Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: vittoriaM20    17/02/2016    5 recensioni
Dal testo:
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
Selene Brandon è una ragazza studiosa, orgogliosa e insicura. Sirius Black.. Beh, sappiamo tutti chi è Sirius Black.
I due si incontreranno ad Hogwarts e, tra intrecci e triangoli amorosi, si innamoreranno. Ma troveranno qualche ostacolo: la loro testardaggine e il loro orgoglio non saranno gli unici impedimenti.
Questa non è solo una storia d'amore, ma è anche una storia di coraggio e di amicizia. Una storia in cui la vita dei protagonisti non sarà tutta rose e fiori, anzi: dovranno affrontare parecchie difficoltà e le supereranno insieme. Inganni e bugie tormenteranno le loro vite, ma alla fine scopriranno la verità.
{Questa storia parte dall'epoca dei Malandrini e non ho ancora deciso quando finirà. Sicuramente arriverò alla Seconda Guerra Magica.}
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
All'amore,
all'amicizia
e all'affetto 
che in ogni loro forma
non smetteranno
mai 
di stupirci.

Selene's POV
Giugno era sempre più vicino e con sè portò ansia, mista a trepidazione e felicità per la nascita delle bambine.
Ma questo valeva solo per me.
Sirius era solo felice e impaziente, io invece ero agitata, avevo sarebbe andato storto. Avevo sempre immaginato quel momento, il momento della nascita delle mie figlie, circondata dalle persone che amavo, Sirius, i miei genitori ed i miei migliori amici. Invece non era proprio come mi aspettavo: i miei genitori erano chissà dove, o magari erano già morti da un pezzo, mentre Remus viveva isolato tra i lupi mannari come un eremita ed una persona da evitare. Certo, c'erano James e Lily con noi, e soprattutto c'era Sirius con me, ma sentivo che mi mancava qualcosa. E mi sentivo tremendamente in colpa.
E' essere volubili desiderare di avere i propri genitori ed il proprio migliore amico in un momento speciale come quello che stavo vivendo?!
La pancia era diventata enorme e mi stupivo di come ogni giorno riuscissi ad alzarmi dal letto senza ricadere all'indietro; le mie gambe con il passare dei giorni diventavano sempre più stanche e le caviglie sempre più gonfie, per non parlare del dolore perenne alla schiena. Più che una donna felice e raggiante, come spesso venivano descritte le donne incinte, mi sentivo una macchina da rottamare. Sirius faceva di tutto con il suo spirito da malandrino per tenermi sù e regalarmi tanti sorrisi. Ma spesso e volentieri la mia cara amica ansia vinceva.
"Devi stare calma - mi diceva posando sul mio viso i suoi glaciali occhi grigi - o potrebbe essere un parto difficile se sei così nervosa."
"Da quando ti intendi di parti, Felpato?"
Sirius si lasciò cadere sul divano senza speranze.
"Sono un esperto, non lo sapevi?" disse sfoggiando un sorriso smagliante e malandrino.
Accennai un mezzo sorriso e Sirius sospirò.
"Senti lo so che vorresti che i tuoi genitori e Remus fossero qui. Ma devi fartene una ragione.. Cerca di essere la gattina feroce che conosco!"
 
-
 
Lily ogni giorno veniva a casa per sfogarsi e lamentarsi di sua sorella, anche lei in dolce attesa.
"Come ha potuto tenermelo nascosto fino ad ora?"
"Ma cosa ti aspettavi? Tua sorella e tuo cognato ci odiano. E devo ammettere che il sentimento è reciproco." disse James con un sorrisino soddisfatto.
Sirius cercò di trattenere le risate, mentre io davo una gomitata a James per fargli capire che la sua ultima affermazione non faceva altro che complicare le cose.
"Ma è mia sorella... avremmo potuto condividere questo momento insieme!" protestava Lily disperata.
"Senti Lily, che ne dici se andassimo a trovarla un giorno di questi? - le proposi - Quando ci vedrà entrambe con il pancione fuori dalla porta non potrà di certo cacciarci."
"Sai che è un'ottima idea? - disse Lily esultante - Quando andiamo? Domani va bene?"
Guardai spaesata gli uomini di casa, Sirius guardò James che, congiungendo le mani in segno di preghiera e con sguardo da cerbiatto smarrito, mi supplicava di accontentare Lily.
 
Così il giorno dopo mi ritrovai a Little Whinging, di fronte al n° 4 di Privet Drive. Il giardino di quella casa era curato fino al minimo dettaglio, al contrario di quello mio e di Sirius che poteva essere scambiato tranquillamente per la Foresta Amazzonica. Non ero tagliata per il giardinaggio, e tantomeno Sirius.
Lily si avvicinò esitante alla porta di casa Dursley, trovò il coraggio dentro di sè e suonò il campanello con decisione; dopo qualche minuto sentimmo dei passi pesanti che si facevano sempre più rumorosi. Ad aprirci la porta fu un uomo grassoccio, molto simile ad un tricheco, con due lunghi baffi biondicci ed un'espressione arcigna stampata sul suo faccione paonazzo.
"Cosa vuoi?" disse aspro a Lily.
"Volevo salutare Petunia... è in casa?"
"Sì."
"Possiamo entrare?" chiese la mia amica timidamente ed educatamente.
Vernon sbuffò e sparì di nuovo dietro la porta.
Aspettammo per qualche minuto e dopo un poco sbucò Petunia con la sua solita espressione sprezzante. Avevo incontrato un'altra volta Petunia quando eravamo più piccole e tra noi c'era subito stato odio a prima vista.
"Si può sapere cosa ci fai qui?" chiese acida a Lily.
"Sono venuta a trovarti, ho portato un regalo per tuo figlio, mio nipote..."
"Non ho bisogno dei tuoi regali!"
"Ti prego, Petunia, smettila! Sono tua sorella!"
Petunia spalancò la porta e si mise da parte facendoci segno di entrare, sempre scocciata e infastidita.
Ci fece accomodare in salone dove ci offrì svogliatamente una tazza di thè.
Dopo aver sorseggiato un po' di thè, Lily prese dalla sua porchette il pacco regalo che aveva preso per il figlio di Petunia. Quando Vernon vide Lily sfilare dalla piccola borsa quel pacco decisamente troppo grande per essere contenuto lì dentro, si parò davanti a Petunia per impedirle di accettare il regalo.
"Non accetteremo il tuo regalo. Non daremo a nostro figlio quelle diavolerie magiche."
Mi venne naturale sorridere e fui fulminata con lo sguardo da quel tricheco parlante.
"Ho comprato questo regalo da un negozio bab.. ehm, di Londra. Non ha nulla a che fare con la magia."
Così Petunia chiese a Vernon di spostarsi e prese tra le mani il regalo senza scartarlo.
Lily abbassò gli occhi dispiaciuta ma sembrò comunque contenta che l'avesse accettato.
"Come si chiamerà il piccolo?"
In quel momento Petunia sembrò rilassarsi un po' e si sedette con noi.
"Abbiamo pensato di chiamarlo Dudley."
"Oh, bel nome. Tuo nipote si chiamerà Harry, invece."
Alle nostre spalle sentimmo Vernon borbottare qualcosa, stavo per chiedergli se avesse detto qualcosa, ma fui distratta dalla voce di Petunia.
"Tu sei Selene, vero?"
"Sì, ci siamo conosciute..." le risposi non riuscendo a finire ciò che stavo dicendo.
"Sì mi ricordo - tagliò corto - Da quanto tempo ti sei sposata?"
"In realtà non sono ancora sposata."
Vernon affiancò la moglie e sbattè violentemente le mani sul tavolo.
"Vedi che gente frequenta tua sorella, Petunia? - disse cercando di far ragionare sua moglie - Una ragazza incinta non sposata!"
Petunia rimase in silenzio fissando rabbiosa sua sorella per averle fatto fare un'ennesima figuraccia con il marito.
"Una poco di buono in casa nostra, almeno tua sorella ha sposato uno svitato come lei prima di rimanere incinta!"
In quel momento vidi Lily diventare paonazza per la rabbia, si alzò dal divano stringendo i pugni.
"Non vi permetto di parlare male della mia amica e di mio marito davanti a me!" disse furiosa a sua sorella e a suo cognato.
Nello stesso momento in cui disse quelle parole una boccia di pesci rossi si frantumò in mille pezzi, ed i due poveri pesciolini iniziarono a muoversi convulsamente, in cerca di acqua in cui nuotare.
"Andiamo Lily" le sussurrai prendendola per il braccio, convinta che se non ce ne fossimo andate in tempo avrebbe distrutto la casa di sua sorella.
"Sì, andatevene, che è meglio!" urlò Vernon.
"Ce ne andiamo! - urlai - Ma non perchè mi stai cacciando tu, grosso babbeo!"
"Sgualdrina!"
Fui seriamente tentata di farlo lievitare come una mongolfiera,- dato che come forma era sorprendentemente somigliante a quel magico oggetto volante babbano - ma il mio buon senso prevalse sulla rabbia e riuscii a trascinare una furiosa Lily fuori da quella casa.
 
Una volta che ci fummo materializzate davanti alla porta di casa, Sirius, che molto prevedibilmente aveva sentito con il suo spiccato udito canino il nostro arrivo, corse ad aprire la porta ansioso. Quando ci vide vive e vegete ma con una leggerissima espressione arrabbiata, sul suo viso si materializzò un sorriso malandrino.
Raccontammo a James e Sirius tutto quello che era successo e ciò che Vernon aveva detto.
"Ti ha dato della sgualdrina e tu non hai fatto nulla?" mi chiese Sirius.
"No."
Sirius mi guardò scioccato ed iniziò a camminare pensoso per tutta la stanza.
"Non posso accettare che quel babbano insulti la madre dei miei figli! - disse - Ora vado lì e gliene dico quattro,io..."
"Che dici, Selene?! Il caro e adorabile Vernon quale insulto riserverà a Sirius?"
"Folle, arrogante, borioso, altezzoso!?" dissi io divertita a James.
"Potrebbe dargli dell' ingravidatore seriale."
"Io sono serio!" protestò Sirius.
"Anche io, Felpato." rispose James.
Quel rarissimo momento di serietà si ruppe come quando in un negozio di cristalleria c'è un elefante che balla la samba. Sirius e James iniziarono a prendersi a sberle e cazzotti, proprio come facevano da ragazzini, ed io e Lily non potemmo fare a meno di sorridere all'idea che fra qualche mese i bambini non sarebbero stati più due.
 
A fine serata, quando i coniugi Potter decisero di andare via, mi raccomandai con Lily di non disperarsi per sua sorella, poichè, a mio modesto parere, era un caso disperato. Lei annuì distrattamente ed afferrò sul ciglio della porta il braccio di James, e in un batter d'occhio sparirono.
"Certo che la sorella di Lily è proprio una gran bald.." iniziò a dire Sirius, ma poi si bloccò perchè evidentemente pensò che io l'avrei rimproverato.
Invece approvavo quello che stava per dire.
"Puoi dirlo, tranquillo."
"Una gran BALDRACCA! - disse con soddisfazione - Ora mi sento meglio."
"Anche io" dissi scoppiando a ridere.
 
-
 
Sirius'POV
"Non per metterti ansia.. ma torna presto. - disse nervosamente Selene - Il giorno del parto è vicino.."
"Sta tranquilla, tra due giorni sarò qui. Promesso." la rassicurai guardandola nei suoi occhioni colmi di lacrime che non riuscivano a scendere giù tanta era l'angoscia che provava in quel momento.
 
Girovagammo per un giorno e mezzo, passando da una cittadina all'altra alla ricerca di un presunto mago che aveva commesso un grave reato. Ma davvero il Ministero si preoccupava di un qualsiasi delinquente quando c'era Voldemort in giro?!
Ero stanco morto e non ne potevo più di girare invano, volevo tornare a casa dalla mia Selene e aspettare con lei l'arrivo delle gemelle.
Calò il buio in quel piccolo paese di campagna in cui ci trovavamo, ed io e James eravamo ancora in giro a cercare il mago inesistente. Nel buio del piccolo boschetto che circondava il paese, comparve una sagoma argentata che piano piano si avvicinò a noi.
"Ma è il Patronus di Lily!" esclamò James.
Una volta che la cerva argentea fu vicina a noi sentimmo chiaramente la voce di Lily che diceva "Selene sta partorendo. Vai al San Mungo."
All'improvviso il panico albergò nel mio cervello, prendendo il posto della mia poca lucidità mentale.
"COSAA?" urlai stupidamente contro la cerva che si era già dissolta.
"Okay, amico. Stai calmo, stai per diventare papà."
"E ti sembra un valido motivo per restare calmi? Sono lontano da Selene e lei sta partorendo!"
"Non ho parole.. - disse ridendo James - Sei un fottutissimo mago ricordi? Puoi materializzarti al San Mungo e stare lì in un secondo."
"E con la missione? Che faccio?"
"Ci penso io, sarai giustificato. Su, vai da lei!"
"Grazie, sei un amico.." gli dissi abbracciandolo brevemente e in un secondo mi ritrovai di fronte al San Mungo.
Mi diressi al bancone dove una curatrice dava informazioni.
"Una ragazza sta partorendo... dov'è?" chiesi frettolosamente.
La signorina mi guardò accigliata e fece una smorfia antipatica.
"Prima di tutto si calmi. - mi disse sprezzante - Mi deve dire il nome della paziente."
"Selene Brandon."
"Secondo piano, corridoio a destra, stanza n°7."
Senza dire nulla corsi via verso le scale, ma prima riuscii a sentire la voce della simpaticissima curatrice che disse sarcastica "Grazie, eh."
Quando arrivai di fronte alla stanza n° 7 trovai Lily e Andromeda, ansiose quanto me, che passeggiavano avanti e indietro per il corridoio. Senza nemmeno salutarle bussai alla porta, ma non ricevetti alcuna risposta.
"Non fanno entrare nessuno, Selene era nel panico." disse Lily.
"Ma io sono il padre, mi faranno entrare." affermai sicuro.
"Beh, buona fortuna."
Sentii il ciabattare tipico di una curatrice e la porta si aprì, il cuore mi si riempì di speranza.
"Non è il momento di dare fastidio!" disse la signora anziana con la divisa bianca.
"Sono il padre delle bambine, posso entrare?"
"No, mi dispiace. Le cose si sono complicate, la paziente è agitata ed ha bisogno di serenità."
"Ma magari posso aiutarla a tranquillizarsi! La prego, mi faccia entrare!"
Come risposta ebbi una porta sbattuta in faccia.
Mi scompigliai i capelli nervoso, iniziai a camminare anche io nervosamente lungo il corridoio.
"Se continui così farai un solco a furia di camminare avanti e indietro. Siediti cuginetto." mi consigliò Andromeda.
Ma in quel momento mi sembrò addirittura di essermi dimenticato di come ci si sedesse.
I secondi passarono, e con loro i minuti e le ore. Era ormai il 5 Giugno 1980.
Le urla di Selene mi straziavano e fui tentato più di una volta di sfondare la porta.
All'ennesimo urlo, non ce la feci più e mi alzai in piedi pronto ad entrare in quella stanza. Ma l'urlo di Selene fu seguito dal pianto di un neonato. Lily ed Andromeda si alzarono contemporaneamente e si accivinarono alla porta della stanza.
Non mi trattenni dal bussare ripetutamente alla porta e dopo una maledettissima mezz'ora la curatrice uscì dalla stanza con un'aria piuttosto stanca e affranta.
"Posso entrare ora?" chiesi impaziente.
"Aspetti c'è una cosa che devo dirle prima.."
"E' successo qualcosa?"
La donna si guardò i piedi.
"Una delle due bambine non ce l'ha fatta."
Il mio cuore si bloccò per unistante, mi sembrò come se il sangue si fosse congelato nelle mie vene, come se qualcuno avvesse scagliato contro di me una maledizione senza perdono. Non poteva essere vero.
"Sta scherzando?" dissi fingendomi tranquillo.
Ma l'espressione che la donna aveva sul viso non faceva pensare ad uno scherzo.
Lily e Andromeda si avvicinarono a me, mia cugina poggiò una mano sulla mia spalla, come se volesse trattenermi, prevedendo come avrei reagito da lì a pochi secondi.
"SIETE DEGLI INCOMPETENTI, ECCO COSA SIETE!" urlai.
"Sirius, sta calmo..." disse Lily.
"NO, non sto calmo! E' MORTA MIA FIGLIA!"
Andromeda si parò tra me e la curatrice.
"Come stanno Selene e l'altra bambina?" chiese impedendomi di urlare ancora contro la curatrice.
"La bambina sta benissimo, la mamma sta riposando. Non è stato un parto facile, abbiamo fatto del nostro meglio."
Il tono della voce di quella donna non mi convinceva, sembrava meccanica, strana.
"Se questo è il meglio che sapete fare... Non oso immaginare di peggio."
Ero furioso, disperato. Avrei spaccato il mondo intero in quel momento, ma il solo fatto che Selene e la bambina stavano bene mi riuscì a calmare un po'.
"Posso vedere la bambina?" chiesi calmo.
"Ora dorme, non è il caso di svegliarla."
"Mi ha separato dalla mia donna e dalle mie figlie per troppo tempo, non mi privi di altri momenti insieme a loro."
La donna aprì la porta e mi lasciò entrare.
Selene dormiva, il suo viso era scavato e aveva l'aria stanca. Accanto al suo letto c'erano due piccole culle rosa; un nodo mi strinse la gola quando vidi solo una delle due occupata da un fagottino rosa  che scalciava. Mi avvicinai alla culla e guardai per la prima volta mia figlia Lara. Non l'avevano ancora vestita ma era avvolta in una copertina rossa: aveva già tanti capelli scuri come i miei ed era minuscola; aveva una piccola voglia chiara sulla clavicola che poteva sembrare una stella con un po' di fantasia; non stava dormendo, era sveglia e stava per iniziare a piangere. La presi tra le mie braccia e delle lacrime mi solcarono il viso: ero felice e triste allo stesso tempo.
La bambina muoveva le braccine e le gambine per richiamare la mia attenzione, e proprio in quel momento entrarono Lily e Andromeda nella stanza.
"Vi presento Lara Phoebe Black." dissi sorridendo.
"Oh, è stupenda, Sirius! E' identica a te!" esclamò Andromeda.
Una curatrice mi richiamò dicendo che dovevano chiarire e concludere alcune faccende; e il pensiero che la morte di mia figlia era considerata come una "faccenda" da concludere mi fece ribollire il sangue dalla rabbia. Mi spiegarono che Diana era morta a causa di una malformazione cardiaca e che era stato impossibile salvarla. Lara invece scoppiava di salute, era forte ed era forse la bambina più bella del reparto. Mi sembrarono quasi parole di consolazione, come se quei complimenti ci sarebbero bastati per colmare quella grave e prematura perdita.
Quando tornai nella stanza, Lily stava cullando la piccola Lara, James, appena arrivato, le guardava assorto, mentre Andromeda era seduta su una sedia, vicino al letto di Selene.
Proprio quando mi avvicinai a lei, Selene si svegliò, mi guardò con un'aria stanca, ma improvvisamente il suo sguardo si illuminò. Lily si avvicinò a me passando tra le mie braccia Lara, e tutti uscirono dalla stanza per lasciarci soli.
"Ecco la nostra meravigliosa bambina, Selene Brandon." dissi sforzandomi di sorridere e di godermi quel momento.
Selene si sedette sul letto ed allungò le braccia per accogliere la piccola. Sorrise e pianse, accarezzò la piccola Lara e lasciò che stringesse il suo dito tra le minuscole manine.
"E Diana?" chiese entusiasta.
Il mio coraggio venne meno e provai a sviare parlando d'altro.
"Sai hanno detto che Lara è la più bella bambina del reparto."
"Sirius, e Diana? Cosa le è successo...?" disse con la voce rotta dalla stanchezza e dalla paura.
"Non ce l'ha fatta..." le dissi guardandola negli occhi.
I suoi occhi come i miei divennero pieni di lacrime, mi sedetti sul letto e l'abbracciai, mentre Lara iniziava a piangere con noi tra le braccia di Selene. Fu un momento triste, ma allo stesso bello; ognuno di noi poteva contare sull'altro e piangere ci fece bene; era il nostro primo momento insieme.
 
>>OKAYYYYY. TUTTI CALMI! PRIMA DI ANDARE SUBITO A SCRIVERE UNA RECENSIONE NELLA QUALE MANIFESTATE IL DESIDERIO DI VEDERMI MORTA, CONTINUATE A LEGGERE. Grazie.<<
 
Dopo due giorni Selene tornò in perfetta forma e finalmente tutti e tre potemmo tornare a casa. Nei giorni precedenti mi ero premurato di togliere via tutti i doppioni di culle, tutine e accessori per neonati. Selene si sentiva già abbastanza in colpa per ciò che era successo, ingiustamente; io non volevo risvegliare il suo ed il mio dolore. Fortuntamente Lara le dava parecchio da fare: era una bambina fin troppo vivace; ci svegliava ogni ora la notte, voleva stare solo in braccio a me o a Selene durante il giorno, di stare nella culla non ne voleva sapere. Piangeva quando sentiva la voce squillante di Elmo il quale era più che mai dispiaciuto. L'elfo si prodigava per dare aiuto il più possibile, cucinava in quantità industriali, la casa non era mai stata così pulita e scintillante, e faceva tutto ciò senza fare un minimo rumore. Selene era felice, ma si vedeva che dentro di sè sentiva quella mancanza che non sarebbe mai stata colmata; a volte mentre cullava la piccola Lara vedevo nei suoi occhi una certa malinconia, le lacrime che le gonfiavano gli occhi; ma poi una smorfia della bambina, un suo versetto, un suo accenno di pianto le faceva ritornare il sorriso.
 
Una sera avevamo messo la bambina al centro del nostro lettone e la osservavamo mentre dormiva, in attesa che scoppiasse di nuovo a piangere.
"Secondo me somiglia a te." dissi osservando i lineamenti fini della bambina.
"Ma se ha i capelli scuri come i tuoi.. - replicò Selene - E poi io non sono capace di dire a chi somigli, ora. Ha solo qualche giorno di vita."
"Ma guardala.. Ha la tua stessa espressione imbronciata quando dorme!" insistetti alzando un po' la voce.
"Shhh, non gridare. O la sveglierai, è più bella mentre dorme e non piange."
"Pure tu sei più bella quando non piangi.."
"Lo so, sono una frignona, ma che ci posso fare?" esclamò lei, quasi urlando.
Lara si mosse un po' e il terrore di averla svegliata ci assalì, ma fortunatamente continuò a dormire.
"Ora riposiamo, ne abbiamo bisogno."
 
Ci eravamo addormentati da poco, quando un rumore mi svegliò e subito mi affrettai a guardare nella culla. Lara stava dormendo serenamente; non era stata lei a svegliarmi. Selene continuava a dormire tanto era stanca ed io scesi giù per andare a cercare la fonte del rumore. Elmo non era in giro e quindi non poteva essere stato lui, tutto sembrava essere al suo posto. Poi di nuovo quel rumore si fece sentire. Qualcuno bussava alla porta di casa; chi poteva essere alle due del mattino?!
"Chi è?" sussurrai.
"Sirius, sono Remus." la voce del mio amico mi rassicurò, ma dovevo essere certo che fosse lui.
Così feci una di quelle domande stupide che facevo a James.
"Chi aveva un paio di mutande bianche con i cuoricini durante il terzo anno di scuola?" chiesi aspettando la risposta giusta.
"Sfortunatamente io."
Aprii la porta e non diedi a Remus il tempo di entrare in casa perchè lo abbracciai, felice di vederlo di nuovo qui.
Ci fermammo in salotto a parlare per mezz'ora, gli raccontai tutto quello che era successo.
"Mi dispiace non esservi stato accanto in un momento così brutto, sono uno stronzo."
"Se non fosse stato per colpa mia..." dissi io.
"Del senno di poi son piene le fosse." sentenziò Remus.
"Mi mancavano le tue perle di saggezza, Lunastorta. - gli dissi dando una pacca sulla spalla - Vieni ti mostro la tua stanza."
Feci accomodare Remus nella mansarda e gli augurai una buonanotte.
Quando tornai nella mia stanza, Selene e Lara dormivano ancora beatamente, come due angioletti. Mi sdraiai e mi coprii con le coperte, con il sorriso sul viso, non vedendo l'ora che arrivasse il mattino per poter fare una bella sorpresa a Selene. Appena socchiusi gli occhi Lara cominciò a piangere; Selene si svegliò con qualche lamentela, ma io la bloccai dicendole che ci avrei pensato io.
"Sei un tesoro" mi disse mentre tentava di riprendere sonno.
"Lo so" risposi io.
"Ma sei anche un cretino, lo sai anche questo vero?"
 
 
La mattina seguente fui svegliato di nuovo da un rumore. Questa volta erano le urla di Selene che mi buttarono letteralmente giù dal letto. Quando scesi in salone Selene stava abbracciando Remus, mentre Lara piangeva - come al solito - nella culla.
"Sirius! Perchè non mi hai detto nulla di Remus? Potevo morire di infarto!" esclamò arrabbiata ma con il sorriso sulle labbra.
"E' colpa mia Selene. Sono arrivato alle due del mattino, non volevamo svegliarti."
Nel frattempo Selene aveva preso Lara e si era avvicinata a Remus.
"Vuoi conoscere la tua figlioccia?" gli disse con il sorriso stampato sul viso che non vedevo da giorni.
Remus prese timidamente la bimba che continuava a piangere anche tra le sue braccia.
"Faccio qualcosa di sbagliato? Perchè piange?" chiese timoroso.
"Tranquillo - lo rassicurai - Ha preso dalla mamma: è una pagnucolona."
Selene mi lanciò un'occhiata indispettita.
"O piange perchè ha un padre cretino." mi rimbeccò.
Remus nel frattempo cercava di cullare un po' goffamente Lara per farla smettere di piangere senza alcun risultato.
"Forse ha solo fame." intervenne Elmo.
Ed ecco che Lara al suono della sua voce scoppiò a piangere ancora più forte, tanto che ebbi il timore che potesse rompere i vetri delle finestre.
"Ci penso io." Selene prese Lara e salì le scale.
Remus mi guardò interdetto ed io feci spallucce, ormai abituato al fatto che solo lei poteva e sapeva come farla smettere di piangere, come tutte le mamme, ma non come mia madre. 
 
Selene's POV
Sirius quella mattina andò a lavoro ed io restai a casa con Remus a prendermi cura di Lara.
Ero nella mia stanza, sulla sedia a dondolo per far addormentare la piccola Black che non voleva saperne di dormire. Dopo molti tentativi si addormentò, e la sua faccina serena e felice riuscì a calmarmi e a spazzare via dal mio cervello tutte le ansie e le angosce.
Ero una mamma ormai e la mia vita ruotava tutto attorno a lei, non potevo più permettermi di essere debole e depressa, dovevo proteggerla ed essere forte per lei... Forte.
Ripensavo alla morte di Diana e tutta la mia forza crollava come un castello di sabbia troppo vicino alla riva. Ogni volta che prendevo in braccio Lara mi sentivo felice, sentivo la casa riempirsi di amore, ma poi il dolore si faceva spazio. Dolore, malinconia, tristezza mista a nostalgia. Nostalgia per la mia bimba che non ho conosciuto e che non conoscerò mai.
"Posso?" bussò Remus da dietro alla porta.
"Sì,sì. - dissi ricacciando su le lacrime - Entra pure."
Remus entrò facendo silenzio e si sedette di fronte a me sul letto, mentre io mettevo Lara nella sua culletta che Duncan qualche mese fa aveva sapientemente montato.
"Come stai?" mi chiese Remus
"Ora che sei qui meglio" gli dissi sforzandomi di sorridere.
"Non mentire, parla, sfogati. Con me puoi farlo.."
"Non ho proprio nulla da dire, Remus.." cercai di sviare.
Non volevo parlarne, perchè parlare significava rendere ancora più vera quella sofferenza e in cuor mio speravo che fosse solo un brutto sogno dal quale prima o poi mi sarei svegliata.
"Non hai nulla da dire.. - sussurrò Remus passandosi le mani sul viso ricoperto di cicatrici - Allora perchè stai per piangere?"
"Io piango sempre."
"Rettifico. Perchè non vuoi piangere? Perchè ti trattieni? Pensi davvero di essere così forte da sostenere tutto questo dolore da sola?! Ieri ho parlato con Sirius, lui ne parla e sta meglio di te. - disse Remus con aria di rimprovero - Lo so che sono l'ultimo che dovrebbe farti la predica, però non puoi continuare a tenerti tutto questo dolore dentro."
"Okay. Io, non so cosa mi prende.. Forse non ho ancora realizzato ciò che è successo. Non voglio realizzare. Non voglio.."
"Ma Lara è viva, è bellissima, è in salute ed è qui con noi.."
"Mi stai dicendo che sono un'egoista e che dovrei pensare solo a Lara?"
"No, io volev.."
"Io mi sento una cattiva madre, perchè il dolore per la perdita di Diana al momento è più grande dell'amore che provo per Lara. Mi vergogno di me stessa.."
"Vieni qui.." mi disse Remus aprendo le braccia per accogliermi in suo caldo abbraccio.
Accettai più che volentieri l'invito; Remus mi abbracciò così forte che temevo potesse spezzarmi le costole, ma che importa se un abbraccio così ti può aggiustare il cuore?!
 
 
 
 
5 Giugno 1980,  Malfoy Manor
Mentre Selene Brandon e Sirius Black piangevano la prematura morte della loro piccola Diana, Narcissa Malfoy nata Black, dava alla luce il suo primogenito, Draco Lucius Malfoy.
Aveva appena preso tra le braccia il suo primo figlio, quando nella sua stanza,cupa e poco accogliente,apparve sua zia Walburga. La donna si avvicinò al letto sfarzoso di Narcissa con la sua regale eleganza.
"Mi congratulo con te, Narcissa. Hai avuto un bellissimo maschietto. Questo bambino è molto fortunato ad avere dei genitori come te e Lucius.." disse Walburga.
"Zia, cosa ci fate qui?" chiese allarmata Narcissa.
"Ma come, non sei contenta di vedere tua zia in un momento così bello?"
"Non mi aspettavo una vostra visita.."
"Lucius è via, vero?"
Narcissa annuì; suo marito anche in quel momento così speciale aveva avuto la capacità di assentarsi per compiacere il Signore Oscuro.
"Narcissa - iniziò Walburga prendendo la mano della giovane donna - in realtà non sono qui solo per congratularmi della nascita di tuo figlio Draco."
"Come immaginavo...Cosa dovete chiedermi zia?"
"Un favore."
"Cercherò di aiutarvi come posso."
"Oggi è nata anche la figlia di Regulus, che sfortunatamente lui non ha mai conosciuto, e sua madre è morta dandola alla luce."
"Non capisco.. dove volete arrivare, zia?"
"Io non posso allevare questa bambina, sono stanca e anziana. Desidero il meglio per la figlia di Regulus, desidero che abbia due genitori giovani e in gamba come te e Lucius."
"Mi state chiedendo di adottare vostra nipote?"
"Non dovrai dirlo a nessuno, lei sarà vostra figlia a tutti gli effetti."
"Zia ma..."
"Ci penserò io a parlare con Lucius, se è questo che ti preoccupa."
"Non è questo il problema.."
"Allora cosa ti frena dall'aiutare la tua anziana zia?"
Lo sguardo diabolico di Walburga faceva paura a Narcissa; l'elfo domestico di sua zia si materializzò nella stanza con una neonata tra le braccia. L'anziana donna ordinò all'elfo di portare la neonata vicino al letto della giovane donna per mostrargliela. Walburga guardava di sottecchi la piccola, come se l'idea che quell'esserino potesse sfiorarla le desse fastidio. Narcissa intimorita guardò la piccola che dormiva beata tra le esili braccia dell'elfo: aveva tanti capelli, chiari come quelli di Draco, le stesse guancia rosee, la stessa aria innocente.Quella povera bambina non aveva più dei genitori, come poteva rimanere così indifferente?
Posò Draco nella sua culla e sfilò dalle coperte in cui era avvolta la bambina che era nuda e ancora sporca. Sulla spalla aveva una piccola voglia chiara, sembrava una stella stilizzata. Prendendo quella bambina fra le braccia Narcissa sentì subito un legame forte, come se la bambina fosse sua figlia e l'avessa partorita lei, e proprio in quell'istante non se la sentì di dire di no, non voleva che quella bambina crescesse con la sua crudele zia.
"Allora, la terrai con te?" incalzò Walburga.
"Sì, la terrò con me. Sarà mia figlia. Nessuno saprà nulla, nemmeno Lucius.Spargete ufficialmente la voce che ho avuto due gemelli."
Walburga sorrise malignamente soddisfatta.
"Come la chiamerai?" chiese la donna diabolica.
"Alhena Narcissa. E' nata il 7 Giugno ed Alhena è la terza stella più luminosa della costellazione dei Gemelli.."
"E' un nome perfetto."
E così dicendo Walburga sparì proprio nel punto in cui era comparsa.
Narcissa aveva tra le braccia Draco e Alhena, che potevano benissimo passare per gemelli, ed era felice di non essere più così sola in quella casa.
 
Il tremendo piano di Walburga era riuscito: con astuzia e molte accortezze era riuscita a sottrarre a suo figlio Sirius ancora una volta quella felicità che si era costruito con fatica. Non era ancora riuscita ad accettare che Regulus, il suo figlio prediletto, fosse morto disgraziatamente e che Sirius vivesse ancora felice e stesse costruendo un futuro e una famiglia. Sottrarre una figlia a Sirius e consegnarla a sua nipote Narcissa era un modo per tenere ancora in vita Regulus e mandare avanti la nobile casata dei Black; Alhena sarebbe cresciuta come una vera Black, non come una traditrice del suo sangue.

 
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 
 NdA: Di nuovo dovete scusarmi per la lunga assenza. Ho avuto delle emergenze in Ungheria e poi mi sono lussata il gomito, sono tutt'ora con il tutore ed ho scritto questo capitolo con difficoltà e sofferenza, non solo per il gomito. LOL
Bene, alcuni di voi forse avranno pensato "Ma come le è venuta in mente un'idea simile?!". Vi spiego le mie ragioni. 
Prima di tutto ho vissuto, non in prima persona ovviamente, un'esperienza simile a quella di Selene e Sirius. La mia madrina ha avuto due gemelli ed uno dei due non ce l'ha fatta per una malformazione cardiaca; è stato un momento doloroso della mia vita perchè questa zia è come una seconda madre ed io sono tremendamente empatica. Il suo dolore era anche il  mio. Ho voluto inserire questa cosa nella mia storia per rendere anche onore alla forza di volontà che hanno tutte quelle donne di andare avanti e di rimettersi in piedi. 
Ma come avrete ben capito (spero) la piccola Diana non è altro che Alhena, la bambina che Narcissa decide di adottare. Ed ecco così spiegata la visita inquietante di Walburga; ha sempre voluto rovinare la vita di Sirius ed ecco qui. Perchè proprio Narcissa? Beh, prima di tutto perchè è l'unica Black sana di mente rimasta e poi perchè è un personaggio che nel bene e nel male mi ha sempre affascinato. Diciamocelo: ha molte più palle di Lucius e Draco messi insieme, è una donna affascinante, intelligente, abile, riesce ad ingannare il Signore Oscuro, farebbe di tutto per difendere quello stronzetto di suo figlio ed ama Lucius nonostante sia uno smidollato. 
Forse avrete qualche dubbio su come si è svolto tutto questo intrigo, io ho progettato tutto fino all'ultimo dettaglio (credo) e se avete delle perplessità potete contattarmi e riempirmi di domande. LOL
Certo è che in un mondo con la magia, una bacchetta magica e gli elfi domestici al tuo servizio risulterebbe tutto facile, quindi... Fate un po' voi. 
Spero nonostante questa follia continuerete a leggere la mia storia, anche perchè ora viaggeremo tra due mondi diversi Casa Black e Casa Malfoy... E nel prossimo capitolo nasce il nostro maghetto preferito HARRY POTTER! LOL
Fatemi sapere cosa ne pensate. Ci tengo molto perchè questa è l'unica idea che è rimasta fissa per tutto il tempo, anzi è stata proprio l'idea madre di questa storia. Mi sono chiesta "Come crescerebbe un figlio di Sirius Black allevato da Narcissa e Lucius Malfoy?". Mi sono data una risposta da sola, Marzullo's style.

Beh, ciaone bella gente
Un bacio
Vostra Vicky.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vittoriaM20