Sweetheart
Arrivai sul pianerottolo che già tremavo.
Mi avvicinai al portone di legno e bussai, il suono delle mie nocche
che
sbattevano contro la superficie dura mi fece accapponare la pelle.
Attesi qualche istante, poi udii del frastuono e Dave comparve
sull'uscio con
aria stravolta.
"Ciao" mi disse con la sua voce bassa "grazie per essere
venuta"
Annuii e mi strinsi nelle spalle "Che è successo?"
Mi fece accomodare e mi condusse in salotto, dove Krist era seduto sul
divano.
Non appena mi vide lessi il sollievo nei suoi occhi stanchi.
Strinsi i pugni e mi voltai verso Dave, in attesa.
"Ha dato di matto come al solito, ci ha sbattuto la porta in faccia e
si è
chiuso nella sua stanza. Sono due giorni ormai, non ha intenzione di
aprirci."
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando di capire che cosa
potesse essere
scattato nella mente del mio amico.
"Ok- dissi con tono sottile- ci provo io."
Feci pochi passi e colmai la distanza che mi separava dalla camera da
letto su
cui campeggiava la scritta KEEP OUT.
Posai la mano sul legno freddo e la colpii lentamente tre volte.
"Kurt? Kurt sono Clare, mi senti?"
Mi rispose solo il frastuono del silenzio.
Con la coda dell'occhio vidi Dave, in piedi sulla porta del salotto che
si
passava una mano sul viso sconsolato.
Trassi un profondo respiro e riprovai "Kurt, sweetheart,
mi apri?
Sono io, sono solo io. Fammi entrare, così mi racconti cosa
succede."
Una voce che sembrava provenire dall'oltretomba mi fece sussultare
"Solo
tu."
"Solo io, te lo prometto."
Trattenni il respiro fino a quando non sentii il suono metallico della
chiave
che veniva girata e mi arrischiai ad afferrare la maniglia.
Guardai i ragazzi dietro di me e feci loro cenno di stare lontani, che
era
tutto sotto controllo.
Chiusi gli occhi, come quando ci si butta da uno scoglio molto alto, ed
entrai.
Il buio mi avvolse come una coperta e cercai di adattare la vista a
quella
condizione improvvisa.
Un freddo glaciale mi attraversò le ossa e mi avvicinai a
grandi passi alla
finestra, chiudendola con un colpo secco.
Mi voltai verso il letto circondato dalle tenebre e lo chiamai
"Kurt?"
La mia voce tremante rimbalzò sui muri suonando estranea
alle mie stesse
orecchie.
Arrivai a sfiorare il bordo del materasso con le ginocchia e mi sedetti
con
cautela.
"Hey, cosa succede?"
Dall'oscurità uscì una mano che
afferrò con forza il mio polso,
osservai quelle dita bianche e fredde che stringevano la mia carne e
per un
attimo pensai di mettermi ad urlare.
Mi trattenni e lui mi strattonò facendomi stendere accanto a
sé e nascondendo
immediatamente il viso nell'incavo del mio collo.
"Cosa succede sweetheart? Perché sei
rinchiuso qui?"
Lo sentii sospirare, il fiato caldo sulla mia pelle sensibile mi
provocò
brividi vividi come fuochi d'artificio.
"Sono stanco, tremendamente stanco. E sono stufo di tutto questo. E mi
sento sempre così solo da star male."
Gli accarezzai lentamente i capelli biondi, cercando di calmarlo "Tu
non
sei solo Kurt, i tuoi amici sono nell'altra stanza e sono preoccupati
per te,
hai una fidanzata che ti ama e poi ci sono io, io non ti lascio, lo
sai."
Di scatto si sollevò, fissandomi dritta negli occhi.
Le sue iridi azzurre erano quasi invisibili, tanto erano coperte dalle
pupille
dilatate all'inverosimile.
"Ti ricordi quando credevamo che prima o poi i nostri veri genitori
sarebbero venuti a prenderci su una navicella spaziale?"
Sorrisi debolmente e annuii "Certo che me lo ricordo."
Vidi il suo sguardo vagare per la stanza, poi tornare fisso su di me
"Che
senso ha tutto questo?"
Ero confusa ed i suoi discorsi sconclusionati di certo non mi stavano
aiutando
"Di cosa parli, Kurt?"
"Della vita."
Il cuore mi sprofondò e perse un paio di battiti, come
sempre quando il mio
amico affrontava questo genere di discorso.
"Non lo so, ma forse per scoprirlo bisogna vivere."
"O forse morire."
Non potevo farcela, iniziai a tremare visibilmente e le lacrime
iniziarono a
colare silenziose sulle mie guance.
Kurt mi afferrò per le spalle, piantando nuovamente gli
occhi nei miei "Ti
ho intristita Clare? I-io non volevo."
Gli accarezzai il viso, scostando una ciocca ribelle che gli
solleticava una
guancia, ma non distolsi lo sguardo dal suo "Tu vuoi morire Kurt?"
Finalmente la sua espressione mutò e vi lessi la
consapevolezza di ciò che
aveva appena detto.
Con impeto mi abbracciò e questa volta fui io a nascondermi
contro il suo
corpo.
Mi baciò delicatamente la testa e mi strinse più
forte "A volte, lo
ammetto, ho paura della morte."
Non risposi subito, non sapevo cosa dire, poi finalmente trovai il
coraggio di
staccarmi per guardarlo nuovamente in faccia "Non lasciarmi
sweetheart.
Non lasciarmi sola in questo mondo."
Fu il suo turno di tacere.
Poi, finalmente, sorrise "Mai."
Si sistemò contro il cuscino e mi fece appoggiare al suo
petto, accarezzandomi
distrattamente la schiena e canticchiando qualcosa a mezza voce.
Stavo per addormentarmi quando si interruppe "Clare?"
"Sì?"
"Credo che succederà prima o poi."
"Che cosa Kurt?"
"Torneremo a casa un giorno."
Mi accoccolai meglio contro di lui, beandomi del suo profumo familiare
e del
calore del suo corpo "Ora dormi sweetheart, ti
sveglierò se
verranno a prenderci."
Angolo
dell'Autrice:
Tutto questo sclero perché oggi sarebbe stato il compleanno
di Kurt Cobain.
Tutto questo sclero perché Kurt Cobain è sempre
stato parte di me, perché l'ho
sempre sentito vicino.
Tutto questo per dire, a modo mio: Buon
Compleanno Kurt.