Crossover
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Autore: Odinforce    17/02/2016    4 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 39. Un anello per domarli
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Su Oblivion stava per scatenarsi un vero inferno, la battaglia più grande che qualsiasi eroe o malvagio potesse immaginare. Sauron, redivivo Oscuro Signore di Mordor, si preparava a sferrare un colpo mortale sugli ultimi eroi sopravvissuti al ciclo di guerra. I Valorosi e un pugno di altri personaggi giunti dai vari mondi, riuniti all’ospedale della città, erano pronti a difendersi da un esercito imponente di Senzavolto, caduti sotto il controllo del Nemico. Uomini senza identità, gusci vuoti imitatori di una vita altrui, riuniti all’improvviso sotto la bandiera nera del male: cavalieri armati di lunghe lance, fanti armati di spade e scudi; lo stridore delle loro armi e bardature durante la marcia riempiva l’aria circostante.
L’ospedale era ormai sotto assedio, circondato dall’esercito disposto ad anello di fronte ad esso. Harry Potter, Edward Elric e altri eroi avevano preparato ogni difesa possibile per trattenere l’avanzare di quell’orda. Il giovane mago aveva eseguito ogni incantesimo difensivo che conosceva, supportato dall’aiuto di Rina, mentre l’alchimista aveva eretto un muro di spesso cemento intorno all’ospedale. Alcuni eroi si erano piazzati in cima al muro per attaccare a distanza con le loro armi; tra loro c’era Merida, insieme ad altri eccellenti arcieri.
Un altro gruppo si era barricato all’interno dell’ospedale, per proteggere i pazienti e i personaggi incapaci di combattere. Shrek, Dylan Dog e Tonto erano tra questi, dato che le loro capacità non erano molto utili in prima linea contro un simile esercito.
Tutti gli altri si erano disposti fuori dalle mura, guardando in faccia il Nemico. C’erano i Valorosi, naturalmente, accompagnati da un valido e numeroso gruppo di audaci volontari; Big Boss li aveva disposti a gruppi di tre lungo il perimetro, in modo che coprissero in lunghezza l’intera prima linea di Senzavolto. Alcuni gruppi erano ancora impegnati ad organizzarsi al meglio, o addirittura a familiarizzare l’uno con l’altro; i Valorosi notarono il trio più vicino, immersi in una buffa conversazione. Una ragazza dai lunghi capelli viola e curve generose, vestita con una specie di uniforme scolastica; un uomo vestito di un semplice kimono bianco e armato di katana; e infine, una specie di albero dalle fattezze umane alto più di due metri.
« Io sono Groot » diceva l’uomo-albero.
« Sì, me l’hai già detto » replicò la ragazza con tono acido. « Ora tappati la bocca e vedi di non starmi tra i piedi... lo stesso vale per te, samurai. »
« Mi chiamo Jack » rispose l’altro. « E in quanto al resto, Medaka... vedremo chi starà tra i piedi di chi! »
Ogni conversazione fu interrotta pochi secondi dopo. I Senzavolto erano ormai vicini, pronti a dare battaglia sotto lo sguardo dell’Oscuro Signore.
Jake guardò i suoi compagni Valorosi, i quali condividevano la stessa carica di grinta.
« Ci siamo, ragazzi » annunciò. « Ricordate il piano, e avremo buone possibilità di cavarcela. Ma se questa dovesse essere la fine, voglio che sappiate una cosa... combattere insieme a voi è stato l’onore più grande che mi sia stato mai concesso. Anche se siamo così diversi... vi considero miei fratelli, perché io vi Vedo. »
Sora, Hellboy e tutti gli altri annuirono, uno dopo l’altro.
« Vale anche per noi, Jake » ammise Lara facendosi avanti, Martello di Thor alla mano.
« Se questa è la fine, farò almeno in modo che il Nemico non dimentichi più in che stato gli abbiamo ridotto il culo » aggiunse Hellboy con un ghigno.
« Resterà abbagliato dal potere della nostra tostaggine! » dichiarò Po.
« È inevitabile, non c’è vittoria senza sacrificio » disse Ed, più serio. « Ma vale anche per il Nemico... se lui dovesse vincere, gliela faremo comunque pagare cara! »
« Ma certo » aggiunse Harry. « Ricordiamo però ciò per cui stiamo lottando... tornare finalmente a casa! »
« E ci torneremo, vedrete » assicurò Sora. Il ragazzo premette il pulsante sulla sua spalla, manifestando l’Armatura del Keyblade che lo ricoprì. « Torneremo tutti a casa! »
Dall’esercito nemico si levò un frastuono. Non urla da bocche invisibili, ma il rumore di migliaia di piedi mossi in avanti: i Senzavolto si erano infine lanciati alla carica, sciamando e correndo verso l’ospedale. Nello stesso momento, Big Boss si fece avanti e gridò: « ALL’ATTACCO! » Al suo grido risposero tutti gli eroi in prima fila, quelli incaricati di sferrare il primo colpo. Medaka urlò con quanto fiato aveva, e il suo corpo iniziò a brillare: l’abito si strappò in vari punti e i suoi capelli divennero di un rosa fluorescente; lo sguardo si riempì di collera, simile a quello di una belva assetata di sangue.
« Fuoco! » ordinò Merida dalla cima della muraglia. I suoi alleati obbedirono, e una pioggia di frecce, proiettili e incantesimi cadde sugli invasori, che rallentarono.
« Lara, adesso! »
L’archeologa si fece avanti al comando di Jake, e batté con forza Mjolnir sul terreno. Si udì un tuono fragoroso, e contemporaneamente un’enorme scarica elettrica partì dal Martello, disperdendosi sul suolo di fronte agli eroi. La prima ondata di Senzavolto fu colpita in pieno, e crollarono a terra dopo una breve agonia.
Medaka lanciò un nuovo urlo, dopo aver completato la sua trasformazione. Scattò in avanti con la forza di un toro infuriato e raggiunse le linee nemiche; con enorme sorpresa di tutti, travolse tutti i Senzavolto che incontrava al suo passaggio. I soldati crollavano a terra come birilli, incapaci di resistere a una simile forza d’urto. Altri eroi rimasti indietro seguirono il suo esempio, e con i loro poteri s’impegnarono a tenere aperto il varco. Sasuke e il samurai chiamato Jack lottarono fianco a fianco, falciando decine di Senzavolto con fendenti fulminei.
Molti nemici riuscirono comunque ad avanzare, ma furono trattenuti subito da Big Boss e dai Valorosi; proiettili, magie e colpi di Keyblade furono più che in grado di abbattere quegli avversari, i quali contavano soprattutto sulla superiorità numerica. Un folto gruppo di Senzavolto circondò Groot, e per un attimo sembrò sopraffatto da quell’assalto...
« Io... sono... GROOT! »
L’uomo-albero riuscì a liberarsi, travolgendo gli aggressori. Enormi radici e rami crebbero dal suo corpo a velocità incredibile, e li usò per abbattere tutti i Senzavolto nei paraggi. Avanzò lentamente verso l’esercito, ma ormai non riuscivano più a fermarlo.
« Bene, è la nostra occasione! » dichiarò Jake. « Il varco è grande a sufficienza... fa’ la tua mossa, Ed! »
L’Alchimista d’Acciaio obbedì e si fece avanti. Unì i palmi delle mani e le pose a terra: da essa si levò un grande ponte di roccia che divise l’esercito di Senzavolto in due, allungandosi in avanti, dritto verso la torre di Sauron. Non arrivava fino alla fine, ma l’importante era superare l’ostacolo dei Senzavolto.
Una distanza di circa tre chilometri li separava, ma ora potevano percorrerla al sicuro, ben distanti da una legione di Senzavolto che sciamavano sotto i loro piedi. Non avevano altra scelta, visto che il potere oscuro di Sauron sembrava annullare ogni abilità spaziotemporale, come la Materializzazione di Harry o il potere oculare di Sasuke. L’Oscuro Signore non avrebbe permesso ai suoi nemici di avventarsi su di lui così facilmente. Gli eroi rimasti indietro davano fondo a tutto il loro potere per distrarre l’orda dai Valorosi, mentre si dirigevano verso la torre. Medaka procedeva in avanti, inarrestabile come un treno in corsa; Sasuke faceva strage di nemici con la combinazione di varie tecniche sconosciute; Groot continuava a gettare lo scompiglio sul campo di battaglia, gettando radici e rami ovunque. Big Boss, rimasto sulle retrovie, guidava i rimanenti eroi alla carica.
Anche il gruppo sulla muraglia faceva del suo meglio per tenere a bada i Senzavolto. Una ragazza accanto a Merida conquistò la sua ammirazione dopo aver scagliato una freccia esplosiva sull’orda, facendone fuori un gran numero.
« Wow! Gran bel colpo, Katniss! »
Lei si limitò ad annuire sorridendo.
Le urla, i colpi e tutti i suoni dissonanti della battaglia echeggiavano in ogni direzione, ma i Valorosi dovevano ignorarli. Soltanto loro sapevano esattamente con chi avevano a che fare... soltanto loro erano stati in grado di sconfiggere l’Oscuro Signore in passato, anche se non l’avevano distrutto definitivamente. Ma ora le cose erano diverse: la volta scorsa non conoscevano il punto debole di Sauron, ma Harry aveva ricordato un dettaglio importante dall’ultimo scontro avvenuto nel settore di Little Hangleton.
« L’anello » aveva spiegato ai suoi compagni alla prima occasione. « L’anello che quel maledetto porta al dito... a detta di Voldemort, quello è la fonte del suo potere. Distruggiamo l’anello, e distruggeremo il Nemico. »
Distruggere l’anello... questo si ripetevano i Valorosi mentre percorrevano il ponte, dritti verso l’obiettivo. Correvano a perdifiato, per coprire il prima possibile quella distanza abissale che li separava; persino Po, che non era certo un campione nella corsa, faceva del suo meglio per restare al passo. Erano troppo vicini alla resa dei conti per mollare proprio adesso, e troppo sangue amico era già stato versato.
Un urlo terribile lacerò l’aria non appena furono a metà strada. I Valorosi alzarono lo sguardo, verso la torre: dall’Occhio eruppe una fiamma che schizzò contro il cielo, per poi curvare verso il basso come una meteora. Dritta contro di loro.
« Protego! »
Harry fece appena in tempo ad evocare la barriera intorno al gruppo, prima che il colpo infuocato si abbattesse su di loro. Un’esplosione enorme li avvolse, ma senza raggiungere i loro corpi; il ponte sotto i loro piedi, tuttavia, andò in frantumi, e il gruppo precipitò nel vuoto.
« Arresto momentum! »
Il nuovo incantesimo frenò la caduta, a pochi centimetri dalla folla di Senzavolto sotto di loro. Un’orda gigantesca di spade e lance puntate contro di loro... e li avrebbero raggiunti, non appena l’effetto dell’incantesimo fosse svanito. Ma ai Valorosi non occorreva altro che una manciata di secondi: Lara sollevò il Martello e lo puntò in basso, facendo piazza pulita intorno a loro con una nuova scarica elettrica. Si aprì dunque un varco sufficiente per rimettere i piedi a terra, ma la situazione restava comunque critica: i Senzavolto si stavano già muovendo ancora una volta contro di loro...
Poi accaddero molte cose contemporaneamente.
In lontananza si udì un nuovo frastuono. Centinaia di nuove sagome erano comparse sulla scena; giganteschi guerrieri dorati avanzano inarrestabili tra i ranghi dell’esercito nemico, macellandoli con le loro lame. Al loro comando stava una donna bianca dal fisico prorompente, e si scatenava sul campo di battaglia armata di una lunga katana. Alla sua vista, Hellboy rimase di stucco.
Lady Death... e l’Armata d’Oro!
« AVANTI! » urlò Lady Death, la Corona di Bethmoora scintillante sulla sua fronte. « Nessuna pietà contro i servitori di Nul! »
Contemporaneamente, dall’altro lato del campo, si era fatta avanti una nuova truppa. Jake vide una specie di robot gigantesco affiancato da un gruppo di soldati, intenti ad ingaggiare battaglia con le loro armi futuristiche. Una voce familiare risuonò dal sistema audio del robot, con la quale incoraggiava i suoi uomini.
La voce di John Connor, ai comandi di un Metal Gear REX riparato e funzionante.
E non era ancora finita. Qualcun altro era riuscito ad avanzare, arrivando alle spalle dei Valorosi che si voltarono sorpresi: una possente creatura sputafuoco dalle sembianze leonine, sulla cui groppa stavano alcuni personaggi che Ed riconobbe subito. La giovane Catherine Elle Armstrong, il Pokemon Pikachu e il Digimon Agumon.
« Ed! »
« Pika-pika! »
« Catherine! » esclamò l’alchimista, esterrefatto. « Ragazzi! Ma... che cosa ci fate qua? »
« Siamo venuti ad aiutarti, che domande! » rispose la ragazza, sollevando fiera uno dei suoi tirapugni. « Totoro sapeva che eravate in pericolo, e ci ha mandati qui apposta. »
Ed era senza parole, visibilmente commosso. Come gli altri suoi compagni, non si aspettava l’arrivo improvviso dei rinforzi. Non erano soli in quella battaglia... non lo erano mai stati.
« Io... non so che dire, ragazzi... »
« Allora pensa a combattere, piuttosto » tagliò corto Jake, imbracciando il suo fucile. « Non siamo ancora usciti dalla tempesta. »
Aveva ragione. Erano ancora circondati dai Senzavolto, e anche se per la maggior parte erano impegnati contro le altre forze, un notevole contingente minacciava in quel momento la loro vita. Catherine urlò qualcosa, e il prode Entei rispose con un ruggito poderoso; il Pokemon leggendario tornò quindi alla carica, dritto contro i Senzavolto più vicini; Agumon e Pikachu scagliavano i loro attacchi sui lati. I Valorosi si disposero a cerchio, pronti a fare la loro parte: dovevano solo aprirsi un nuovo varco, per riprendere la marcia verso il vero nemico.
Il gruppo si disperse in ogni direzione, armi alla mano. I Senzavolto si lanciarono all’attacco, come un’onda gigantesca; Sora li annientava rapido con il suo Keyblade; Harry li spazzava via con gli incantesimi; Ed usava l’alchimia per respingerli; Po li metteva al tappeto a colpi di kung fu, sfruttando anche le tecniche imparate da T’ai; Hellboy si alternava tra pistola e pugno di pietra; Lara li fulminava con il Martello di Thor; Jake li falciava con la mitragliatrice. Opposero una fiera resistenza, nonostante la disparità numerica.
Ma i Senzavolto erano decisamente troppi, questa volta. Un gruppo riuscì ad avere la meglio su Harry, gettandolo a terra; il ragazzo perse la bacchetta, ma mentre si dava da fare per recuperarla udì un’altra voce squarciare l’aria.
« Ragna Blade! »
Una gigantesca lama oscura colpì in pieno i Senzavolto, disintegrandone a centinaia. Quelli rimasti furono spazzati via da un’onda d’urto micidiale. Harry alzò lo sguardo e vide Rina atterrare al suo fianco, lo sguardo fiero come al solito.
« Ti sono mancata, bel faccino? »
« Hehe... direi proprio di sì » ammise Harry. « Ti devo la pelle di nuovo... grazie! »
« Aspetta a ringraziarmi » lo ammonì Rina, crollando improvvisamente in ginocchio. « Ho consumato molta energia con quell’incantesimo... non potrò aiutarti di nuovo. »
« Già ti arrendi? » intervenne Sora, avvicinandosi. « Coraggio, Rina, non è ancora detta l’ultima parola... Energiga! »
Puntò il Keyblade sulla ragazza, che fu avvolta di conseguenza da una luce verde-oro. Quando svanì, Rina si alzò a sedere di scatto, nuovamente in forze. La magia di Sora le aveva restituito le forze.
« Grazie! »
Ormai regnava il caos dappertutto. L’Armata d’Oro, la Resistenza, Medaka, Sasuke ed Entei stavano disperdendo parecchi Senzavolto, e sempre più vicini risuonavano i loro attacchi. I Valorosi approfittarono del momento per avanzare, ma Sauron non era rimasto a guardare: dal suo Occhio eruppero altre meteore infuocate che si abbatterono sul campo di battaglia. Le più vicine furono abbattute con i fulmini di Mjolnir e con le magie di Harry; Ed pensò a respingere l’orda di fronte al gruppo, trasmutando il suolo per aprire un nuovo varco.
Ma non era una battaglia priva di perdite. Alcuni eroi furono ritrovati morti strada facendo: Samurai Jack era riverso a terra, immobile e ricoperto di sangue; poco più avanti c’era Groot, ridotto a un ammasso informe di rami spezzati e schegge di legno; e ancora, un giovane ignoto dai capelli biondi e vestito di verde, armato di spada e scudo, giaceva di fronte a loro, gli occhi spenti rivolti al cielo. Il sangue degli eroi aveva iniziato a sgorgare su quel campo di battaglia... una verità che di colpo era comparsa di fronte agli occhi inorriditi dei Valorosi.
Poi Sora rivolse lo sguardo in avanti, e notò qualcun altro in mezzo alla battaglia. Era Luigi, in evidente difficoltà contro i Senzavolto; il ragazzo avanzò e spazzò via gli aggressori con un rapido colpo, salvando così l’ometto.
« Che cosa ci fai tu qui? » protestò Sora, guardandolo. « Tu dovevi restare indietro! »
« Uff... lo so » rispose Luigi, ansimando per la stanchezza. « Ma dovevo farlo... uff... altrimenti... non me lo sarei mai perdonato. »
« Che vuoi dire? »
« L’ho accettato, ormai. Mio fratello, Mario... uff... non c’è più. Non sono riuscito... a proteggerlo. Ma ora ho la possibilità di proteggere voialtri... finché non vincerete questa guerra. »
Luigi estrasse qualcosa dalla tasca. Sembrava una piccola stella, e brillava di luce propria. Sora intuì ciò che stava per fare, ricordando ciò di cui erano capaci gli eroi di Super Mario... ma erano entrambi molto lontani dal loro mondo virtuale, dove la morte era un processo reversibile.
« Aspetta... non farlo! » lo implorò Sora. « Non farlo, Luigi, ti prego... non hai bisogno di arrivare a tanto! »
« Sì, invece » rispose l’ometto con un sorriso. « Lo faccio per voi, amico... per il mio mondo, per la principessa... e per Mario. Ora so che li rivedrò tutti... in un modo o nell’altro. »
E prima che Sora riuscisse ad impedirglielo, Luigi si portò la stella al petto. Il suo corpo si staccò dal suolo e rimase sospeso nell’aria per alcuni secondi, mentre la luce della stella lo avvolgeva completamente. Tornò quindi a terra e si lanciò alla carica contro i Senzavolto, rapido come un proiettile; temporaneamente invulnerabile, travolse tutti al suo passaggio, aprendo un nuovo varco tra le fila nemiche. Sora e gli altri Valorosi rimasero a guardare, stupefatti, mentre l’effetto svaniva poco dopo e Luigi fu di nuovo assalito dagli ultimi soldati, sparendo alla vista.
« Luigi! »
Sora scattò in avanti, pur sapendo che forse era già troppo tardi. Il varco rimase aperto abbastanza a lungo da permettere ai Valorosi di passare, raggiungendo finalmente gli ultimi ranghi dell’esercito. Sferrarono colpi a destra e a manca, tenendo lontani i Senzavolto che ancora osavano avvicinarsi; un ultimo fulmine di Mjolnir spazzò via lo sbarramento finale... e il gruppo arrivò dall’altra parte.
I Senzavolto battevano in ritirata, ora che il gruppo di eroi aveva superato la loro imponente orda. Il corpo di Luigi fu ritrovato là vicino, massacrato in pochi secondi da decine di spade: il suo sacrificio aveva permesso ai Valorosi di arrivare dall’altra parte, ma ciò non rendeva meno tragica la realtà dei fatti.
Un altro eroe era caduto.
Ma il tempo delle lacrime avrebbe dovuto attendere. Erano finalmente ai piedi della torre, dove il Nemico li attendeva. Alta, pietra nera e tetra, incommensurabilmente forte, montagna di ferro... costruita ai confini del Cimitero dei Mondi, così oscura e terribile alla vista da mettere a dura prova ogni speranza di coloro la guardassero. E sulla sua cima ardeva il grande Occhio, senza palpebra e con la pupilla verticale, puntato come un faro sinistro verso la battaglia. Questo si spostò subito verso i Valorosi, scrutandoli minaccioso.
« Ci siamo » dichiarò Jake, caricando il suo fucile. « È ora di chiudere i conti con quel maledetto una volta per tutte! »
« Sì! » esclamò Ed, sollevando il pugno. « Diamogliele di santa ragione, questa volta! Ci senti, grandissimo bastardo? Vieni fuori e affrontaci! »
Per un po’ regnò il silenzio ai piedi della torre, poiché non era cambiato nulla. Poi, con grande sorpresa di tutti, l’Occhio svanì, come se la sua fiamma si fosse spenta. Contemporaneamente si aprì una grande porta ai piedi della torre, nera e cupa come il resto della costruzione, e agli occhi dei presenti apparve una figura: immenso e minaccioso, alto due volte un uomo e ricoperto da un’armatura nera, armato di mazza. Il suo respiro, un suono glaciale e cavernoso, faceva rizzare i capelli dietro la nuca.
Sauron era infine giunto, ancora una volta. Il suo corpo era nuovamente integro, come se non fosse mai stato colpito dal Dragon Slave di Rina. La sua capacità di ripresa era davvero incredibile.
I Valorosi rivolsero subito l’attenzione sulla cosa che avrebbe decretato la loro sorte: il piccolo anello dorato che scintillava al dito di Sauron. La fonte del suo potere, secondo Harry, l’arma che lo rendeva pressoché invincibile... e immortale. Se era sopravvissuto agli ultimi scontri era grazie a quell’oggetto: finché non lo avessero distrutto, Sauron avrebbe continuato a tormentarli.
« Bah » grugnì Hellboy alla sua vista. « Stento ancora a credere che questo stronzo ci abbia dato più fastidi di tutte le nostre Nemesi messe insieme... e non sappiamo nemmeno chi diavolo è. »
« Ha importanza? » ribatté Lara. « Per me è solo un altro mostro da distruggere. »
« E allora distruggiamolo » dichiarò Jake. « Ricordate il piano, ragazzi... tocca a te, Harry! »
« Accio anello! » gridò il ragazzo, puntando la bacchetta verso la mano destra di Sauron. Questa iniziò a tremare, come se una forza invisibile cercasse di tirarlo in avanti; con sorpresa dello stesso Signore Oscuro, l’anello si stava sfilando dal suo dito, attratto dall’incantesimo di Harry. Nel suo mondo si trattava di un banale incantesimo per attrarre semplici oggetti... ma laggiù, fortificato dalla Bacchetta di Sambuco, era in grado di attrarre persino gli artefatti più oscuri e potenti.
Sauron strinse il pugno per impedire che l’oggetto volasse via, e alla fine spezzò il controllo dall’incantesimo. Restò al suo posto, ancora sorpreso per ciò che era appena avvenuto. Aveva rischiato di perdere tutto nel giro di pochi istanti. I Valorosi approfittarono della sua distrazione per attaccare ancora: Jake cominciò sparando una raffica di colpi con il suo M60; Lara usò il Martello per scagliargli contro una scarica di fulmini; Po protese le mani in avanti e sparò un Colpo di Chi, centrandolo in pieno petto; Ed usò l’alchimia per trasmutare il suolo, creando un groviglio di catene che si avvolsero intorno a Sauron; Sora, l’Armatura del Keyblade ancora indosso, si scagliò sul Nemico con la stessa tecnica che aveva sconfitto il Maestro Xehanort. Hellboy completò l’opera, facendosi lanciare da Po come la volta scorsa: il suo pugno di pietra colpì Sauron alla testa, incrinando l’elmo ancora una volta.
Terminato l’attacco, i Valorosi notarono che non era cambiato nulla. Sauron era ancora in piedi, rimasto quasi illeso: il potere dell’Anello lo aveva protetto ancora. Nel frattempo si liberò dalle catene e sollevò la mazza, pronto al contrattacco.
« Finché porterà l’anello, nulla gli farà effetto! » esclamò Harry. « Dobbiamo distruggere l’anello... miriamo alla sua mano! »
I compagni annuirono, ma nel frattempo Sauron si era fatto avanti. La sua mazza calò su di loro, ma riuscirono a schivarla; il colpo frantumò il terreno con una forza colossale, facendolo tremare per centinaia di metri tutt’intorno. I Valorosi si sparpagliarono, ma rimasero in guardia; ognuno di loro fissò lo sguardo sul vero obiettivo, l’Anello... ancora infilato al dito metallico dell’Oscuro Signore.
Attaccarono di nuovo, cercando di correggere la mira; ma Sauron aveva ormai capito le loro intenzioni, e non poteva permetterlo. Scariche elettriche, trasmutazioni, proiettili e pugni di pietra furono trattenuti da una barriera trasparente, che lo protesse perfettamente.
« Finite incantatem! »
Il nuovo incantesimo spezzò quello di Sauron, dissolvendo la barriera. Po si avvicinò a lui con un balzo e gli sferrò un colpo sul polso destro; si udì un forte rumore metallico, e Sauron barcollò all’indietro. Jake sparò una nuova raffica di colpi che raggiunsero la mano del mostro; giurò di averli visti andare a segno, ma l’Anello rimase intatto; ci riprovò Lara con un nuovo colpo di Mjolnir, ma Sauron riuscì a proteggersi con la mazza. Reagì un istante dopo, provocando un’onda d’urto micidiale che spazzò via tutti quanti. I Valorosi rotolarono a terra per parecchi metri prima di riuscire a fermarsi, e si rialzarono subito dopo, visibilmente frastornati.
« PICCOLI UOMINI » dichiarò Sauron con la sua voce terrificanti.
« Argh! » esclamò Ed, irritato. « Tu guarda se devo sopportare simili insulti anche da lui... brutto, gigantesco ammasso di ferraglia che non sei altro! »
« È davvero incredibile » mormorò Po, uno dei più sconvolti. « Anche conoscendo il suo punto debole, non riusciamo ad abbatterlo. Che cosa possiamo fare? »
Qualcuno atterrò di fronte a lui, come se il suo pensiero lo avesse evocato. Il gruppo lo riconobbe subito: era Sasuke Uchiha; il ninja era sopravvissuto alla battaglia contro i Senzavolto, uscendone praticamente senza un graffio. Stringeva la presa sulla sua katana, mentre fissava lo sguardo sull’ignoto Nemico.
« Serve una mano? » commentò, senza guardare i Valorosi.
« Uhm, sei gentile » gli rispose Hellboy, « ma non vorremmo privarti dell’unica che ti resta. »
Sasuke non disse nulla, forse perché non aveva gradito la battuta.
« L’anello » disse Harry, rivolto a lui. « L’anello sulla sua mano... devi mirare a quello! »
Sembrò aver ricevuto il messaggio, perché un istante dopo si era già scagliando su Sauron, sferrandogli una serie di fendenti con la sua katana caricata con energia elettrica. L’Oscuro Signore sembrò in difficoltà ma rimase al suo posto, resistendo ancora una volta a quell’attacco; anche se Sasuke aveva mirato all’Anello, i suoi colpi non riuscirono a distruggerlo. Sauron lo allontanò infine con un colpo di mazza; Sasuke accompagnò il colpo e atterrò in piedi poco lontano. Non era finita: un raggio infuocato eruppe dagli occhi di Sauron e colpirono Sasuke in pieno, provocando una forte esplosione.
« Sasuke! » gridò Sora, ansioso.
Una nube di fumo celò ai presenti la vista di una nuova, possibile sciagura. Quando si abbassò, videro tutti qualcosa d’inaspettato: Sasuke era ancora in piedi, avvolto da una sorta di aura viola che lo aveva protetto come uno scudo. L’aura – un’energia interiore che nel suo mondo era nota come chakra – aumentò di volume, fino ad assumere la forma di un gigantesco guerriero, superando in altezza persino Jake e Sauron. Il ninja usò questo potere per scagliarsi di nuovo su Sauron, che tuttavia rimase al suo posto; l’enorme spada di chakra si abbatté sull’Oscuro Signore, che si protesse di nuovo con una barriera. Creò dunque un globo nero sulla mano libera e colpì Sasuke con una forza immensa, tale da investire anche i Valorosi con l’onda d’urto: il potere oscuro ebbe un grave effetto su alcuni di loro, come nel caso di Sora; la sua Armatura del Keyblade andò in pezzi dopo averlo protetto. Annullò anche la tecnica di Sasuke, dissolvendo il guerriero di chakra fino a farlo svanire. Persino il Susanoo, uno dei poteri più devastanti del clan di Sasuke, non era servito a niente contro l’Oscuro Signore.
Ciononostante, il giovane dai capelli neri non aveva ancora gettato la spugna. I Valorosi lo videro rialzarsi in piedi, nonostante quel contrattacco lo avesse ridotto piuttosto male.
« Se pensi che io voglia arrendermi... ti sbagli di grosso » ribatté Sasuke, rivolto a Sauron. « Non so se capisci ciò che dico... ma sai, il mio migliore amico ha passato interi anni per ficcare un po’ di buon senso nella mia testa dura. E se c’è una cosa che ho imparato da quel deficiente è proprio questa... io non mi arrenderò mai! »
Sauron non disse nulla, ma rispose con un nuovo raggio infuocato. Sasuke si scansò, così velocemente da dare l’impressione di essere sparito; i Valorosi lo videro riapparire alla destra del Nemico e scagliargli contro la spada elettrificata. Questa andò a conficcarsi sulla mano; Sauron non batté ciglio e scagliò un nuovo colpo magico con la mazza. Sasuke schivò di nuovo con un balzo, atterrando sul braccio del Nemico; recuperò la sua katana e si preparò a colpire: l’Anello era davanti a lui, molto vicino...
Sauron lo afferrò prima che accadesse. L’Oscuro Signore gettò la mazza a terra e usò la mano ormai libera per ghermire Sasuke, allontanandolo dall’Anello; il giovane ninja non fece in tempo a liberarsi, Sauron stava già per schiacciargli la testa con l’altra mano.
« Expelliarmus! »
La voce di Harry infranse lo stato di terrore che si era creato, come un faro acceso nelle tenebre. L’incantesimo colpì Sauron alla mano e l’Anello schizzò via dal suo dito, lasciando il suo padrone; il Nemico fu distratto da quella mossa, e Sasuke ne approfittò per fare la sua.
Amaterasu!
Con un rivolo di sangue che colava dal suo occhio destro, una fiamma nera si accese sul braccio di quel mostro, diffondendosi rapidamente. Sauron urlò e lasciò la presa dal ninja; cadde verso il basso, ma Jake lo afferrò al volo per allontanarlo dal Nemico, ormai preda di quella tecnica micidiale. Non aveva più l’Anello, e la sua onnipotenza si era spenta nel giro di un istante.
Anche se indebolito, Sauron era ancora in piedi. Era tempo di finirlo una volta per tutte. I Valorosi si fecero dunque avanti e scagliarono un colpo a testa, facendo attenzione a non toccare il fuoco nero. Il Keyblade, Mjolnir, il Buon Samaritano, il potere del Chi, l’alchimia e una buona raffica di M60... finché Sauron non cadde finalmente in ginocchio. Le fiamme nere continuarono ad ardere, finché di lui non rimasero che pochi pezzi di metallo sparsi a terra. Il suo ultimo urlo si affievolì fino a svanire, inghiottito dal vuoto del mondo.
Sauron era stato distrutto, finalmente, e le conseguenze divennero subito evidenti sul campo di battaglia. L’esercito di Senzavolto, impegnato a combattere contro gli altri eroi, si fermò all’improvviso: le armature con cui Sauron li aveva vestiti si staccarono dai loro corpi. Smisero dunque di combattere e cominciarono a disperdersi, come se nulla fosse.
« E ora che gli prende? » commentò Lady Death, osservando l’esercito in ritirata. « Hanno deciso di arrendersi? »
« Ce l’hanno fatta » mormorò Catherine con un sorriso. « Edward e i suoi amici hanno sconfitto il nemico! »
Anche il gruppo rimasto in ospedale poté constatare questo fatto, e tutti quanti lanciarono un sospiro di sollievo. La guerra contro i Senzavolto era finita. Merida, Katniss e gli altri eroi sul muro riferirono la notizia a quelli rimasti dentro l’edificio: il dottor House, lieto di saperlo, fu libero di ritornare al suo posto insieme ai pazienti.
Ma torniamo ai Valorosi, ancora impegnati a riprendere fiato dopo la distruzione di Sauron. Erano tutti in piedi, tranne Sasuke. Il ninja aveva riportato serie ferite da quello scontro: perdeva sangue dalla bocca, come se avesse delle lesioni interne. Gli alleati lo avevano raggiunto per soccorrerlo, ma non poterono fare altro che constatare la realtà dei fatti.
« Per Eywa » esclamò Jake sconvolto. « Ma come hai fatto a ridurti in questo stato? »
« Hah... vallo a sapere » mormorò Sasuke, quasi con indifferenza. « Sembra che il potere di quella creatura fosse particolarmente efficace su di me... e su chiunque provenga dal mio mondo. Ma lo stesso valeva per lui, visto che... il mio Amaterasu lo ha disintegrato. Certo, senza il vostro aiuto... non ci sarei mai riuscito... grazie. »
« Non fare così! » protestò Po. « Non parlare come se ci stessi dicendo addio... riusciremo a curarti, vedrai... andrà tutto bene! »
Sasuke fece una smorfia simile a un sorriso.
« Va bene così » sussurrò. « Ormai è finita... non ho più niente da fare, qui. Era l’ultima battaglia, dopotutto... è giusto che io mi fermi qui. Forse è davvero questo... il modo per tornare a casa.
« Alla prossima volta, Naruto... amico mio. »
E sotto lo sguardo angosciato di tutti, Sasuke Uchiha esalò l’ultimo respiro. I suoi occhi tornarono neri prima di chiudersi per sempre, ma sul viso era rimasto un sorriso soddisfatto. Un altro caduto, scelto da Nul come nemesi per un altro eroe, ma rivoltatosi contro quella sorte... ora votatosi al sacrificio, pur di aiutare gli ultimi eroi nella loro battaglia.
Non potevano fare nient’altro per lui. Jake tornò dunque in piedi e guardò gli altri Valorosi, in piedi intorno a lui. Lo scontro era finito e stavano tutti bene, benché ridotti quasi allo stremo delle forze. Poi si accorse che qualcosa non andava: il suo sguardo si posò su Harry, rimasto fuori dal cerchio. Lui non aveva attaccato insieme agli altri dopo aver disarmato Sauron, e ora capiva perché: il giovane mago era immobile sul posto, reggendo in mano l’Anello. Lo fissava con aria rapita, come se fosse la cosa più importante al mondo.
Un’orribile sensazione si diffuse tra i presenti, che cominciarono a preoccuparsi. Quell’anello era imbevuto di male e potere allo stato puro, tolto con enorme fatica dalle mani del suo padrone...
« Harry...? » cominciò a dire Sora.
Il ragazzo alzò lo sguardo, e un sorriso maligno si diffuse sul suo volto.
« L’anello è mio » dichiarò. Sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, alzò la mano, facendo per infilarsi l’Anello al dito. Il pericolo non era ancora cessato, e l’Ombra stava per impossessarsi di un caro amico...
« Fermo, imbecille! »
Si voltarono tutti, compreso Harry, e videro un nuovo arrivato apparso come dal nulla. Si trattava di Eidan, il misterioso ragazzo dai capelli d’argento: fissava il giovane mago con serietà, disarmato, eppure pronto a reagire al minimo accenno di pericolo. Harry rimase a guardarlo per alcuni istanti, poi tornò a concentrarsi sull’Anello. Eidan estrasse dunque una bacchetta dalla sua manica e la puntò su di lui.
« Crucio! »
Una scarica di dolore colpì Harry prima che fosse troppo tardi. Il ragazzo urlò e cadde a terra, lasciando cadere l’Anello. Eidan agitò ancora la bacchetta e l’Anello schizzò per aria, volando lontano oltre la torre di Sauron. Cominciò dunque a camminare, avvicinandosi ai Valorosi sempre più esterrefatti.
« Harry! » esclamò Sora, precipitandosi su di lui. « Stai bene? Dì qualcosa... Energia! »
Il ragazzo riaprì gli occhi, con aria confusa.
« Miseriaccia... vi prego, non ditemi che l’ho fatto davvero. Stavo per indossare quell’affare! »
« Va tutto bene » lo rassicurò l’amico. « Te lo abbiamo impedito appena in tempo. »
Guardarono entrambi Eidan, che tuttavia non appariva in alcun modo rassicurante. Sembrava un’altra persona, in quel momento: non più il ragazzo freddo e privo di speranze che avevano conosciuto il giorno prima in ospedale. Si concentrarono in particolare sul suo aspetto, ora che indossava qualcosa di nuovo: un lungo soprabito bianco con il cappuccio... ma prima che uno di loro giungesse a conclusioni sconvolgenti, il ragazzo dai capelli argentati riprese la parola.
« È proprio vero... se vuoi una cosa fatta bene, devi fartela da solo » commentò Eidan seccato, osservando i membri del gruppo uno dopo l’altro. « Avrei dovuto occuparmi di voi personalmente fin dall’inizio... non delegare il compito a un branco di imbecilli. »
A quel punto, la verità cominciò ad affiorare nella mente di tutti gli eroi. Sora, Lara, Harry, Po, Ed e Jake, osservando quel tipo, scoprirono finalmente con chi avevano a che fare in realtà. Un nuovo, inquietante dettaglio di quella folle avventura, unito alla consapevolezza di essere stati ingannati fin dall’inizio.
Avevano di fronte l’artefice di tutti i loro guai.
   
 
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