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Autore: shana8998    18/02/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era un palazzo particolarmente strano quello che stavo osservando dal marciapiede opposto. All'esterno ricordava una villa abbandonata; i muri frastagliati di grandi e profonde crepe, la tinta sbiadita , sgretolata, i rampicanti di alcune piante sui vari balconcini,che disegnavano orrende venature lungo tutta la costruzione...
"Ok adesso mi spiego il prezzo..". Sospirai sconsolata e prendendo un gran respiro mi feci il segno della croce sarcasticamente, decidendomi raggiungere l'enorme portone in legno massello_ovviamente anch'esso ormai usurato e logoro.
Il mio dito partì spedito su l' unico pulsante presente, quello con il cognome dell'ex proprietario.
-Si?...-. Una voce acuta , quasi sgradevole trillò dal nulla.
-Salve sono Anastasia. Le ho mandato un sms questa mattina per sapere se potevo dare un'occhiata all'appartamento.-. Dissi il più chiaramente possibile scandendo ogni parola perchè , bhe il tizio che mi aveva risposto al citofono diciamo che non mi sembrava molto sveglio.
-A sisi. Ricordo perfettamente , salga pure...-. Il "clack" dell'orrendo portone marrone sbiadito mi fece intendere che potevo entrare. 
Così quasi del tutto convinta che stessi facendo un'enorme cazzata , mi trascinai controvoglia sino al secondo piano.
L'interno però mi stupì. Era ben messo. Le pareti chiare , piante finte e vere su ogni angolo. Un buon odore di detersivo lungo tutto il corridoio.
Non mi sarei mai aspettata un interno del genere..
Varcai l'ultimo gradino.
Di fronte la porta di un ascensore. Mi maledissi mentalmente per non essermi guardata meglio intorno, potevo risparmiarmele quelle tre rampe di scale con i gradini di "sette metri" l'uno!
-Anastasia?..-. Mi voltai di colpo.
Alla mia destra, una porta verdone era semi aperta e la sagoma di un ometto in giacca e cravatta vi era sgusciato fuori senza che me ne fossi accorta.
Che tipo! Basso quasi più del normale, con un completo gessato azzurrino ed una cravatta...Che dire , già solo quella metteva le lacrime agli occhi. Ed in testa cosa aveva? Un'aureola per caso?! Cos'era quella pelata lucente !!! 
"Pensa se un raggio di sole ci finisse sopra...La retina dei miei occhi sarebbe spacciata!" . Ridacchiai dentro me come una stupida.
-Si. Salve sono io.-. Forzai un sorriso da Barbie.
-Entri pure...Oggi è la seconda persona che visita quest'appartamento!-. Disse con enfasi.
"Si e magari anche l'ultima vero?".
Lo guardai di traverso ma lui non se ne accorse.
Mi fece strada scansando delicatamente una delle due ante della porta verdone.
-Si accomodi..-.
Dire che la mia bocca toccò terra dallo stupore era troppo poco.
Era immensa! 
Solo l'ingresso era tutto il salotto e la camera dei miei genitori nella mia vecchia casa!
Mi guardai attorno per svariati minuti senza proferire parola al tizio ingessato.
Mi piaceva. Non era moderna , forse a parere di altri poteva risultare alquanto "vecchiotta" eppure quella casa aveva un non so che' di accogliente.
Furono forse i pavimenti a scacchi gialli e verdi o l'enorme finestra dritto alla porta d'ingresso...Non lo so ma me ne innamorai.
-Venga questa è la cucina...-. Mi precedette verso una porta alla nostra sinistra.
La cucina non era stata portata via dal vecchio proprietario. Era in legno ed acciaio. Una di quelle classiche cucine che si trovano in quasi tutte le case. Moderna ma al contempo antica come quella dei vecchi casolari. Brillava. Sapeva di pulito.
Poco distante un tavolino e quattro sedie.
-Come mai non è stato portato via l'arredamento di questa stanza?-. Chiesi spontaneamente.
-Al vecchio proprietario non serviva più.-. Rispose il tizio con altrettanta ovvietà.
-Capisco...-.
-Ecco. Venga le faccio vedere il resto..-. Fece poi come se volesse cambiare discorso.
Tornammo all'ingresso e lo atraversammo velocemente verso la seconda porta in legno marrone scuro.
"Gli infissi sembrano in buono stato.." Constatai mentre lentamente prendevo atto del fatto che quella casa realmente potesse essere mia.
Al di là della seconda porta un rettangolo di mattonelle divideva tre porte dello stesso legno scuro.
-Qui c'è il bagno..-. Afferrò velocemente la maniglia in ottone alla sua sinistra e l'abbassò spalancando la lastra lignea.
-E queste sono altre due stanze. Erano adibite a camere da letto ma volendo può  farne di una, un salotto..-.
Il bagno era piastrellato di mattonelle azzurro chiaro bordate di blu dove , i sanitari bianco candido risaltavano notevolmente , mentre le stanze erano vuote. A terra parquet mentre i muri di una erano sul rosa carne e dell'altra sabbia chiaro.
-E' mia ! La prendo!-. Esclamai con un'insano tono da psicopatica euforica.
Ma non feci in tempo a firmare vocalmente quel contratto d'affitto che una sagoma snella apparve dal nulla.
-In realtà questa casa l'ho vista prima io...-. 
"E adesso!? Da dove spunta questa?!".
Sbattei ripetutamente le palpebre sperando che la ragazza dai lunghi capelli miele e la pelle sin troppo abbronzata per essere Ottobre , sparisse.
Non sparì.Ovviamente.
-No guarda.Ho appena deciso di affittarla io , perciò puoi anche girare i tacchi ed uscire..-. Le feci con non poca arroganza.
Mi guardò come se avesse visto un mostro..
-Ma se...L'affittiamo insieme?-. Le tremò la voce.
"I...Insiem...e?. Questa è pazza!"
-Sto cercando una casa che sia solo mia mi dispiace.-. La freddai.
-..Ma io... Non so dove andare. Gli affitti in questa città sono esorbitanti.Questa è l'unica con un prezzo così basso...E poi...Pensaci sono 50 a testa molto meno di quello che spenderesti da sola..-. 
Mi portai due dita al mento solleticandolo leggermente, mentre riflettevo su quell'ultima frase.
"Metà spesa...Metà affitto.."
-Non è una brutta idea!-. Dissi poi con enfasi .
Vidi sul volto di lei l'espressione mutare del tutto ed un enorme e raggiante sorriso perfetto .scolpirglisi sulle labbra.
-Allora accetti?!-. Battè i palmi delle mani.
Sembrava così innocente...
Sembrava...Appunto.
-Si accetto!-. Le alzai il pollice in segno di consenso.
-Yuppy! Ho una nuova coinquilina!-

Quel giorno non firmammo solo un contratto d'affitto , ma stipulammo un vero e proprio patto di amicizia che sarebbe perdurato nel tempo..

Lasciai la facoltà di economia e commercio per inscrivermi a giornalismo qualche tempo dopo. Emily che ora chiamerò con il nome di Lily , come ero solita chiamarla, mi aiutò nella scelta. Disse che sua sorella maggiore l'aveva frequentata anni prima e che perciò mi avrebbe indirizzato dai migliori giornalisti del posto per fare il tirocinio.
Lily non mi abbandonò un solo giorno durante tutti gli esami di ammissione , ed anche dopo finchè non riuscii a cavarmela da sola ed ebbi il mio primo incarico...

-Allora? Com'è andata?-. 
Ero appena tornata dall'istituto dove la commissione esterna aveva ascoltato il mio saggio breve , l'ultimo prima dell'incarico che mi avrebbero assegnato. 
Lily era seduta sul divano esattamente all'ingresso della casa , di spalle. Si voltò non appena sentì la chiave nella toppa e mi vide rincasare.
_Ovviamente ero zuppa come ogni santo giorno di quel maledetto e disgustosamente piovoso Novembre_
-...Emh...Sono passata..-. Le sorrisi all'improvviso.
Balzò di colpo dal divano manco fosse la donna gatto e mi si gettò letteralmente addosso.
- Evviva ! Lo sapevo che ce l'avresti fatta!-. Strillò..NO ok. Ci guardammo e poi strillammo insieme come due idiote !
-Adesso dobbiamo festeggiare aspettami qui!-. Fece cenno di attendere con la mano per poi sparire nella cucina.
Tornò minuti dopo con due calici fra le dita ed una bottiglia di spumante.
-Hai intenzione di ubriacarti Lily?..-. Le dissi quasi incredula senza spegnere il sorriso.
-Ovvio! Dai avanti siediti!-. 
Mi tolsi di dosso il soprabito gocciolante e raggiunsi il divano.
Dopo essermi coperta le gambe con il mio plaid preferito lasciai che mi passasse il calice e versasse lo spumante.
-La lettera?..-. Aggrottai un attimo le sopracciglia. -Ma si dai Anastasia! L'incarico ! Dove ti hanno spedita?-.
-Ah! Non lo so ancora non l'ho aperta..-. Dissi dando poca importanza a quel pezzo di carta che sfilai dalla tasca del jeans porgendolo a lei fra due dita.
-Da qua!-. L'afferrò ed avida scartò la busta.
-Guarda è zuppa! E' così che tieni ai tuoi incarichi Anastasia?!-.
In quel momento l'istinto di sputargli fu quasi irrefrenabile.
Non lo feci ovviamente, mi limitai a guardarla storto.
Lesse velocemente con gli occhi biascicando parole confuse.
-Oddio!!!-. Strillò di colpo saltando in piedi sulla seduta del divano.
-Che cazzo ti prende adesso!?-. Ripresi per miracolo il mio calice che per poco non abbracciò calorosamente il pavimento.
-Tu.Non sai. Chi dovrai intervistare per primo.-. Scandì sillaba per sillaba marcando ogni frase. Faceva così solo quando mi dovevo preoccupare o quando doveva spettegolare di qualcuno. Ma siccome non poteva trattarsi di pettegolezzi , incominciò a salirmi un'ansia soffocante in petto.
-Chi? Avanti!-. Cercai di strapparle la lettera dalle mani. La tirò più a se.
-Alexander Dragonov.-. Dalla sua espressione doveva essere qualcuno di estremamente popolare...
-E...Chi sarebbe?-.
-C..Come chi sarebbe!!! E' il più ricco e famoso avvocato di tutta la città tonta! Ho preso giurisprudenza solo per sfidarlo , un giorno, a duello in un'aula di tribunale!-. Gracchiò acida come se le avessi toccato il suo amato cagnolino.
-AH. E io che ne potevo sapere..-. Restai impassibile.
-Come che ne potevi sapere....Ma dove vivi?-. Piagnucolò lagnosa.
Sospirai una risatina mentre mandavo giù l'ultimo sorso della bevanda. Poi misi le mani al mio pacchetto di sigarette.
-Quindi dici che intervistando questo tizio potrei far carriera?- Inspirai una leggera boccata di veleno che si mischiò al dolce dello spumante.
-Oh bhe ovvio! Ammesso che lui ti conceda un'intervista si intende...-. Sibilò maligna.
-Cosa vuol dire? Che nessuno si è mai offerto di fargli quattro domande?-.
-Tutti si sono offerti.-. Ringhiò. -Ma nessuno è arrivato a più di un passo dal suo studio.-. Riempì nuovamente il suo bicchiere ed aggiunse:-Dicono che guardi i giornalisti dalla sua telecamera e li cacci senza nemmeno conoscerne il nome...-.
Ingoiai a vuoto. Non potevo incominciare la mia carriera con una porta spiaccicata in faccia.
-Che gran figlio di...-. Contenni la rabbia. -E mai nessuno gli ha rotto il muso? Infondo questo significa non rispettare il lavoro altrui..-.
Fece spallucce.
-Nessuno lo fa perchè sa che si ritroverebbe in gatta buia. Sai lui è capace di tutto..-. Scolò l'ennesimo bicchiere di bollicine dorate.
-Sai Anastasia , ci sono anche delle leggende su di lui..-.
-Ah..Ah..ahahaha ma dai!Come fa un semplice...-. Mi corressi immediatamente quando mi folgorò con lo sguardo. -Un avocato seppur di prestigio ad avere addirittura qualche leggenda alle spalle?!-.
-Dico sul serio! Si dice che tutti coloro che abbiano mai messo i bastoni fra le ruote a lui durante la sua carriera siano misteriosamente scomparsi.-.
-Brr..Sa di film horror..-. Ridacchiai.
Sbuffò lei.
-Io credo che con tutto il potere che ha li ha costretti ad espatriare in cerca di altri lavori..-.
-Ed è per questo che ne sei così affascinata? Vorresti anche tu diventare una tiranna in giacca e cravatta e far scappare tutti?-. La presi in giro dandole una leggera spintarella.
-Scema.-. Sbuffò ancora, poi si alzò di scatto e prese il suo pc appoggiato sullo scaffale di una piccola libreria.
-Non è solo per quello...Guarda qui...-. Mi porse il portatile. Sullo schermo , la ricerca su Google del suo nome ed una sfilza di sue foto.
-Bhe...E' senza dubbio...Un bell'uomo..-. Commentai cercando comunque di mantenere noncuranza verso la sua persona. Come se quello fosse l'unico modo per non temerlo e per non temere l'intervista prossima.
-Bell'uomo? Ma lo hai visto?! E pensa che ha solo 30 anni!-.
Era davvero bello. Nella sfilza di foto , non ve ne era una dove non avesse uno smoking o un taijer scuro perfetto in ogni cucitura o un capello fuori posto. Sempre, perfettamente gellati all'indietro di un nero pece che quasi sembrava falso.
E quegli occhi? Cos'erano? Non ne avevo mai visti di così belli. Certo internet non è una fonte attendibile magari qualcuno glieli aveva modificati , ma Dio, modificati o meno erano qualcosa di impossibile da immaginare. 
Oro. Lucenti. Come se avesse dentro le iridi mille pagliuzze di pietre preziose ambrate.
Erano ipnotici da perdercisi dentro.
-Stai sbavando vero?-.
-Eh..Ma che dici!-. Le tirai il pc che rimbalzò sulle sue cosce.
-Io con gli uomini ho ben poco a che fare , non ho tempo per loro e no, non mi concedo nemmeno di sbavare..-. Le feci poi la linguaccia per sdrammatizzare quella frase detta con tanto nervosismo.
Avevo esagerato specie perchè lei mi aveva fatto solo una battuta e nulla di più.
Ma per qualche strano motivo il tasto "uomo" mi dava un tremendo fastidio se premuto.
Non che avessi subito traumi o fossi stata scaricata brutalmente...Ma proprio perchè io di uomini non ne avevo mai frequentati molti.
Ed ecco la prima colpa dei miei genitori: Nessun ragazzo prima dei 18 anni e solo se laureato, benestante e di buona famiglia , dopo.
Indi per cui , io chi cazzo mai avevo potuto conoscere?!
Zia Dana non aveva fatto altro_per anni _che ripetermi: "Gli uomini sono maiali. Vogliono solo una cosa da noi donne specie in giovane età". Così mi ero sempre vestita da ottantenne , mai truccata , mai andata a ballare se non di nascosto , ma mai nessuna mi aveva prestato abiti adatti. 
"Già è troppo che ti copriamo" Mi avevano sempre ripetuto le mie vecchie amiche del college.
Eh già...Per loro la mia presenza era sempre di troppo.
Alla fine quando per sbaglio ascoltai la conversazione fra due di loro che mi attribuivano dispregiativi del tipo "piattola", "noiosa", "pezzente", "sudicia", magari senza che nemmeno sapessero i veri significati, lasciai perdere e smisi anche di andare alle feste di nascosto.
Studiai. Lo studio era l'unica consolazione. Con esso non pensavo ad altro.Era liberatorio. Era diventato la mia vita. Lo studio era il mio "uomo".
Perciò poi le cose andarono come sono andate.

 Lily aveva_come immaginavo che facesse_alzato troppo il gomito e crollò sul divano.
Così io ne approfittai per spogliarmi e farmi una breve doccia .
"Non l'hai portata a dormire?" Mi chiederete. No. Affatto. Doveva imparare a bere di meno. Però la coprii  le misi un cuscino comodo sotto la testa e le schioccai un bacio in fronte.
Questo per me bastava ed anche a lei dato il volto rilassato che aveva avuto successivamente. Quasi ci avevo scorto persino un brevissimo sorriso...
Le volevo estremamente bene anche se certe volte mi rendevo conto che ero sin troppo aggressiva , distaccata ed acida con lei che nonostante tutto mi sopportava e supportava giorno per giorno.

Decisi in fine di sotterrarmi al caldo delle mille-mila coperte che avevo sul mio letto.
"Lunedì alle 10 del mattino eh?...". Restai con la testa appoggiata sul braccio destro e la mano di quello sinistro tesa fuori dalle coperte, con la lettera fra le dita , per minuti infiniti, fissando quelle poche righe nere su bianco vuote come il nulla.
Esattamente lo stesso nulla che avevo in mente quando pensavo alle domande da porre a quell'uomo..
Lunedì non era lontano ed io non avevo la minima idea di cosa inventarmi...
   
 
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