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Autore: Sognatrice_2000    19/02/2016    3 recensioni
"Non è sbagliato?" Lo sussurrai piano, mille domande arrotolate sulla lingua, mille interrogativi schiacciati sul cuore. E il mio corpo trema, forse per la paura, forse per l'emozione. O forse entrambe.
Due occhi azzurri mi fissano con dolcezza. Il mio angelo, l'altra metà della mia anima.
Un luccichio li fa scintillare nella penombra della stanza.
E con poche, sincere parole, cancella tutti i miei timori e le mie incertezze.
"Perché, esiste un modo sbagliato di amare?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 7: Le nostre anime di nuovo unite E' una bella giornata, oggi. Il sole risplende alto nel cielo, illuminando i grattacieli di Tokyo. Ed io mi trovo qui, sul tetto di quest'ospedale, seduto su una panca, esponendo il mio viso a questi tiepidi raggi. La temperatura è piuttosto calda, per questo indosso soltanto il mio solito pigiama bianco. D'altronde, anche se volessi cambiarmi, non ho altri vestiti con me. E le infermiere sono così gentili da farmi il bucato e darmi qualche altro vestito di scorta, ogni tanto. Ma dopotutto, a cosa mi servono? Non esco mai da questa struttura, nemmeno sono più in grado di compiere gesti banali. Mi hanno drogato a tal punto di farmaci, per sedare la mia rabbia e placare la mia mente tormentata, che non riesco più a distinguere la fantasia della realtà, i ricordi dagli attimi che sto vivendo. Sono passati due anni da quando mi hanno fatto lasciare il carcere per condurmi qui, in questo tetro ospedale psichiatrico. E solo da poco tempo, le strane pillole che mi somministrano e che non so neanche a cosa servano, stanno cominciando a fare effetto e a rendermi meno pericoloso, più calmo, più sereno. Ma il tuo ricordo non se n'è mai andato, Kaito. La tua immagine ha messo profonde radici nel mio cuore, e non riesco, non posso proprio sradicarla. Ti vedo continuamente, ogni giorno, dei volti dei pazienti e delle infermiere, anche in quelle dei rari visitatori. Di recente ti ho sognato, sai? Mi invitavi a raggiungerti, con quel tuo convincente, meraviglioso sorriso. Ed io mi sono alzato piangendo, vagando per i corridoi bui, fino a quando un'infermiera mi ha riaccompagnato con molta fatica nella mia camera. Ho pianto fino al mattino dopo, e solo allora ero riuscito a realizzare che non saresti comparso ad asciugare le mie lacrime. Kaito, dove sei? Perchè non torni da me? E perchè io non posso venire da te? Perchè non me lo permetti, lasciandomi qui, a soffrire senza sosta? Kaito, ti odio... no, no, non è vero, ti amo. Ti amo più di me stesso. Te l'ho mai detto, con questa mia voce, convinto, felice? Non credo, e non sai quanto questo rimpianto mi pesi sul cuore. Kaito, ti prego, non ce la faccio senza di te... ti prego, vieni a prendermi... Un'improvvisa brezza di vento mi scompiglia i capelli, costringendomi a socchiudere gli occhi. E quando li riaprò, vedo l'unica cosa che avessi mai potuto desiderare, la più bella che possa esistere. Non è un sogno, sei davvero tu, sei davanti ai miei occhi, in piedi sul balcone. Un sorriso raggiante mi illumina rapidamente il viso, e rimango così, fermo, ad osservarti. Ci sono tanti palloncini colorati dietro di te, come quel giorno lontano in cui avevo ripreso a vivere, dicendo addio al mio passato. Grazie a te. Insieme a te. E mi sorridi, sorridi con dolcezza, i capelli mossi dal vento. E' così bello il tuo sorriso, che mi scalda in un attimo il cuore. Sono paralizzato dall'emozione, non riesco a dire una parola. Ho immaginato tante volte questo momento, che adesso che è arrivato non so come comportarmi. Il tuo sorriso si fa ancora più dolce, mentre mi porgi la mano. Il mio cuore batte più forte, emozionato e felice. Vuoi che venga con te? Ne sei sicuro? La tua mano è ancora lì, protesa verso di me. Senza esitare, mi alzo, le mie gambe corrono veloci come il vento, dirette verso di te. Sembri incoraggiarmi, la mano tesa, il sorriso gentile... voglio toccarti, voglio soffocarti nel mio abbraccio, baciarti con tutto il mio amore. Allungo le braccia, aprendole come se volassi, fino a circondare completamente il tuo corpo. "Ti amo."Sussurro, finalmente felice. Mi sei mancato così tanto, ma adesso siamo di nuovo insieme. Le nostre anime sono di nuovo unite. Poi, il vuoto. Mi sembra di precipitare, di cadere nel nulla, ma non ho paura. Sorrido, sereno. Non ci vorrà molto, Kaito. Aspettami, sto arrivando. ** Una bambina dai corti boccoli neri, che le ricadono sulla fronte in ciuffi disordinati, è seduta sul marciapiede, proprio davanti alla porta della sua villetta. La sua famiglia si era trasferita lì da poco, cercando di dimenticare la terribile storia che si era consumata sotto ai loro occhi nel vecchio quartiere di Beika. Quando abitavano vicino a Shinichi Kudo, quel detective prestigioso, dal senso della giustizia apparentemente inscalfibile, rivelatosi poi un serial killer dalla mente disturbata. Una storia di follia e di amore, di passione e dolcezza, di tormento e di dolore, una storia che lei aveva potuto solo intravedere, senza poterne prendere parte, a cui aveva assistito da impotente, ma consapevole spettatrice. I piccoli piedini poggiati sull'asfalto, l'espressione seria e pensierosa. Tra le braccia tiene un piccolo barboncino, dal pelo bianco un po' arruffato. Lo accarezza lentamente, lasciando che mugoli contro il suo petto. Gli manca il suo vecchio padrone, lo sa. "Pare si sia gettato dal tetto, e che sia morto sul colpo."La bambina tende le orecchie, udendo la voce impersonale del fratello maggiore, che sta conversando con la madre. Sa di chi stanno parlando. "L'ospedale ha negato ogni responsabilità sull'incidente. Il tetto era cirondato da un'alta cancellata di ferro, e le infermiere, prima di portarlo lassù, avevano preventivamente controllato che le serrature fossero tutte chiuse. Probabilmente si è suicidato." Un piccolo brivido, e lei chiude gli occhi. Vorrebbe piangere, ma stringe i denti e continua ad accarezzare lievemente il cagnolino, nella vana speranza di trovare un po' di conforto. "E' tutto troppo strano per essere vero..."Mormora assorta la madre, scuotendo il capo e facendo ballare la lunga coda nera di cavallo. La piccola sa che è ancora sconvolta per aver ritrovato il cadavere di quel giovane in casa Kudo, e ancora non si capacita di come si sia potuta consumare una tragedia simile proprio nella porta accanto alla loro. Lei sembra indifferente a quelle notizie, ma sente una strana spina conficcarsi nel cuore ad ogni parola. Anche se è troppo piccola per capire, si sente triste, cullata da una struggente malinconia che pare consumarle il cuore e volerlo divorare, pezzettino dopo pezzettino. E si sente strana, spaesata, si sente sola e smarrita, con quello strano senso di vuoto ad attanagliarle lo stomaco. Vorrebbe parlare ancora con Kaito e Shinichi, per chiedere loro cosa significhi amare un'altra persona con tutto il proprio cuore e la propria anima. Avrà tempo per chiederlo, ai suoi genitori, a suo fratello, alle sue amiche, ma sa che non sarà la stessa cosa. Sa che niente potrà mai eguagliare quel sentimento così grande, che li ha distrutti insieme, come se anche la morte si rifiutasse di vederli separati. Sa che, quando da grande rievocherà quella triste storia, un sorriso dolce e amaro comparirà sul suo viso. Proprio in quell' istante, un palloncino rosso, seguito da uno celeste, passano davanti al sole, illuminati da quei raggi caldi e dorati. Gli occhi di Masumi si illuminano di ingenuo stupore, e un largo sorriso, colmo di ingenua gioia, si dipinge sul suo volto. "Guarda, Waston."Scuote il cagnolino con vigore, il tono improvvisamente allegro. Il piccolo dito indica i palloncini che volano in alto, sempre più in alto, nel cielo terso, seguendone il percorso. E sembrano non volersi separare, anche mentre scompaiono insieme oltre le nuvole. "Guarda."Ripete tristemente, lo sguardo abbassato e il sorriso improvvisamente amaro, quel sorriso maturo di una donna con il cuore provato da troppe cicatrici e troppo dolore. "Shinichi e Kaito erano tornati per un ultimo saluto. Ma se ne sono già andati." ​
  
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