*DISCLAIMER*: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei protagonisti,che non mi appartengono, nè offenderli in alcun modo'
*Note dell'autore*: Chiedo scusa se la storia è stata un pò lenta fino adesso...ma le cose iniziano a farsi un pò più interessanti con questo capitolo...buona lettura!
FELICITY
….Due mesi dopo....
- Harry, sei bello, non ti preoccupare- mi ero appena guadagnata una linguaccia e risi mentre si specchiava per la centesima volta.
- Vorrei che mi trovassero bello anche tutte le altre ragazze, cara – si sistemò un ciuffo di capelli che gli ricadeva sulla fronte.
Finsi un'espressione oltraggiata.
- Cosa vorresti dire? Che la mia opinione non conta?! - alzò gli occhi al cielo e finalmente abbandonò lo specchio, venendosi a sedere accanto a me.
- Tu sei innamorata di me, non saresti obiettiva – cercò di farmi un sorriso innocente, sbattendo le palpebre.
- Oh certo, non vedo l'ora di infilarmi nel tuo letto Judd, tengo una tua foto nel portafogli. Oh, a proposito, non avevi promesso di regalarmi una foto più grande?!–
- Lo so, lo so, vedrò di ordinarti quella gigantografia che volevi mettere in camera tua -
- Oh grazie Harry, cercherò di non eccitarmi troppo guardandola- feci la forma di un cuore con le dita e me la misi sul petto, poi gli mandai un bacio con occhi sognanti.
Reggemmo lo sguardo serio per qualche secondo poi scoppiammo entrambi a ridere. Sospirai e gli appoggiai una mano sulla spalla.
-Andiamo rubacuori, ci sono un sacco di ragazze là fuori che ti aspettano! -
mi guardò storto squadrandomi da capo a piedi. Poi mi indicò con un gesto schifato.
- E tu avresti intenzione di andare a ballare vestita......Così?-
Mi guardai stupita. Ero vestita bene, senza niente di troppo appariscente né sciatto. Dunque?
-Perchè, cos'ho?!-
Fece un cenno di disapprovazione con la testa.
- Quando mai lo trovi un ragazzo tu così! - ero indecisa se sentirmi offesa o terrorizzata.
Mi irrigidii.
- Io non esco con l'intento di...-
- Ma fammi il piacere, non è che puoi....DEVI! - si alzò di scatto e mi trascinò in piedi con lui.
- Forza, andiamo a scegliere qualcosa che sia più....eccitante –
-HARRY!- rise e mi trascinò da camera sua fino alla mia.
Mi fissai sconvolta allo specchio per qualche secondo.
-Harry, non posso uscire conciata così – mi si portò alle spalle, un sorriso orgoglioso dipinto sulle labbra, le mani sui fianchi.
-Oh, io dico di sì....sapevo che quella gonna prima o poi sarebbe tornata utile! – Mi aveva costretto ad indossare l'unica minigonna che avevo nell'armadio, che LUI mi aveva forzato a prendere un paio di settimane prima, ma fosse stata solo quella avrei potuto anche tirare un sospiro di sollievo.
Aveva
scelto, tra tutte le mie magliette, quella più scollata di
tutte che
ovviamente normalmente portavo con sotto un top, per mascherare la
scollatura.
Tutta rigorosamente vestita in nero. Rigorosamente in
tacchi alti.
- Ma io cadrò da questi cosi! E sarà la volta buona che finirò o a gambe all'aria o con le tette in faccia a qualcuno....Harry, per favore! -
Mi voltai e lo supplicai anche con lo sguardo, sentendomi molto più che a disagio. La sua espressione si addolcì e mi accarezzò la guancia destra fissandomi teneramente.
- Ma tu sei bella, la vuoi capire? Tirale fuori queste gambe, fatti notare per una volta -
Avrei
tanto voluto raccontargli di quello che provavo per Danny.
Eravamo
molto amici io e lui, in poco tempo ci fidavamo già l'uno
dell'altro. Avrei potuto sfogare quel peso che mi portavo dietro e
finalmente avere una spalla per condividerlo. Dan in quel periodo non
aveva certo cambiato il suo comportamento...io non dico di essermi
pentita di aver accettato quel lavoro, ma ci stavo davvero male.
Tom
non era utile in questo: so che se gli avessi parlato ancora di Danny
e di tutto quello che provavo per lui mi avrebbe detto sempre le
solite quattro cose, cercando di farmi desistere.
Feci per aprire
bocca e spiattellare tutto. Avrebbe capito il mio poco entusiasmo
nell'uscire con loro in qualche club pieno di ragazze tutte
curve.
Come avrebbe capito che non volevo vedere Danny sbavare
dietro al fondo schiena di ognuna di loro. E non volevo mettermi
più
in imbarazzo di quello che già ero attirando l'attenzione su
di me.
Avrei sicuramente fatto qualche figuraccia.
Ma non riuscii a dire
nulla e gli sorrisi, finta.
- Farò finta di sentirmi a mio agio – trionfante mi circondò le spalle e ci avviammo verso la porta.
- Così mi piaci!- Beato lui e il suo entusiasmo.
HARRY
La
musica era alta e ti si insinuava dentro, i bassi così
vibranti e le
luci basse e confuse rendevano ancora più eccitante la
nostra prima
serata fuori.
Con una casa nostra e indipendente non avevamo
davvero sentito il bisogno di uscire.
Ora che ci conoscevamo
meglio e avevamo passato molto tempo insieme ci era venuta l'esigenza
di rimettere il naso fuori casa e passare una serata differente.
Feci
un giro per la discoteca, guardando le ragazze in pista.
Flirtai
con un paio di ragazze e riuscii a rimediare un numero di telefono da
una davvero carina, così, soddisfatto, tornai al tavolo che
avevamo
prenotato, dove avevo lasciato gli altri circa un'oretta prima.
FELICITY
Che
imbarazzo.
Mi aveva fatto vestire come una squillo, trascinato
qui, per poi lasciarmi al tavolo da sola. Me l'avrebbe pagata.
Oh
beh, ma non ero sola, c'era quell'essere, Douglass, che dopo
l'apparente gentilezza dei primi giorni, oramai erano settimane che
mi evitava come la peste. E ora, mi sedeva il più lontano
possibile
quasi come se puzzassi. Ma che avevo fatto di male?!
Tom era
andato in bagno circa quindici minuti prima, e chissà dove
si era
perso per non essere ancora tornato indietro.
Mi allungai per
tentare di scorgere Danny in mezzo alla folla di gente in pista.
Ma
ad un certo punto avrei preferito non averlo mai fatto.
HARRY
Ero
quasi arrivato al tavolo e alzai la mano per segnalare a Fliss la mia
presenza. Mi avrebbe ucciso per averla lasciata da sola con Dougie,
quel ragazzo sembrava avercela con lei per qualche strana ragione.
Non che con noi fosse mister estroverso.
Poi però, dal punto
della pista in cui ero, mi resi conto che la sua attenzione era
totalmente assorbita da qualcos'altro.
Seguii il suo sguardo fino
a che non mi resi conto che non si stava posando su qualcosa. Ma su
qualcuno.
Danny stava ballando in maniera abbastanza provocante
con una ragazza visibilmente interessata a non finire la serata in
pista, considerando il suo sedere che oscillava pericolosamente
sull'inguine del mio amico.
Guardai ripetutamente da Danny a
Fliss, studiandoli a fondo: lui ovviamente non si rendeva conto di
nulla, preso com'era dalla ragazza che gli si stava strusciando
addosso. Quello che mi preoccupò davvero, era l'espressione
di
lei.
Era ferita.
Si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto
non vedere quello che aveva di fronte, ma allo stesso tempo non aveva
la forza di distogliere lo sguardo da quello che stava vedendo, come
se non ci credesse.
Avevo ormai capito che le piaceva, dal primo
giorno.
E mi dispiaceva da una parte che non si fidasse ancora
abbastanza di me per dirmelo, ma io, dato che avevo iniziato a
volerle bene, stavo cercando di fare di tutto per far si che uscisse
dal guscio e dirigesse le sue attenzioni altrove.
Danny non la
meritava.
Era un ottimo amico, un ottimo musicista e inquilino, ma
Felicity non meritava di essere trattata in quel modo. Credevo
fermamente che lui fosse pienamente conscio della cotta che aveva nei
suoi confronti e solo questo pensiero mi faceva venire voglia di
prenderlo a sberle.
Sospirai.
Era ora di ripagare Danny con la sua stessa moneta.
FELICITY
Le
sue mani stavano scivolando sotto la maglietto di
quella...quella.....
E io mi sentivo sempre più stupida.
Quando
poi Danny la voltò e iniziò a baciarla
infilandole la lingua in
bocca, dovetti trattenermi dall'urlare per la frustrazione: che ci
trovava in quella ragazza che io non avevo? Cosa?!
Distolsi lo
sguardo non potendo sopportare oltre.
- Madame, vuole ballare con me? - Harry era rispuntato dal nulla e mi tendeva la mano, sorridendomi.
- Non hai trovato neanche una ragazza che ci stia? - gli risposi un po' acida, ma in quel momento stavo troppo male per far caso a trattenermi.
- In realtà sì, ma la migliore ce l'ho qui davanti- mi fece l'occhiolino e prese lui la mia mano visto che io non riuscivo a muovermi da dov'ero.
Così mi feci trascinare al centro della pista.
HARRY
Riuscii
a vincere le sue ritrosie e alla fine si lasciò andare. Ad
un certo
punto iniziò davvero a divertirsi a ballare con me, ed ero
contento
di averla distratta.
Ma non era quello il mio unico
obiettivo.
Piano piano mi spostai facendo in modo di trovarci in
un punto della pista dove eravamo chiaramente visibili al nostro
tavolo, dove nel frattempo Dan era tornato.
Dalla faccia tronfia
che aveva probabilmente si stava vantando con Dougie di quella
“cosa”
che aveva rimorchiato.
Un ghigno impercettibile mi raggiunse il
viso quando la musica finalmente cambiò e il pezzo che era
appena
iniziato era molto sensuale. Proprio quello che aspettavo.
Da quel
momento in poi, i riflettori erano puntati su di lei.
Feci di
tutto per far si che tirasse fuori tutto il suo lato più
femminile e
quando mi avvicinai a lei prendendola per la vita, con la coda
dell'occhio vidi che tutta l'attenzione dei nostri amici era su di
noi. Dan compreso.
- Harry, ma che stai facendo! -
- Attiro l'attenzione-
La
voltai e la presi per la vita, cercando di non eccitarmi sul serio al
contatto della sua schiena con il mio corpo.
Le volevo bene come
amica, ma ero per sempre un ragazzo in tempesta ormonale, e lei era
bella.
- Devono tutti vedere cosa perdono...così dopo correranno da te – le sussurrai all'orecchio lanciando un'ultima occhiata al tavolo.
Tom
ci fissava contrariato in piedi accanto al tavolo, con la braccia
incrociate, Dougie aveva un sopracciglio alzato e mostrava
un'espressione divertita e Dan...beh, lui stava MO.REN.DO.
Gli
leggevo in faccia l'odio che stava provando nei miei confronti, le
vene evidenti sul collo teso, lo sguardo fisso su di noi e
l'espressione che aveva non era certo amichevole. Sorrisi
soddisfatto.
Quando la canzone finì, mi inchinai a lei che rise
di gusto, finalmente un po' più tranquilla, e tornammo al
tavolo
mano nella mano.
Dan, come previsto, non mi parlò più per tutta
la sera.
Obbiettivo raggiunto.