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Autore: Robigna88    21/02/2016    3 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Buona lettura :D non lasciatevi ingannare, Allison non sta rifacendo di nuovo lo stesso errore... lasciatemi un commento se vi va :)

Se avete voglia passate a leggere la mia nuova storia A Blast From the Past :D


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30.

 

 

 

 

 

“C’è qualcosa di diverso in te” Elijah la guardò da capo a piedi mentre lei indossava una delle sue camicie dopo uno spettacolare pomeriggio d’amore. Parlò e pensava veramente quello che aveva appena detto; c’era qualcosa di profondamente diverso in lei, qualcosa che si percepiva solo guardandola, qualcosa che lui aveva percepito stringendola tra le braccia.

Era qualcosa dentro che si vedeva nel modo in cui si muoveva, nel modo in cui parlava, nel modo in cui lo aveva accarezzato.

Lei sorrise voltandosi per guardarlo. “Qualcosa cosa?”

“Non lo so, solo… qualcosa.”

“Ma qualcosa di buono o qualcosa di cattivo?”

Elijah le prese una mano e la tirò sul letto facendola ridere mentre la prendeva tra le braccia per stringerla e baciarla. “Tutto quello che ti riguarda è una cosa buona, come potrebbe essere altrimenti?”

“Non sono così perfetta come mi vedi Elijah,” lei si staccò da lui e si mise a sedere al centro del letto. “Ho molti difetti.”

“Oh credimi, lo so” l’Originale si mise in piedi e si rivestì.

Allison invece rimase in silenzio, ferma immobile sul letto, gli occhi fissi su un punto indefinito. Persa in un ricordo tanto recente quanto spaventoso non si rese nemmeno conto che Elijah aveva finito di rivestirsi e si era messo a sedere accanto a lei fissandola intensamente; la mano grande del suo uomo si poggiò sulla sua, ma quel calore che di solito la invadeva completamente quando la toccava non sembrava avere lo stesso effetto, non in quel momento.

La sua mente era occupata da fin troppi pensieri, troppi flash che non riusciva a togliersi dalla testa, non da quando era tornata dal mondo dei temporaneamente morti per mano di Klaus. Erano confusi ma le lasciavano un senso di amarezza ed inquietudine.

“Allison, hey…”

Lei sobbalzò ritraendo istintivamente la mano. Si mosse quasi volesse alzarsi ma si fermò riprendendo il controllo. “Scusa, ero… persa nei miei pensieri.”

Il vampiro piegò poco il capo per guardarla meglio, allungò la mano e le accarezzò una guancia. “Stai bene?”

“Sì, sto bene” rispose lei sorridendo. “Dico sul serio, non guardarmi con quell’aria preoccupata.”

“Temo di non poterne fare a meno” le sussurrò Elijah. “Mi fido di te, ma promettimi che se qualcosa dovesse preoccuparti, in qualunque momento, me lo dirai. Qualunque cosa Allison.”

“Lo farò” la cacciatrice indossò la sua giacca di pelle e sospirò avvicinandosi per baciarlo. “Tornerò appena possibile.”

“Devi proprio andare?”

Allison annuì sentendo un leggero senso di colpa a pervaderle lo stomaco; odiava mentirgli ma a volte era necessario farlo. Il suo bell’Originale aveva un sacco di cose di cui preoccuparsi, tanti fardelli da portarsi addosso… non se la sentiva di aggiungere un altro pensiero alla sua mente già affollata.

“Se rimango qui dovrò restarmene rintanata in casa perché la Strige non può sapere che sono ancora viva, e io odio starmene con le mani in mano. I Winchester e Castiel hanno bisogno di aiuto e oltretutto c’è mio fratello… non lo vedo da settimane.”

Elijah respirò a fondo, pur provando a nascondere il suo disappunto ogni volta che Matt veniva nominato, si rese conto che non ci riusciva mai, perché puntualmente lei se ne accorgeva.

“So che non ti fidi di lui Elijah ma…”

“E tu ti fidi di lui, Allison?” la interruppe il vampiro. “Hai il mio sostegno, sempre e comunque ma… ti fidi?”

“Non lo so Elijah!” fu la risposta decisa, quasi brusca di Allison. “Ma è mio fratello ed è tutto ciò che mi rimane della mia famiglia.”

Lui si prese un attimo per guardarla con attenzione; quell’aria fragile gli faceva venire voglia di stringerla, ma la postura di quella minuta figura gli suggeriva diversamente. Matthew Morgan… lo aveva avvertito, ed era stato chiaro.

 

 

 

LOS ANGELES – UN MESE PRIMA

 

 

Matt stava mangiando un pacchetto di patatine quando aprì la porta ed Elijah Mikaelson comparve sulla soglia.

“Salve Matthew” gli disse il vampiro chiuso in quel bel completo marrone. “Nessuno ci ha ancora presentati ufficialmente temo, ma credo di non aver bisogno di presentazioni.”

“Elijah Mikaelson” l’altro annuì. “L’ultima volta che ci siamo visti non ci siamo lasciati in ottimi rapporti…”

“Direi di no” Elijah abbozzò un sorriso facendo qualche passo dentro la casa e fermandosi nel centro della grande entrata. “Immagino dunque che tu ricordi che tipo di rapporto lega me e tua sorella.”

“Quello che so è che lei ti ama,” rispose Matt chiudendo la porta. “Ma non sono certo che tu la ami, non a sufficienza almeno.”

“Questo che vorrebbe dire?”

“È nervosa, sfuggente, non mette piede a New Orleans da un bel po’ e piange spesso. Non so molto della vostra storia, ma non sono un idiota e riesco a fare due più due.”

L’Originale lo guardò per un lungo istante, quel ragazzo non somigliava molto ad Allison ma c’era qualcosa nei suoi occhi che gli ricordava la sua bella fidanzata. Non si fidava di lui, ma sapeva quanto lei ci tenesse e questo era sufficiente a farglielo sopportare.

“Se fai del male ad Allison, in qualunque modo, sarà l’ultima cosa che farai.” gli disse improvvisamente con tono calmo, glaciale.

Matt scosse lievemente il capo. “Sono qui per fare ammenda… Non sono più quel Matt e rivoglio l’affetto e la fiducia di mia sorella.”

Seguì un minuto di silenzio, poi il maggiore dei Morgan prese una giacca e sospirò. “Allison sarà qui a minuti,” gli disse. “Vado a fare una passeggiata così potrete parlare in privato. E giusto perché tu lo sappia, anche io sono molto protettivo nei suoi confronti.”

Elijah lo seguì con lo sguardo fino a quando la porta non si richiuse davanti a sé, poi con un sorriso nervoso raggiunse il soggiorno.

 

 

 

“Devo andare ora” disse Allison riportandolo al presente e strappandolo ai suoi pensieri. “Tornerò appena potrò, appena risolto il caso” disse avviandosi verso la porta.

Elijah le fu davanti in pochi secondi, bloccandole il passaggio. “Sono solo preoccupato,” le sussurrò. “Non voglio che ti faccia male di nuovo, ne ha già fatto abbastanza.”

“Non preoccuparti per me” rispose lei raggirandolo. “So badare a me stessa. Lo faccio da sempre.”

Lasciò la casa e aveva la sensazione di aver spezzato un po’ il cuore di Elijah con quel suo atteggiamento distaccato… solo che non era certa che le dispiacesse.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

KENESAW – NEBRASKA

 

 

Era una pessima, pessima idea eppure Allison sentiva che era l’unica cosa possibile. Da quando Jackson era morto il suo senso di colpa non si era placato neppure per un attimo e l’atteggiamento freddo e nervoso di Hayley nei suoi confronti aveva solo peggiorato il suo stato d’animo.

Non aveva niente a che vedere con la dipartita del lupo e lo sapeva, eppure sembrava che tutti la ritenessero responsabile per l’arrivo della Strige e quindi, indirettamente, di tutto quello che loro avevano fatto; compreso l’uccidere Jackson.

Persino Camille, dopo una calma apparente si era lasciata andare alla parte un po’ più oscura di sé e anche nel suo atteggiamento Allison aveva notato una vena di biasimo verso di lei. Era passeggero, Cami doveva ancora abituarsi al suo nuovo status, ma faceva male.

Forse non avevano tutti i torti, si disse bussando alla porta metallica dietro la quale sapeva avrebbe trovato ciò che le serviva. O meglio, i mezzi per ottenerlo… il resto sarebbe dipeso da lei e da Crowley.

Sospirò afferrando il suo cellulare che squillava insistentemente e rifiutò l’ennesima telefonata da parte di Elijah. Lo spense, anche se era quasi certa che dove stesse andando non ci fosse campo.

La porta si aprì rivelando una bella donna di colore con ricci capelli castani.

“Ti sta aspettando” le disse senza alzare gli occhi dalla rivista che stava leggendo, indicando con un dito la porta alle sue spalle.

Allison si avvicinò e respirò a fondo prima di aprirla.

“Quel posto è terribile in ogni caso” le disse l’unica altra persona in quella stanza. “Allison Morgan, sei proprio sicura di voler aprire quella porta?”

La cacciatrice sospirò. “Non sarei qui se non lo fossi, ma grazie di avermelo chiesto.”

Con decisione aprì, poi avanzò di qualche passo e se la richiuse alla spalle. Crowley la stava aspettando in fondo ad una rampa di scale di pietra. Allison pensò che quel posto era più terribile di quanto ricordasse e ne aveva un ricordo piuttosto vivido.

“Allison Morgan!” esclamò il demone abbozzando un mezzo sorriso. “Proprio non riesci a starmi lontana vero?”

“Purtroppo sfortunate coincidenze finiscono sempre per portarmi da te” disse lei scendendo giù per le scale. “Sono qui per chiederti un favore.”

“Non hai più favori da riscuotere Morgan” le ricordò l’altro.  “O l’hai dimenticato?”

“Come potrei?” Allison si guardò intorno, guardò quel posto terribile ed angusto. Era stata una pessima idea. Ma oramai era in ballo quindi bisognava ballare. “Sono pronta a pagare il prezzo Crowley. Sono certa che troveremo un punto d’incontro.”

“Allora benvenuta all’Inferno.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Jackson si mise a sedere per terra, in quel posto sporco del suo sangue e del suo sudore. Gli mancava Hayley, gli mancava la piccola Hope… gli mancava il suo Bayou, New Orleans. Gli mancava tutto.

Stava per lasciarsi andare al sonno e alla disperazione quando due tizi entrarono dentro quella specie di piccola cella e con forza lo rimisero in piedi per poi trascinarlo lungo quel corridoio pieno di anime in pena. Nelle giornate più tranquille poteva sentire le urla.

Odiava stare lì e arrivarci era stato inaspettato; non era un Santo e non era umano ma non aveva mai fatto male a nessuno quindi perché gli era toccato l’Inferno?

Si lasciò andare a quello che oramai credeva fosse il suo destino, le braccia strette nella presa di quei due demoni che lo portavano chissà dove. Non avrebbe mai più rivisto le persone che amava. Sperava solo di dimenticare.

“Lasciatelo pure qui” sentì dire. E la forza con cui lo lasciarono cadere in terra gli fece perdere i sensi.

Prima di chiudere gli occhi però senti un’altra voce e per un attimo gli parve di conoscerla.

   
 
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