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Autore: Reneesme    23/03/2009    10 recensioni
Questa è la storia di Sybil Fox, una ragazza londinese di 22 anni.
Sybil è una normalissima ragazza con grandi sogni nel cuore ed una lingua (a volte) troppo lunga. Adora leggere qualunque tipo di lettura.
I libri le permettono di andare oltre il suo mondo e di vivere i suoi sogni.
Oltre ai libri, Sybil ha molte amicizie, di cui parecchie che durano fin dall'infanzia.
Nella sua vita, lei ha sempre tenuto un posto speciale nel suo cuore per una persona... per il suo migliore amico (N.d.a. chi sarà maiiii?? eheheheh).
I due ragazzi sono cresciuti insieme ed hanno vissuto le esperienze più disparate ma, come ogni bellissima storia, un giorno le loro strade si dividono.
Per volere del destino, quel bivio che li aveva divisi ora ritorna ad essere una lunga ed ampia strada... cosa accadrà adesso?
Spero di avervi incuriosito. Enjoy it! ^.^
CAPITOLO 2: COME BRONTOLO.
Qualche ora dopo, mi ritrovai sul divano beige di casa a braccia incrociate e con un occhio aperto ed uno chiuso.
Ancora non riuscivo a crederci.
<< Dobbiamo fare la spesa >> disse Logan entrando in salotto.
Si appoggiò sullo stipide della porta. << Ti sei trovata un compagno adatto >>.
Guardò il nano sistemato accanto a me, nella mia stessa posizione.
<< Uguali >> constatò felice come una pasqua e scoppiò in un fragorosa risata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2
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Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i mille di una vita.
Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte.
Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.

Fissavo incredula quelle pagine di cronaca mondana.
Alla fine, avevo ceduto anch'io e - contro ogni mia idea sulla libertà di stampa - avevo comprato quell'imbarazzante rivista scandalistica su cui capeggiava il titolo che mi aveva mozzato il fiato.
Provai una sorta di disgusto per me stessa, alla cassa dell'edicola.
Continuavo a dirmi "un altro passo... e poi fuori. Nessuno potrà rifacciarti di esserti abbassata a comprare questa cosa così... rosa".
Quella sensazione di rigetto era più che giustificata, visto che il giornale si chiamava "How women do it" ovvero "Come lo fanno le donne".
Il nome era già tutto un programma, anche se riuscivi a capire che non si trattava di una rivista porno solo sfogliandola - cosa che, probabilmente, aveva deluso molte persone perchè s'immaginavano di trovare qualche sexy infermiera in posa ammiccante.
La pubblicità ingannevole, una delle tre piaghe della società moderna: oltre al ritardo dei mezzi pubblici ed alla diffusione dell'ignoranza.
Com'era quella frase di Albert Einstein? Ah, si.
"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. E non sono ancora sicuro della prima".
Lui, sì, che aveva capito tutto dalla vita e c'era d'aspettarselo dall'uomo, il cui cervello venne diviso in 240 parti per essere studiato.
Finalmemente, dopo aver perso fin troppo tempo a criticare la copertina, arrivai a pagina tre.
Sorvolai sull'articolo che parlava interamente delle sue fan impazzite e mi concentrai sulle sue immagini. Erano cinque ed in tutte aveva la stessa espressione da incazzato/triste/dannato.
Poco possibile da ricreare volutamente per un servizio fotografico, ma comunque di grande effetto.
Analizzavo quel volto ormai cresciuto e nella mia memoria, lentamente, si faceva largo il ricordo di quel ragazzino ribelle.
Dovevo ammetterlo, in tutto il periodo del mio viaggio, avevo continuamente pensato a lui ed a come avesse appreso la notizia della mia partenza.
Non ero sicura, ma forse l'aveva sentita in giro. Le vecchie zitelle dovevano servire a qualcosa, no?  
Era davvero cambiato, negli ultimi quattro anni.
Il piccolo bruco che conoscevo era diventato una bellissima farfalla, dagli occhi profondi e dal fedele cappellino nero.
Ce l'aveva ancora. Quel cappello era una sorta di reperto archeologico, una reliquia, un cimelio di famiglia che doveva essere tramandato di padre in figlio. Magari, un giorno, i suoi discendenti avrebbe fatto a gara per aggiudicarselo. Ci avrebbero guadagnato un sacco di soldi.
<< Fermata Whitechapel >>
Chiusi la rivista e la riposi nella mia borsa, non appena sentii la voce meccanica della metro che annunciava la mia fermata.
Avevo deciso di ritornare sui miei passi, di ricalcarli ed andare avanti.
Dovevo tornare dove tutto era cominciato e finito contemporaneamente.
Dovevo tornare a casa mia.
Percorsi l'intero tragitto con lo sguardo basso, perchè speravo di non incontrare nessuno di familiare. Non avrei saputo proprio cosa rispondere alle domande che sicuramente mi avrebbero posto.
"Perchè sei partita?"
"Come mai sei tornata?"
"Cos'hai intenzione di fare adesso?"
Questioni troppo difficili da spiegare a parole e troppo complicate da affrontare, ora come ora.
Erano dei grossi macigni che mi poggiavano sulla schiena. Mi sembrava di essere Atlante, che dovava sorreggere tutto il peso del mondo sulle sue spalle. Io non avevo i suoi muscoli e la sua prestanza fisica, ero una vecchietta con il fiatone e le ginocchia scricchiolanti.
Di una cosa, però, ero sicura: sapevo dove dovevo andare e come arrivarci.
La "zia Linda" aveva preso in custodia le chiavi della mia vecchia casa e mi aveva promesso che se ne sarebbe presa cura, così con passo cadenzato, m'avviai verso il suo portoncino.
Quando me lo ritrovai davanti, tentennai un attimo. << Ora o mai più, Sybil >> cercai di farmi forza e suonai il citofono.
<< CHI E'? >> domandò una voce maschile e roca.
Probabilmente doveva trattarsi di Carl, il compagno della zia Linda.
<< Sono Sybil >> risposi timidamente.
<< CHIIIIII????? >>
Oh santo cielo, già non ci vedeva tanto bene ed ora, col tempo, era diventato pure sordo. Perfetto!
<< Sono Sybil Fox, la figlia di Lorelai >> urlai, sperando, di raggiungere il mio scopo.
Sentii scattare la serratura del cancelletto ed un tonfo provenire dall'interno. << Mi ha sentito! >>.
Linda e Carl abitavano in un'antica e tipica casa inglese su due piani, completamente rossa ed aveva un giardino talmente piccolo che non ci stavano neanche tutti i sette nani. Una cosa mi colpì guardando, appunto, il giardino.
<< Due, quattro, sei >> contai le statuette che costeggiavano il vialetto. << Manca qualcuno >> dissi guardandomi attorno.
<< Se cerchi Brontolo, è qui al calduccio >>.
Una voce calda e materna mi raggiunse come una carezza e da essa mi lasciai sfiorare.
<< Oh Linda >> balbettai dall'emozione e le buttai le braccia al collo.
<< Finalmente sei tornata piccola brontola >> sussurrò, continuando ad accarezzarmi i capelli.
Entrammo in casa e ci sedemmo su quel vecchio divano che, aveva visto crescere me e Robert. Ogni giorno, da piccoli, venivamo sempre a mangiare i deliziosi biscotti alle nocciole che Linda ci preparava.
Lei, per noi, era una sorta di "zia", una di famiglia, una con cui ti potevi confidare. Sempre e comunque.
<< Tesoro, sei bellissima >> constatò Linda, mentre io mi stavo letteralmente strafogando con i suoi biscotti.
Sorrisi, anche perchè altrimenti mi sarei strozzata.
<< Tornerai a vivere a casa tua? >> continuò
Ingoiai il boccone. << E' giusto che sia così >> iniziai a mordicchiarmi le labbra. Cosa le potevo dire: ridammi le chiavi e tanti saluti?
<< Vuoi le chiavi? >> mi anticipò lei.
Annui. << L'hai capito, eh? >>
Mi diede un leggero pizzicotto sulla guancia. << Sei come un libro aperto... i tuoi occhi parlano da soli >>.
Merda! Allora per prima cosa, avrei dovuto comprare un paio di occhiali da sole... ma belli spessi, anche!
Sparì in cucina e quando tornò aveva in una mano le mie chiavi con un buffo pupazzetto attaccato e nell'altra, il mio nanetto preferito.
<< E quello? >> chiesi, andandole incontro per aiutarla.
<< E' un regalo per il tuo ritorno >> disse tra un sorriso e l'altro. << E poi, così, potete brontolare insieme >>.
Simpaticona.
Salutai Linda e Carl ed uscii, con Brontolo in braccio, per andare verso la fermata dell'autobus. Aspettai cinque minuti e poi intravidi l'enorme mezzo rosso arrivare. Si avvicinava sempre di più ed io non vedevo l'ora di salirci.
Ad un tratto, sentii dei passi farsi sempre più vicini. << Guarda guarda, chi si rivede >>.
Riconobbi immediatamente quella voce, era totalmente impossibile dimenticarla  << Logan >>.
Mi voltai ed era proprio lui.
Logan Bennett, il migliore amico di Robert, nonchè componente della sua band.
<< Sybil >>. Fece un leggero inchino e poi si lanciò verso di me, per alzarmi di peso. << Pare che oggi sia il giorno dei ritorni >>.
Affondai la testa nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla e mi strinsi a lui in un abbraccio stritolatore.
Mi scappò un lieve lamento dalle labbra quando, il mio cervello metabolizzò le sue parole e lui se ne accorse subito.
<< E' diventato una star >> interruppe il silenzio << ma è sempre il solito cazzaro >>.
Scolsi l'abbraccio. << Davvero? >>.
<< E' Rob, lo sai com'è fatto... anche se i paparazzi non gli danno tregua >> mi rispose e mi guardò con quegli occhi favolosi.
Per qualche minuto, mi persi in quell'azzurro profondo.
 << Ehm... che ci fai qui? >> domandai per cambiare discorso e per non perdere quel briciolo di dignità che mi era rimasta.
Si grattò la testa. << Cerco casa >> bisbigliò a bassa voce, forse per non farsi sentire.
Iniziai a ridere come una matta. << Non dirmi che sei stato ancora buttato fuori di casa?!?! >>.
In risposta ricevetti solo una linguaccia, ma era alquanto eloquente << Certe cose non cambiano mai >> riuscii a dire prima di ricominciare a spanciarmi dalle risate e d'incamminarmi verso casa.
Logan decise di accompagnarmi ed io ne fui felice.
Mentre camminavamo, mi ritrovai ad osservarlo con "parecchia" attenzione.
Mi soffermai su dei particolari che tempo prima, non mi sarebbero mai passati per la testa.
La camicia bianca che indossava gli metteva in risalto i muscoli delle braccia che, con ore ed ore di palestra, aveva messo su e l'addome estremamente piatto.
<< Che guardi? >>
I miei occhi guizzarono dal suo fisico mozzafiato al suo viso ed improvvisamente mi sentii le guance avvampare. << Niente >> blaterai e con nonchalance, voltai lo sguardo altrove.
Sperai con tutta me stessa che non mi stesse prendendo per un'adolescente in balia degli ormoni, sarebbe stato troppo per me.
Dopo una ventina di minuti intravidi, all'angolo tra Raven Street e Garden Grove, quella che una volta era il caro rifugio della mia infanzia. Non riuscii a trattenere quell'unica lacrima che mi rigò il viso.
Logan mi mise un dito sotto il mento e mi costrinse a guardarlo << Ricorda che io sono qui >> raccolse la goccia dal mio viso e continuò << Anche se, forse, sarebbe meglio che ci fosse qualcun altro, qui al mio posto >>.
Non servivano molte spiegazioni, perchè sapevo a chi si stava riferendo. << Sto bene >> sussurai con voce rotta e mi avvicinai all'entrata.
Con Brontolo in braccio, infilai la chiave nella toppa ed aprii la porta del mio passato.
Tutto sembrava essersi fermato al quel maledetto giorno, anche se non si vedeva neanche l'ombra di un granello di polvere in giro. Linda si era data da fare.
Passai in rassegna ogni singola stanza: la cucina rossa, il salotto bianco con le sfumature beige, il bagno con la vasca con le zampe di leone nera e la stanza degli ospiti con quel letto a baldacchio verde mai usato.
Lasciai la più importante, per ultima, per ricucire quello strappo che celavo nel cuore. Entrai con passo tremolante, seguita da Logan, che mi abbracciava da dietro la vita. Le pareti erano ancora di quel colore lillà, per cui mi ero fortemente battuta a sei anni e l'enorme letto a due piazze che dominava la stanza, sembrava ancora così comodo. Mi ci sdraiai sopra e sentii le molle cigolare.
Le lancette dell'orologio avevano smesso di muoversi e rimanevano ,lì inermi, a segnare il vuoto del tempo perso.
<< Ci vivrai da sola? >>. La voce di Logan mi arrivò lenta e sommessa.
<< Non lo so >> risposi.
Era vero, non avevo pensato ancora a nulla. A niente.
<< Dovrei trovarmi un coinquilino >> ammisi senza pensare troppo alle conseguenze << anche un lavoro, se per questo >>.
Lo vidi salire sul lettone con un sorriso splendente e con un guizzo negli occhi che mi spaventava.
Era sempre il solito, Logan. Se voleva chiederti qualcosa, non lo faceva mai direttamente... bisognava leggere i suoi gesti.
<< Dimmi >> dissi, quasi sbuffando.
Si guardò attorno ed unì le mani a mo' di preghiera.
<< NOOOO!!! Non pensarci neanche!!! >> esclamai saltando giù dal letto e scesi di corsa, al piano di sotto.
Avevo intuito l'idea malsana e bizzarra che gli stava frullando per la testa.
Mi venne dietro. << NON SEGUIRMI LOGAAAANNNN! >>.
Come al solito, la mia voce gli entrò da un orecchio e gli uscì dall'altro, senza minimamente sfiorare l'unico neurone dormiente che alloggiava in quel deserto sahariano del suo cervello.
Decisi di sfidarlo << Dammi tre motivi per cui dovrei farti rimanere >>.
Mi prese per un braccio << Uno: mi vuoi bene >>.
Alzai gli occhi al cielo. Quello non valeva.
<< Due: posso rimediarti il lavoro >>.
Ecco, ora la cosa si faceva interessante << Dove? >> chiesi curiosa.
<< Al Little Prince Pub. Cercano una per stare dietro al bancone dei drink >>.
Niente male, per iniziare.
<< E tre >> continuò Logan << posso farti incontrare con Rob >>.
Bingo! Un tiro che valeva tre punti.
GAME OVER! GAME OVER! GAME OVER!
Qualche ora dopo, mi ritrovai sul divano beige di casa a braccia incrociate e con un occhio aperto ed uno chiuso.
Ancora non riuscivo a crederci. Il mio cervello era andato completamente in tilt.
<< Dobbiamo fare la spesa >> disse Logan entrando in salotto.
Si appoggiò sullo stipide della porta. << Ti sei trovata un compagno adatto >>.
Guardò il nano appoggiato accanto a me, nella mia stessa posizione. << Uguali >> constatò felice come una pasqua e scoppiò in un fragorosa risata.
Ahahahahah... deficiente!









Credits = La frase iniziale è tratta da "Castelli di Rabbia" di Alessandro Baricco.
Note dell'autrice
Ok, stavo per fare un massacro... una strage.
E' andato in fumo il pc! Me l'hanno distruttooooooo!!! Ma porca miseriaaaaaaaaaa.
Cmq ora sono da un amico ed aggiorno di nascosto.  Sono meglio di Arsenio Lupin. eheheheheheh.
Non so come mi sia uscito questo capitolo... boh, forse perchè ho visto in giro un sacco di magliette con i nani.
Come avrete letto sopra, ho presentato un nuovo personaggio: Logan Bennett ovvero Gaspard Ulliel (sono segretamente innamorata di lui e siccome nell'altra ff gli faccio fare il cattivo, qui volevo riscattarlo). Sarà una figura importante perchè permetterà ai nostri due amicici di ritrovarsi. ahahahahahahahahah.
Per dimostrare il mio amore verso Gaspy, ogni tanto farò sbavare anche Sybil... (muhahahahahahahah).
Tra un po' arriva il nostro Robertttttt (è ufficialmente mio marito ^.^).
Precisazioni:
- per chi non lo sapesse "Whitechapel" era la zona di Jack lo squartatore.
- il nome del locale "Little Prince Pub" è molto importante, per chi ha letto il libro di Saint- Exupéry forse avrà già capito. Ovviamente l'ho scelto apposta perchè la protagonista si chiama FOX di cognome. Non vi ricorda niente? La volpe ed il piccolo principe? "Addomesticami"? Comunque non disperate, spiegherò tutto bene più avanti... ho in mente una scena dolce dolce.
Apro il televoto.
Come reagirà Rob alla vista di Sybil?
Sentiamo cosa vi passa per la testolina... XD

Veniamo alle recensioni:
Alex150588 = si si cara, hai ragione... è parte di me! Grazie tesorino miooooooo! Ti abbraccio forte forte.

Vulnerable Claire = sono contentissima che ti piaccia il personaggio, anche perchè a volte risulta un po' ostico. Tranquilla, tra un pochino arriva il nostro Robbbbbbbb. Tu come vorresti che reagisse lui nel rivederla? Non resisto agli occhi da cerbiatto... argh! XD

Aya chan = ahahahahah si che figura di merda! (E' un momento autobiografico... -.-").
allora ti spiego: lei e Rob sono amici d'infanzia, sono cresciuti e vissuti sempre a stretto contatto. Poi con il passare del tempo, lui ha intrapreso la via dello spettacolo e lei si è concentrata sulla sua. Un giorno la madre muore (ma non spiegherò come, o forse si... non ho ancora deciso) comunque lei decide di andarsene senza avvisare nessuno. Neanche Rob! Ovviamente lui si sarà sentito tradito da quella che era la sua migliore amica.
E' rimasta sorpresa dal leggere che anche lui era tornato, solamente perchè lei credeva che lui rimanesse negli Stati Uniti.
Non si aspettava che contemporaneamente un ritorno di entrambi. Questo permetterà un riavvicinamento... ed è proprio questo che la spaventa. Grazie cara, fammi sapere che ne pensi e che reazione proponi... KiSSSSSSSS

Federob = Tesoroooooooooooooo!!! Spero di non deluderti! La mia mente bacata lavora e produce idee malsane. eheheheheheheheh. Aspetto di leggere il tuo commento su questo chappy. Smack

Sognatrice85 = Grazie caraaaaaaaaa! Che emozione.... °///°. Che ne dici del secondo capitolo?

Layla86 = Tra poco si rivedranno... uhuhuhuhuhuhuh. Grazie per i complimenti, sono onorata! Davvero! Dal prossimo capitolo, finalmente entriamo nel vivo della storia. Non abbandonarmi... BYE! =P

Vi ringrazio con tutto il cuore, per i commenti che mi avete lasciato. Siete fantasmagoriche!
I preferiti sono aumentati. SU DAI CANTIAMO INSIEMEEEEEEE E FACCIAMO IL TRENINO, PEPEPEPEPEPEPEPE!
Ok, sono fuori di testa!
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Vi stritolo tutte! 


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