo di zecca...

Una voce maschile proveniente dal comunicatore che portava al polso la fece sussultare. Harlock invece assottigliò lo sguardo fissandola ancora più intensamente, come se non fosse affatto sorpreso di aver udito quella chiamata.
Kei avvicinò il comunicatore alle labbra senza distogliere gli occhi da quell'iride castana, screziata da mille sfumature dorate, che la scrutava insistentemente con aria indagatrice. “D'accordo
Dekher, prendilo. Io sono... sono in cerca di una sistemazione per la notte. Mi farò viva presto.” Mentì a malincuore ed il tono della sua voce, sforzatamente normale, tradiva il suo disagio; ma non aveva altra scelta e, nello stesso istante, notò l'espressione di Harlock farsi più cupa.

Neela... va tutto bene?

Insistette l'uomo, lievemente preoccupato e lei chiuse gli occhi rassegnata, non avrebbe mai voluto che Harlock sapesse dell'esistenza di Dekher.
Va tutto bene” lo rassicurò addolcendo il tono, cercando di mostrarsi più tranquilla. Chiuse la comunicazione e riaprì gli occhi rivolgendosi ad Harlock, stavolta con uno sguardo severo ed accigliato.
Cosa vuoi ancora da me?” Si rivoltò contro di lui irritata, seccata. Non riusciva a spiegarsi il motivo di quel gesto. Non era da lui lasciarsi andare ai rimpianti, ai ripensamenti. Perché l'aveva cercata di nuovo? Davvero non riusciva a capire.
Quell'uomo non è chi dice di essere” la spiazzò invece lui schietto, diretto come lo era sempre stato, e Kei sgranò gli occhi raggelandosi.
Era assurdo: Harlock aveva silenziosamente indagato su di lei, sulla sua vita, sulle persone che frequentava. Un moto di rabbia la scosse violentemente. “Chi ti ha dato il diritto di intrometterti, di irrompere impunemente nella mia vita dopo... dopo avermi lasciata andare?” Lo aggredì velenosa.
Nessuno... ma avevo il dovere di informarti...” si giustificò lui in tono calmo, pacato, senza svelare la sua crescente apprensione. Era dannatamente bravo a mascherare la sua inquietudine, al contrario di lei che invece si stava pericolosamente alterando.
Non hai più alcun dovere nei miei confronti. Sono perfettamente in grado di badare a me stessa...” fu la sua risposta secca e concisa. Oltre all'incredulità si sentiva indignata, ferita. Perché dopo tanto tempo si stava interessando a lei? “Vattene. Torna da... dalla tua aliena, è quello il tuo posto. Lasciami in pace” sibilò quasi disgustata. Non poteva farle questo: riapparire come un'ombra, come un maledetto fantasma nella sua vita, proprio adesso che era riuscita a voltare pagina, a recidere quelle tenaci radici che l'avevano tenuta legata a lui per tanto tempo.
Dalla mia aliena?” Ripeté lui sorpreso, socchiudendo l'occhio e accennando un lieve movimento della testa. “È questo quello che pensi? È per questo che hai deciso di andartene?”
Kei non riusciva a credere a quello che le stava dicendo. Ce l'aveva ancora a morte con lui, la rabbia era un sentimento che non era ancora riuscita a scrollarsi di dosso, nonostante gli anni trascorsi e la lontananza. Detestava quel suo modo di fare apparentemente distaccato, abilmente contorto, a volte tremendamente crudele. Si era sempre comportato con freddezza nei suoi confronti, aveva annientato ogni suo disperato tentativo di penetrare quell'assurda corazza che si era costruito intorno. Aveva sbattuto contro quel muro di indifferenza troppe volte e si era rialzata sempre a brandelli.
L'unica confessione che era riuscita a strappargli era una verità che non avrebbe mai voluto sentire: un uomo come lui non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, non sarebbe mai potuto essere il compagno che desiderava. E lei, alla fine, ne aveva compreso e accettato il motivo: Meeme. Un'unica risposta a tutti gli interrogativi che si era posta.
Era
l'aliena che Harlock voleva ed era con lei che avrebbe trascorso l'eternità, non con una patetica ragazzina troppo intraprendente che avrebbe dato qualsiasi cosa, persino la vita, per il suo capitano.
In quel momento si era resa conto di essere di troppo, o forse che non poteva accettare quella misteriosa ed inquietante complicità che esisteva tra loro. Non le restava altro che abbandonare la nave, i suoi compagni, gli ideali per cui aveva tenacemente combattuto per andare a cercare la
sua libertà, lontano da lui. “Non è forse vero? Vuoi forse ancora negarlo? Solo con lei non hai mai avuto bisogno di nasconderti...” Questa volta le parole le uscirono con un velato tono di dolore e di crudeltà. Voleva ferirlo e ci stava riuscendo.
Harlock si turbò. “Kei, io...” non poteva credere che avesse pensato per tanto tempo una cosa del genere.
Sei innamorato di lei... abbi almeno il coraggio di dirlo guardandomi in faccia” lo interruppe e la sua era quasi una supplica.
Harlock per la prima volta si sentì spiazzato dalla schiettezza con cui la sua ex ufficiale gli stava parlando, si rese conto pesantemente che la sua incapacità di comunicare e di esprimere quello che davvero provava, aveva portato Kei a compiere una scelta difficile, giusta, seppur dolorosa, ma per dei motivi sbagliati.

No, Meeme non c'entra. Se ho agito in quel modo è stato solo per il tuo bene... per proteggerti. Non ho avuto altra scelta.” Chiuse l'occhio e abbassò lievemente il capo, non avrebbe mai voluto esporsi, ma in quel momento non poteva più fingere.
Kei sorrise sarcastica, ma le lacrime stavano pericolosamente facendo capolino nei suoi occhi, illuminandole lo sguardo.

Gentile da parte tua” ironizzò amareggiata. Perché voleva mischiare le carte, confonderle le idee? Avrebbe tanto desiderato che quelle parole le avesse pronunciate cinque anni prima, allora avrebbe potuto credergli ed avere un appiglio a cui aggrapparsi. Sarebbe stato tutto diverso. Ma adesso, quella specie di ammissione per lei non aveva più senso. Recuperò tutto il suo autocontrollo per non mostrarsi debole, non gli avrebbe mai più permesso di manovrare la sua vita o di decidere al suo posto. “Sono libera, sono felice, non è quello che volevi? Non faccio più la guerra, capitano. Né contro i tuoi nemici... né contro di te. Quella parentesi della mia vita si è chiusa, per sempre.”
Harlock la fissò intensamente e scorse nei suoi occhi quella luce antica e inconfondibile che l'aveva sempre affascinato, riconobbe nel suo sguardo fiero l'indomita guerriera che l'aveva seguito in mille battaglie. Kei credeva di essere cambiata ma in realtà non lo era. Era ancora il suo
prezioso secondo ufficiale e lo sarebbe sempre stata. Ovunque e comunque.


Continua...

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