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Autore: _Reset_    20/02/2016    0 recensioni
ecco, ci riprovo! la mia prima storia non ha avuto molto successo, quindi eccone un'altra sperando che piaccia di più!!
David Finnigun è un campione delle olimpiadi di nuoto ed è soprannominato Achille anche se non tutti sanno il perchè. la sua vita, segnata da una vecchia e dura decisione, verrà sconvolta da una persona speciale. cosa succederà??? spero veramente che vi piaccia!!!
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

Sono le tre e ventisette quando finalmente arrivo alla piscina: so di essere tardi, ma dovevo assolutamente studiare storia per domani perché il mio sesto senso – che sbaglia sempre – mi dice che domani sono interrogata e sono in ansia.

Mi sono appena tolta il giubbino e seduta sulle tribune quando vedo Massimiliano Tempton avvicinarsi a me. Mi tremano le gambe per l'agitazione, per fortuna sono seduta! L'anno scorso ho scritto un articolo di ben 32 pagine su di lui!

- Scusa, dolcezza, ma questo allenamento è chiuso al pubblico.- esclama quando mi raggiunge.

Mi sento la lingua annodata, ma riesco a dire:- Mi ha detto David che potevo venire...-. La mia voce, che volevo fosse chiara e sicura, risulta fioca ed incerta.

Il mio istinto mi spinge a cercare lo sguardo del ragazzo e, caso assai fortunato, riesco ad incrociarlo mentre respira a stile ed a inviargli un'occhiata di chiarissima lettura: “Aiuto!”. Nel frattempo anche l'allenatore si è voltato verso il suo pupillo fissandolo con aria orgogliosa ed incuriosita.

Rimaniamo entrambi sbalorditi quando lo vediamo deviare, attraversare le corsie e uscire dalla piscina.

Ovviamente rimango senza fiato a vederlo in costume, ma sono giustificata: io sono una ragazza e lui ha un fisico perfetto!

Nel tempo che io impiego a riprendermi dalla visione lui ci ha già raggiunti.

- Qual è il problema?- chiede tranquillo.

Il suo allenatore si volta verso di me.

- Ah... non te l'avevo detto?- chiede David un po' imbarazzato e quando l'altro scuote la testa distoglie lo sguardo da noi fissandolo sul pavimento con aria colpevole.

- Scusa, non ci sono molto con la testa in questi giorni... comunque le ho detto io che poteva venire... anche per gli altri giorni dell'anno se vuole... le serve per un libro che deve scrivere per la scuola...- mormora senza alzare lo sguardo.

- Si può sapere che succede?- chiede Richard Tempton che nel frattempo ci ha raggiunti incuriosito dall'interruzione dell'allenamento dell'amico.

Nessuno gli risponde e David alza lo sguardo sull'allenatore che lo fissa silenzioso.

- Se è un problema me ne posso andare... capisco che non si poss...- inizio io per evitare una discussione inutile, ma l'uomo alza una mano per fermarmi e borbotta:- Certo che puoi restare, dolcezza!- poi, rivolto al pupillo esclama con tono canzonatorio:- La prossima volta che mi porti una sconosciuta però voglio una richiesta ufficiale scritta a mano con penna e calamaio in latino, ok?-.

Ridendo tornano in piscina e riprendono l'allenamento:

- 200, 400, 800, 1000, 800, 400, 200 metri stile;

- 200, 400, 800, 1000, 800, 400, 200 metri dorso;

- 200, 400, 800, 1000, 800, 400, 200 metri rana;

- 100, 200, 300, 400, 500, 600, 500, 400, 300, 200, 100 metri delfino;

- 100, 200, 400, 200, 100 metri misti;

- esercizi vari per il perfezionamento degli stili;

- dieci scatti da 50 metri per ogni stile.

Sono veramente ammirata: non credevo proprio che dei ragazzi diciannovenni potessero sopravvivere a un allenamento simile!

Prima di andare negli spogliatoi i due atleti rimangono un po' seduti a bordo vasca per riprendere fiato. Solo adesso noto dei dettagli che mi incuriosiscono molto su David.

In primo luogo vedo su tutta la parte alta della schiena (da scapola a scapola) un enorme tatuaggio a forma di ali. Osservandolo bene quelle che apparentemente sembrano essere normali linee si rivelano essere una frase e una firma: “I'm not afraid to die – Achille”.

Curioso...voglio assolutamente saperne di più, ma ormai ho capito che fare domande dirette non mi porta alcun risultato e nemmeno gli amici mi saranno d'aiuto. Devo assolutamente fare in modo che si fidi di me, così magari mi spiegherà tutto senza che io debba chiedere...

L'altro dettaglio che cattura la mia attenzione sono le numerose cicatrici che ricoprono il suo corpo.

Inizio a riordinare gli appunti che ho preso e a ricavarne un testo espositivo, ma vengo distratta dalla voce dei ragazzi quando mi sento nominare. Sono troppo lontani perché io possa sentire le esatte parole, ma li vedo ridere, quella risata non di scherno, e ciò mi fa sorridere: a quanto pare gli sto simpatica.

Dopo una domanda di Richard che avrei tanto voluto sentire vedo il volto di David oscurarsi. È diventato serio, troppo serio, e nei suoi occhi leggo quella nota di malinconia che avevo già notato altre volte.

Risponde lentamente, piano, con lo sguardo vuoto e fisso su un punto lontano. Anche Richard diventa serio e pone un'altra domanda, questa volta con più cautela.

David rimane fermo e zitto, ma stringe le mani sul bordo e si nota in ogni suo muscolo una nuova tensione.

Improvvisamente tutto questo svanisce e si volta verso di me. Rimane serio per alcuni attimi che a me sembrano un'eternità, poi sorride, si alza e mi saluta, per poi andare negli spogliatoi.

Velocemente mi appunto tutto ciò nel quaderno. Per queste cose ho destinato una pagina intera intitolata “Misteri”.

Esco dalla piscina e mi trovo indecisa su cosa fare: devo rimanere lì ed aspettarlo oppure me ne devo andare?

Decido di sedermi su una panchina a riordinare ulteriormente gli appunti. In questo modo quando esce se mi vuole parlare – opzione che spero si avveri anche se abbastanza improbabile – mi vede e mi raggiunge; se invece non mi vuole parlare può benissimo andarsene ignorandomi mentre io avrei un alibi per rimanere lì.

Sono arrivata alla pagina “Misteri” quando lo sento uscire dallo stabile chiacchierando con Richard. Tutto è tornato come prima: sono allegri e stanno ridendo insieme.

- Hey, Alice!- lo sento gridare da lontano quando mi vede.

Ovviamente sfoggio tutte le mie abilità (scarse) di recitazione per fingermi molto sorpresa e, a quanto pare, ci cascano entrambi.

- Cosa stai scrivendo?- chiede mentre si avvicinano.

Mi rendo conto della pagina su cui sto scrivendo ed il più velocemente possibile chiudo il quaderno. Subito sul volto dei ragazzi si dipinge l'espressione di pericolosa curiosità che mi fa arrossire imbarazzata.

- Piacere, io sono Ricky.- dice tendendomi la mano l'amico di David.

Giustamente anche io allungo la mano.

Errore epico!

Dopo avermi stretto la mano con l'altra mi ruba il quaderno e si allontana un po' di corsa.

- Ridammelo!- esclamo subito, ma si è allontanato talmente velocemente che non riesco a raggiungerlo. Lo scatto che ho fatto per alzarmi però mi fa crollare al secondo passo perché sono troppo sbilanciata. Che figura!

David però riesce a sostenermi prontamente e mi aiuta a ritrovare l'equilibrio.

- Ricky, ridaglielo!- esclama divertito, ma l'amico scuote la testa e sfogliando il mio quaderno ridendo borbotta:- Certo che sei una giornalista di primissima qualità!-.

Ogni singola pagina che volta mi procura una fitta al cuore: adesso mancano solo quindici pagine a quella che stavo riordinando.

Chissà cosa penserebbe di me se sapesse ciò che penso, ciò che so e ciò che voglio sapere di lui!

- Ricky, ridaglielo! Non rompere!-.

Che dolce, mi sta difendendo!

- Achi, dovresti leggere qui...- continua l'amico imperterrito.

- No, per favore, no...- sussurro io implorante, peccato che lui sia il tipico esponente di ragazzo che se dici qualcosa fa il contrario... che maledetta sfortuna che ho!

- Ricky, smettila!-.

- Senti, senti... scrive anche di me!- esclama l'altro volando pagina e proseguendo a leggere.

- Mi dispiace, Alice...- mormore David capendo che è una battaglia persa.

Sento il cuore battere forte, troppo forte.

Le mie gambe iniziano a tremare.

- Alice... Alice, ti senti bene?- mi chiede lui subito accorgendosi del mio cambiamento.

Ricky volta un'altra pagina.

Ne mancano solo tre!

Il mio rossore si trasforma improvvisamente in pallore quando volta ancora una pagina.

Solo due pagine alla mia disfatta!

Perché mai ho scritto quelle parole che adesso bruciano nella mia mente?

- Alice... sei pallida, siediti...- mormora David preoccupato, poi grida all'amico:- Smettila, si sente male...-.

Quello però volta ancora una pagina.

Il mio debole corpo non regge più la tensione.

Il volto di Ricky è luminoso e divertito...

Volta l'ultima pagina.

Vorrei morire all'istante oppure sprofondare nel terreno.

Quando inizia a leggere il suo sguardo da divertito si trasforma in sbalordito e, quando finisce, serio.

Alza gli occhi e li fissa su i me mentre si avvicina.

Mi sento ferita nell'orgoglio, smascherata, umiliata.

Subito sento gli occhi pungere e le lacrime affacciarsi alle guance

- Achi... leggi qui...- mormora.

David, avendo anche lui notato il cambiamento nell'amico, gli si avvicina ed inizia a leggere.

Basta! Non resisto più!

La mia prima lacrima è appena scivolata sulla guancia quando mi volto e coro via il più velocemente possibile sperando che non mi seguano.

  
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