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Autore: WriteForLove    20/02/2016    1 recensioni
Vidi il suo sguardo vagare per la stanza, poi tornare fisso su di me "Che senso ha tutto questo?"
Ero confusa ed i suoi discorsi sconclusionati di certo non mi stavano aiutando "Di cosa parli, Kurt?"
"Della vita."
Il cuore mi sprofondò e perse un paio di battiti, come sempre quando il mio amico affrontava questo genere di discorso.
"Non lo so, ma forse per scoprirlo bisogna vivere."
"O forse morire."
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweetheart

Arrivai sul pianerottolo che già tremavo.
Mi avvicinai al portone di legno e bussai, il suono delle mie nocche che sbattevano contro la superficie dura mi fece accapponare la pelle.
Attesi qualche istante, poi udii del frastuono e Dave comparve sull'uscio con aria stravolta.
"Ciao" mi disse con la sua voce bassa "grazie per essere venuta"
Annuii e mi strinsi nelle spalle "Che è successo?"
Mi fece accomodare e mi condusse in salotto, dove Krist era seduto sul divano.
Non appena mi vide lessi il sollievo nei suoi occhi stanchi.
Strinsi i pugni e mi voltai verso Dave, in attesa.
"Ha dato di matto come al solito, ci ha sbattuto la porta in faccia e si è chiuso nella sua stanza. Sono due giorni ormai, non ha intenzione di aprirci."
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando di capire che cosa potesse essere scattato nella mente del mio amico.
"Ok- dissi con tono sottile- ci provo io."
Feci pochi passi e colmai la distanza che mi separava dalla camera da letto su cui campeggiava la scritta KEEP OUT.
Posai la mano sul legno freddo e la colpii lentamente tre volte.
"Kurt? Kurt sono Clare, mi senti?"
Mi rispose solo il frastuono del silenzio.
Con la coda dell'occhio vidi Dave, in piedi sulla porta del salotto che si passava una mano sul viso sconsolato.
Trassi un profondo respiro e riprovai "Kurt, sweetheart, mi apri? Sono io, sono solo io. Fammi entrare, così mi racconti cosa succede."
Una voce che sembrava provenire dall'oltretomba mi fece sussultare "Solo tu."
"Solo io, te lo prometto."
Trattenni il respiro fino a quando non sentii il suono metallico della chiave che veniva girata e mi  arrischiai ad afferrare la maniglia.
Guardai i ragazzi dietro di me e feci loro cenno di stare lontani, che era tutto sotto controllo.
Chiusi gli occhi, come quando ci si butta da uno scoglio molto alto, ed entrai.
Il buio mi avvolse come una coperta e cercai di adattare la vista a quella condizione improvvisa.
Un freddo glaciale mi attraversò le ossa e mi avvicinai a grandi passi alla finestra, chiudendola con un colpo secco.
Mi voltai verso il letto circondato dalle tenebre e lo chiamai "Kurt?"
La mia voce tremante rimbalzò sui muri suonando estranea alle mie stesse orecchie.
Arrivai a sfiorare il bordo del materasso con le ginocchia e mi sedetti con cautela.
"Hey, cosa succede?"
Dall'oscurità uscì una mano che afferrò con forza il mio polso, osservai quelle dita bianche e fredde che stringevano la mia carne e per un attimo pensai di mettermi ad urlare.
Mi trattenni e lui mi strattonò facendomi stendere accanto a sé e nascondendo immediatamente il viso nell'incavo del mio collo.
"Cosa succede sweetheart? Perché sei rinchiuso qui?"
Lo sentii sospirare, il fiato caldo sulla mia pelle sensibile mi provocò brividi vividi come fuochi d'artificio.
"Sono stanco, tremendamente stanco. E sono stufo di tutto questo. E mi sento sempre così solo da star male."
Gli accarezzai lentamente i capelli biondi, cercando di calmarlo "Tu non sei solo Kurt, i tuoi amici sono nell'altra stanza e sono preoccupati per te, hai una fidanzata che ti ama e poi ci sono io, io non ti lascio, lo sai."
Di scatto si sollevò, fissandomi dritta negli occhi.
Le sue iridi azzurre erano quasi invisibili, tanto erano coperte dalle pupille dilatate all'inverosimile.
"Ti ricordi quando credevamo che prima o poi i nostri veri genitori sarebbero venuti a prenderci su una navicella spaziale?"
Sorrisi debolmente e annuii "Certo che me lo ricordo."
Vidi il suo sguardo vagare per la stanza, poi tornare fisso su di me "Che senso ha tutto questo?"
Ero confusa ed i suoi discorsi sconclusionati di certo non mi stavano aiutando "Di cosa parli, Kurt?"
"Della vita."
Il cuore mi sprofondò e perse un paio di battiti, come sempre quando il mio amico affrontava questo genere di discorso.
"Non lo so, ma forse per scoprirlo bisogna vivere."
"O forse morire."
Non potevo farcela, iniziai a tremare visibilmente e le lacrime iniziarono a colare silenziose sulle mie guance.
Kurt mi afferrò per le spalle, piantando nuovamente gli occhi nei miei "Ti ho intristita Clare? I-io non volevo."
Gli accarezzai il viso, scostando una ciocca ribelle che gli solleticava una guancia, ma non distolsi lo sguardo dal suo "Tu vuoi morire Kurt?"
Finalmente la sua espressione mutò e vi lessi la consapevolezza di ciò che aveva appena detto.
Con impeto mi abbracciò e questa volta fui io a nascondermi contro il suo corpo.
Mi baciò delicatamente la testa e mi strinse più forte "A volte, lo ammetto, ho paura della morte."
Non risposi subito, non sapevo cosa dire, poi finalmente trovai il coraggio di staccarmi per guardarlo nuovamente in faccia "Non lasciarmi sweetheart. Non lasciarmi sola in questo mondo."
Fu il suo turno di tacere.
Poi, finalmente, sorrise "Mai."
Si sistemò contro il cuscino e mi fece appoggiare al suo petto, accarezzandomi distrattamente la schiena e canticchiando qualcosa a mezza voce.
Stavo per addormentarmi quando si interruppe "Clare?"
"Sì?"
"Credo che succederà prima o poi."
"Che cosa Kurt?"
"Torneremo a casa un giorno."
Mi accoccolai meglio contro di lui, beandomi del suo profumo familiare e del calore del suo corpo "Ora dormi sweetheart, ti sveglierò se verranno a prenderci."





Angolo dell'Autrice:
Tutto questo sclero perché oggi sarebbe stato il compleanno di Kurt Cobain.
Tutto questo sclero perché Kurt Cobain è sempre stato parte di me, perché l'ho sempre sentito vicino.
Tutto questo per dire, a modo mio: Buon Compleanno Kurt.

   
 
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