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Autore: HakunaMatata_3    19/02/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Venerdì, 21 marzo 2031
Roxanne ha deciso che sono depressa.
Oggi ha insistito affinché ci vedessimo a pranzo e non a cena come al solito in modo da poter parlare del fatto che è da un mese che ho rotto con Mark e che sono uscita di casa solo per andare a lavoro, fare la spesa o per pranzare dai miei.
<< Non sono depressa >> le dico invece di salutarla mentre prendo posto di fronte a lei in un ristorante di Diagon Alley, poco distante dal negozio nel quale lavora insieme a suo padre, “Tiri vispi Weasley”.
<< Buongiorno anche a te! Sto bene, grazie per l’interessamento >> sbuffa mia cugina sfogliando il menù.
<< Non sono depressa >> le ripeto. Roxanne annuisce e mi chiede com’è andata la settimana.
<< Il solito >> le dico. << Niente progressi con Eloise e con la pozione, Lorcan non è riuscito a capire niente dei miei studi, quindi sono punto e a capo. Prima di venire qui sono andata da zio Percy per quella poltrona-letto che avevano nella camera di Molly, dopo la infiocco e la faccio trovare in salone a Scorpius >>.
Anche se ha levato il gesso dieci giorni fa e la fisioterapia va alla grande, Scorpius resta a casa mia.
Io non ci sono quasi mai e a lui non va di mettersi a cercare casa e devo dire che è piacevole dividere la spesa e l’affitto con qualcuno, senza parlare del piacere di tornare a casa e non stare da sola.
<< I tuoi cosa ne pensano? >> mi chiede Roxanne.
<< Le signore sono pronte? >> s’intromette il cameriere. Ordiniamo entrambe un hamburger al piatto con contorno di patatine fritte (è venerdì, dopotutto) e riprendiamo a chiacchierare.
<< Mia madre è contenta del fatto che non stia da sola, mio padre continua a chiedere chi sia il mio coinquilino. Va da sé che non glielo direi nemmeno sotto tortura >>. Roxanne scoppia a ridere.
<< Secondo me dovresti dirglielo. Non avete più sedici anni, sono passati secoli. A scuola non ti sopportava e ora vive con te… insomma, Rose, le cose cambiano! >>
<< Le cose sì, ma mio padre no… dài, eri presente quando entrò in Infermeria! >>
<< Fu un incidente di Quidditch! >>
<< Non secondo mio padre >>.

Quando torno a casa, Scorpius non c’è e un bigliettino sul tavolo mi informa che è andato dal medico e a fare la spesa per stasera. Sorrido pensando a come si è adattato in fretta a questo nuovo stile di vita fatto di soldi babbani e spesa al Tesco, cene etniche a domicilio, televisione, luce elettrica e frigorifero.
Apro la borsa e ne estraggo la miniatura della vecchia poltrona nera di Molly, le metto un nastrino blu attorno, la poggio vicino alla finestra e la riporto alle dimensioni originali. Al nastrino lego un biglietto che dice “Così posso di nuovo addormentarmi sul divano senza sensi di colpa”, vado in bagno a farmi una doccia, regolo la sveglia per le sei di sera e mi concedo, con l’aiuto di una pozione soporifera, cinque ore di sonno.
La sveglia suona e io mi sento più riposata del previsto. Azzardo un’occhiata fuori ed è davvero buio, quindi mi giro verso la sveglia, che segna le otto e un minuto.
<< Porca miseria >> urlo alzandomi di scatto e correndo fuori della stanza.
<< Ben svegliata! >> mi dice Scorpius senza guardarmi, intento a vedere la TV.
<< Scorpius, che co- >>
<< Shh. Ross ha appena detto il nome di Rachel all’altare. Avrebbe dovuto dire quello di Emily >> dice lui interrompendomi di fronte all’ennesima replica di quell’episodio di Friends. Sbuffo spazientita e vado in bagno. Quando ne esco l’episodio è finito e Scorpius sta rovistando nel mio vecchio scaffale basso, trasfigurato in cassapanca/armadio nella quale ripone i suoi vestiti. Ne estrae un jeans nero e la camicia bianca che abbiamo comprato insieme la settimana scorsa.
<< Esci? >> gli chiedo appollaiandomi sul bracciolo del divano appellando il bicchiere di vino che Scorpius stava sorseggiando. Mi stiracchio e bevo.
<< Usciamo >> precisa lui. Sorrido sorniona e con una fitta d’invidia.
<< Uhuh, primo appuntamento! Chi è lei? >>.
Non sarò depressa come crede Roxanne, ma mi dà un po’ fastidio che tutti i miei amici e cugini abbiano la loro vita sentimentale, mentre io m’invischio solo in situazioni complicate.
<< Com’è possibile che tu non capisca mai niente? Usciamo, Rose. Io e te >>
<< Che? >> chiedo scettica.
<< Prima di tutto, è un ringraziamento per avermi regalato un letto, il che mi eviterà di spaccarmi ancora la schiena su quel divano >>
<< Ehi! >> ribatto indignata. << Il mio divano è comodissimo >>
<< Shh >> mi zittisce nuovamente lui. << Poi, hai bisogno di uscire di casa e spassartela un po’ con qualcuno. Il lavoro non è spassarsela >> aggiunge prima che possa dire che io mi diverto tantissimo a lavoro.
<< Senti, apprezzo davvero il tuo aiuto e il fatto che Roxanne vada a sbandierare ai quattro venti i miei ipotetici problemi di socializzazione, ma sto bene e non voglio andare in giro per locali ad adescare gente >> gli dico riprendendo a sorseggiare il vino. Scorpius si avvia al bagno con i vestiti sotto braccio ed esce dal mio campo visivo.
<< Ma come? >> mi soffia all’orecchio facendomi sobbalzare. << Non hai scritto a Roxanne di sentire una tremenda mancanza del sesso e che avere un coinquilino figo come me non aiuta? >>.
Sputacchio un po’ di vino mentre mi giro verso di lui più rossa che mai. Sto per urlare il nome di mia cugina, ma Scorpius mi anticipa.
<< Non è saggio lasciare in giro per casa le lettere e poi chiuderti in camera tua a telefono, sai? >>. Lo guardo con astio. << Non ti ho mai definito figo e ho scritto che è il vivere con un maschio a non essere d’aiuto, non il fatto che questo maschio sia tu >> preciso.
<< Sarà, ma sono lo stesso un gran bel ragazzo >> dice Scorpius prima di farmi la linguaccia.
<< Sparisci, prima che ti affatturi >> minaccio. Lui ride e si chiude la porta del bagno alle spalle.
Merlino, che figuraccia. Davvero ho lasciato quella lettera in giro? Quanto posso essere stata stupida? È stato difficile confidare quella cosa a Roxanne l’altro ieri e ora… Maledizione.
Scuoto la testa e mi impongo di calmarmi. È un bisogno fisiologico mi dico. Sono un essere umano e ho dei bisogni. Io e Mark eravamo molto attivi sotto questo punto di vista, è difficile passare all’improvviso dal tutto al niente. Dio, che stupida, non potevo dirglielo a voce? O non dirglielo proprio? Maledizione.
Il suono del campanello mi riporta alla realtà.
<< Chi è? >> chiedo brusca.
<< Merlino! >> risponde Roxanne spazientita. Sbuffo e le apro la porta.
<< Ancora in pigiama? >> mi chiede posando il sacchetto del sushi bar all’angolo sul tavolo. << Almeno hai scelto cosa metterti? >>.
Fantastico. Quella di Scorpius non era una sottile imposizione, ma un agguato in piena regola.
<< Io non vengo, Roxanne >> le dico.
<< Certo, come no. Dov’è quel bel vestito blu che ti regalò Victoire per il compleanno? >>
<< Roxanne, non sono in vena >>
<< Capita. Su, sarà una serata fantastica, siamo solo noi tre, niente Lily che fa il terzo grado o Dominique che rovina la piazza, promesso >>. Sospiro pesantemente.
<< Scorpius ha letto quello che ti ho scritto nella lettera di mercoledì >> le dico. Mia cugina mi guarda, poi scoppia a ridere.
<< Sai >> mi dice. << È da lunedì che stiamo organizzando questa cosa e la prima cosa che mi ha detto è che ha proprio bisogno di una sana sco- >>
<< ROXANNE! >>
<< Ops. In ogni caso… dico io, fate prima a saltarvi addosso, invece che coinvolgermi in tutti questi sotterfugi! >>. Soffoco a stento una risata.
<< Ma è stata una tua idea, Rox! >>
<< E me ne sto pentendo già, questi tacchi non li sopporto proprio >>.


Qualche hosomaki e una doccia dopo, studio il vestito blu con aria critica. Sono tre mesi che non lo indosso, ovvero da quando ho festeggiato il sesto mesiversario con Mark. Scuoto la testa e ne prendo uno nero, con il bustino aderente, la gonna larga e la scollatura dietro la schiena. Appello il ciondolo con la stellina che mi ha regalato Lorcan per i miei diciassette anni, mi lego i capelli in uno chignon morbido e riesumo dall’armadio un paio di zeppe, gli unici tacchi che riesco a indossare senza rischiare di cadere e spezzarmi il collo.
<< Sono pronta >> annuncio entrando in salone. Scorpius fa okay con la mano, ma Roxanne scuote la testa.
<< Hai dimenticato il trucco >> mi dice. Odio truccarmi, mi sento un clown. Ma mia cugina non sembra essere del mio stesso avviso, così tira fuori dalla borsetta l’eyeliner nero, il mascara e un lucidalabbra trasparente.
<< Ecco fatto >> annuncia dopo pochi secondi. Scrollo le spalle mi avvio fuori la porta di casa, seguita a ruota dal mio tremendo coinquilino e dalla mia perfida cugina.
La musica proveniente dal locale prescelto da Roxanne si sente fino alla fine della strada. Scendiamo dal taxi che abbiamo preso per arrivarci, diamo i soldi al tassista e ci avviciniamo al bar. Scorpius si ferma a pochi passi dall’entrata.
<< Ecco il piano >> spiega. Io inarco un sopracciglio. << Roxanne entra per prima, hai un minuto per cercarne uno che ti piace, Rose fa lo stesso, dopo un altro minuto entro io. Mente aperta e legilimanzia, me li indicate, mi avvicino a loro, scommetto che riuscirò a offrirvi un drink. Voi mi rifiutate, torno indietro sconfitto, loro ne ridono, io li sfido a fare di meglio… et voilà! >>
<< Wow >> dice Roxanne sbalordita. << Sei la spalla migliore che abbia mai avuto! >>. Ci augura una buona serata, con un Evanesco fa sparire le forcine che ho in testa e, inseguita dal mio indignato ehi!, entra nel locale.
<< Ecco, ora si appiccicheranno tutti al lucidalabbra >> sbuffo spostando i capelli su un’unica spalla. Scorpius sorride e ci avviciniamo un po’ di più all’ingresso.
<< E la tua spalla? >> chiedo mentre vedo parecchie teste girarsi al passaggio di mia cugina, che si siede con grazia al bancone.
<< Ti offri volontaria? >> sorride lui. Scrollo le spalle. << Se vuoi >>. Scorpius annuisce, annuisco anche io, poi mi dice che tocca a me. Annuisco di nuovo ed entro nel locale.
C’è un caldo soffocante, la musica spacca i timpani e la gente balla ovunque. Mi siedo anche io al bancone, a pochi sgabelli da Roxanne, e chiedo una piña colada, l’unico drink babbano che abbia mai bevuto, poi inizio a guardarmi intorno con la coda dell’occhio.
Sembrano tutti più grandi di me di almeno cinque anni, ma mi dico che non mi deve importare.
Un ragazzo carino, Rose esplode nella mia testa la voce di mia cugina. Sobbalzo per lo spavento.
Fatti i pensieri tuoi! penso indignata. Questa è violazione della privacy!
Smettetela, ragazze ci ammonisce Scorpius. Prendo un bel sorso di piña colada e scommetto con me stessa che stanotte avrò gli incubi.
Il tipo sulla destra, accanto a quello che sta facendo la radiografia a Rose pensa Roxanne e Scorpius esegue. Sbuffo per l’ennesima volta mentre arrossisco.
Guardare e imparare, prego pensa Scorpius, poi vedo Roxanne concentrarsi per chiudere il canale tra le nostre menti. Faccio lo stesso, mentre il mio coinquilino si dirige verso due tipi, scambia qualche parola con loro e poi torna indietro e va da mia cugina.
<< Che stai bevendo? >> le chiede.
<< Mint >> risponde lei. Scorpius annuisce, poi fa dietrofront. Continuo a sorseggiare il mio drink. Qualche secondo dopo, il tipo prescelto da Roxanne le si avvicina, dice “Mint, vero? Posso offrirti il prossimo?”, Roxanne ridacchia “Con molto piacere”, poi si allontanano per sedersi insieme a un tavolo. Poco dopo, Scorpius si avvicina a me.
<< Devo fingere di darti due di picche, vero? >> chiedo sorridendo.
<< Così pare >> dice lui. << Il tipo che ti stava squadrando prima sembra a posto >>. Annuisco.
<< Tu hai notato qualcuna? >>
<< Non ancora. Ci vediamo tra cinque minuti vicino ai bagni? >>. Annuisco di nuovo.
<< Cosa sta-… >>
<< Piña colada >>
<< Piña colada. Ricevuto >>. Scorpius si allontana nuovamente, lo sento borbottare qualcosa al tipo con cui era al tavolo anche il “cavaliere” di Roxanne.
Il suddetto tipo, un ragazzo dai capelli neri raccolti in un codino e la pelle olivastra mi si avvicina.
<< Piña colada anche per me >> dice, poi mi chiede se può sedersi e io annuisco.
Vedo Scorpius fare okay con il pollice e sorrido, prima di essere invitata a un tavolo da Miguel.
Miguel è uno studente di non ho capito bene cosa qui a Londra per un progetto babbano che si chiama Erasmas o qualcosa del genere, viene dal Portogallo, ha ventitre anni. Ha casa qui vicino e voleva staccare un po’ la spina dallo studio. Io dico di chiamarmi Helena e di studiare medicina e che sono qui anche io per staccare dallo studio, ma sul fatto di avere venticinque anni non mento.
Miguel mi sorride, ha un bel sorriso, delle belle braccia e delle belle mani. Inizio a fantasticare un po’ su di lui e insieme all’imbarazzo avverto la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Vedo con la coda dell’occhio che Scorpius si sta dirigendo verso il bagno, chiedo scusa al mio interlocutore e seguo il mio amico.
<< Come procede? >> mi chiede. Scrollo le spalle.
<< È simpatico, credo. Non lo so, non mi sento a mio agio. Se ti serve casa me ne vado a dormire dai miei o da Roxanne, io taglio la corda >> gli dico. Scorpius sorride.
<< Roxanne se n’è andata qualche minuto fa, mi ha detto di dirti che ci vediamo domani alle otto per fare colazione da lei. Per quanto riguarda il tornartene a casa da sola e così giù di morale non se ne parla. Ti ho promesso una serata divertente e lo sarà. Andiamo >>.
Scorpius mi prende per mano e mi trascina nel locale, nel lato opposto a quello dove ero seduta con Miguel, in mezzo a tutta la gente che balla. Azzardo qualche passo, Scorpius sorride e inizia a muoversi anche lui.
Purtroppo i balli che abbiamo nel mondo magico non sono minimamente simili a quelli dei Babbani, siamo molto tradizionalisti e non c’è tutto questo saltare, questo strusciarci in libertà, anche perché le uniche occasioni per ballare sono il Gran Galà del Ministero e i matrimoni. Ci divertiamo un mondo a cercare di imitare le altre persone o a fare io la parte del macho muscoloso e lui quella della ragazzina civettuola che sbatte le ciglia come se avesse una trave nell’occhio. Poi Scorpius viene allontanato da me da dietro e si palesa Miguel.
<< Potevi dirmi che non t’interesso, invece di lasciarmi a un tavolo per venti minuti come uno scemo >> mi dice con rabbia. Sento le guance imporporarsi e provo a balbettare delle scuse.
<< Ehi, lasciala stare >> dice Scorpius riavvicinandosi. << Tutto okay, Rose? >>
<< Rose? >> chiede Miguel. << Ma che stronza! >>
<< Ti ho detto di lasciarla stare, sei sordo? Levati di mezzo. Ce ne andiamo >>
<< Tienitela pure >>.

Siamo tornati a casa a piedi. Ci abbiamo messo un secolo, ma non mi andava di stare chiusa in un taxi.
Nessuno ha più proferito parola da quando siamo usciti dal locale, così il “finalmente” di Scorpius non appena intravede il nostro palazzo esce fuori abbastanza roco. Un paio di minuti e Scorpius apre la porta di casa, getta la giacca sul tavolo e si siede sul divano. Mi fa segno di raggiungerlo, ma io mi prendo tutto il tempo. Vado in bagno a lavarmi le mani e levarmi il trucco dagli occhi, entro nella mia stanza e mi levo le scarpe e lascio sul comodino la collana. Prendo il vino dal frigo e due bicchieri.
<< Tu bevi troppo >> mi dice Scorpius.
<< Metà del tuo mezzo calice di vino e una piña colada annacquata non è troppo >> dico porgendogli la bottiglia. Scorpius la stappa e versa un po’ di vino a tutti e due.
<< Scusa se ti ho rovinato la piazza e ti ho quasi fatto prendere a calci da un portoghese >> sussurro prima di bere piano.
<< Non mi hai rovinato la piazza… infondo sono tornato a casa con una ragazza, no? >>. Rido.
<< E non mi hai quasi fatto prendere a calci. Mi spiace che ti abbia dato della stronza >>
<< Me lo sono meritato. Be’, vado a compiangermi un po’. Chi regola la sveglia? >>
<< No, niente compiangersi. È vietato. Ed è venerdì. Devi chiudere in bellezza il tuo giorno speciale >>. Guardo Scorpius con gratitudine per quella premura e gli dico che ormai i miei venerdì lasciano un po’ a desiderare.
<< A maggior ragione >> risponde lui, poi iniziamo a chiacchierare.
Finalmente trovo il coraggio per chiedergli come si è ferito e come mai era al San Mungo nonostante si trovasse in Tanzania. È venuto fuori che è stato attaccato da un Nundu, una delle creature più pericolose del pianeta. È stato morso, il morso si è infettato ed è riuscito a smaterializzarsi e materializzarsi al Ministero prima di perdere i sensi. Ecco cos’era quel trambusto che avevo sentito quella notte mentre scendevo all’Ufficio Misteri.
<< Ha fatto tanto male? >> gli chiedo.
<< Preferirei non pensarci >> mi risponde. Annuisco con un sorriso, poi gli chiedo come va la fisioterapia e mi dice che lunedì è l’ultimo giorno. Restiamo in silenzio per un po’, poi, dal nulla, gli chiedo di Hogwarts.
È da quando vive qui che ho qualche domanda da fargli sul periodo relativo alla scuola, in particolare sul repentino odio che aveva iniziato a dimostrare nei miei confronti dopo un incidente a Quidditch durante il nostro sesto anno.
<< Qual è stato il tuo anno preferito a Hogwarts? >> gli chiedo. Scorpius sembra sorpreso da quella domanda, poi dice che il suo anno preferito è stato il quinto. Mi dico d’accordo, poi aggiungo. << Menomale che non hai detto il sesto >>.
Scorpius si rabbuia. << Quello è stato l’anno peggiore >> ammette.
<< Già >> gli faccio eco io. << Non so se è perché avevi preso a evitarmi, a guardarmi con odio o perché mi avevi rotto il setto nasale con un bolide l’unica volta nella storia in cui un Cacciatore ha sostituito un Battitore. Ancora devo capire perché giocavi tu, poi >>.
Scorpius mi guarda, punta i suoi occhi grigi nei miei, li assottiglia come se mi volesse valutare. Poi sorride.
<< Be’, mi avevi spezzato il cuore >> dice con leggerezza.
<< Cosa? >> chiedo tossicchiando. Un po’ di vino mi va di traverso e lui si affretta a battermi qualche colpo dietro la schiena. Sento il palmo della sua mano colpire la mia pelle, lasciata scoperta dallo scollo del vestito.
<< Si dà il caso che avessi una bruttissima cotta per te >> confessa levandomi la mano da dietro la schiena. Mi compare in testa l’immagine di una Roxanne quindicenne in divisa Grifondoro che urla “te l’avevo detto”, poi svanisce.
<< No >> ridacchio. << Io avevo una cotta per te >>
<< Ma davvero? >> mi chiede Scorpius ironico. Io annuisco.
<< La voce si era diffusa, in effetti, ma non se n’è più parlato dopo il tuo bacio con Richard Harris fuori la biblioteca >>.



Titolo tratto dall'omonima canzone di Elvis Presley

NdA:
Sono super di fretta! Mi ero dimenticata che ho il turno a teatro (lavoro come maschera) e sto aggiornando per strada xD nel prossimo capitolo ringrazio tutti per bene, promesso!
A venerdì!
HM_3 :* :*
  
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