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Autore: AlexBoss1997    21/02/2016    1 recensioni
La storia segue le vicende de "La bambina della pioggia e l'uomo di ferro"; indietro nel tempo, 5 fra i giorni più raffigurativi nella vita di Gajill, alle prese con l'accudire la piccola Lluvia, che col tempo crescerà, ma per qualcuno resterà sempre una bambina.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non serve esser famiglia per esser felici '
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Gajill si era appena svegliato, e nel suo letto c'era una piccola bambina dai lunghi capelli blu, si spostò e si sedette a bordo del suo giaciglio, stando attento a non svegliarla; per qualche motivo a lui oscuro quella bambina faceva uno strano effetto al drago d'acciaio, sentiva di provare qualcosa che non aveva mai provato prima, o forse si, solo che aveva rimosso quei ricordi, aveva imparato ad essere duro e freddo con chiunque, quasi a non provare emozioni, ma con lei era diverso, era solo una bambina indifesa che nessuno accettava, ma lui l'aveva fatto, era andato contro tutto ciò che credeva di se stesso e l'aveva portata nella sua casa, l'aveva portata in una nuova vita, ma le cose non sarebbero cambiate solo per lei.
Andò alla finestra e guardò fuori, stranamente il tempo era buono, coperto da alcune leggere nuvole il sole splendeva, si chiedeva il perché.
"Forse quando lei dorme l'effetto che ha sul clima sparisce" pensò lui, voleva indagare di più su quello che la piccola poteva fare, aveva un sospetto, ma ancora non poteva dire nulla per certo; si vestì frettolosamente ed uscì di casa, aveva un paio di cose da fare: Prima di tutto dirigersi alla sua gilda per avvisare il Master che si sarebbe preso delle vacanze, dopodiché andare al supermercato a comprare da mangiare per Lluvia.
La gilda di Phantom Lord non distava molto da casa sua, era un enorme castello con un sacco di macchinari che permettevano di muoverlo come fosse un ragno, e con un potentissimo cannone a energia magica, una vera e propria base mobile armata; Gajill entrò all'interno, un luogo buio nei cui corridoi giravano le peggio facce ci si potesse immaginare, ma nessuna di queste, per quanto con sguardi truci poteva incutere timore a Gajill, anzi, al suo passaggio tutti abbassavano lo sguardo.
Arrivò alle stanze del Master e varcò la porta.
"Master Josè, devo parlarvi" disse in tono rispettoso, sapeva bene che il suo Master era più forte di lui, non per questo lo temeva, ma portava comunque rispetto.
"Parla pure Gajill, cosa ti turba?" Rispose con tutta la calma del mondo mentre scriveva su alcune carte.
"Per qualche tempo non mi farò vedere in gilda e non prenderò missioni" rispose semplicemente lui.
"E posso chiederti perché Gajill?" Josè alzò lo sguardo con fare interrogativo.
"Ho delle questioni da sistemare" disse.
"E va bene Gajill, dopotutto non solo sei il membro più forte di questa gilda, ma anche quello col numero più alto di missioni portate a termine, perciò prenditi il tempo che ti serve, ma ricorda, in caso di bisogno voglio che tu sia a completa disposizione" ordinò lui.
"E va bene Master, ma sarebbe anche il caso di trovare qualcuno degno di nota in questa gilda di rammolliti" così dicendo si diresse verso l'uscita: Effettivamente la gilda di Phantom Lord non contava molti maghi di classe S, oltre a Gajill e al Master solo uno aveva del potenziale, il suo nome è Aria, un mago del vento che cogliendo alla sprovvista l'avversario é in grado di annullare il suo potere magico, ma anche con questo immenso potere non era lontanamente paragonabile al Dragon Slayer.
Uscendo dalla gilda si diresse verso il paese, era indeciso se andare a vedere se Lluvia si fosse svegliata per portarla con se o andare direttamente al supermercato; in verità non ci pensò molto, optò per la solitudine, non gli andava di sopportare la marmocchia e il suo strano modo di parlare.
Entrò nel primo negozio che sembrava vendere alimenti, a quel punto però si immobilizzò come se si fosse ritrovato davanti Metalicana.
"Ma cosa diavolo mangiano i bambini?" Si domandò, quasi col terrore negli occhi; iniziò a girare senza meta, non sapeva cosa prendere.
"Forse della frutta, ma quale? Una bella bistecca, a tutti piace la carne dopotutto... O forse del cioccolato, ai bambini piace il cioccolato" erano queste le domande che gli  frullavano in testa, era molto confuso, non sapeva cosa fare.
A un certo punto vide una giovane donna con un bambino che stava come lui facendo la spesa, il suo orgoglio gli vietava categoricamente di chiedere consiglio, ma gli venne un'idea che gli parve geniale; iniziò a seguire la giovane, quasi pedinandola e osservando bene ogni cosa toccasse, prese della frutta varia, della carne, qualche dolce e delle bevande alcoliche e si diresse alla cassa.
Gajill era abbastanza seccato, oltre gli alcolici, che non poteva dare alla bimba,  erano tutte cose che aveva già pensato lui.
Esasperato optò per un sacchetto di mele, alcune bistecche, una barretta di cioccolato e un secchio di metallo, pagò il tutto e si diresse verso casa. Avvicinandosi al suo appartamento si rese conto che stava piovendo, ma solo in quell'area, come se una nuvola di pioggia seguisse gli spostamenti della bambina, capì che si era svegliata; aprendo la porta si ritrovò la piccola Lluvia in lacrime che lo travolse in un abbraccio.
"Lluvia pensava che il signor Gajill l'avesse abbandonata... Lluvia era triste" disse tra lacrime e singhiozzi, a Gajill quell'abbraccio, che riusciva a malapena a coprirgli le gambe da quanto era piccina e lui alto, aveva un qualcosa di strano, nessuno lo aveva mai fatto, in verità nessuno si era mai avvicinato così tanto a lui se non per attaccarlo, fu strano.
"Ehi smettila di piangere" appoggiò la spesa sul tavolo e si inginocchiò per vedere meglio la piccola "io non ti voglio abbandonare, vedi quel secchio? Sono solo andato a fare la spesa, ora basta frignare" rassicurò la piccola, a suo modo, si sentiva debole, una femminuccia, però non doveva dimostrare nulla a quella bambina, sapeva dentro di se che la sua grinta era solo uno scudo, gli piaceva apparire come un duro senza cuore, dimostrarsi cattivo e incutere timore, ma a lei non doveva dimostrare nulla, doveva si impegnarsi per essere migliore di quello che non era, ma sperava che col tempo ci avrebbe fatto l'abitudine.
"Lluvia chiede scusa, Lluvia credeva di essere rimasta sola di nuovo" fosse lei, asciugandosi le lacrime.
Gajill dal canto suo si rimise in piedi e si avviò verso la cucina, aprì un cassetto e si mise a cercare una padella, ne trovò una, sfortuna vuole che era masticata e impossibile da usare.
"Ehm... Ti piacciono le mele?" Chiese lui, per quanto fosse seccato dal dover uscire di nuovo sarebbe dovuto andare a comprare una padella nuova, e magari qualche posata, possibilmente in plastica.
"A Lluvia piacciono le mele" rispose la piccola, alla quale venne lanciata una mela che prese al volo di fortuna.
"Mangia" ordinò lui.
"Lluvia ringrazia"
"Allora, dimmi un po" Gajill sembrava imbarazzato, non era uno con la quale fare grandi discorsi e non sapeva nemmeno come fare "hai qualche cibo preferito?" Terminò, almeno non si sarebbe ritrovato nella stessa situazione di poco prima.
Lluvia ci pensò un po su, poi guardò la mela che stava mangiando e rispose "A Lluvia piacciono molto i mirtilli" rispose solare.
"I mirtilli, e altro?" Chiese, non poteva darle da mangiare mirtilli per tutta la vita.
"Lluvia non lo sa, una volta ha provato il ramen e le è piaciuto" rispose un po triste, era una bambina molto emotiva e si rattristava per qualsiasi cosa.
"Il ramen... Beh, stasera mangeremo fuori" rispose, ma probabilmente non avrebbero mangiato fuori solo quella sera; a quel pensiero prese il secchio nella quale mise la spesa e iniziò a mangiarlo quasi nevroticamente.
Nel pomeriggio Gajill uscì di nuovo, lasciando la piccola nuovamente a casa, dovette rassicurarla più volte che sarebbe tornato, e così fu, infatti tornò poco tempo dopo con quello che gli mancava per poter cucinare, ma ancora non era psicologicamente pronto a ciò, per questo decise di portarla a ristorante, non un posto molto accogliente, ma era l'unico che conosceva in quanto a casa mangiava unicamente metalli di vario tipo e quando gli andava del cibo normale andava li a farsi servire; lui ordinò una bistecca, la piccola Lluvia prese un'insalata, il che era un'ottima cosa, l'insalata non andava cucinata, bastava condirla un po ed era pronta.
"Forse le cose iniziano ad andare per il verso giusto" sperava fra se e se, quella nuova vita da genitore, o tutore, non sapeva bene come definirsi ancora, non era stata per nulla semplice, sopratutto perché lui non ha mai avuto dei veri genitori dalla quale prendere spunto.
Terminarono la cena, Gajill si alzò dal tavolo per andare a pagare e al suo ritorno trovò una bambina addormentata sulla sedia.
"Ma come diavolo é possibile? Mi sono allontanato un minuto!" Pensava mentre andava a svegliarla, poi però ci pensò su, si ricordò che il commesso alla quale aveva pagato portava spesso due bambini sul luogo di lavoro, con un pizzico di coraggio andò da lui.
"Ascoltami tu, prima di tutto questa conversazione rimarrà solo fra me e te, nessun altro dovrà mai sapere cosa ci siamo detti" iniziò così, era tornato il solito Gajill, violento e pericoloso "ora dimmi, tu magari ne sai più di me, come dovrei comportarmi con quella bambina in questo momento?" Terminò, il suo sguardo era indemoniato.
"Ehm... Credo che dovrebbe prenderla in braccio e portarla fino a casa per poi metterla a letto" rispose, un po spaventato, sperava di aver detto la cosa giusta per non incorrere nelle ire del Dragon Slayer.
"Pff, se lo dici tu" si girò lasciando il poveretto ancora tremante, andò dalla piccola e più delicatamente che poteva la prese in braccio cercando ancora di non svegliarla e se ne uscì dal locale diretto verso casa.
Non gli fu per nulla facile aprire la porta tenendo in braccio la bambina, ma alla fine ci riuscì, dopodiché guardò il divano, continuò verso la sua stanza e appoggiò la bambina sul suo letto, stavolta senza un motivo, non sentiva qualcosa dentro di se, niente gli diceva di farlo, lo fece e basta, poi anche lui si mise sotto le coperte, la giornata era finita, ma chissà il domani cosa aveva in serbo.


Angolo dell'autore:
Eccomi qui, di nuovo, sono tornato a tutti gli effetti. Come potete vedere questa storia è un semplice continuom dettagliato di momenti di vita del passato di Gajill e Lluvia, e adesso la metterò anche come serie, così saprete leggendo questa storia che ce n'è un'altra che spiega più nel dettaglio l'inizio delle vicende, inizialmente non ero convinto, credevo che fosse esagerato continuare, però questo modo di vedere la storia di Gajill e Lluvia ha iniziato a piacermi e volevo scriverlo, sperando che possa piacere anche a voi; in ogni caso credo che i prossimi capitoli saranno un po più corti di questo, con questo termino, grazie per aver letto e se volete recensite.
  
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