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Autore: Ale_2608    20/02/2016    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Scuola. Il posto peggiore che qualsiasi alunno possa mai immaginare.
Erano solo dei ragazzini, ragazzini che giocavano con i propri sentimenti.
Giocavano a fare gli innamorati, ai fidanzatini, ignorando i propri sentimenti e della propria metà.
Erano da sempre stati amici, dal primo anno. Si conoscevano come le loro tasche, ormai. Almeno credevano..."
Ehi! Sono tornata con un'altra long, anche se è un'po diversa dai temi che scelgo di solito (Un'po tanto)
Spero vi piaccia ugualmente e ci si vede dentro!
Ciao ciao!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Scuola. Il posto peggiore che qualsiasi alunno possa mai immaginare.

Erano solo dei ragazzini, ragazzini che giocavano con i propri sentimenti.

Giocavano a fare gli innamorati, ai fidanzatini, ignorando i propri sentimenti e della propria metà.

Erano da sempre stati amici, dal primo anno. Si conoscevano come le loro tasche, ormai. Almeno credevano...

-Scherzi spero!- gridò Leo, il ragazzo di Nicole, anzi, ex ragazzo ormai

-Mi dispiace Leo, ma preferisco che noi due rimanessimo solo amici, non fraintendere- disse la viola mortificata. Di ragazzi, e non solo, ai suoi piedi ne aveva finché voleva tanto, sarebbe stato facile scegliere qualcun'altro ed amarlo veramente, come si raccontava nei romanzi adolescenziali che leggeva spesso. Si congedò chiedendo ancora scusa, per poi uscire dalla casa dell'ex. Sapeva cosa fare e non poteva aspettare un secondo in più. Afferrò il telefono dalla tasca e digitò il numero della sua migliore amica, e forse, qualcosa di più. Attese qualche squillo e poi rispose una voce allegra, risollevandola quasi subito:

-Ciao Lubjana, sono io, Nicole-

-Tesoro, hai parlato con Leo, giusto?!- la viola ridacchiò sollevata e rispose:

-Mi serviva proprio parlare con te, sai proprio come tirarmi su di morale- la brunetta, sentendo la frase, non potè che arrossire furiosamente. Non si faceva problemi ad ammettere che le piaceva molto, ma il vero problema erano i suoi genitori. Erano abbastanza ' all'antica ' e sicuramente non l'avrebbero accettato di buon gusto. Prese un bel respiro e mormorò un semplice:

-Grazie-

Parlarono a lungo, perdendo la cognizione del tempo. Di amici entrambe ne avevano tanti, c'e n'erano i più intimi e quelli quasi conoscenti.

Omar era un ragazzo ossessionato dai videogiochi, quasi non parlava di altro, ma era riconosciuto a scuola per la sua "dote" di riuscir a rubare le ragazze dei suoi amici, non facendo nulla. Una chiaccherata e via, subito dopo la ragazza gli girava intorno quasi fosse sotto uno strano incantesimo creato da Ron ed Hermione.

Dennis era il donnaiolo per eccellenza. Era stato con tutte le sue amiche, tranne stranamente Lubjana e Alessia, anche se quest'ultima aveva un motivo più che valido per non avvicinarsi troppo a Dennis, ma non se ne parlerà proprio adesso. Era fissato con gli unicorni...sì, avete capito bene, unicorni.

Giorgia era la ragazza che completava "il triangolo". Ronzava attorno a Nicole e Lubjana quasi sempre, ma ad intermittenza. Prima con Nicole e il giorno dopo con Lubjana, era un ciclo continuo ormai e tutti se ne erano abituati.

Alessia era la tipica Tsundere del gruppo. Andava molto d'accordo con Omar e parlava spesso con lui di videogiochi. Lei era un'arma a doppio taglio però: poteva sembrare la cosa più pucciosa del mondo, ma se dicevi una parola sbagliata avevi finito di vivere...letterlamente. Il motivo del perché non fosse ancora stata con Dennis era la carta Sara, la sua migliore amica. Non c'era giorno che non le si vedesse insieme, sempre a braccetto. In poche parole, chiunque toccasse Alessia, Sara li uccideva.

Lubjana, sentendo il richiamo dei genitori per la cena, salutò a mal voglia Nicole, riattaccando pochi secondi dopo. Si stese di nuovo sul letto e guardò il soffitto per qualche minuto, per poi sussurrare a se stessa:

-Mi sono proprio cacciata in un bel guaio, ma forse potrebbe essere il guaio più bello della mia vita- chiuse gli occhi e si lasciò andare, addormentandosi e dimenticando i genitori, compresi i problemi ad essi collegati.

   
 
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