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Autore: Ink Voice    21/02/2016    0 recensioni
Tutti diciamo che vorremmo i Pokémon nel nostro mondo, spesso non tenendo conto del reale potenziale distruttivo di queste creature… e se arrivassero davvero, ma con intenti tutt’altro che pacifici? Come faremmo a sopravvivere?
La storia racconta l’esperienza di Andrea, un bambino di undici anni che riesce a stringere amicizia con uno degli invasori e che deve convincerli a non distruggere il suo mondo.
E si capirà anche come si è arrivati a un punto di non ritorno dal degrado del pianeta.
|RIPRESA! - Aggiornamenti mensili (si spera)|
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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VIII
V.I.R.U.S.

Passa una notte prima che Andrea e Croconaw si rimettano “al lavoro”: entrambi dormono per più di mezza giornata e si svegliano all’indomani quando il Sole è già alto nel cielo. Di giorno in giorno il vento soffia un po’ più teso a causa dell’arrivo dell’autunno, e anche le giornate di stanno accorciando.
Le lunghe ore di sonno servono ai due per recuperare quasi del tutto le energie e ripartire da zero. È come se in questo modo dimenticassero, in un certo senso, quel che è successo per essere pronti per rifarsi. Dopo i momenti più critici delle proprie vite, dopo i dubbi più aspri, dopo aver visto e sentito di tutto… non è mai successo che i due fossero così stanchi da avere bisogno di così tanto riposo.
La mattina Andrea si sveglia sorpreso di essere ancora vivo. Da un lato è stato talmente incredibile sopravvivere a tutto ciò che è capitato sul suo cammino nel giro di una decina di giorni che morire durante la notte, magari a causa di un Pokémon affamato o per mano di Deoxys, sarebbe stato quasi ridicolo; dall’altro è strano che niente e nessuno abbia attaccato lui e il suo compagno. Probabilmente la Conoscenza lo avrebbe svegliato, se fosse stato in pericolo di vita; perciò è piuttosto propenso a credere che anche stavolta qualche Leggendario abbia vegliato su di lui: la fortuna è troppo perfettamente cieca per essere stata dalla sua parte.
Il ragazzino è già reattivo poco dopo il risveglio. Si costringe ad aspettare pazientemente che Croconaw si svegli, concedendogli qualche minuto; ma dopo aver provveduto ad una veloce urgenza fisiologica, quale la pipì, si stanca subito di attendere e dà qualche scrollata al Pokémon, che sbadiglia vistosamente mostrando le fauci pericolose. I suoi denti sono sempre più numerosi, grandi e affilati come rasoi: di sicuro tra non molto saranno utili per cercare qualcosa da mangiare, visto che con questa relativa tranquillità - anche se Andrea sa bene che è solo una tregua apparente - è tornato pure l’appetito.
La mattinata passa in silenzio ed è dedicata, appunto, a soddisfare qualche bisogno naturale per recuperare del tutto le energie. Né l’umano né il Pokémon si impegnano ad elaborare qualche strategia, come se fossero sicuri di avere le spalle coperte in ogni momento o di poter affrontare qualsiasi pericolo senza dover avere paura. Ma le ore passano e alla fine i due si ritrovano faccia a faccia, alla pari, entrambi ben consapevoli di dover lavorare sul loro destino e su quello del mondo intero.
-Sarebbe meglio che tu evolva al più presto, Croconaw- sono le prime parole di Andrea. -Non abbiamo tutto il tempo del mondo, presto Deoxys si farà vivo e ci sfiderà cercando di eliminarci… non penso che arriverai ad un livello eccezionale ma qualcosa dobbiamo pur fare. L’appoggio di Giratina e degli altri compenserà ogni nostro svantaggio… o almeno spero- sospira.
Croconaw annuisce un paio di volte per fargli vedere che ha capito. Nella mattina che è trascorsa hanno trovato un paio di Pokémon che il coccodrillo ha facilmente messo fuori gioco, anche se non erano aggressivi: ormai è quasi una cosa quotidiana imbattersi in qualche invasore, perché quelle creature hanno proliferato velocemente e stanno affollando con altrettanta rapidità il pianeta: stanno prendendo il posto degli umani, che sono sempre di meno e si nascondono, qualsiasi sia la loro situazione e la loro posizione che occupano nella società - quasi non più in vita, visto che quasi tutti gli Stati del mondo esistono solo formalmente, in preda all’anarchia. L’ultima persona che Andrea ha visto era quel cannibile ormai irriconoscibile come umano.
-Però non so che fare!- esclama dopo un po’ il ragazzino con un infantile tono lamentoso. -Non ho idea di dove possa trovarsi Deoxys ma la prospettiva che ci aggredisca da un momento all’altro, senza che ce ne accorgiamo, non è certamente delle migliori. Non so come mettermi in contatto con i Leggendari per farmi dare una mano, almeno per trovarlo, e Giratina ha parlato tanto e detto pochissimo…- sbuffa. Poi scrolla le spalle e aggiunge: -Spero solo che tu abbia il tempo necessario per evolvere.
Il Pokémon fa un altro cenno d’assenso. Andrea cammina lentamente e alla fine si siede per terra, incurante di ritrovarsi nel mezzo della strada.
-Se dovremo batterci con Deoxys, vuol dire che tutto questo finirà tra poco tempo- mormora. -Non mi aspettavo di sopravvivere abbastanza a lungo per vedere la fine dell’invasione o, in alternativa, la fine del mondo… ma solo perché pensavo che il conflitto sarebbe durato per anni interi. Non solo sono ancora vivo, ma è addirittura compito mio, adesso, combattere per salvare la mia specie.
Andrea porta le ginocchia al petto e le cinge con le braccia. Alza la testa e volge lo sguardo al cielo, sorprendentemente azzurro. Ha la sensazione di non aver mai visto questo colore sulla volta celeste da quando è iniziata l’invasione.
-Sono ancora convinto che non sia giusto aver caricato su di me questo peso- continua. -Qualsiasi sia la ragione, per quanto nobile o che altro… rimango comunque un ragazzino che non avrebbe mai dovuto immischiarsi in tutto questo. È davvero troppo per me, in ogni caso.
Fa una pausa; Croconaw lo sta guardando con attenzione, tenendo gli occhi rossi molto aperti, e quasi sobbalza quando Andrea lo guarda sorridendo. Però è un’espressione sconsolata ed è proprio quest’aspetto del suo viso, stanco nonostante le lunghe ore di sonno, che lascia il Pokémon perplesso. Si chiede perché mostri sul suo volto emozioni o atteggiamenti falsi, tra cui il non curarsi più di tanto della gravità della situazione.
-Ma ormai ho fatto una scommessa con Giratina, no? Non posso tirarmi indietro!- esclama con un ancor più strano e innaturale tono sereno. -Non fa niente.
E invece sì che fa qualcosa, ma Croconaw non sa come ribattere. Quando Andrea lo guarda di nuovo, forse in attesa di una sua risposta, non riesce a sostenere l’espressione dei suoi grandi occhi marroni e distoglie i suoi, mettendosi a sedere anche lui accanto al suo compagno di sventura.
-Alla fine siamo rimasti entrambi senza genitori- dice d’un tratto il ragazzino, dopo alcuni secondi di silenzio. -Mia madre è morta durante quest’invasione… mio padre prima ancora che nascessi, durante la guerra tra parte dell’Unione d’Europa e dell’Impero Giapponese, a quanto pare. Chissà com’erano i tuoi genitori? Mi piacerebbe sapere che genere di Pokémon fossero. Sai, ecco… i Leggendari mi hanno detto che li hai persi. Però sono sicuro che non avrebbero mai preso parte a quest’operazione contro il mio pianeta.
Croconaw non fa altro che ascoltarlo. Già sapeva, anche se non ne era mai stato sicuro, della morte di suo padre e di sua madre; se qualche Leggendario, chissà quando, l’ha detto al ragazzino, allora devono essersene andati veramente. Un umano piangerebbe nell’apprendere una notizia come questa, esattamente come ha fatto Andrea ricevuto il gelido annuncio, da parte di Giratina, della scomparsa di sua madre - e come ha fatto tante volte da bambino, in momenti di difficoltà, ripensando al padre.
A un Pokémon non manca la capacità di piangere o di provare emozioni: Croconaw però non ha mai versato lacrime per la sua perdita. Forse perché, poco per volta, si è abituato all’idea di essere quasi del tutto solo, e questo processo lento e delicato ha fatto sì che non fosse violentemente colpito da questo fatto; oppure perché - ma gli è davvero difficile pensarlo, figurarsi ammetterlo - ha sempre avuto la sensazione che i suoi genitori, la sua famiglia, non fossero veramente importanti. Questo potrebbe essere spiegato con l’influenza che i Leggendari, consapevoli da moltissimo tempo che qualcosa di terribile avrebbe sconvolto la storia di ben due pianeti, hanno esercitato su di lui in quanto “prescelto”, e che quindi gli avrebbe impedito di affezionarsi, più di tanto, a una realtà - quella della famiglia - che presto avrebbe dovuto abbandonare.
È una visione un po’ troppo fredda di un mondo che Croconaw, da sempre, ha comunque amato dal profondo del cuore. Non vuole pensare di essersi illuso di provare affetto per i suoi genitori solo perché qualcuno più in alto di lui ha deciso fin dai suoi primi giorni di vita che il programma del suo destino era particolare, diverso da quello di un comune Pokémon.
Andrea, di fronte al silenzio del suo compagno, non riesce a non desiderare di sapere cosa gli passi per la testa. Vorrebbe poterci parlare, con la voce o con la forza del pensiero: il potere della Conoscenza si ostina a non fargli capire i pensieri di Croconaw. Crede che voglia spronarlo a sforzarsi di comprendere il suo amico senza usare scorciatoie, ma è praticamente impossibile, ora come ora, che tra i due si crei un legame così stretto. La stessa Giratina ha affermato che i due non sono ancora in grado di collaborare pienamente. In certi momenti si ritrova a pensare che i Leggendari, seppur uniti contro le intenzioni di Deoxys, tra di loro parlino a malapena e si contraddicano in continuazione.
Il silenzio che è sceso è pregno di parole non dette, che non si possono dire, e di domande che non si vogliono pronunciare per paura delle reazioni dell’altro. L’imbarazzo che arriva costringe Andrea ad alzarsi e, seguito immediatamente da Croconaw, a riprendere a camminare: giusto per far qualcosa, visto che una meta non ce l’hanno, né sanno dove possa trovarsi Deoxys.
Ma la risposta è più vicina di quanto lui, o anche Croconaw che si pone pressoché gli stessi interrogativi sul loro obbiettivo, possa immaginare. Continuano a vagare per la città avvicinandosi alla zona di periferia, sperando che ad un’uscita sia presente qualcosa che possa aiutarli, o che nel frattempo arrivi, per miracolo, una sorta di illuminazione. Di persone non se ne vedono ma ci sono i Pokémon - che Croconaw, al solito, batte prontamente e in modo quasi banale, senza aspettare ordini dal suo non-Allenatore - e ognuno di loro, indipendentemente dalla stazza, dalla forma o dai poteri, fa reagire Andrea con moti di sorpresa e di ansia, che rivelano quanto sia preoccupato, in fin dei conti, all’idea di doversi confrontare con Deoxys.
Un altro timore che ha è che l’ennesimo Leggendario nemico del capo dell’invasione appaia improvvisamente dietro l’angolo, pronto per dire la sua e per confondergli ulteriormente le idee. Questo, a pensarci bene, forse lo preoccupa ancor più di dover lottare contro Deoxys. “Almeno se mi batto con lui so già quale sarà l’esito della lotta” pensa sconsolato. “Invece ci manca solo un altro Leggendario che mi dia qualcosa e che mi complichi pure di più la vita… come se già adesso non fossi messo male…”
Nessun Pokémon speciale ha intenzione di intervenire, e Andrea può considerarsi, se vuole, soddisfatto di ciò. Questo non significa che nessuno lo stia osservando, anzi: neanche troppo in lontananza un paio degli individui che tanto teme seguono i suoi passi in modo non del tutto interessato.
Una dei due Pokémon in questione non è altri che Giratina, stranamente nella sua forma umana, vestita di buio e con gli occhiali da sole che nascondono le diaboliche iridi cremisi. A braccia conserte non si gode la bella vista che ha dal tetto di un comune condominio, mentre i suoi occhi, anche da lontano e incuranti della presenza di lenti scure, vedono chiaramente le figurine di Andrea e Croconaw che vagabondano con incertezza, sentendosi anche un po’ stupidi a peregrinare in questo modo. Una brezza quasi autunnale fa ondeggiare pigramente i suoi capelli scuri, non lunghi e mossi. Accanto a lei, sospesa a mezz’aria, un Pokémon giunto da poco ha seguito il suo sguardo e sta anche lui a osservare i prescelti, l’umano e il Pokémon. O meglio, lei.
-Hai già assolto i tuoi compiti, Giratina?- chiede con una tranquilla, dolce e infantile voce femminile.
-Mhm- risponde con disattenzione la finta umana.
-Certo che non è da te presentarti con quest’aspetto. Come mai ti sei conciata così?- ridacchia l’altra.
-Perché ti aspettavo ed ero sicura che ti avrei messa fortemente in soggezione con la mia normale forma, cara Mesprit- sorride Giratina voltandosi verso di lei.
Quest’ultima esibisce la stessa espressione socchiudendo i vispi occhi dorati in modo più sincero, mentre la Ribelle sembra più beffarda, forse maligna. Mesprit è quasi del tutto identica ai suoi fratelli, se non fosse per la specie di acconciatura che differisce per forma e colore: è rosa e ha la forma rigida di due grosse ciocche ai lati della testa. -A me fai paura anche così.
-Ooh, piccola Mesprit- ride Giratina, -non si dicono le bugie.
-Allora, com’è andato lo scontro con gli umani?
-Esattamente come doveva andare. Qualcuno è morto di paura, mentre qualcuno con lo stesso stato d’animo ha collaborato. Chi si è opposto ha fatto la fine che doveva fare, insieme alle armi che stava progettando di usare contro di noi- risponde Giratina con un certo disinteresse. -Ma tu questo lo sai già, no?
-Sì, però volevo sentire come lo avresti raccontato tu. Sei concisa e cinica come sempre!
L’altra scuote la testa e fa spallucce. -Vuoi far visita anche tu al ragazzino e al suo Croconaw?
Mesprit sorride appena, ora. -Certo che no. Togliergli le emozioni mi sembra una vera ingiustizia… sono le sole cose che possiede da sempre. Uxie gli ha dato la Conoscenza e Azelf la Volontà: l’unica azione che potrei compiere è impedirgli di provare emozioni, ma a quel punto sai cosa gli succederebbe, Giratina, vero?
-Diventerebbe un burattino, ma sarebbe anche temibile. Pure per quell’idiota di Deoxys.
-E non sarebbe più umano- ribatte Mesprit. -L’idea non mi piace per niente. L’hanno fatto crescere troppo in fretta, i miei sciocchi fratelli, su ordine di Dialga e Palkia… prima di allora aveva soltanto le emozioni, il resto sarebbe maturato negli anni a venire. Ma ormai quel che è fatto è fatto, e io non voglio mettermi in mezzo. Non vorrei che fosse un burattino, come hai detto tu, a combattere Deoxys, ma un essere umano, più o meno in possesso delle sue abilità. Non sei d’accordo, Giratina?
-Ma che ne so- borbotta l’altra. -Dialga, Palkia, Uxie e Azelf hanno fatto di testa loro mettendo in mezzo lui e il suo Pokémon, mentre noi siamo rimaste per fatti nostri per la maggior parte del tempo. Alla fine mi sono fatta carico io di parlare con il ragazzino, però non avrei voluto farlo. Non avrei voluto combattere Deoxys con questi mezzi… ma mi hanno detto che non potevo ammazzarlo con i miei metodi e altre scemenze che mi hanno costretta a ritirarmi.
-Certo che devono essersi impegnati per dissuaderti dalle tue intenzioni, eh?- ridacchia Mesprit.
-Neanche tanto, visto lo scarso interesse che suscita in me questo pianeta- replica Giratina, stiracchiandosi. -Ora non posso fare a meno di essere curiosa per l’esito che avrà questa storia… ma insomma, te l’ho già detto: avrei fatto diversamente fin dall’inizio. Però Dialga e Palkia si sono fissati sulla faccenda delle anime gemelle, del giovane umano e del piccolo Pokémon che avrebbero dovuto unirsi, i prescelti, la storia che si ripete eccetera.
-È stato Arceus a volere tutto questo?- chiede poco dopo Mesprit. -L’invasione è un pretesto o vuole davvero distruggere questo pianeta? Sta manovrando Deoxys o gli ha affidato questo compito perché era sicuro che lo avrebbe assolto in modo eccellente?
Giratina ci mette un po’ a decidere cosa rispondere, e quel poco che dice delude parecchio l’altra. -Non ho idea di cosa passi per la mente del mio vecchissimo vecchio. Spero solo che lo stesso valga per Deoxys.
Il silenzio scende sulle due. Andrea e Croconaw proseguono nel loro cammino per qualche minuto; poi, appena si fermano, la Signora del Caos mormora, soprappensiero: -Certo che Deoxys ha avuto davvero pessimo gusto a contattare il ragazzino in questo modo…

Ad Andrea è servito un attimo per percepire che c’era qualcosa di strano nelle vicinanze, e questo sentore lo ha attirato fortemente guidandolo fino a trovarlo. Si è bloccato in mezzo alla strada e perlustra la nuova via che ha imboccato per cercare quel qualcosa, e quando lo trova il cuore gli balza in gola: corre verso di esso, seguito da un Croconaw sempre più confuso, la cui bocca è vistosamente sporca di sangue di Pokémon.
Il giovane umano si ferma davanti a un muro mezzo imbrattato di scritte ormai sbiadite dal tempo, vecchie di chissà quante decine di anni, le cui tracce rimangono per miracolo sullo sfondo grigiastro. Spicca su tutto una scritta disordinata realizzata con un vivo, inquietante rosso scuro: V.I.R.U.S..
Andrea abbassa lo sguardo e lo sposta di poco per individuare la provenienza di quella scritta: un ragazzo sui sedici o diciassette anni giace a terra, ormai privo di vita, in un lago di sangue che fuoriesce dal polso destro, tagliato con il coltello che prima di morire stringeva nell’altra mano. Il ragazzino porta una mano alla bocca e, alla vista di questo spettacolo e del colorito esangue dell’altro, quasi ha dei conati di vomito: si guarda le scarpe e vede che anch’esse si sono sporcate di rosso. Il suo respiro si fa più pesante e difficoltoso. Croconaw guarda tristemente la scena: non gli fa impressione, più che altro è dispiaciuto per la reazione del suo compagno.
Andrea è certo che non si tratti di un suicidio: quel ragazzo non si è di certo tagliato di netto le vene per lasciare un messaggio dal significato sconosciuto prima di morire. Qualcuno l’ha costretto a farlo per contattare lui.
-De… Deoxys…- balbetta, con la bocca coperta dalle mani. Gocce di sudore freddo gli inumidiscono la schiena e le tempie, coperte dagli spettinati capelli neri che stanno crescendo velocemente.
Il potere della Conoscenza ci ha messo un attimo a leggere il retroscena di quello che è successo al poveraccio e non ci vuole molto perché suggerisca ad Andrea anche il significato di quel breve messaggio criptato.
“Vorresti incontrarmi? Rushmore, U.S.”.
Deoxys lo aspetta lì per la battaglia che, se lo vedrà come perdente, lo costringerà a ritirarsi e a fermare tutta l’invasione. Battere il giovane umano prescelto, invece, significherebbe la vittoria dei Pokémon sul genere loro nemico, e perciò il processo di distruzione del pianeta si farebbe ancora più intenso e veloce.
Andrea non sa dire perché sia tanto sconvolto all’idea che il malvagio robot-alieno abbia controllato un umano per fargli scrivere, al prezzo della sua stessa vita, quella breve e fredda comunicazione al ragazzino.
-Grazie per l’appuntamento, Deoxys- bisbiglia, improvvisamente stremato. Ha davvero troppo poco tempo per organizzarsi, ora che il suo nemico si è mostrato impaziente di incontrarlo.








Angolo ottuso di un'autrice ottusa
Ecco il capitolo del mese! Vi avviso fin da subito, non so se a marzo riuscirò a pubblicare: nonostante le vacanze di Pasqua - che saranno una manna dal cielo - perderò una settimana con un viaggio d'istruzione: non vedo l'ora che arrivi, il mese prossimo sarà proprio una pacchia! Ahahah
/ignoriamo allegramente il fatto che, passato marzo, i professori uccideranno la mia classe durante aprile e maggio
Chiedo scusa se non rispondo ai messaggi e alle recensioni in tempo decente: è vero che sono pochissimi ahahah, ciononostante apro efp solo per aggiornare e appena l'ho fatto praticamente disconnetto il pc, perciò ;;; n ;;; /non perde tempo a concludere la frase
Il titolo di questo capitolo mi fa sentire un genio anche se non c'è niente di cui vantarsi :))))))) il capitolo di per sé non mi entusiasma, ci tenevo a farlo breve per non tirare troppo per le lunghe la storia. Magari quando la revisionerò, se mai avrò la decenza di farlo, avrò qualche idea per allungare i capitoli #maancheno
Detto ciò evito di dilungarmi ulteriormente: spero che a voi il capitolo sia piaciuto! Ci rivediamo tra non molto con Not the same story!
A presto,
Ink
  
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