~ Whispers.
Le lancette scorrevano veloci, provocando un rumore fastidioso; un ticchettio ritmico che riecheggiava nella stanza.
A distanza di pochi minuti sarebbe stata la mezzanotte e – come sempre – mi sarei alzato andando a mangiare l'ennesima fetta di torta.
- Non dormi nemmeno stanotte? - sussurrò l'anziano spuntando dalla porta della stanza ormai aperta. - Perfino il sovrintendente Yagami è tornato a casa -
- Non ho sonno -
- Light dorme Elle... -
- Ma non la giustizia -
Sospirò rassegnato scomparendo nel buio della sua stanza.
Light...
Quel diciottenne con enormi capacità intellettuali e un senso della giustizia forte e saldo.
Quel ragazzo sospettato di essere il più pericoloso dei criminali.
Quel ragazzo che ora dormiva, spiato da delle telecamere invisibili.
Labbra piegate da un sorriso malizioso, espressione beata tipica di chi stava sognando; pigiama ordinato di cotone nero, pelle illuminata dal fascio di luce portato dalla luna – come un intruso – nel la penombra. Solo qualche movimento meccanico – che lo portavano in posizioni alquanto buffe – stonavano con l'assoluta perfezione di Light Yagami.
All'improvviso una mano si appoggiò sulla mia spalla, e due occhi conosciuti si rispecchiarono nel riflesso del monitor. - E' bello vero? - sibilò Watari silenzioso.
- Sì -
Era stato un riflesso incondizionato, e appena me ne resi conto avvampai di un rosso tenue.
Ma l'anziano rimase impassibile: prevedibile.
Era stato lui ad insegnarmi a non mostrare i propri sentimenti e a studiare le persone, cercando di trarle in inganno.
E per quanto fossi bravo in questo, lui era il migliore.
- Sì – ribadii più convinto. - E' bello -
Era da quando lo avevo visto la prima volta che lo pensavo... Ma ora – con la luna che gli illuminava il volto – era quanto di più bello avessi mai visto in vita mia.
Ogni suo movimento, ogni suo gesto era un simbolo della perfezione.
I suoi sospiri, i suoi sussurri indecifrabili erano una culla dove io potevo riparami, lontano dal mondo reale.
Avrei dato qualunque cosa per conoscere i suoi pensieri, e vedere i suoi sogni: era una maschera di pelle - impassibile - dalla quale non trapelava nessuna emozione.
Un criminale perfetto.
Un Kira perfetto.
- Ora capisco perchè non vai a letto Ryuzaki – sussurrò all'improvviso Watari, allontanandosi.
Ormai mi conosceva troppo bene.
Ogni volta che lo vedevo, potevo sentire il suo sguardo lezioso fissare i miei occhi, le sue labbra scivolare sul mio collo lascive e i suoi sospiri riscaldarmi la pelle, al contatto col mio corpo.
- Beccato – sibilai socchiudendo gli occhi. Sospirai rassegnato, e un sorriso mi nacque spontaneo, intrappolato tra un dito torturato e due labbra sottili.
Per una volta, avrei voluto partecipare a quel mondo da cui ero stato lontano.
Per una volta mi sarebbe piaciuto fare di più, che stare lì, fermo, ad osservare persone che dentro di me sognavo di essere io.