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Autore: Celeste_08    20/02/2016    4 recensioni
A distanza di quasi vent'anni dall'uscita della serie TV, del cast di Violetta restano solo Jorge e Martina, ormai sposati e con una bimba al seguito, e Pablo e Mechi, anche loro genitori in carriera di due adorabili gemelli. L'affetto fra le due coppie è immutato, anzi, maturato grazie alla nascita dei tre bambini, che, iniziando la scuola, conosceranno un universo totalmente nuovo per loro. Il mondo è davvero piccolo e, nel college internazionale di Buenos Aires, la piccola Blanco ed i fratelli Espinosa faranno incontri imprevisti. Mille avventure si preparano per questi piccoli giganti, che, con simpatia, comicità e tenerezza, faranno riscoprire ai genitori quanto l'affetto vero sopravviva a qualsiasi distanza.. E peripezia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"E pensare che io me la ricordo da ragazzina, quando prestò la voce per Frozen. Mi piace come interpreta le canzoni... Trasmette veramente emozioni."
Pablo mi sorride in sala registrazioni: siamo dall'altra parte del vetro e stiamo osservando Martina eseguire l'ultimo record per oggi. È davvero brava anche secondo me e forse il suo solo "errore" è stato voler diventare manager di se stessa e degli altri, lasciando un po' perdere il canto.
"Io voglio aiutare altri talenti a emergere. Il mondo è pieno di giovani cui nessuno dà una mano." E con quello aveva chiuso la discussione circa la sua volontà di aprire il suo selo discográfico. 
La osservo terminare la registrazione: ha gli occhi chiusi, persa in un mondo che sa far vivere solo lei. È anche il suo modo di essere, così appassionato, che mi ha fatto innamorare e non manca mai di stupirmi. Mechi la raggiunge e la aiuta a togliersi le cuffie ed il microfono, si dicono qualcosa che non sento e si scambiano un cinque, dopodiché ci raggiungono.
"Tinita, un giorno mi dirai perché non ti interessa più la carriera di cantante?" Le chiede Pablo abbracciandola.
"Oh basta con questo discorso.. Lo sai, dopo il film di Violetta ho giurato che avrei aiutato altri, considerato quanto sono stata coccolata io." 
Ci risiamo, ogni volta che qualcuno le fa un complimento lei svia sempre.
"Mi amor.." Comincio, ma mi posa l'indice sulle labbra e mima "cállate". 
Mi abbraccia ed io fisso gli Espinosa:
"Piuttosto, Mechi.. Perché ti sei ritirata tu, dalla danza?"
Mercedes era una ballerina favolosa, ha fatto spettacoli ovunque prima della nascita dei gemelli. Poi, più o meno quello stesso anno, il marito è diventato direttore artistico del teatro nazionale e lei, dopo il parto, non ha mai più voluto calzare le scarpette. Pablo i primi tempi mi diceva che lo faceva soffrire vedere sua moglie non coltivare più l'arte, però le poche volte che abbiamo affrontato il discorso, anche lei, come Tini, ha sempre svicolato su altri temi.
"Basta, dai ragazzi.. Lo sapete che essere moglie e madre è un lavoro a tempo pieno. E poi comunque aiuto il corpo di ballo del teatro."
Pablo la bacia e poi, uscendo dallo studio di registrazione, mormora:
"Sì, ma se tu usassi quell'energia per ballare, avremmo una stella in teatro."
Vedo Martina guardarla con comprensione: solo loro sanno davvero cosa le ha portate a chiudere con le loro passioni. Non che non siano donne appassionate ora, ma qualcosa dopo il film di Violetta le ha cambiate entrambe. Ma non abbiamo mai scoperto cosa... Sono perso nei miei pensieri quando squilla il telefono di Martina. Lo tiro fuori dalla tasca e glielo consegno.
"Gracias mi amor." Mi bacia e risponde:
"Lodo, tesoro! Come stai? Il bimbo scalcia?"
Non sento la risposta, ma vedo mia moglie impallidire e mi affretto a sostenerla. Con la coda dell'occhio vedo anche Pablo livido, al telefono.
"Che sta succedendo?"
Chiedo all'unisono con Mechi.
Mia moglie si accoccola contro il mio petto e sussurra:
"Beatriz, la nipote di Cande... Beh, può essere adottata dai Gambandé."
Sono così sconvolto che tremo anche io. Mechi sta chiedendo qualcosa al marito, ma io sento solo Pablo che dice:
"Ragazzi, io vado dai Goldschmidt, che ci sono anche i Gambandé. Capiamo di che si tratta."
Mechi ci fa un cenno di saluto ed entra in macchina con lui.
Io e Tini ci fissiamo e diciamo contemporaneamente:
"Dobbiamo andare da Cande."
---
Tini tiene in braccio il piccolo Leonardo, e sembra davvero una Madonna. Non vedo l'ora di vederla alle prese con la nostra nuova creatura.. Io e Ruggero stiamo consolando una devastata Cande.
"Ma io sono certa che Alba e Facu siano ottimi genitori!!! Li conosco da una vita: metterei la mano sul fuoco sulla loro integrità. Però è della figlia di MIA SORELLA che parliamo!!! Perché darla a loro quando la parente più prossima sono io?"
Ruggero la abbraccia e mi passa una pila di fogli. Io non capisco molto di diritto, ma la legge spagnola sembra perentoria al riguardo: la bambina deve essere adottata dai parenti germani ancora in vita, biologici o meno. Ed effettivamente, carta canta che la zia paterna era la cognata di Alba, in quanto moglie del fratello di quest'ultima. E zia Alcantara aveva già concluso le pratiche per l'adozione, il che toglie dai giochi Cande e Rugge.
"Ma la bambina non è Argentina?"
Cande mi fissa e scuote il capo.
"Mia sorella lo era, ma la piccola nacque in Spagna... Motivo per cui anche io e Rugge, alla sua nascita, ci trasferimmo lì. Io volevo stare con mia sorella..."
Ok. Figlia spagnola di padre spagnolo e madre Argentina, soggetta a legge spagnola.
"Ma se faceste un ricorso..."
Tento, ma Rugge mi interrompe.
"Fuori discussione. Non fa bene alla bambina, non fa bene a noi, e non è colpa di Alba e Facu se sono loro i primi in linea. Fra l'altro, siamo amici: un accomodamento lo possiamo trovare. È solo che...."
Guarda Cande e poi mia moglie con il loro bimbo, ora addormentato. 
"... Lo capisco. Non devi dirmi nulla."
Sono padre anche io e so riconoscere l'amore totalizzante che si prova per un figlio, proprio o no. E non vorrei trovarmi mai nella situazione di Ruggero.
Martina sistema il piccolo nella culla e poi ci raggiunge sul divano. 
"Cande... Ti faccio un the? Mi fa male vederti così, vedrai che troviamo una soluzione!"
Cande scuote il capo e si accoccola contro Ruggero. Non so bene cosa fare o cosa dire, forse perché non c'è molto né da dire né da fare. 
In quel momento suonano al citofono.
"Vado io." Dice Tini ed io la seguo.
Sulla porta ci sono Lodo con il marito e Alba e Facu. Dietro di loro, Mechi e Pablo.
Ruggero ci ha raggiunti e li invita ad entrare.
Ci sistemiamo in silenzio sui divani e l'aria è così pesante che potrei tagliarla a fette. 
Alba guarda il viso pallido di Cande e poi, con voce incrinata, parla.
"Cande io... Beh.. Non so come cominciare.. Io e Facu non possiamo avere figli, e tutti sapete quanto la cosa ci abbia distrutti. Quando mio fratello è morto, io non sapevo nulla di sua moglie. Fra l'altro quell'Alcantara a me non è mai stata simpatica. Sin dal matrimonio aveva coinvolto mio fratello in giri che non mi piacevano e beh.. Non importa ora."
Si asciuga una lacrima e Facu le cinge le spalle, mesto anche lui.
"Quando abbiamo deciso di venire in Argentina e abbiamo fatto domanda per i visti, l'ambasciata spagnola di Buenos Aires ci ha contattati per dirci che mio fratello e sua moglie, la sorella del papà di Beatriz, prima di morire avevano adottato una bambina qui residente, ma spagnola di origine.. E che noi eravamo i primi parenti in lista per le adozioni. La bambina era registrata come Alcantara: io ho saputo che era anche parente tua solo oggi, dai servizi sociali. E... Credeteci, siamo distrutti quanto voi."
Alba scoppia a piangere e così anche Cande, si abbracciano a lungo, ma è un abbraccio triste.
"Cosa facciamo quindi?" Chiede Ruggero
"Suggerisco di vederci tutti con la bambina." Interviene Facu.
"Ma io... Io ho Leo anche... Quando... Come...?"
Io e Tini ci fissiamo un attimo e poi guardiamo anche Pablo e Mechi.
"Cande, puoi lasciarci il piccolo in qualunque momento per tutto il tempo che riterrai opportuno." Dice Mechi, guardando l'amica.
Cande annuisce, ma non parla. 
Lodo interviene..
"Ragazzi... Voi quattro dovete parlare. Noi faremmo meglio ad andare."
Faccio un cenno di assenso e mi alzo per permettere anche a Tini di seguirmi. Abbracciami a lungo i nostri quattro devastati amici e poi usciamo. Prendiamo l'ascensore insieme e tutti e sei restiamo in silenzio.
Lodo commenta, uscendo:
"Certo che improvvisamente sapere che sarà Lanzani a far nascere mio figlio mi sembra zucchero in confronto a quello che stanno passando loro."
Tini annuisce e la abbraccia, Mechi le fissa:
"Non c'è nessun altro?"
Scuoto il capo e vedo anche Tomas mesto quanto me.
Mia moglie fa un sorriso tirato:
"Lodo ha ragione. Non sono questi i veri problemi.."
Ci salutiamo con tristezza ed io e Tini saliamo in macchina. Il tempo di fare manovra e vedo mia moglie scossa da tremiti, il viso livido e gli occhi spenti.
"Jorge... Non respiro." 
E sviene. 
Inchiodo e per un pelo non ammacco il SUV di Pablo, che non ha ancora fatto manovra e ora corre verso di noi. Mia moglie è accasciata sul sedile e ha le labbra blu.
Mechi apre con forza la portiera e mi toglie il telefono dalle mani, perché vorrei fare io la telefonata ai soccorsi; chiama il numero di emergenza, mentre io osservo Pablo, che sta tirando mia moglie fuori dall'auto.
L'ambulanza arriva di lì a pochi minuti, ma a me sembrano secoli. Lodovica mi sta tenendo fermo, mentre osservo Pablo spiegare ai paramedici la situazione. Due di loro stanno affaccendandosi attorno a Martina, ed io ignoro Lodo e mi avvicino a loro.
"Mi amor" le dico anche se non può sentirmi. "Torna da me."
Pablo e Tomas mi trattengono per le spalle, quando l'ambulanza si allontana con Tini e Mechi a bordo. 
"Tranquillo Jorge. Ti portiamo da lei."

*Collegio Internazionale di Buenos Aires*

Nella cameretta in fondo al corridoio delle bambine, una testolina coperta da lunghi capelli ricci e rossi è poggiata su un cuscino bagnato di lacrime.
"Bea... Non piangere.. Sono certa che ci sarà una soluzione."
Una bambina con i boccoli castani e grandi occhi verdi le accarezza il capo e la consola.
"E comunque vedrai che lo capiranno che zia Cande è tua zia e... Insomma, non ti lasceranno così, dai primi che capitano."
Beatriz si tira su e la fissa con i suoi grandi occhi scuri.
"Ma io sono spagnola.. La legge è diversa."
Angie la guarda e non capisce. 
"Ma quindi... Te ne dovrai andare?"
In quel momento due bambini irrompono allegramente nella stanza: hanno i capelli ricci e gli occhi azzurri entrambi, ma uno è biondo come il grano maturo e l'altro ha i capelli così scuri che sembrano accesi da riflessi blu.
"Che succede qui?" Chiede il biondino.
"Non lo sappiamo ancora."
Risponde Angie continuando ad accarezzare il capo dell'amica.
"E allora perché piange?" Chiede il moro indicando Bea.
In quel momento entra la direttrice, seguita dalla maestra di musica.
"Bambini.. Avete le prove. Coraggio."
Angie ed i gemelli escono, la bambina continua ad avere gli occhioni verdi tristi e lucidi. Alejandro, il moro, la prende per mano e, non sapendo nemmeno lui cosa fare, dice: "Andrà tutto bene."
Nella camera delle bambine Bea piange sul grembo della direttrice.
"Oh tesoro. È una questione che risolveranno i grandi... Tu starai bene comunque."
La piccola continua a piangere e mormora:
"Perché la mamma mi ha lasciata sola?"
La direttrice si commuove, come spiegare a una bambina un concetto tanto più grande di lei? 
La maestra Flo bussa delicatamente alla porta.
"Signora direttrice? Mrs Lanzani è arrivata con i costumi... Ma c'è un problema." 
   
 
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