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Autore: Gaia_dc    21/02/2016    3 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Provocazioni e un passaggio a casa

 
 
Quando la campanella che segnava la fine della prima ora suonò, Tony, Ziva, Abby e McGee uscirono dall’aula, con il sorriso in volto.
 
“Prossima lezione… Diritto!”
 
“Oh, anche io, Abby… E voi?”
Domandò Ziva.
 
“Arte…”
 
“Lo so McGee… La Shepard è arte!”
Sorrise gustandosi il fondoschiena della preside che passava di lì.
 
“No Tony… Intendevo che adesso abbiamo arte! Poi matematica con la tua amata prof!”
Sbuffò McGee.
 
“Non posso crederci! Anche con la preside?!”
Ziva si accigliò.
 
“Non lo conosci… Vabbè… Ci vediamo alla terza ora…”
Abby congedò gli amici.
“E mi sembra di vedere che anche tu Ziva hai matematica! Forza. Adesso andiamo… Fornell non sarà contento di un nostro ritardo!”
Aggiunse.
 
“Come se Fornell arrivasse mai in anticipo!”
Scherzò Tony, mentre le due ragazze erano ormai sparite dietro un corridoio, e McGee lo guardava con aria scocciata.
 
 
 
Quando Ziva ed Abby arrivarono in classe, ancora il professore non c’era, come previsto da Tony.
Presero posto una affianco all’altra, finché la loro attenzione non venne destata da un gruppo di ragazzi: I compagni di squadra di Tony, e le cheerleader… Esattamente i prototipi di ragazzi che Ziva non riusciva a tollerare nemmeno in Israele.
 
“Ehi ragazza nuova!”
La chiamò Nick da dietro.
 
“Che vuoi Nick?”
Lo frenò Abby.
 
“Solo conoscere la ragazza nuova…”
 
Ziva si voltò, visibilmente irritata dal tono di voce che stava usando.
 
“Serve niente… Nick?”
Chiese, ripetendo il nome col quale Abby l’aveva chiamato.
 
“Sei libera stasera?”
 
Abby sbuffò. Conosceva il comportamento di quei ragazzi, e non rimase sorpresa della sua affermazione.
 
“Avanti Nick… Sii più gentile! Piacere, Ray Cruz”
Si presentò l’amico allungando una mano che Ziva si rifiutò di stringere.
 
“Ziva”
Rispose con aria disgustata.
 
“Ziva? Che razza di nome è?!”
Una voce femminile si intromise.
 
“Jeanne, non cominciare… O questa volta… Ti faccio a frittatina!”
Rispose subito Abby, che sopportava ancora meno quella capo-cheerleader.
 
“Senti chi parla… Quella con i calzettoni della nonna, degli zatteroni neri ai piedi, e dei… Codini!”
La prese in giro Jeanne.
 
Abby rimase ferita da quell’insulto, ma ormai aveva imparato a farci l’abitudine… A differenza di qualcun altro che invece era nuovo a quel genere di bullismo.
 
“Ehi tu? Che vuoi?”
Ziva si alzò in piedi, facendo ridere Ray e Nick che già pregustavano una rissa.
 
“E tu chi sei per potermi parlare in questo modo?”
Fece la ragazza.
 
“Ziva, va tutto…”
Provò a fermarla Abby ma senza risultato.
 
“Una che se non chiedi immediatamente scusa ad Abby, ti farà pentire di essere nata!”
Rispose Ziva, afferrandole il colletto della divisa.
“Ho detto… Che devi chiedere scusa ad Abby!”
 
Jeanne fu costretta ad obbedire, pur di non stropicciarsi troppo la divisa da cheerleader e si piegò al volere di Ziva, mentre Ray e Nick rimanevano sorpresi.
 
Jeanne bofonchiò qualcosa.
“Non ha sentito bene!”
 
“Ho detto, scusa Abby!”
 
In quel momento, la cheerleader venne raggiunta da una sua compagna, che con gli occhi sbarrati guardava la scena. Jeanne Benoit, la ex di Tony DiNozzo, che chiede scusa alla tipa stramba, tutta teschi e vampiri?!
 
“Mi sono persa qualcosa, Jeanne?”
Le chiese, una volta che si furono messe a sedere.
 
“Niente, Ej… Solo che gliela farò pagare a quella… Non so nemmeno di che nazionalità sia!”
 
 
 
“Grazie Ziva!”
Abby abbracciò la ragazza, cogliendola alla sprovvista, ma alla fine la vide sciogliersi nell’abbraccio. Entrambe avevano trovato una vera amica l’una nell’altra… Forse la loro prima vera amica.
 
 
 
Anche la seconda ora terminò, ed Abby e Ziva si avviarono verso l’aula di matematica, quando però, vennero fermate dalla preside.
“Ziva…”
 
La ragazza si voltò di colpo, e la Shepard le si avvicinò, mandando Abby in classe.
 
“Preside…”
 
“Ziva, ascolta… Volevo darti il benvenuto in questa scuola, e assicurarti che qui non ti succederà nulla… So che non è un periodo facile, e che probabilmente vorresti tornare in Israele, ma non è sicuro…”
Provò a spiegarle in modo da non spaventarla… Doveva ancora compiere i 17 anni, eppure vide il suo sguardo perdere tutta la luminosità di un’adolescente della sua età.
 
“Certo…”
 
“Sono contenta che tu abbia trovato già degli amici in Abby, McGee e Tony… Ti troverai bene! È una promessa”
La rassicurò.
 
Ziva sorrise, grata per aver cambiato argomento, prima di dirigersi verso la sua aula.
 
 
 
“Tony?! Tony DiNozzo?!”
 
“Si, Ej… DiNozzo… L’ho sentito anche io!”
 
Nascoste dietro gli armadietti, per poter origliare, Jeanne ed Ej, avevano ascoltato tutta la conversazione tra Ziva e la preside.
 
“Quindi è israeliana… Lurida ebrea!”
Jeanne si lasciò sfuggire un commento.
 
 
 
Le loro voci, però, giunsero chiare e tonde alle orecchie di Ziva… In Israele, l’udito è fondamentale… Quel commento fece male, ma avrebbe saputo ricompensarle quando sarebbe stato necessario.
 
 
 
“Ehi Zee-Vah! Ti sei persa?”
Tony le si parò davanti, ridestandola dai suoi pensieri.
 
“Probabile…”
Iniziò a ridere, cercando di non pensare alle parole di Jeanne, che continuavano a rimbombarle nella mente.
 
“Dai, vieni… Andiamo che altrimenti la Shepard ci mette una nota!”
 
 
 
Ziva, Tony, Abby e McGee si sedettero vicini: Abby e McGee in seconda fila, e Tony e Ziva in terza.
Quello che però Ziva non si aspettava, era che seduti dietro di lei, c’erano Ray e Nick…
 
Sospirò affranta.
 
“Tutto bene, Ziva?”
le chiese Tony, notando che non sorrideva più come prima.
 
Abby si accorse subito del problema, e spiegò la situazione.
“Ray e Nick hanno fatto i soliti cretini nell’ora di chimica!”
 
In realtà non era quello a turbare Ziva.
Portò istintivamente una mano sul petto, cercando qualcosa che evidentemente non c’era più, e Tony se ne accorse, ma per poter ridare il sorriso a Ziva, riprese a fare lo spaccone.
 
“Uhm… Si… Ma tanto non saranno mai fighi quanto me, quei due!”
 
“Ti sento, DiNozzo!”
Disse ad un tratto Nick.
 
“Lo so!”
 
 
 
Quando anche la terza ora terminò, Abby e McGee chiamarono subito Ziva per farla pranzare al loro tavolo.
 
“Ma certo, Abby! Mi farebbe molto piacere!”
 
Si avviarono verso la mensa, ma Ziva si accorse immediatamente che Tony non era con loro. Lo vide in lontananza, mentre si sedeva al tavolo con Nick, Ray ed il resto della squadra.
 
Tim si accorse subito del cambiamento di umore e provò a rassicurarla.
“È… È normale… È la sua squadra… Se si sedesse con noi farebbe la parte dello sfigato”
 
“Che intendi dire Tim?! Io non sono una sfigata!”
 
“Certo che no, Abby!”
 
“Meglio così!”
 
Ziva era rimasta visibilmente delusa dall’atteggiamento di Tony. Credeva fosse diverso dai soliti ragazzi popolari, ed invece si era rivelato esattamente come loro.
 
Silenziosamente si alzò per andare a prendere dell’insalata, quando, però, Ray le si parò davanti.
“Non mi hai ancora detto di dove sei…”
Iniziò con voce sommessa.
 
“Non ti interessa saperlo!”
Rispose acida.
 
“Sapere cosa? Che sei un’e…”
Jeanne Benoit era esattamente dietro di lei, e stava per rivelare a tutti la sua religione. Ziva si voltò istintivamente, e le mise una mano alla bocca, attirando l’attenzione di tutti.
 
“Prova a parlare, e oggi non tornerai a casa…”
Allentò la presa, e tutti ormai erano curiosi di vedere cosa stesse accadendo.
 
“Quindi l’hai detto a loro e non a me?!”
Fece Ray, fingendosi rattristato.
 
“Non sono affari tuoi… Chiaro?!”
Voleva mettere fine a tutta quella sceneggiata, ma Ray non le lasciò altra scelta.
 
McGee sapeva bene come ci si sentiva ad essere al centro dell’attenzione, e sapeva che a Ziva quella situazione non stava facendo piacere per niente. Si alzò, e andò incontro a Ray.
 
“Ha detto che non sono affari tuoi! Cosa non ti è chiaro di questa frase?”
 
Tony non riuscì a trattenere una risata, e si lasciò sfuggire un commento.
“Oh andiamo… Che vorresti fare, pivello?”
 
Pivello? Tony che dice pivello a McGee?! Almeno lui aveva avuto il coraggio di andare a difenderla!
 
“Sentiamo che vorresti farmi… Coso… Come ti chiami?!”
Ray rise vistosamente, e Ziva non riuscì più a trattenersi. Ora stavano esagerando. McGee aveva avuto coraggio anche solo ad alzarsi da quella sedia per proteggere una ragazza che conosceva da meno di un giorno… Adesso toccava a lei.
 
Prese il braccio di Ray che stava spingendo McGee all’indietro e lo fece roteare su se stesso. Il ragazzo si ritrovò in ginocchio per terra, con entrambi i polsi tra le scapole.
 
“Si chiama Tim!”
 
 
 
“Signorina David… Comprendo bene il suo disagio, ma un’azione come questa non può passare inosservata!”
 
Ziva era stata convocata dalla preside, ma non per questo si era pentita di aver dato una lezione a quel verme di Ray.
 
“Lo so bene, signora preside… Ma le posso assicurare che le parole possono fare più male di una mossa di Krav Maga!”
 
“Lo so anche io, Ziva…”
La Shepard assunse un tono più dolce e materno.
“Ma purtroppo non è con le mani che si risolvono certe faccende… Solo gli stupidi ricorrono alle mani, ed io so per certo che lei non è una stupida”
 
“A volte anche le persone intelligenti sono costrette ad usare le mani sulle persone stupide!”
Ziva provò a mantenere la calma, mentre la preside la osservava ammirata. Non solo aveva fegato, ma era anche una ragazza sensibile e intelligente.
 
“Ora può tornare dai suoi compagni e andare a casa… Ma mi prometta che la prossima volta, conterà fino a 10 prima di agire…”
Disse con un sorriso materno.
 
“Certamente… Ma le ricordo che le bombe esplodono in una frazione di secondo… E contando fino a 10 potrebbe essere troppo tardi”
Chinò lievemente il capo in segno di saluto ed uscì dalla porta.
 
 
 
Quando uscì dall’Anacostia, aveva iniziato a piovere da un po’.
Si diresse verso la scuola di Tali, che appena uscì, aveva un grosso sorriso stampato in volto.
 
“Zeeeee!”
Le corse in contro.
 
“Ciao topina! Allora com’è andata?”
Le chiese piegandosi sulle ginocchia, mentre entrambe si proteggevano dall’acqua sotto un ombrello.
 
“Benissimo! E lo sai che la mia compagna di banco mi ha anche regalato una gomma colorata?”
 
“Visto? Te l’ho detto che tutti avrebbero voluto essere tuoi amici!”
Le disse arruffandole i capelli.
“Dai adesso andiamo, che se inizia a diluviare noi abbiamo solo una ve… Dov’è la vespa?!”
 
Ziva si era accorta che nel parcheggio di fronte alla scuola, la sua vespa era sparita, e non aveva idea di come tornare a casa.
 
“Maledizione!”
 
“Dai Zee… Torniamo a piedi…”
Tali non capiva perché tanta rabbia… In Israele succedeva di continuo.
 
Il problema, infatti, non era la vespa… Ma era che Ziva sapeva benissimo chi gliel’avesse rubata… Era convinta che c’entrassero Jeanne ed Ej… E pensare che alla prima ora era convinta che sarebbe andato tutto liscio… Per lo meno il primo giorno di scuola!
 
“Hai ragione… Andiamo…”
Mentre si incamminarono, però, la pioggia divenne più fitta, ed il vento si alzò, squarciando l’ombrello di Ziva che iniziò ad imprecare in ebraico.
 
“Serve aiuto?”
Tony l’aveva vista da lontano, mentre era partito con la moto, e accorgendosi che non aveva più né la vespa, né l’ombrello, era tornato indietro.
 
“Certamente non da te!”
Rispose voltandosi.
 
“Tutto bene Zee?”
Chiese la piccola, nascondendosi per metà dietro Ziva.
 
“Certo tesoro… Adesso troviamo un modo per tornare a casa”
 
“Avanti… Salite sulla moto che vi porto a casa!”
rispose ignorando la sua frecciatina.
 
“E perché dovrei accettare un passaggio proprio da te? Al massimo chiamo McGee!”
 
”Perché non hai il numero di McGee o di Abby, sta piovendo, il tuo ombrello è volato via, hai perso l’autobus, con te c’è anche tua sorella, e la tua vespa è finita a brandelli dietro la scuola… Non mi pare che tu abbia molta scelta!”
 
All’ultima affermazione Ziva era rimasta allibita… La sua vespa a brandelli… Jeanne!
 
“E sentiamo, com’è che adesso ti preoccupi per me, invece di ridere sotto i peli?”
 
Tony la guardò perplesso per un istante…
 
“Baffi… Ridere sotto i baffi!”
 
“Quello che è!”
 
“Guarda che Ray stava solo scherzando! È fatto così! E poi il pivello se l’è proprio andata a
cercare”
 
“Tim! Si chiama Tim!”
Rispose esasperata.
 
“Oh ecco qual era il suo nome…”
 
Ziva lo guardò accigliata, e alla fine Tony le appoggiò le mani sulle spalle.
 
“Ziva… Conosco Tim da… Una vita forse! Lui sa tutto di me! Lo prendo solo in giro…”
 
In realtà, però, quello che veramente aveva fatto arrabbiare Ziva, era il fatto che Tony non avesse fatto niente, a differenza di McGee, e che, per giunta, era amico di Ray!
 
“Ray è uno stupido che si diverte così… Sono il capitano della squadra… E devo tenerli tutti sott’occhio…”
 
“Dal loro tavolo, però!”
Sospirò Ziva, abbassando il capo.
 
“Allora posso avere l’onore di accompagnare a casa queste due meravigliose fanciulle… bagnate?”
 
Tali rise divertita, e poco dopo anche Ziva si lasciò sfuggire un sorriso, tornando a guardare Tony negli occhi.
 
“Solo se mi lasci guidare però…”
 
Tony rimase pietrificato… Non si aspettava certo una proposta del genere.
 
“Un’altra volta, magari…”
 
“E cosa ti fa pensare che ci sarà un’altra volta?”
Chiese lei beffarda.
 
Tony la osservò. Aveva degli occhioni enormi, su un viso davvero tenero, incorniciato da alcune ciocche dei suoi capelli che erano completamente zuppi… Anche sotto la pioggia era bellissima… Frena DiNozzo…
 
“Avanti piccolina… Sali sulla moto e mettiti i mezzo tra me e Ziva”
Disse alla fine, a Tali, prendendola in braccio e mettendola sulla moto, senza rispondere alla domanda di Ziva.
 
“Tieniti stretta, Tali”
 
“Tali? È un nome bellissimo! Forza, Tali, stringiti a me”
Disse Tony, salendo  anche lui sulla moto.
Quando anche Ziva si fu sistemata il casco e salì sulla moto, si aggrappò a Tony per potersi mantenere e controllare meglio la sorellina, mentre sul volto del ragazzo comparve un sorriso colmo di tenerezza.









NOTA DELL'AUTRICE:
Ed ecco come promesso il secondo capitolo di questa storia così AU!
Ad essere sincera mi diverte davvero tanto immaginare tutti i personaggi di NCIS al liceo! E voi che ne pensate?
Allora vediamo di entrare nel capitolo...

Ziva ha già conosciuto Jeanne ed Ej... E a quanto pare, non vanno esattamente d'amore e d'accordo... Lo stesso si può dire per Ray e Nick... Ziva ha già dato una dimostrazione delle sue capacità, ed è stata convocata dalla preside... MA effettivamente non aveva mica tutti i torti, contro quel Ray Cruz!

E poi beh... Il passaggio a casa... Abbiamo già cominciato con i battibecchi TIVA... Secondo voi come continuerà? Spero che qualcuno riesca a chiarirsi le idee su chi sono i veri amici!

Baci,
Gaia.

 
   
 
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