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Autore: partyponies    18/02/2016    3 recensioni
Perciò, se Annabeth giocava sporco, perché non poteva farlo anche lui? D'altronde era l'unico che poteva far arrossire la grande Annabeth Chase.
La guardò profondamente negli occhi e fece la sua mossa, senza distogliere lo sguardo. Si era accorto che spesso, molto spesso, Annabeth rimaneva a fissarlo per ore. Anche quella volta rimase incantata, con il panino a mezz'aria e la bocca spalancata in una piccola O.
Percy sorrise maliziosamente. - Ti sto aspettando.
Lei scosse la testa, come per riprendersi, e fissò la scacchiera. Ragionava così tanto che Percy quasi riusciva a vedere gli ingranaggi del suo cervello lavorare. Ingranaggi, si disse, che fermerò col mio sex appeal.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a/n: solo una vecchia os che ho ritrovato. Ambientata durante l'estate successiva alla Guerra nella Grande Casa a CHB, perché nel mio immaginario il finale di BOO è completamente diverso.

Scacco matto



Alcune volte Percy si domandava perché mai avesse dovuto innamorarsi proprio di una figlia di Atena. Non fraintendetelo; Annabeth era fantastica, sia intelligente che bella, ma anche molto orgogliosa e determinata.

Perciò,  quando quel giorno le era venuto in mente di fare una partita a scacchi,  niente le avrebbe fatto cambiare idea.

L' unico che si era offerto di sfidarla era stato Percy,  che da buon ragazzo che era, trovava la cosa molto... romantica, diciamo.  Perlomeno, era stato quello il suo primo pensiero; quando si erano seduti uno di fronte all'altro e Annabeth aveva già mangiato un suo pedone, Percy sapeva che era finito.

Non era l' unico a esserne consapevole, ovviamente;  lo sapevano anche i suoi amici e, soprattutto,  la bionda che rideva maliziosamente di fronte a lui, giocando tra un boccone di panino e l'altro.

Percy fissava la scacchiera come se cercasse di decifrare la pagina di un libro di scuola: gli pareva incomprensibile. Non ricordava nemmeno tutti i nomi delle pedine, eccetto il cavallo; quello sì che era figo, peccato che potesse spostarsi solo a L.

- Percy? - chiese Annabeth. - Ti sto aspettando.

Il ragazzo sbuffò.  La figlia di Atena aveva più di un punto a suo favore: logica e strategia- due caratteristiche necessarie per vincere a scacchi.

Nonostante amasse Annabeth,  odiava giocare contro di lei; in qualche modo riusciva sempre a vincere. Per nominarne qualcuno, Call of Duty, Scarabeo, Monopoly, Cluedo, Assassino, Tris e adesso anche scacchi.

Bisogna anche dire che Percy le lasciava scegliere sempre a cosa giocare, perché non poteva resistere ai bacetti che gli dava al lato della guancia per convincerlo.

Finalmente,  la lampadina nel suo cervello si accese; Annabeth era un' ottima stratega, ma anche una grandissima ruffiana quando voleva tanto fare qualcosa. Percy ricordava che, una volta, la sua ragazza aveva giocherellato per tutto il tempo  con l'orlo della sua maglietta solamente perché voleva fare una partita a Nomi, Cose, Città.

Perciò,  se Annabeth giocava sporco, perché non poteva farlo anche lui? D'altronde era l'unico che poteva far arrossire la grande Annabeth Chase.

La guardò profondamente negli occhi e fece la sua mossa, senza distogliere lo sguardo. Si era accorto che spesso, molto spesso, Annabeth rimaneva a fissarlo  per ore. Anche quella volta rimase incantata, con il panino a mezz'aria e la bocca spalancata in una piccola O.

Percy sorrise maliziosamente.  - Ti sto aspettando.

Lei scosse la testa, come per riprendersi, e fissò la scacchiera.  Ragionava così tanto che Percy quasi riusciva a vedere gli ingranaggi del suo cervello lavorare. Ingranaggi, si disse, che fermerò col mio sex appeal.

Proprio quando stava spostando l'alfiere nella direzione del suo cavallo,  Percy la interruppe.

- Ho una domanda da porti- disse lui.

Annabeth alzò il mento, con un gesto che lo incitava a continuare.  

- Chi credi che abbia la spada più grande tra me e Jason?- domandò il moro. - Forse dovrei chiederlo anche a Piper,  sai... o ne hai già parlato te con lei?

La sua ragazza lo fissò con gli occhi sgranati e le punte delle orecchie rossissime, mentre la figlia di Afrodite si piegava in due dalle risate.

-Percy!-lo ammonì  la bionda a bassa voce.- Che domande fai?

Il ragazzo  alzò  le spalle con fare innocente, come se fosse una domanda normale da porre. Si accorse che Frank aveva messo una mano su una spalla di Hazel con fare protettivo, mentre Leo cercava di trattenersi dalle risate.

-Non mi hai ancora risposto - disse il moro,  cercando di prenderle la mano.

Annabeth  si fece tutta rossa in viso ed abbassò lo sguardo. -Emh, che ne dici se ne parliamo più tardi?

-Sicuro, pesce angelo. È ancora il tuo turno.

Era distratta, Percy lo sapeva. Se ne era accorto dai suoi occhi, prima fissi sulla scacchiera, poi verso di lui. Aveva fatto centro,  ma per riuscire nel suo intento gli mancava ancora qualche tappa.

Aspettò che muovesse le mani per parlare:- Ragazzi, che caldo qui dentro!

Si sfilò  la maglietta con fare noncurante e molto  lentamente, gustando lo sguardo sul volto di Annabeth.  Poi, rivolto ai ragazzi: -Non vi dispiace, vero?

Hazel era diventata più rossa di prima, mentre  Leo scosse la testa indifferente. Piper e Jason avevano capito le intenzioni del figlio di Poseidone  e si gustavano la scena con un sorriso malizioso.

Annabeth,beh… lei era senza parole. Non riusciva a staccare gli occhi dal suo ragazzo e da i suoi addominali scolpiti e…

Percy aveva ragione : si stava facendo  decisamente caldo.

-Ann?- la voce del suo ragazzo la riportò alla normalità.- E’ ancora il tuo turno.

La figlia di Atena scosse la testa e mormorò qualcosa sottovoce prima di fare la sua mossa. Quando si accorse che aveva spostato l’alfiere nella direzione completamente opposta rispetto a quella che aveva progettato, sbuffò e si mise le mani nei capelli.

Percy si accorse del suo atteggiamento e colse la palla al balzo: - Che noia questo gioco!- esclamò, passando una mano tra i capelli. - Penso che, dopo questa partita, andrò a farmi un bel riposino. A proposito, Leo- disse, rivolgendosi al ragazzo,- c’è qualcosa che ti ho sempre voluto chiedere.

Il figlio di Efesto, che giocherellava con i capelli di Calypso, addormentata su di lui, alzò lo  sguardo. - Spara, amico.

-Perché, sull’Argo II, avevi fatto in modo che il letto di Annabeth fosse più comodo del mio?-A quelle parole, la figlia di Atena sgranò gli occhi e cercò di articolare una risposta,ma arrossì solamente. -Intendo dire- specificò il moro- era molto più...rimbalzante, capisci? D’altronde- disse, con fare malizioso, - tutto è più bello nel letto di Annabeth.

-Confermi Ann?- domandò Jason.

-Percy!- urlò la ragazza, proprio mentre il ragazzo riuscì a farle cadere il panino e a sporcarle il volto.

- Ti sei sporcata, Bethie- sussurrò. - Dai, ci penso io.

Senza darle il tempo di rispondere, il ragazzo le prese il volto fra le mani e le diede un bacio lungo e intenso, di quelli che lasciavano Annabeth a boccheggiare come un pesce. Quando si staccò, le sussurrò nell’orecchio: -Ecco fatto.

Osservò bene la scacchiera e afferrò il suo re,portandolo davanti a quello della sua ragazza. -Ah, dimenticavo- disse,- scacco matto.

Poi, rivolto a tutti, annunciò che sarebbe andato a farsi una doccia ed uscì dalla stanza seguito dalle grida della sua ragazza e le risate dei suoi amici.

   
 
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