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Autore: Triz    19/02/2016    0 recensioni
Questa raccolta contiene tutte le storie che ho scritto su John e Harold per gli eventi del gruppo facebook We are out for prompt. Buona lettura!
Good morning, Harold - {I passi di John Reese e l'odore del tè caldo svegliarono Harold Finch di colpo.}
Il tempo di Harold - {Non capiva per quale motivo la Macchina ci stesse mettendo tanto.}
Sperare - {Era veramente impossibile lavorare con uno come Dean Johnson. | Nessuno aveva avuto mai di che lamentarsi del nuovo bibliotecario dell'università.}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harold Finch, John Reese
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'We are out for prompt'
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Thank you, Harold

Prompt: Qualcosa di estremamente angst ispirato a questa fanart.
 
Harold Finch non sopportava la vista del sangue.
Persino in quel momento, mentre cercava di tamponare una delle ferite di John, l'unico pensiero che gli impediva di impazzire di fronte al sangue che scorreva tra le dita - l'unico suo pensiero razionale - era quello di prendere John e trascinarlo fuori dalla portata degli agenti di Samaritan il più in fretta possibile.
«Credo di aver fatto un piccolo errore di valutazione, Finch».
«Lascia stare, John, ora ce ne andremo di qui».
«No, ora tu te ne andrai di qui».
Harold alzò gli occhi dalla ferita per incrociare quelli di John e lo guardò come se non avesse capito bene ciò che gli aveva appena detto o come se fosse una battuta di pessimo gusto. Dal canto suo, John non era mai stato così serio.
«Finch, ora tu prendi la Macchina» disse in un sussurro indicando la valigetta caduta accanto a lui: «E te ne vai con Root il più lontano possibile da qui».
«E tu verrai con noi, signor Reese» sbottò Harold guardando di nuovo la ferita e deglutendo nervoso. Aveva perso già abbastanza da quando aveva creato la Macchina e John gli aveva salvato la vita in così tanti modi: lui non sarebbe stata l'ennesima persona che avrebbe dovuto rimpiangere.
«Harold, ti prego...».
«Tieniti forte a me, John».
Provò ad alzarsi e gemette per lo sforzo di sollevare il peso di John insieme al proprio, ma stavolta fu la sua schiena e non il sangue a ricordargli che aveva fallito nel fare tutto il possibile per salvare il suo uomo alto e ben vestito.
«Guardami».
Harold scosse la testa e si ricacciò dentro gli occhi le lacrime: avrebbe ritentato ancora e ancora, se solo quella maledetta schiena non gli facesse così male.
«Ti ho detto di guardarmi» ripeté John duramente.
Harold lo guardò e, se mai poco prima ci fosse stata rabbia su quel viso, ora aveva lasciato il posto a uno strano sorriso sollevato.
«Grazie, Harold» disse con la voce più dolce del mondo e una sua mano fredda afferrò piano l'avambraccio di Harold.
A bocca aperta, Harold vide John prendere fiato come se volesse parlargli ancora e si avvicinò per poterlo ascoltare, ma, di qualunque cosa si trattasse, John Reese non riuscì più a dirla.
 
(378 parole)
  
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