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Autore: Everian Every    20/02/2016    3 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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"Analisi: Entità al sessanta per cento. Capacità mentali, di distruzione, di annientamento, di eliminazione, di mutazione, di emulazione e di trasporto rapido. Forza riscontrata: livello sette. Aumento dell'onda dell'anima al sedici per cento. Double Souls Shield, Double Souls Perception, Double Souls Speed, Double Souls Strenght aumentate al quaranta per cento."
Strange avanzò aprendo e stringendo le mani come per saggiarne la mobilità. La protesi metallica era saltata in aria con la trasformazione e i vari pezzi di cui era composta ora se ne stavano incagliati nel terreno in cui erano stati sparati con forza.
Il corpo del ragazzo era invariato. Sembrava solo un po' più alto e più slanciato, la muscolatura era diventata più definita, ma più atletica, non eccessiva. Il volto aveva un che di strano, con i capelli quasi infuocati, azzurro chiaro tendente al  bianco, gli occhi che emanavano uno strano alone bluastro. I quattro arti erano invece mutati profondamente. Fino ai gomiti e alle ginocchia erano normali, solo più muscolosi e agili. Invece, dai gomiti e dalle ginocchia in giù erano completamente color verde acqua, come fossero fatti di un qualche strano materiale.
Perfino l'arto destro, che di solito era sostituito dalla protesi, sembrava essersi rigenerato.
Ma quello che colpiva di più era ciò che lo circondava. Un'area sferica tutt'intorno a lui, di circa dieci metri, sembrava fosse sul punto di collassare. Una quasi del tutto invisibile barriera biancastra lo avvolgeva, mentre l'aria al suo interno vibrava, il tessuto stesso della realtà si copriva di crepe e fenditure che lo stesso potere di Strange risanava.
Ad ogni passo, il terreno veniva scosso e, quando sollevava di nuovo il piede, una profonda voragine si mostrava dove poco prima stava lui. Era diventato un pericolo per l'intero universo.
I legami mentali che Nero stava usando per avviluppare i cinque compagni del ragazzo si incrinarono, si spezzarono come fossero di vetro davanti all'energia sprigionata da Strange Lelq.
Il Supremo si voltò, il volto segnato da stupore.
"No... Non è possibile! Tu sei... Sei uno degli undici? Impossibile! Non sei una delle anime grandi, non puoi esserlo!" gridò, afferrando la spada ancora conficcata nel terreno, la quale si incendiò di un fuoco bianco e viola.
Con un gesto disperato del braccio, il Supremo diede un fendente. Dalla lama di fiamme si dipanò un'ondata di pura energia che viaggiò a velocità impressionante contro Strange, mettendo a rischio anche i cinque, ancora deboli per i colpi subiti.
Ma il ragazzo dalla doppia anima non si scompose. La sua espressione rimase di decisa durezza, anche quando alzò l'indice, puntandolo come una pistola alla testa di Nero.
"Double Souls Hyper Ray." disse secco.
Un sibilo.
Poi un boato assordante.
Una linea retta di aria che diventava plasma per il troppo calore sprigionato intercettò l'attacco del nemico, proseguendo verso Nero. Il Supremo si spostò tuttavia verso destra, in modo che il colpo gli attraversò la spalla, facendogliela esplodere. Ma l'attacco non si fermò, proseguì, traversando la gigantesca meridiana che stava dietro a Nero, provocando un foro grande quanto una palla da demolizione.
Il Supremo digrignò i denti, afferrandosi il braccio sinistro che ora pendeva attaccato al resto del corpo da un misero lembo di pelle e osso scampato all'esplosione.
"Non riesco a rigenerarmi... NON RIESCO A RIGENERARMI!" pensò, svanendo nel nulla. Doveva riprendersi.
Aveva visto la sua essenza crescere spropositatamente, raggiungendo le dimensioni di un edificio. Solo altre undici persone avevano un'influenza del genere. Di solito l'essenza era grande quanto una noce, le più grandi raggiungevano le dimensioni di un pallone da calcio. Ma c'erano undici entità nel Multiverso con un'essenza di dimensioni massime pari ad un pianeta o poco meno. E sentiva che quel tizio non si stava nemmeno impegnando, lo percepiva chiaramente: Strange aveva calcolato con fredda precisione il suo livello di forza e si comportava di conseguenza, in modo da batterlo senza dar adito a tutte le sue capacità. Se solo lui fosse stato al cento per cento...
Strange guardò verso sinistra quasi annoiato. Alzò di nuovo l'indice e sparò un altro colpo.
Il raggio traversò lo strato che divideva i vari Mondi di quella Realtà, devastando ogni luogo consciuto e colpendo Nero prima che potesse rifugiarsi nell'unico luogo in cui nemmeno il ragazzo, con tutto il suo potere, poteva andare: il Mondo di Mai.
Il Supremo cadde in ginocchio, venendo ritrascinato nella sala della meridiana, con un nuovo foro proprio in mezzo al petto.
Il suo corpo si stava rimarginando, ma lentamente, troppo lentamente. Se non si fosse sbrigato, se non fosse riuscito a fuggire... Strange lo avrebbe distrutto completamente, obbligandolo a ritornare nella cella per altri diecimila anni.
C'erano infatti due modi per rinchiudere un Supremo in quella prigione particolare. Fargli toccare le sbarre, che erano incantate, o distruggere il suo corpo fisico al cento per cento, in modo che il suo nucleo non potesse riformarsi se non con un periodo di stasi, appunto, di diecimila anni.
Non poteva permetterlo! Non dopo essere arrivato così vicino al traguardo.
"Riflettiamo... Secondo quanto posso percepire, la sua forza totale è alla pari delle tre più forti degli undici... In base alle statistiche, mentre gli altri cinque presenti in questa stanza hanno un potere attuale pari al limite massimo, che è il sessanta per cento del potere di un Supremo, cioè la forza che ho io ora, lui ha raggiunto un over-limit pari al sessantuno per cento... Non credevo fosse possibile arrivare a tanto per un entità di normale condizione di esistenza... Poco male, non mi resta che aspettare e sperare. La fuga è impossibile, me lo ha ampiamente dimostrato or ora. Ma non tutto è perduto. Il tempo che devo ancora aspettare è poco. Mi basterà resistere..." Mentre Nero rifletteva, Strange gli comparve alle spalle.
Così investito dalla sua essenza, il Supremo si sentì privato di tutte le energie, Sgranò gli occhi e si afferrò la gola, annaspando, pur non avendo bisogno di ossigeno.
"Double Soul Hyper Wave." disse il ragazzo quasi con apatia.
Una pressione oltre il limite del ragionevole schiacciò Nero, frantumando il suo corpo in più punti. Ma, prima che l'ondata lo scagliasse via, Strange lo afferrò per la nuca, lanciandosi contro la meridiana.
Portando davanti a sé il Supremo, il ragazzo attraverso come un proiettile la gigantesca scultura di pietra che venne irrimediabilmente danneggiata.
Non contento, Lelq scagliò verso soffitto Nero, scagliandogli poi contro una serie di sfere di pura essenza, molto più pericolose e devastanti dell'energia o di qualsiasi altra cosa esistente.
Nero se ne avvide e, stringendo i denti, si destreggiò a mezz'aria, sfruttando le sfere che, esplodendo, gli permettevano di spostarsi in volo. Con grazia, atterrò lontano da Strange e si mise a correre, avvolto da una nube di fumo bianco. Il suo corpo stava collassando. Un colpo di più e sarebbe stato sconfitto, e allora avrebbe dovuto aspettare altri diecimila anni per poter fuggire di nuovo.
Il ragazzo gli apparve di fronte, tirandogli un pugno nello stomaco, traforandolo con un colpo secco. Nero si scompose in un'esplosione viola, riformandosi, pur ferito, poco lontano, riprendendo a fuggire. Ma Strange era dell'idea contraria.
"Non scappare. Double Soul Hand: Hyper Punch."
L'essenza sferica che circondava il giovane si condensò intorno al suo pugno, rendenolo molto più potente e rapido. Nero sgranò gli occhi, preso da un improvvisa paura. Paura per la propria incolumità.
Il colpo gli attraversò il petto da parte a parte. Ora un nuovo buco, grande quanto una palla da basket gli si apriva in corrispondenza del nucleo. Non poteva più scomporsi e ricomporsi a piacere.
"Sai... Manovrare... L'essenza..." bofonchiò, indietreggiando di qualche passo.
L'essenza, ovvero la natura di un entità, era qualcosa che cambiava da sola nel tempo. Nessuno, tuttavia, era in grado di utilizzarla per attaccare, eccezion fatta che per poche creature, considerate "divinità", tra cui gli Eon, che però non erano in grado di sfruttarla a pieno. Invece, gli undici potevano manovrare la loro propria essenza con un'abilità seconda solo a quella dei Supremi. Essere colpito dall'essenza di qualcuno, nel caso questa fosse stata molto grande, significava morte certa. Era come se la natura di un soggetto aggredisse quella di un altro, sopprimendola e trasformando la vittima in nulla. Era un processo simile ai raggi di azzeramento dei Supremi, usati anche dalle Rovine, che agivano in modo da annullare completamente ciò che incontravano.
L'unica cosa che un'anima grande, uno degli undici o, a quel punto, dodici, considerato lo stesso Strange, non poteva fare con l'essenza era mutarla al cento per cento. Non erano come i Supremi, che invece avevano libero accesso alla natura di tutto e tutti, e che potevano farne qualsiasi cosa, perfino rendere il più patetico dei mortali un dio.
Nero non aveva molte possibilità. Sentiva le forze svanire, e non solo per gli attacchi subiti. Doveva guadagnare tempo.
Tentò un'ultima fuga disperata, teletrasportandosi a tratti.
Strange fece un solo, semplice scatto. Con un unico colpo di gambe fu dietro al Supremo, coprendo in meno di una frazione di secondo centinaia di metri. Con la mano aperta prese di nuovo la nuca del Supremo e lo schiacciò a terra, facendolo strisciare con il volto sul nudo pavimento per decine di metri.
Strinse con la sinistra il collo del demone, sollevandolo di qualche centimetro da terra.
"Xoen ti aveva avvertito. Hai perso, Nero. Double Souls Hand: Hyper..." fece per dire Strange, alzando il braccio destro che venne avvolto dall'intera essenza del ragazzo, diventando come incandescente.
Nero lo fissò. Il suo viso era devastato. Irriconoscibile.
"P-perché..." mormorò, senza riuscire ad aprire la bocca per intero, tanto era martoriato. "Perché vuoi salvare questo mondo?"
"La verità? Non mi importa di questo mondo. Fosse per me, potrebbe benissimo sparire nel nulla più assoluto, potrebbe cadere nell'oblio totale. Ma l'unico modo che ho per andarmene da qui è farti fuori, far contento l'Omino di mai e poi andarmene da questo cimitero gigante. Nulla di personale, amico, ma capiscimi. Ho le mie priorità."
"Ahh... Vuoi rivedere la tua famiglia, vero? Vuoi riabbracciare Giulyu? E Anna? Ma povero caro.... AHAHAHAAH! Stupido idiota, l'Omino di mai ti riporterà sempre e solo qui, per combattere ora e per sempre in un disgustoso gioco che né io né tu possiamo comprendere. Un teatrino delle marionette tirato da altri per il suo divertimento, ecco cos'è tutta questa faccenda. Stupido illuso! Ma la sai un'altra cosa?" lo apostrofò divertito Nero, con un nuovo luccichio negli occhi.
"Cosa? Cosa sai di Giuly?" chiese Strange, stringendo la presa sul suo collo.
Nero però non rispose. Sembrava pietrificato. Guardava verso di lui, ma i suoi occhi vitrei erano persi nel vuoto. Sembrava... morto.
"COSA? COSA SAI DI LEI, MALEDETTO? PARLA!" gridò Strange, strattonandolo. Aveva nominato Giuly, pur avendo detto male il suo nome. Giulyu... non sapeva dove, ma aveva già sentito pronunciare così il nome della sua ragazza.
Il corpo del Supremo ebbe un sussulto. Poi un altro. Poi un altro.
La mano di Nero scattò, afferrando il polso di Strange con un vigore che il ragazzo non si aspettava, viste le sue condizioni.
"Solo un suggerimento. Quando combatti... Non perdere tempo in inutili chiacchiere." sussurrò Nero con sfrontatezza.
Strange sgranò gli occhi.
Qualcosa, non avrebbe saputo dire cosa, lo sbalzò via; perse la presa sul mostro e volò in aria per decine e decine di metri, cadendo vicino ai suoi compagni che si stavano aiutando a vicenda a riprendere le energie.
"Ehy. Stai vincendo?" chiese Lars, vedendolo rialzarsi senza nemmeno un graffio, ma con un'espressione che tradiva un po' di preoccupazione.
Strange non rispose, si limitò a caricare un pugno e a colpire l'aria. Un'onda d'urto si propagò verso l'alto, intercettando dei proiettili violacei di energia che esplosero a mezz'aria.
"Finalmente..."
Xoen sollevò il capo. Non c'era nulla nei suoi occhi se non panico.
"Non è possibile... Non dirmi che si è..." mormorò, muovendo un passo verso il Supremo, reso invisibile da una strana coltre di fumo bianco.
"Finalmente..."
Grim e Xurst si prepararono a reggere ad un assalto, generando l'uno sfere di oscurità, l'altro ricoprendosi di ruggine nera e viola.
"Finalmente..."
Lars e Darksaurus si guardarono a vicenda preoccupati.
"Non serve avere l'istinto animale che ho io per capire che siamo nei guai..." disse il ragazzo pallido, mutando metà del suo corpo in un ibrido tra un allosauro e un ragno gigante.
"Finalmente!"
Strange strinse i denti.
Aveva tirato troppo per le lunghe quello stupido gioco. Pur avendo la vittoria in mano, il suo lato perverso aveva prevalso e non aveva sconfitto un avversario in fin di vita, se così si poteva dire di Nero.
"FINALMENTE!" esplose il Supremo, liberandosi dalla nebbia bianca.
Lui stava lì, in piedi, il volto sorridente diretto al soffitto lontanissimo, le braccia rigenerate rilassate lungo i fianchi. Era totalmente guarito. Aveva indosso una camicia ben curata con le maniche tirate al gomito, pantaloni di velluto nero, scarpe eleganti in cuoio, i capelli color sabbia tirati indietro da una sapiente mano di gel.
Non portava i guanti e dalla pelle nuda degli avambracci e del volto fuoriuscivano fili argentei di fumo, con qualche sbuffo viola.
Strange digrignò i denti. Non aspettò nemmeno un istante.
Si chinò in avanti, tese i muscoli e si scagliò come un proiettile verso il demone, preparando un pugno ammantanto con la sua intera essenza.
"DOUBLE SOULS HAND: HYPER..."
Fu tutto estremamente veloce. In una frazione di secondo Strange fu a metà strada tra il gruppo e Nero. E in quel momento, il Supremo entrò in azione. Gli si materializzò davanti con noncuranza e mise un braccio alzato, con l'indice teso, in modo che impattasse contro il suo petto.
Il ragazzo sentì il suo corpo collidere con quell'indice maledetto, sentì lo sterno bucarsi, il braccio traversargli il cuore senza fare una piega.
"Sai, amico mio. Ora posso copiare, potenziare e fare miei i poteri e la forza di tutti..." gli sussurò all'orecchio, mentre lui sputava un grumo di sangue.
"Double Souls Ultra Ray." disse serafico il Supremo.
Un raggio viola partì dal suo indice, passando tra i cinque senza toccare nessuno.
Per un secondo, tutti guardarono i due scioccati.
Poi un boato immenso li assordò, un'onda d'urto pazzesca sollevò il terreno e li investì in pieno, scagliandoli contro la parete della sala. Dietro a Nero e Strange, ora, si trovava una conca profonda un centinaio di metri, mentre la parete opposta a loro era indietreggiata di almeno un kilometro.
"Tch, i tuoi poteri sono patetici... anche potenziati, non valgono nulla. E questo vale per tutti voi." disse Nero palesemente deluso. Prese per il collo il ragazzo ancora bloccato con gli occhi sbarrati, incagliato al braccio del mostro.
Diede uno strattone e, senza muovere il braccio, fece staccare Strange da sé, aprendogli uno squarcio nel petto fino alle costole. Poi, non contento, come fosse immondizia, lanciò il ragazzo contro le macerie della meridiana.
"Ora." disse, scrocchiandosi le nocche e guardando di nuovo verso l'alto "Il momento è giunto di attirarti qui, Omino di mai."
E rilasciò la sua essenza.

Angolo di ME!

Alloooorrrra, ci stiamo avvicinando al finale, ma anche ad un periodo scolasticamente parlando orribile per il povero sottoscritto, duuunque fungerà così: i prossimi (pochi) capitoli che ci separano dalla conclusione li pubblicherò TA-TA-TA a distanza di pochi giorni. Non dico uno al giorno. Ma di certo entro settimana prossima avremo finito. Questa parte, almeno. Non so se l'ho già detto, ma questa è (dipende in realtà da voi, poi capirete perché) la prima storia di una serie. Ho già tutto in zucca. Ne avremo per un po' (minacciona seria!)
Quindi aspettate i prossimi capitoli che finiamo in fretta, ok? Voglio concludere questa parte prima di entrare nel vivo della fibrillazione scolastica, così mi tolgo un pensiero.
Ev.
   
 
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